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- 62 “â ssi Della società filarmonica non vi parlerò giacché riscontro m l N. 15 della vostra Gazzella che altri per questa parte mi ha prevenuto. Soltanto aggiungerò che vi ebbero durante la quaresima diversi esercizj privati sulla musica classica, cd una grande accademia nella sera della domenica delle Palme, ove le più belle toelette masculine e femminine, la copiosa illuminazione e la musica servirono a rallegrare cietà che vi concorse. Egli è pur troppo vero che la musica confronto dei tempi andati si trova oggi la scella soda Chiesa in in Italia in tino stalo di abbandono, di languore e di decadenza; non pertanto in molte città vi han tuttora maestri di cappella abilissimi, c capaci ali’occasione di sostenere il lustro italiano anco in questo ramo il più sublime dell’arte. Fra questi degni artisti è da annoverarsi anco il maestro Geremia Sbolci fiorentino, il quale educato nella musica classica, specialmente della scuola tedesca, per il lungo esercizio in essa fatto come cantore addetto alla nostra I. IL Cappella, diè più volte saggi di simil genere di composizione, non che di somma attività zione. Ed ora targli lode nel e di intelligenza nel dirigerne I csecunuova occasione ci porgeva di tribunella chiesa di S. Frediano in Castello le strofette analoghe. alle ultime sette parole del N. I). IL rivestile di una musica di siile classico e di quel carattere confacente a tal circostanza. La esecuzione di questo bel componimento ricsciva inoltre in una maniera soddisfacentissima, e (ale da non incontrarsi che raramente nelle musiche di Chiesa, nelle (piali per lo più si ha il costume di ciecamente affidarsi ad una esecuzione più estemporanea che. perfezionata da ripetute prove, di insieme. Le più belle e robuste voci che sostenevano un coro che in alcuni momenti spiegavasi imponente, furono rinvenute nella infima classe del popolo, ed educate in una scuola che da poco in qua si è instituila in quella parrocchia sotto la direzione dello stesso maestro Sbolli. Spero che mi si porgerà P occasione di parlarvi più distesamente di questa pia istituzione musicale, c dei vantaggi morali che ella va produccndo. Intanto credetemi, ecc.

  • P.S. — Il celebre pianista Thalberg ha già annunziato

al pubblico che domani a sera darà un’Aecadcmia nel teatro della Piazza vecchia. Tanto le notabilità che le nella più grande desiderar questo grande artista. NOTIZIE nostre mediocrità pianistiche nostre stanno aspettativa, ed il pubblico sembra momento per rendere omaggio al MUSICALI DIVERSE — Vienna. Ai <7 c 24 dello scorso marzo ebbero luogo due concerti negli appartamenti di S. M. la regnante Imperatrice, sotto la direzione del maestro di cappella di camera c compositore di corte signor Donizetti. (G. m. di J’ienna) — Colonia. Gli amatori di musica di quella città godettero mi divertimento raro cd unico per )’ isterico concerto disposto dal direttore di musica, sig. Ferdinando Rahles. Parvero specialmente interessanti, por la novità,le prove di musica del 14° al 16° secolo; c piacque assai la già da un secolo celebre «Chanson Iloland*. Vi si eseguirono altresì dei pezzi di musica sacra di Palestrina, Alessandro Scarlatti, Francesco Duranti, Sebastiano Bach, Hiindel, Leonardo Leo, Pergoleso, Emanuele Bach, Gluck e Haydn. Di mirabile bellezza furono il Crucifixus di Palestrina, la Salve Begina di Duranti, llandel «il Kyrie di Scarlatti, (grande è effetto furono i cori — Pànica. Teatro Opera comica in tre del sig. Auber. il Signore e l’energico coro di; c di indescrivibile di Bach e Haydn. Idem. dell’Opéra comique. La Sirène, atti parole del sig. Scribe; musica Togliamo da un articolo di T. Labarre nella France musicale il seguente brano. «Ci manca lospazio per analizzare in dettaglio la nuova partizione del sig. Auber. Noi citeremo semplicemente i pezzi più notabili, che sono: l’andante deli’oi/rerlure, la di cui istrumentazione dolcemente armoniosa spira della bella melodia; lo scherzo vivo ed elegante di quesl’uuverture; le strofe di Mattea, adorne,in una maniera gradevole dai vocalizzi della Sirena; il finale del primo alto, contenente un bel quartetto a voci d’uomini; il grazioso duetto del secondo atto, fra Marco Tempesta e sua sorella; l’aria del contrablrandiere, abilmente intercalata in un coro energico, e di bella fattura, ecc., ecc. Ingomma, ogni parte dell’opera rivela la potenza dell’autore di far piegare lutti i mezzi dell’arte sotto le sue minori volontà, di connettere la sovrabbondanza deH’idee nei disegno richiesto dell’azione, di ottenere senza sforzi dell’orchestra degli effetti piccanti, seducenti, di mettere in risalto la sonorità particolare a ciascuna voce, a eiascun tutto bien timbro. In una parola, la Sirène è un’opera in degna dell’illustre capo-scuola francese». Accademia reale di musica. Le Lazzarone, o le vient en dormant, opera in due atti; parole del sig. Saint-Georges; musica del sig. F. Halévy. Brano estratto dalla Berne et Gazette musicale. •Determinare il valore del libretto èjùu agevole. L’autore, che diede prova taule volte di spirito e d’abilità, ha voluto evidentemente entrare in una via di reazione. Annojalo senza dubbio, come tutti, di questo labirinto di peripezie romanzesche, d’avvenimenti inauditi, di mezzi impossibili accumulati nella minor opera moderna, egli ha tentalo di ricorrere agli espedienti più semplici. E in ciò, egli è perfettamente riuscito. Pochi libretti son meno intrecciati del Lazzarone. Il difetto principale, a mio parere, è la mancanza del tenore. Le quattro parti sono scritte per un soprano acuto, un mezzo-soprano, un baritono cd un basso. E dispiacevole che la scarsezza di tenori abbia oblili gato il sig. Halévy a rinunciare ad un timbro di voce sì necessario in un’opera. Ne risulta così una certa monotonia indipendente dal talento dell’autore, ma che è nondimeno noeevolc. Nei cinque duetti, nei due terzetti, nei sci pezzi a soli e nei quattro o cinque cori, che formano la parte musicale del Lazzarone, si è trovalo lo stile elegante c distinto del sig. Halévy. Gli effetti d’orchestra sono ben condotti e proporzionati al carattere poco romoroso del poema. L’islruinenlazione, piena di gusto, è dappertutto espressiva e ben intesa. I.a tinta melodica si fa rimarcare in generale per la grazia c per la freschezza naturale; dopo V Eclair, opera che volgeva alla musica leggera e facile, il sig. Halévy non ci aveva date delle melodie cosi facili a ritenere. Vi sarebbe da citare una quantità di passi nella declamazione, che e parsa particolarmente trattata con accuratezza. Diversi passaggi sono impressi di quella finezza franca, di quella vezzosa pienezza naturale a Grétry. Non è la prima volta che i sig. Halévy dimostra questa tendenza. Fra i pezzi che si sono maggiormente applauditi, devesi menzionare: l’ouvertur», il di cui primo movimento a tre tempi, poi fallegro vivo c piccante hanno prodotto un felice effetto; la cavatina di Beppo, l’aria buffa e originalmente concisa dell’improvvisatore, il duetto del Lazzarone e di Mirobolante, i di cui due temi principali sono veramente deliziosi; le strofe eleganti di Battista, il sogno di Beppo, si ben accompagnalo con un effetto di sordine; i due terzetti del miglior stile comico, e contenenti delle melodie deliziose; il coro e le strofe del battesimo, la vivace canzonetta Quand on n’a rien: l’assieme espressivo dei duetto seguente fra Battista e Beppo; finalmente il notevole duetto di Mirobolante e del Lazzarone al secondo atto. Ecco certamente una somma di pezzi sufficienti per assicurare la fortuna d’un’opera. Le rappresentazioni seguenti faranno brillare ancor più ciò che v’ha di vere bellezze in questa nuova partizione dell’autore della Juive e del Charles VI. Sarebbe bene intanto che vi si facesse qualche taglio utile all’effetto. La leggerezza dell’argomento non comporta una si grande quantità di musica. L’assieme camminerà più lestamente dopo qualche intelligente soppressione •. — La questione insorta da uno degli autori del melodramma la Pie voleuse col direttore dei Teatro Italiano. e stata sciolta a favore del primo, che d’ora in avanti godrà dei diritti d’autore a ciascuna rappresentazione della Gazza Ladra. Uno dei motivi del giudizio dato dal Tribunale di prima istanza, è che la rappresentazione dell’opera al Teatro Italiano ha potuto recar pregiudizio agli autori del melodramma originale, l’aro però a noi che dovrebbesi dire il contrario: senza la Gazza Ladra, senza la musica di Rossini, la Pie voleuse e la prosa dei sigg. Caignez d’Aubigny c Poujol, non sarebbero desse da lungo tempo obbliate? {II. et G. m.) — Pestìi. Il professore Stigler arrivato in Pestìi con un nuovo stromento Polymelodicon, da lui inventato, vi si’fece sentire ai 27 dello scorso marzo, con applauso generale dell’uditorio. Lo Specchio così s’esprime su questa invenzione: questo bello stromento che imita il suono del flauto, del clarinetto, ed in parte anche del corno e del violoncello, produce un effetto aggraderolissimo, e tiene in piacevole attenzione gli ascoltanti. (G. M. di Vienna). — Brììnn. Lo Stabat.Water dì Rossini fu rappresentato la domenica delle palme a vantaggio dei poveri. Da gran tempo non offrivasi al pubblico di Briinn una s* grande rappresentazione. Idem. — Il gran violinista Lipinski dava concerti in Warschau, e lo si aspettava a Vienna dopo Pasqua per darvi alcuni concerti. Idem. — Il celebre arpista Parish-Alvars ha suonato a Londra nel concerto filarmonico ed ottenne un generale strepitoso successo. Gli stessi artisti cooperanti applaudirono alla sua perizia. ERRATA-CORRIGE Idem Nel foglio N. 14 di Lunedì scorso pag. Î58 Col. 4.a linea 41, in luogo di Nos applaudiamo a questa fusione, ecc., leggasi Noi applaudiamo a questa fusione, ecc. MOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DEI.L’I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PR1T1LEG." Di GIÜVAVM RICORRI GRANDE IIVHLsIL pour Piano SUR DES MOTIFS DE LOFERA LINDA Di LIIAMOLNIX 4GOO9 46008 Op. 138. Fr. 5 — 5A pour te Piano FAK EHF.I PÀHOFKÀ Op. 4G. Fr. 4 50 pow Piano sub l’opéua DOTE SÉBASTIEN n»; DONIZETTI 16011 PAR ED» AVOLFF Op. 99. Fr. 5 FANTAISIE-CAPRICE BRILLANT jpour Viti letti avec accompagnement de Piano SUR L AIR DE LA 16124 45S2S 15829 inaili saîibïEa Op. 47. fittisi’ le Violon COMPOSÉ Fr. 6 — Op. 44. Avec Piano Fr. S — Avec Orchestre • 45 — CIOVAOI RICORDI KniTOBE-raOPRl ETABIO. Dall’I. R. 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