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- 45 s presentate. Un solo campione, il sig. Barberesti.. professore d Armonia che gode a Parigi d una certa riputazione e che pubUi blica in questo momento un libro su questa © scienza, si è presentato. Nella sua lettera al signor Fétis, espone sette obbiezioni princii pali ma dichiara terminando ch’egli non accettava la loro discussione in adunanza pubblica, dimandando solamente eh ella avesse luogo al cospetto di una specie di giuri composto di ventiquattro persone, dodici delle quali sarebbero scelte dal signor Fétis, e dodici da lui. j " Dopo aver terminato la sua analisi il signor Fétis lesse la line della lettera del i signor Barbereau, ma senza farne conoscere il nome, ed esprimendo il dispiacere che non gli fosse permesso di discuterne immediatamente le obbiezioni, senza il consenso del loro autore. Al sentir ciò il sig. Barbereau, che trova vasi presente nella sala, dichiarò i che acconsentiva a questa discussione del signor Fétis, ma aggiungendo che non vi prenderebbe parte. Una agitazione molto viva si manifestò tosto nell assemblea, e f attenzione si raddoppiò dalle prime parole del professore. Malgrado f intenzione dichiarata dal sii gnor Barbereau di non prender parte alla । discussione delle sue obiezioni, fu però spinto a prendere la parola dagli incalzanti argomenti del signor Fétis ma I eI videnza divenne ben presto tanto potente a favore dei principj del dotto professore, i che 1 assemblea a molle riprese diede prova della sua adesione per le sue parole. e il signor Barbereau prese il partito d’osservare il silenzio lutto il resto della seduta. ((•?. et R. M. de Paris}. I ’ NOTÌZIE MUSICALI DIVERSE — Venezia. Gran Teatro della Fenice Emani!, poesia ili JF. JVJI., musica del maestro Verdi. La riuscita di questa nuova si vivamente desiderata j Opera dell’Autore del Nabucco e dei Lombardi fu brillantissima.: Le corrispondenze particolari abbondano di frasi eni tusiastiche, a riprodurre le quali potremmo correre 1 rischio di essere tacciati di esagerazione. Per esonerarci di ogni responsabilità, crediamo savio consiglio il ripetere in queste colonne il giudizio che del nuovo for> lunato Spartito del nostro Verdi ebbe a dare la Gazzetta privilegiala di Venezia. E siccome abbiamo lusinga! che questo Emani si riprodurrà al più presto sulle scene del nostro Gran Teatro, così ci riserbiamo in quell’occasione a manifestare il particolare nostro giudizio intorno ai pregi del libro e a que’ più splendidi della musica. Ecco le parole del bravo Locateli!: L’opera comincia con un coro di banditi; poi entra Emani in iscena con un’aria di stile amoroso, cantata I con molta soavità ed affetto dal Guasco, il nuovo tenore. Il Guasco è un cantante di macstro’saperc; ha bella scuola, bei modi di canto; la voce stessa è di bellissima tempra; ma ella manca di robustezza e facilmente si appanna e s’oscura, quantùnque il maestro non gli abbia scritto molti pezzi di forza. Peccalo! L’aria di ElI vira, la Donna Sol di Vittor Hugo, che viene appresso, è d’un genere concitato e robusto, ed c cantata con grand’anima e vigore della Lowe, che piacque più ancora la seconda che la prima sera, perchè parve che in questa troppo non tenesse a freno la voce nella sua cabaletta, bella in ispecie pel vivace accompagnamento dell’orchestra. Il duetto e il terzetto che seguitano non fecero eguale impressione, benché ricchi non meno di belle armonie e conveniente efficacia del canto. Ma tutti,$) i voti furono vinti dal largo del finale; composizione veramente magistrale, per quelle gagliarde e sapienti armonie così largamente disposte e intrecciate, e di sì mirabile effetto che ne rimasero rapiti i dotti del pari e gl’indotti. La seconda parte s’apre co’suoni festivi ed a ballo. che per essere d’uno stile comune c popolare,anzi l’he no, non perdono nulla della loro vaghezza, e s’ascoltano con diletto, massime allor che, interrotti, si ripigliano in mezzo a più gravi concenti. Qui è un duetto tra Emani ed Lira, in cui meravigliosamente s’uniscono le voci de’due cantanti, e l’aria o romanza che vogliasi dire, di D. darlo, che per la soavità della melodia può paragonarsi a quella famosa del tenore nei I Puritani, c ch’è cantata con garbo, e grande maestria, con facili e nitido fioriture dal Soperchi che, e qui e nell’altra grand’aria della terza parte, crebbe di cento doppi; così accortamente il maestro seppe valersi dei suoi mezzi, e metterli in mostra. Questa second’aria è bella in ispecie pel pensiero sublime della stretta, in cui con una squillante e mollo espressiva armonia insorge in tutto il suo pieno l’orchestra ad accompagnar le parole: E vincitor de’secoli II nome mio farò. Ora è il bel coro de’ congiurati, che pel pregio di composi zinne nel primo tempo, può paragonarsi al largo della prima parle, c vince nella stretta pel brio e la vivacità della cantilena gli stessi cori più bei del /Tabacco e dei Lombardi - Ma quando già in fine dello spartito, dopo tanta musicale dovizia e tanto ricevuto diletto si sarebbe forse temuto che l’estro del compositore non avesse potuto più in alto spingere il volo, il più bello era ancora da udirsi: il terzetto tra Elvira, Emani e D. Silva, che chiude l’opera, ed è veramente per bellezza d’invenzione, d’artifizio c di suoni cosa lutto sublime e inspirala. 1 cantanti egregiamente lo dissero e più drammatica non potrebbe esser l’azione del Guasco c della Lowe. I nomi convengono spesso alle cose: un Selva rappresenta la parte di Silva, attor nuovo, ma che per la bella sua voce di basso profondo e per la virtù de! canto adoperata nella sua aria e più ancora ne’ pezzi concertati, ch’ebbero da lui sì possente rilievo, si mostrò ben degno del teatro al quale è salito. La musica ha fatto una sì viva impressione che fin da domenica la gente, uscendo dal teatro, canterellava già i cari motivi dell’aria del Guasco e del Soperchi. Gli avevano mandati a memoria e questo è privilegio della buona musica, che udita appena, si stampa nella mente e si fa popolare. 11 maestro Verdi ha una ricca, felice immaginazione, e pari all immaginazione è il buon gusto. — Pahigi. Nel concerto dato dalla France, musicale il giorno ‘23 Febbrajo, si distinse fra gli altri il violoncellista Pialli, allievo del nostro Conservatorio. Ecco come detto giornale parla di lui. • Il sig. Piatti è un artista di mollo talento; fa sentir bene la frase, e suona con molta espressione; la qualità di voce circi sa cavare è bella; fa assai bene lo staccalo e le doppie corde negli acuti; ei sa trarre molto effetto da certe note gravi pizzicale, circi sa mischiare con molta bravura al canto di mezzo. Il sig. Piatti pare destinato ad ottenere brillanti successi, allorché egli avrà fatto conoscenza col suo pubblico, allorché, avrà imparato a combinare i suoi effetti in modo da metterli in luce, c farli dipendere gli imi dagli altri, e sopra lutto quando avrà acquistalo il colpo d’occhio necessario per afferrare quella misura c quel giusto livello convenienti in un a solo. Non ha più bisogno che di esperienza. Il più è già fallo. Il tolto non istà già nel saper la sua arte; havvi un’alte’arte che consiste nel dimostrare c far valere la prima.» — Abbiamo già fatto cenno dell’esito brillante dell’opérà-comique in tre alti del sig. Ad. Adam, Cagliostro. Questo spartito, che il sig. Ad. Adam scrisse sull’iniercssanle poèma del sig. Scribe e V. Giorgio ottenne gli elogi di tutti i giornali parigini. Fra questi i principali sono la Eresse, la Quotidienne, il Constitutionnel, L’Echo Français, la France monarchique: finalmente nel Feuilleton del Journal des Débats si legge. «La musica del sig. Adam è come tutto ciò ch’egli scrive, semplice, chiara c facile: però questa volta si vede ch’egli non lasciò scorrere la penna liberamente come fa d’ordinario, ma vi mise tutta la sua attenzione a ben dirigerla. Tutto in questo spartito è accurato, lo arie, i pezzi d’insieme, la parte delle voci e quella dell’orchestra. Bisogna notare tre arie molto belle; quella di Gorilla nel I.° atto. È un capriccio il di cui tema però ricorda troppo un’aria celebre della Gazza Ladra di Rossini; quella di Mockcr che vien dopo, e l’invocazione di Cagliostro, Fortune! la di cui frase principale è d’un gusto squisito e si sviluppa ingrandendosi. L’aria di Caraccioli che descrive il laboratorio del suo padrone ha molto colorito e contiene molti effetti d’orchestra, la di cui bizzarria è abbastanza motivala. Ma il - miglior pezzo è evidentemente l’ultimo, quello della scena del magnetismo.» — Donizetti venne ultimamente decorato da sua Mae| stà Dona Maria, alla quale egli dedicò il suo spartito Dom Sébastien, dell’ordine della Concezione, che è la più onorifica distinzione che si possa accordare in Portogallo. Quest’opera dove essere quanto prima rappresentata sul teatro reale di Lisbona. — Uno dei più brillanti satelliti della gran plcjade dei pianisti!, il sig. Teodoro Dùhler, arrivò a Parigi la settimana scorsa. Egli ottenne grandi successi in tutte le principali città della provincia che ha di fresco percorse, e questi successi, non sono che le primizio di quelli che lo aspettano fra noi. Fra le nuove composizioni che suonerà, dobbiamo notarne una bellissima di mezzana lunghezza sull’aria di Dupiez nel Doni Sébastien. — Il Chirogimnaste. del (piale si è già parlato nella nostra Gazzetta, questo ingegnoso apparecchio inventato da si poco tempo, dal sig. Casimiro Martin, è adottato già, non solamente dai più abili professori e dai loro allievi, ma bensì nelle classi dei Conscrvatorii di Parigi c di Londra e in quelle delle principali pensioni della capitale: la provincia ne segue già il possenti’ impulso; e ben presto I’ uso del Chirogimnaste sarà cosi generale, quanto il cembalo, di cui è il complemento. — La Ilevue et Gazette musicale di Parigi annuncia che i signori Meyerbeer. Rossini e Fétis padre, comandarono al sig. Adolfo Sax, per l’uso di varii Stabilimenti da essi diretti. molti istromenti inventati e perfezionati da questo giovine artista. Fatti tanto positivi, e testimonianze così onorifiche, rispondono vittoriosamente agli allochi della maldicenza. — Il clero cattolico di Morficld-Chapel scrisse alla vedova di Weber, per offrirle di fare trasportare Is, ceneri dell’illustre compositore a Dresda, e di pagare le spese di trasporto. Non sappiamo ciò che la signora Weber avrà risposto, ma temiamo che nella posizione ove si trova, questo regalo funebre non diventi per essa un carico di più. — La Iberna musical c’informa, come a testimonianza del suo successo, d un fatto che coi nostri costumi ci parca bizzarro, e che noi citiamo per far vedere qual grado d entusiasmo inspira l’arte musicale nella Spagna. 1 redattori di questo giornale s’erano riuniti a un banchetto il due di questo mese; ad un tratto nel bel mezzo del pranzo sono sorpresi aggradevolmcnte per 1 entrata dei domestici portanti pialli d’argento. Sopra uno di questi cranvi dolci con questo motto:.7 los redactores de la Iberia musical y literariii varias suscntoras cntusiastas de la Juvcntud ilustrada. • L’altro piatto d’argento conteneva varii regali offerti dalle belle abbonale a quei scrittori che si sono fatti campioni della loro arte favorita. Questi oggetti preziosi per la materia, come per esempio, un porta-lapis in oro, un occhialino in oro, un souvenir in velluto, una cravatta in ricamo, ecc., sono stali estratti alla sorte dai felici regalali i quali fecero subito un toast in onore delle sconosciute donatrici. — Sphor, il celebre violinista e compositore, è finalmente uscito dall’apatia ove sembrava essersi addormentato per sempre; egli suonò recentemente in un concerto dato a Assia Gassel dalla signora Willmann. — Al Teatro Francese dcIl’Aja diedero recentemente V Ambasciatrice, d’Auber; al Teatro Italiano, beatrice Tenda. La figlia dell’arciere, opera in 4 alti di l’edrotti é in ripetizione. Al Salone delle Farietà, si dà una traduzione olandese del Uscente di Lètoriercs, che venne trasformalo in Burgravio. — Il sig.!■ ranccsco Bonoldi maestro di canto al conservatorio di Ginevra, ed allievo dcll’I. R. nostro conservatorio fu nominalo non ha guari membro onorario della celebre accademia filarmonica di Bologna, dietro proposta di Rossini il (piale fece valere i titoli del candidato suo protetto, fondandosi sul distinto merito del Dentier Chant du Tasse, La Serenade, la Cataracte de la JVarva, lodevoli e pregiate composizioni del detto sig. maestro Bonoldi. — L’Opera Corrado d’Altamura del maestro Federico Ricci datasi al Teatro Italiano, svegliò non pochi opposti giudizii, c mise poco meno che in orgasmo il giornalismo parigino. La France musicale non si addimostra punto favorevole al nuovo maestro italiano che osò aspirare all’applauso di un pubblico tanto avaro delle sue benevole dimostrazioni ai Bellini, ai Donizetti ai Merendante, ai Bacini; ma forse la France musicale poteva limitarsi a recare severo giudizio della musica del Corrado, senza compiacersi troppo evidentemente di certi epigrammi alquanto acri che per avventura non mascherano abbastanza un tal (piale spirilo di parzialità. Il monde musicale all incontro nel riferire l’esito del Corrado d’Allumina ci parla di brillante successo, di applausi unanimi, ci assicura che la partizione del Ricci é lavoro très-remarquable e diffondendosi a darne un’analisi, trova bellezze di primo ordine in ogni e singolo pezzo; e conchiude l’articolo con queste parole» En somme succès complet.» - Quanto a noi sogghigneremo; Il Corrado di Ricci fu composto per il nostro gran Tea