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BAZZETTA MUSICALE ANNO HI. - N. IO. M MILANO DOMENICA IO Marzo 1811. Si pubblica ogni domenica. — el corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un colonie in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Astolugia classica musicale. — l’er quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa V Stillo pezzi di musica dal quale [tossono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, c questi vengono dati yratis all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi l’avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1843. SOMMARIO. I. IL Teatro alla scala. Linda di (’Jiambuntx melodramma in tre alti. - IL Varietà". Ciò che s’intende [ter una buona composizione musicale. - III. Notizie MUSICALI DIVERSE. 1. R. TEATRO ALLA SCALA lèi MI A DI CHAMOUAIX, Melodramma in tre atti di Dossi con musica del cav. Donizetti, eseguito dalle signore Taiioiivi ed Imovi e dai signori Gaiidom, Coi.i.ini, I’edrighivi e Rovere, (la sera ’ì marzo). ®*&KW&e<lele coni binazione fortuna- Aveva fissalo di cominff^^c’are questo cenno con delle yx^i^tDosservazioni sull’abitudine tra noi lauto inveterata di dividere qualunque rappresentazione d’opera, breve o lunga ch’ella sia, per mezzo a un enorme ballo, il quale, torna ora inutile il dire, quanta funesta influenza eserciti sull esito dei brani dello spartito che sono destinati a succedergli, (piando l’egregio sig. Lainbertini, in mi ultimo suo giudizioso articolo, mi ha prevenuto, appoggiando la verità di questo, (pianto inveterato, altrettanto assurdo costume colle più appaganti ragioni. Ecco dunque risparmiala a me la fatica di un’aposlrofe su tale proposito, ed a chi ha la bontà di leggermi la noja d una colonna di stampa di più. Aon ci resta dunque adesso che unire i nostri voli a quelli della Gazzetta Privilegiata e confidare nel1 avvenire. Ma davvero che se andiamo di questo trotto.osservando che gli spartiti teatrali oggigiorno crescono ognidì più di mole, arriveremo a punto tale che ci sarà forza rimanere a teatro tino a mattina, ovvero dovremo tacitamente soffrire di vederli stranamente mutilati, per nessun’altra ragione, se non quella di dare tempo e loco all’esecuzione di un gran bailo: notando che questi balli danno pure dal canto loro tutte le lusinghe di seguitare la strada progressista delle lungherie, chiaramente promettendo di regalarci ben presto delle azioni mimiche, non più in tre o al più cinque atti, ma in dieci, quindici, cinquanta Quadri. Sarei davvero curioso di vedere un po in qual modo vi si conterrebbe nel caso che all attivissima impresa dei Hegj teatri venisse in capo (cosa non al tutto improbabile) di porre in iscena uno di que’ • La musique-pur dits infle.rinns vives. accru tuées. et• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux. rend tous 1rs objets. • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme îles sen• timents propres a l’émouvoir. • J. J. flvrssitji’. sparlili, che appellanti Roberto il Diavolo, (ìli Ugonotti,tzec. Saremmo sempre a quella, di sfacciatamente omettere, tagliare, mutilare un brano qua, un brano là, senza arrossire neppure mi istante al pensiero solo di farsi rei o complici di sacrilegi di tal fatta. - Dunque 1 opera a sé. il ballo a sé. - Speriamo nel tempo. - Serviva però di appoggio alle osservazioni del sig. Làuibertiui un fatto in parte erroneo, e che qui è giustizia rettificare. Aon è altrimenti vero die j nel primo allo della Linda sieuo stali ommessi nè più pezzi nè un solo. 11 primo i atto fu dato per intero: e non solaiiieute come fu dettato dall’autore a Vienna, ma anche coll aumenlo de due brani aggiunti più lardi a Parigi, e clic sono la cavatina di Linda () luce ili quest anima, e la romanza di Pierotto entro le scene. Questi due j pezzi, dico, non esistevano alla prima comparsa di quest’Opera. E pero vero che la sinfonia invece esiste. e 1 u (immessa: e che essa è lavoro finito, originale, di tessitura nuova: sinfonia studiatissima, accuratissima. oltremodo accarezzala e eiuslamenle i n predilelta dal compositore ÿ e die olire a ciò ha sommamente piaciuto (‘<1 anzi ha elettrizzalo. cosi ci raccontano, il pubblico viennese. Perchè poi qui questo famoso pezzo sia stato omesso. dirò aneli io con Michelotto, questo è quel che non si sa. Sono di que’ misteri alti ed ascosi, a quali c è forza chinare riverenti il capo, e pretendere di levarne il velo sarebbe vana temerità. Ciò non impedisce pertanto che la pubblica curiosità non cerchi indagarne le ragioni, e die non vi siano gli uni, i quali asseriscano, che la sinfonia fu ommessa perchè non faceva effetto, (il che è assurdo perchè ognun sa, come prima ho accennalo, quanto ne abbia già ottenuto altrove ) e non v’abbiano gli altri che portino delle ragioni ancor più forti e (a dirla a quattr’occhi che nessuno ci senta) non troppo lusinghiere nè per gli uditori, nè meno ancora per dii doveva eseguirla.... Siamo in tempo ancora, e si potrebbe una bella sera farci il regalo di questa sinfonia: cosi faremmo lacere ogni mala lingua, die ve ne son! pur tante, e lascercmmo al nostro pubblico l’incarico di rettificare il giudizio cosi favorevole de Viennesi intorno a questo pezzo di musica. Veramente. siccome le opere si danno per il pubblico, e non per altri, sembrerebbe anche sufficientemente giusto e naturale che a questo solo fosse dato il diritto di dare su ogni singolo pezzo la sua Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla Musica è di elTcliive Austriache L. 12 per semestre, ed elTcttiv» Austiache L. 14 affrancala di [torto lino ai contini della Al cui a re li ia Austriaca; il doppio per I’ associa zinne an liliale La spedizione dei pezzi di musica viene falla mensilmente e franca di porlo ai diversi corrispondenti dello Studio Bicordi, nel modo indicato nel Manifesto. Le associazioni si ricevono in Milano presso I Tllicio della Gazzetta in casa Bicordi, contrada degli Omcnoni N.° 1720: all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Cilici postali. - Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. sentenza. Ma di ciò basti, e rispettiamo i misteri di Milano (•). L autore de’ cinquecento e uno libretti, il sig. (ladano Rossi, fu ben avvisalo nel trarre questo suo melodramma dall applauditissima pièce francese, che porla il (itolo M la grâce de Dieu e che al nostro teatro Re abbiamo più sere gustala. Il carattere di Linda, che partecipa dell ingenuità soave di Annua nella Sonnambula, e nelle scene della follia si approssima alle tinte della Ama del Paisidlo. è, abbencliè non nuovo, pur (pianto basta drammatico ed interessante. Questi argomenti pa(1) Benché, leggendo jeri I’ ultimo numero del Pirata, ci siamo accorti d’essere già stati da lui prevenuti nelle rettificazioni da noi imlirille all Estensore della Gazzella Privilegiala, tuttavia abbiamo pensalo di lasciare l’articolo come sta, per la semplice ragione che non possiamo menar buone le giustificazioni che fa il suddetto giornale in proposito alle mutilazioni praticale qui nella Linda. - E, prima ili tutto, notisi, in risposta all’asserzione del Pirata, che la cavatina di Linda e la canzone che Pierotto canta entro le scene non furono qui mandale da Donizetti, quasi fosse questo un regalo ciac l’illustre compositore facesse ai Milanesi; ma bensì questi pezzi, come nel nostro articolo accennasi, furono composti per Parigi, e il sig. Bicordi fino da quel momento li possiede, ed il Bicordi medesimo li conseguii all’impresa; come pure, ancora il Bicordi possiede anche il Duello del terzo allo, die qui si ammise per ordine dell Autore (continua a diri’ il Pirata), il qual Duello sara forse stalo ommesso a Vienna, ma invece a Parigi fu eseguilo colla cabaletta rinovala per Lablachc e produsse, dicesi, grande effetto. Termina il Pirata coi dire che se la Sinfonia non fu qui eseguila, si è, perchè il niaestro Zia parimenti prescritto di lasciarla. - Ne perdoni il Pirata, ma per noi questi ordini e queste prescrizioni d un Autore che trovasi a un mezzo migliaio di miglia lontano da noi (e che non ha pili nessun diritto di emanare ordini relaliv i alle riproduzioni di un suo sparlilo), sono cosa pili misteriosa dei misteri da noi succitati. Primieramente ne sembra impossibile, o almeno mollo strano, l’ordine di omettere un pezzo che, quale si è codesta Sinfonia, ha destalo daperliillo laida ammirazione, e tallio plauso. Questo ordine imi l a’remino ritenuto almeno per uno scherzo. In secondo luogo non sappiamo intendere perchè l’illustre maestro voglia fare a noi soli questa amara distinzione, quali non credendoci degni di poter apprezzare i suoi più bei lavori. - L se Donizetti avesse anco per esempio mandalo 1 ordine di omettere la Cavatina di Linda, il Duello col Buffo, l’Arii della Follia ed allei de’ pezzi più a p] ila lidi li, oh! avremmo voluto ben vedere allora se si avrebbe prestalo tanta cieca sommissione e obbedienza alle prescrizioni cd ordini del celebre compositore! Sarebbe lo slesso come se Bossini ordinasse di non eseguire la sinfonia del Gut/lichno Teli. Chi gli obbedirebbe? - Noi dichiarami» adunque, che se è vero che quest.’ ordine del maestro esiste, siamo indolii a risguardarlo come offensivo, o per il pubblico, o per gli esecutori, e forse sì per I’ uno che per gli altri; e che in conseguenza, contro un tal ordine, sarebbe stalo indispensabile dovere, per nostro comune decoro, di reagire.