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- 32 — di tutte le orchestre di Beethoven. Sara stata potente la lira d’Orfeo nella bella età dell oro della Grecia, quando il mormorio delle fonti e il belar delle pecore turbavano soli la calma inalterabile della natura; ma oggidì che il vapore attraversa tuonando le valli sulle strade di ferro, chi potrebbe udir più questa lira? Non istà la moderna musica in una pura melodia, come credeva Bellini, non nelle combinazioni istrumentali. come avvisano’alcuni di buona fede, i quali ha ricinti il Conservatorio delle sue ghirlande scolastiche, per emendare certamente f errore della natura dimenticatasi di fornirli de primi elementi che costituiscono i grandi scrittori musicali. L’odierna musica è 1 inspirazione ardente e spontanea, il sentimento vero, la melodia ravvolta nella scienza, come in glorioso paludamento; è l’anima e il corpo, l’una sonora e rigogliosa ili vita e splendore; l’altro placido ed a bei lineamenti come 1 antico Apollo, semplice, vero e armonioso. E la musica della giornata il Don Giovanni di Mozart, il Mal rimonto segreto di Cimarosa, la sinfonia in la di Beethoven. Il gran torto di Bellini fu il credere che strumentar si potesse con incuranza, purché fosse ogni diligenza riposta nella melodia. L eminente difetto del signor Meyerbeer, è trascurare in iscambio la melodia, e spegnere sotto a combinazioni minute e talvolta anche frivole, ogni veemente e nobile inspirazione. So quanto è notevole un’orchestra maestrevolmente ordinala; so non potersi ammirare abbastanza l’unità di tulli quegl istromenti, intorno a’ (inali il motivo s’intreccia così come d filo al telajo del tessitore; ma ci vuole un confine a questo amore dell istruinentazione, senza di che 1 arte del musico stranamente somiglierebbe al mestiere de tesserandoli. Bellini ribocca di canto, ed è povero di composizione.- il sig. Meyerbeer compone sempre e canta pochissimo. Direste che amasse l’autore della Roma. andar vagheggiando a diporto pe boschi: avvi nella sua musica qualche cosa di vago e di malinconico che pare inspirato dallo spettacolo squallido della natura. Il signor Meyerbeer in iscambio non mostra di essere governato da veruna esterna potenza: la face del proprio genio gli vale più che tutte le stelle del firmamento. Qui miro un vago augello melodioso aprire le sue grand’ali purpuree e scomparir quasi subito negli umidi spazj; che nulla può rattenerne lo slancio. Ivi è una gabbia di stupendo lavoro, a impercettibili filigrane contesta; ma vuota, senza l’augello, il vago augello che soavemente nei © giardini di Cimarosa e di Mozart. Gl inestimabili pregi degli Ugonotti del signor Meyerbeer spiccano principalmente dalla parte istrumentale. Tutto ivi ha sua legge, e si muove con armonia e si coordina con artifizio. Ivi non effetti volgari, non forinole da passa trent anni in corso alle scuole. Avverso qual sono, nelle cose d’arte, a’confronti, pur se dovessi scegliere fra i due più bei componimenti del signor Meyerbeer, fra l’orchestra di Roberto il Diavolo e l’orchestra degli Ugonotti^ non porrei tempo in mezzo a decidermi per quest ultima, parto d immaginazione più esercitata e sicura di sé. L’istrumentazione di Roberto, generalmente industriosa ed efficace, ha la menda di essere qui e colà avviluppata e diffusa; ti accorgi essere la prima volta che 1 autore assume quel fare; tempesta, quasi dire, il tessuto

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d’ogni gemma ch’ei trova, a rischio di renderlo grave e pesante; accumula effetto sopra effetto, abusa d’ogni espediente, è nel regno dell orchestra come uno scolaro in fiorito giardino: ne sconvolge i tesori, ne scrolla gli alberi, ne spaura gli uccelli,, né addenta ogni fruito; miete e vendemmia ad un tempo; diresti ch’ei lutto voglia raccogliere per non lasciare ad altri facoltà di racimolarvi. Ma fu ben altra cosa dopo Roberto il Diavolo. Scrivendo lo spartito degli Ugonotti, il signor Meyerbeer si è conformato al soggetto che aveva in pronto; 1 albero sopraccarico di armonie ha con senno rimondo, e come cosa lussureggiante, ogni aggrazialo sviluppo, ogni gentile intaglio rimosso; ma seppe a tempo fortunatamente far allo per quella via che lo melica difilato ali arle protestante. Ora sai tu che malagevole arte è codesta? ila tocco, senza varcarlo, il confine oltre a cui la temperanza diviene aridezza. Che se tale sistema d’istrumentazione gli andò solco diritto, ei deve esserne riconoscente alla fecondità della sua natura, anziché all’efficacia ih I subbietto. Aveva egli animo di scrivere musica protestante.) e scrisse in iscainbio una musica semplice, bella, sublime, in istile temperato ma grave e possente: laonde sfallitogli il segno religioso, diede m un altro a gran pezza migliore, e per opera appunto de’ difetti poc’anzi discorsi di Roberto il Diavolo. Colale esuberanza di forza lo indusse a non essere che originale e semplice quando avea l’animo deliberato a riuscire arduo e secco: la generosità della sua natura ha dunque debellati gli sfòrzi del suo volere. [Sarà continuato}. I. H. COHSDRWOEIO DI MUSICA WÈRCIKIO PRIVATO la sera «li Bìiercole«lì ’*i felibrajo. Questo interessante intrattenimento musicale si compose principalmente di un’operetta, primo lavoro dell alunno sig. Leoni, nella (piale diede saggio di fino intendimento drammatico, e il una [non al tutto comune spontaneità e originalità. Parvero migliori tra gli altrPpezzi, nel primo atto l’introduzione trattala con istile largo, verità di colorilo e franco concetto, la cavatina della donna, ed il finale notevole per buona disposizione delle masse vocali. Piacquer’ó nell’atto secondo il coro d introduzione vivo e caratteristico, basalo su d’una melodia graziosa, infiorata da un ingegnoso giuoco de’violini; il largo dell’aria dei basso; un duetto che racchiude un adagio distinto per novità nell’accompagnamento di due clarinetti a voci sommesse; un coro di congiurati lodevole nella stretta; e per ultimo l’aria finale cui precede un pezzo d insieme svolto con fare largo ed eleganza melodica e buona scelta d’armonie. Sostenevano le parti principali di questo pregevole spartito i tre alunni, madamigella Mollini, i signori Laudi e Rocco. La giovinetta signora Moltini è dotata di un bel soprano intonato e agilissimo. Intelligenza, finezza e forza di sentire sviluppate in lei da otlima scuola, le sono ampia promessa di felice riuscita nell’ardua via che già con sicuro passo ella segna. Il tenore signor Laudi e il basso sig. Rocco interpretarono con giusto discernimento le proprie parti, diedero spicco alla frase musleale e fecero gustare i pregi di due buone voci atte a sempre migliori sviluppi. L’orchestra e i cori, quasi per intero composti di alunni, cantarono con un insieme che di rado si ha a lodare anche ne’ maggiori teatri. All’opera precedette una fantasia per contrabbasso eseguita con espressione e sicurezza dall’alunno sig. Amici. Dopo il primo atto si udì una sinfonia dell’alunno sig. Arrida, il cui adagio racchiude un’idea nuova, largamente e sàviamente svolta e strumentata. S. E. il signor Conte governatore onorò di sua presenza la musicale serata. Il signor Conte Renato Borromeo, zelante e colto direttore dello Stabilimento, ricevette le congratulazioni meritate pel buon progresso degli stridii degli allievi e pel lodevole insieme dell’intrattenimento che doveasi ripetere la sera di venerdì or passato e in quella di oggidì, domenica. Udiamo con piacere che per questa quaresima si sta preparando l’elaborata esecuzione di uno de capolavori di Mozart. Pei milanesi dilettanti, la musica del gran genere è diventata ormai una merce troppo rara-, le accademie, i divertimenti, le serale, gli spettacoli musicali si avvicendano e si succedono con un lusso inaudito ne’ teatri. ne’ ridotti, nei dorati salons della superba borghesia e dell’alto patriziato-, ma tre o quattro soli spartiti de’ maestri della giornata messi di voga dal capriccio non tutto ingiusto della moda, fanno tutte le spese di queste solennità; e intanto i grandi monumenti, i veri tesori dell arte riposano sotto la poi ve de1 tarlali scadali! Gli splendidi nomi di Haydn. Mozart. Beethoven, Spontini, Cherubini, Mayr, ecc., sono ormai diventati per noi poco meno che arabe parole! Se vi ha speranza che il men tardi possibile sieno richiamate al dovuto onore le classiche e immortali musiche di questi sommi, ella riposa unicamente nello zelo illuminato, nel disinteressato amore del progresso artistico e scientifico che deve animare chi presiede al nostro Conservatorio. Dovunque altrove si rivolga il nostro sguardo non vede che indifferentismo, noncuranza e traffico! VARIETÀ Cenni sull ILieeo musicale eli Bolosnis e sul Collegio reale «li musica eli Aagtoli tratti eia uaia lettera elei signor Fétis. Il Liceo musicale di Bologna, quale ora esiste, è la continuazione della scuola di canto e ili composizione, l’ondata da Predieri, continuata con gloria dal suo allievo il celebre P. Martini, poscia dall abbate Stanislao Mattei. Nell’anno 1804 questa scuola venne ordinandosi sulle basi attuali ed ammise’ anche 1 insegnamento della parte strumentale. Il Maltei non vi occupava che il posto di professore di contrappunto, al quale ebbe per.successore il suo allievo Pdolti. morto indi ad alcuni anni. Una commissione di senatori amministrava allora questa scuola; ma dappoiché Rossini volle incaricarsi di riordinarla e di migliorare il sistema degli studi!, i senatori avvisarono che un artista di tal fatta, un uomo dell’alta sua portata doveva godere di piena libertà per la esecuzione de’ suoi piani, e gli hanno abban^ &