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GAZZETTA MUSICALE | ||
ANNO III. |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
SOMMARIO.
I. La Musica guardata nei hisogni presentì. - II. Notizie
Storiche. Della musica de1 Greci. - Ili. Biuliograeia.
Quartcllo a due violini, ccc. - IV. Varietà’
Dell’educazione musicale delle donne. - V.
Notizie musicali diverse.
LA MUSICA
CUARDATA
JVF/ BISOGNI PRESENTI
Articolo Vili, ed ultimo.
(Vedi anno II pag. 137, 141, 166, 177, 197 e 202,
c anno III pag. 17).
’ a parolaespressionenon è una di
quelle che ancora facciano fortufegNj
■ a* tempi nostri. Gli antichi, i
f (» Squalierano piuttosto ligi alia for,1,a(così
dicono i moderni) esprimevano
meglio di noi} perchè l’espressione
sta nel linguaggio, il quale è la forma del
concetto. Ora domina l’idea, e la forma è
niente} il che significa, che le grandi idee
nostre poco alla volta diventeranno come
gli starnuti di Guglielmo Borstere, i quali
non si potevano dipingere. Quanto alla
musica non vi è a temere questa grande
scissura tra l’ideale e l’espressivo, essendo,
a mio giudizio, I* idea e 1 espressione una
cosa sola. Ma quando si dice che la musica
esprime o significa, s’intende (piasi
sempre che dipinge pensieri altrui: della
poesia, cioè, della scena a cui si acconcia}
il che non toglie alla musica il merito suo.
Ora se havvi musica che debba attendere
a questa espressione, è appunto quella che
si consacra alle ceremonie della chiesa.
Quando essa rattristi e raccolga a sufficienza
debbo badare a questo. Quanti
buoni cristiani accorrono al tempio, sanno
che con Dio non si scherza, e che bisogna
essere schietti con lui e sinceri, appunto
come il Pubblicano. Di qui una
terza qualità della musica sacra: la schiettezza.
Accompagni essa strumentalmente i
riti, o vesta di note la salmodia, se non
vuol farsi colpevole di farisaica imposi tira
parli a Dio colla sincerità dell annonia e
della melodia, e sopra lutto del cauto,
come parlava quella di Marcello e di Pergolesi.
Ma, e come mai ottenere cotesla.
schiettezza? Imiti il buon cristiano, il quale
non ha bisogno di pregar molto, ma bene.
Poche note, pochi suoni, signori maestri,
ma lunghi, ma opportuni alla parola. Che
cosa è ino cotesto sede, sede, sede a dextris
mets? Si fan forse complimenti anche in
cielo? Se— de una volta sola, e con tutta
la possibile cordialità. Lo stesso errore
commetterebbe chi dicesse Glotid in e.rcelsis
una sola volta } perchè una voce di
giubilo, un augurio si può ripetere quanto
si vuole. In generale poi ogni (piai volta
la musica è contraria al senso delle sacre
parole, è sempre doppia e fallace, dal qual
peccato si guardino i maestri.
E poi non potrebbe essere (dia un poco
più grave? Molti inni, e salmi, e versetti
vi hanno senza dubbio pieni d’allegria}
anche nell anno ecclesiastico vi hanno epoche
di gioja } per cui la musica dovendo
essere di necessità lieta, non debbo però
abusare di questa ilarità, perchè (pii è il
caso su mentovato dell’.Exultate fusti in
Domino. L allegria dir santi è molto diversa
dalla mondana. Egli è gran differenza
tra il ridere d un pazzo o stolido,
e tra quello di persona assennala e grave,’
cosichè il fragore degli strumenti, la moltitudine
delle note, il cantare a piena gola
non convengono alla letizia del santuario.
Questa santa allegria debbe nascere dalla
festività della melodia, dal suo colore} nè
so, se mi spieghi} perchè in queste cose
si metafisiche è più facile sentire che spiegarsi.
Il costrutto è, che la musica sacra
debbe essere talvolta allegra senza perdere
la sua gravità} ed a ciò badino i compositori.
Le (piali due virtù ora discorse sono
analoghe sempre ai bisogni nostri spirituali,
cioè alla schiettezza del cuore, ed
alla contentezza che proviamo nell amicizia
di Dio.
Ma nessun maestro creda potere conseguire
questa ed altra virtù se non fa uno
studio particolare della poesia sacra, e della
liturgia. Dirò dapprima che egli debbe sapere
intrecciare e condurre a fine un lutto.
Una funzione ecclesiastica compresa nel
giro delle 24 ore debbe essere musicalmente,
come è ritualmente, tutta di un
colore. Dai primi vesperi sino ai secondi
inclusive le varie composizioni, come tanti
atti d’un dramma, hanno da fare armonia
perfetta} ed il processo del tutto debbe
essere tale, che la festività della musica
cresca con quella che è dalla Chiesa celebrata.
Perchè ogni solennità cominciando
colla vigilia, tempo di preparazione, e pendenza,
anche la musica de’ primi vesperi
dovrà acconciarsi alla mortificazione, nè
destare innanzi tempo nel cuor de’ fedeli
| 1 ilarità del giorno seguente, e questo sarebbe
il vero caso della musica affliggente.
Nel di solenne poi egli è tempo di far
I sentire sopra gli altri suoni quelli che concentrano
lo spirilo, ed insieme il vanno
gradatamente rallegrando sino a che giunga
la grave e pacata allegria degli ultimi vesperi.
Dal (piale andamento ognun vede
che la Messa tenendo il luogo di mezzo
debba partecipare dei due estremi che sono
il dolore e la gioja.
Quando un compositore avrà pensato a
questo, bisognerà che badi alle parole su
cui scrive} che saranno salmi, inni, segueiize,
ollertorj, ccc. La chiesa ha saputo acconciare
alle varie sue ufficiature diverse poesie,
e prose ritmiche, badando che i sentimenti
accordandosi colla festività ajulassero
la divozione e spiegassero anche i
varj significati della festa} e questa medesima
chiesa dando luogo alla musica nel
santuario intese che essa non riuscisse un
rumore insignificante. La quale intenzione
fu cosi scrupolosamente interpretala dai
veçchj maestri di cappella, che, anche sullo
pena d essere dimenticali dai posteri, non
vollero trasgredire le sacre leggi musicali.
Ma colesti vecchi compositori che cosa facevano
per dar libero sfogo al loro genio
limitalo tra i segnali confini? Studiavano
la parola, la trovavano feconda di grandi
idee, di profondi concetti} ed in vece di
allargar il volo si alzavano sublimi. Che
ne luoghi profani non sia peccato lo sbagliare
il senso della poesia, e far montagne
di note solo per promovere la traspirazione
ai sonatori e cantanti, ciò è evidente,-
ma in chiesa egli è sacrilegio suonare
e cantare contro il significato della
parola. Io ho uditi Miserere pieni d allegria,
Magnificat più cupi del De profundis,
certi Kyrie e Chrisle eleison clic movevano
a pietà non Dio, ma gli uomini. La maestà
del Credo, e del Sanctus da (pianti
non è intesa! La tenerezza dell’Xg/i/zv Dei
da quanti non è sentita! E le lamentazioni
di Geremia possono finora vantare una
musica sufficiente?
Io capisco che nei salmi p. e. vi hanno
cose troppo oscure per essere vestile di
acconcio note. Ma quando non si può entrare
nei particolari, bisogna contentarsi
del significato generale del salmo} e poi