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- 20 non si tratta giù d’un pezzo di musica in tutta II. IE CAMERIERE IJI CIMABOSA Molière, consultava la sua fantesca. Ei le leggeva le sue conserforte venne perfezionata dal.celebre Chopin eccita nella nastra capitale una sensazione ognor vi va. Questo interessare la maggioranza e a ricercata da che NOTIZIE MUSICAL! DIVERSE GIOVASSI Ricamisi IHITOr.î-t’SüFSIZTARtO rara felicità e sagacia si assimilò gli clementi di che intorno a lui si move e che seppe nudrirsi di i succhi infiltratisi nel suolo dell’arte, a contare grandi epoche precedenti, anziché destinalo ad sica stessa dell’or nominato suo maestro, qui dapprima generalmente non compresa nè apprezzata, comincia ad l’istrumentatura sono spontanee c troppo colorile. La musica sacra è la (piale il meno possibile deve unimondane e perciò l’eccessivo sfoggio tutto tutti dalle agire o scene popolari, ciò che la faceva ridere, udire il che (pii testi; l’armonia e pure, icnza esser una musica a parte formarsi alle opere amabile ragazzo opera prodigi. La mu<^3 regola, ma d’un semplice canovaccio disposto col maggioì- accorgimento ed artifizio possibile a dar luogo ai ess;1 ’a P’11 incredibile meraviglia che mai avesse ad pubblico del Teatro Italiano. È ben inteso fantastici ricami d’una gola che non ha pari. Abbinili detto fantastici, e questa c appunto la parola più con. veniente. E in fatto non si tratta già di trilli o di scale cromatiche come sanno farne tutte le cantanti dotate di maggiore agilità, come per esempio la Sontag o M.a Damoreau. ma sì di razzi di note da farvi storditi, di fantasie vocali non meno portentose di quelle che sbucciavano dal bizzarro cervello eli Hoffmann, ce. bilmenle servila da una specie d’istinto, la vecchia Laforet era divelluta un essere conoscitore. Domenico Cimarosa, mia delle glorie dell’Italia lirica, si rimetteva anch’egli al giudizio del suo servitore, e questa specie di consulta musicale succedeva con graziosissima originalità. Soggetto a sogni frequenti, Cimarosa. tosto che risvcgliavasi, chiamava il suo domestico, facevasi accendere il lume e meltcvasi al piano. Il servitore sebbene pazzo per la musica come, il suo padrone e come tutti i figli d’Italia, avea più volontà di dormire che d’ascoltare, e si gettava alla meglio sulla sua seggiola per continuare il suo sonno, sino a che piacesse al padrone di rimandarlo al letto. Cimarosa impiegava a preludiare il tempo che Federico metteva a fare le sue piccole disposizioni. Tosto che lo vedeva vicino ad addormentarsi, si dava allora tuli’uomo al suo estro e al caldo dell’improvvisazione, coll’occhio fisso sulla seggiola del servo. Se il dormiente non era che turbalo dallo strepilo deiristromento, ei sbadigliava, stendeva le braccia, cercava una posizione più comoda, allora Cimarosa mormorava con un po’ di malumore in sua lingua materna: Comprendo di soverchio, Federico; ciò è morto, scoloralo, senza vigore, ma un poco di pazienza. Dopo questo breve monologo, le agili dita di Cimarosa percorrevano con nuovo andamento la mobile tastiera dello strumento. Federico al contrario apriva di grandi occhi, fissi dapprima, quindi animati d’indefinibile espressione pel miscuglio dell’assopimento e del piacere; la sua testa un po’sbalordita, invece di piegarsi abbandonala al suo proprio peso, rialzavasi di per sè stessa, benché mal sicura; le sue mani di penzoloni ch’erano si riunivano vivamente l’una contro l’altra per agitarsi macchinosamente in misura: In calamajo, Federico, gridava Cimarosa, battendo i piedi; su via, in piedi, hai capilo? non è questo canto troppo cattivo. E ciò detto confidava alla carta la frase musicale che aveva approvata sì eloquentemente Federico, ma a sua insaputa e (piasi suo malgrado; e con grande soddisfazione del melomane, andavano entrambi a coricarsi per ricominciare la stessa cosa a!.’ indomani. — Milano. LL7ce Maria del maestro Mandataci nel giorno della Purificazione di M. V. venne eseguita al Duomo ed a S. M. de’ Servi. Fortunali di poterla udire in ambe le chiese, possiamo asserire che nelle immense vòlte della prima le voci si spandevano in modo da produrre un’armonia celeste. Le parli che in origine erano a Ire furono espressamente dall’egregio compositore portate a quattro e derivonne maggior pienezza’? e piùj’fficace colorito. Nell’eccellente esecuzione tutti diedero prove di non volgare talento, in ispecie I’ ottimo tenore Garzoni ed il basso Moretti. Questi stessi cantanti, finite le funzioni alla Metropolitana, recaronsi alla chiesa disanta Maria dc’Servi e per loro nuovamente si è potuto gustare la bella composizione e far calcolo sulla differenza degli effetti musicali giusta la diversa capacità de’ locali in cui vengono essi prodotti. I suoni qui giungevano più distinti, più forti c qualsiasi particolarità non isfuggiva, ma quanto da questo Lato acquistavano-, altrettanto perdevano di quella angelica fusione e di quella sovraumana espressione che al Duomo dolcemente beavano: è però vero che le voci de’soprani e de’contralti là contribuivano ad accrescerne l’effetto. Assicurano che Mandanici si occupi di una gran messa ad otto voci reali con due organi distribuita a due cori in guisa che l’uno possa star senza f altro. Facciamo voti onde questo sì importante c profondo lavoro presto abbia ad eseguirsi degnamente in una delle [maggiori nostre cappelle, congratulandoci tanto più coll’abile maestro in quanto coloro, i quali si rivolgono a questo sublime genere di musica non ponno contare sopra altri eccitamenti oltre gli encomj e la stima de’ veri amici dell’arte. — Novara. Il nome del maestro Coccia, in Italia insigne per alcune composizioni teatrali ove, fra le più gradite c dotte combinazioni dell’arte, trionfa sempre il bel canto, non può a meno di esser circondato da un aureola più splendida per la scelta sua musica religiosa che da varj anni risuona nel maggior tempio di questa città. Della sua leggiadra messa a voci di ragazzi e del suo Te Dcum molli già parlarono con elogio, nè qui si farà altrimenti nell accennare alla nuova messa da lui prodotta nel giorno 22 scorso a solennizzare la festa di s. Gaudenzio. In essa le melodie sono toccanti, gravi, pompose a seconda della variata espressione de’sacri di effetti istromentali ed armonici riesce disdicevole, tranne in rari casi, come per esempio nel Tuba mirimi del Pies irne. In questa messa del Coccia gii intendenti si unirono ad accordare speciali lodi ad un sublime quartetto a due bassi c due tenori senza accompagnamento e a due fughe incoi abilmente furono adoperate c svolte tutte le risorse contrappuntistiche. Le coorti vocali ed istromentali ben disimpegnarono le loro parti: il Bassi ed il Caggiola di Vercelli non che il soprano Pastori furono particolarmente ammirati, come pure una sinfonia del Caliigary, organista del Duomo al pari del bravo ragazzo Pastori, allievo dell’istesso Coccia — Firenze. S. A. I. L’Arciduca Granduca di Toscana si è degnata di far consegnare al figlio minore di Mozart domiciliato in Vienna, in segno di benigno aggradimento dell’esemplare umiliatole dal medesimo della cantata composta per l’inaugurazione del monumento di suo padre in Salisburgo, una magnifica medaglia d’oro, por- ì tante da un lato l’effigie della prefata A. S. I; e dall’altro un Serto di quercia con l’iscrizione:^/ maestro W. A. Mozart 1843. j — Vienna. Farlo Filiseli la cui esecuzione sul piano-! il piccolo Orfeo la fece udire, adoprando quella delicatezza c finitezza di luteo ed infondendovi quello squisito sentimento, che in ispecial modo caratterizzano il mistico stile del poetico-eccezionale pianista, il quale or ora fece dono a’ suoi ammiratori di tre nuove opere: quarta ballata, ottava polonese, e quarto scherzo. (Da lettera del 23). — Parigi. S. E. la duchessa di Galliera, le cui serate musicali quest’anno occupano il primo posto fra le più brillanti dell’aristocrazia parigina, nella scorsa settimana riunì nelle sue sale il fiore degli artisti italiani. La Brambilla nella ballata della Maria di Rohun dii eh. Donizelli per essa immaginata, per lo squisito suo metodo sorprese; Ronconi diede spicco ad un delizioso pezzo di Tadolini intitolato la Fuga-, la Grisi, il Lablache e Salvi cantarono in modo inspirato. L’uditorio composto d ille maggiori notabilità ad ogni brano dimostrò la propria soddisfazione. — i.a società dei concerti, inslituita a Parigi come già è noto a’ nostri lettori, per l’esecuzione delle grandi musiche o già stimate classiche o degne di esserlo, diede ultimamente principio al quattordicesimo anno di sue sedute, con una splendida accademia, hi questa, Ira molti pezzi di autori esimi!, si udì una nuova sinfonia di Meiidelssohn-Bartoidy, divisa in quattro parti. A proposito di questo celebre compositore tedesco, ecco come si esprime il sig. d’Oi tigne, ripulatissimo critico musicale, in un elaborato suo articolo, dato alle Francs musicale. «Che il sig. Mendelssohn sia un uomo di genio in tutto il significato della parola, gli è quanto non oserei affermare: senza pretendere a profferire in modo assoluto il mio giudizio su questo compositore, dirò che, a star solo a (pianto di lui mi è noto, il sig. Mendelssohn mi pare essere un artista come ve ne ha molli al di d’oggi nella poc-ia, nella letteratura, nella pittura ed anche nella musica, ne’quali le doti secondarie suppliscono alla mancanza delle principali; artistiche a forza di talento, di scienza, di arte c soprattutto di intelligenza ottengono di contraffare il genio ingannando cosi una moltitudine di inesperti. Io non credo punto che il sig. Mendelssohn sia dotato d’una di quelle nature spontanee, complete, ardimentose che dui) sol balzo si lanciano nella carriera, imprimono all’arte un movimento polente, comunicano ad un’epoca l’impronta delle loro individualità, e scoprono delle nuove fonti d’ispirazione, lo veggo in lui uno spirilo fino, osservatore, calcolatore, ma poco passionato, il quale molto destramente e con potentemente sull epoca che a lui deve succedere. So benissimo anch’io che si vollero onorare del nome di uomini di genio, anche dopo la lor morte, artisti che agii occhi miei non sono da stimarsi (pianto il sig Mendelssohn. Ma io qui parlo di que’genii, che volentieri chiamerei capi di famiglia, padri o fecondatori di lunghe e numerose generazioni, le quali mano mano si allontanano dalla propria sorgente, non cessano dal perpetuare, mal grado le dissomiglianze individuali, il tipo originale, il marchio caratteristico della loro figliazione.» E qui il sig. Diligile tira innanzi offrendo una mollo ingegnosa e dotta analisi della nuova sinfonia di Mendelssohn prodottasi alla società de’ concerti, dalla quale analisi si rileva die quesl’altro.-aggio oell’ingcgno musicc-slromeutaie del sommo compositoi e tedesco deve confermare il giudizio recato sul suo conto, che cioè la scienza, l’arlifizio, l’elaborazione suppliscono in lui alla povertà del genio inventore e del sentimento. — Enrico Herz.il grande pianista, pubblicò a Parigi tre nuove composizioni per clavicembalo. La prima è tratta dalla Part du Diable di Auber, l’altra dal Dom Sébastien, e la terza dal Don Pasquale di Donizelli. A (pianto ne dice la France musicale sono tre capolavori degni di coronare la gloria del sommo concertista. Il nostro Ricordi ne ha già pubblicale due. e la terza la pubblicherà fra pochi giorni. — Le diccinove rappresentazioni dell’opera di voga, data nl’Accademie rogale de musique, il Doni Sebastien de Portugal, produssero cento e trenta mila francai di introito. ffì. M.} — Il signor Leone Filici, direttore dell LJccadenu’e rogale de musique, tornò ultimamente a Parigi, reduce di un suo giro di tre settimane. 11 suo viaggio non gii avrà giovalo ad altro che. a convincerlo che i buoni tenori sono più rari in Italia che non in Francia. Alle persone che gli chiedevano se aveva fatta qualche buona scoperta, egli rispondeva: • I migliori tenori da me uditi n in valgono gli ultimi del mio teatro. Così la Trance musicale) ma noi soggiungiamo: stà a vedete quaa tenori ha udito i! signor Pillet! — — La Gazette Musicale de Paris, pubblica compendiali i capitoli componenti lo statuto fondamentale delia nuova Associazione degli artisti musicanti che si venne ultimamente formando a Parigi nello scopo di intendere ai progressi dell’arte e ai vciie savii vantaggi delie diverse professioni da quella dipendenti. — Pei giorno 3 di febbrajo il sig. Berlioz doveva dare una grande accademia vocale e strumentale nella quale dui catto eseguii si quattro nuovi pezzi di sua composizione. Se ne parlerà in seguito. KB. Li alcuni esemplari del foglio di Domenica scorsa fu ammesso di usu erti! e che zi unifola continuazione del Catalogo par la scelta dei pezzi di musica da darsi gratis ai signori Associali. Dall’I«R. stabilimento Razionale Privilegiato <18 Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale <11 GIOVASSI RICORDI Contrada degli Omeitoni 720. coti deposito per la vendita in dettaglio nei diversi locali terreni situati sotto il nuovo portico di fianco àell’I. R. Teatro alla Scala.