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- 193 g.■ ■ — ,-■ — ...:.. O GAZZETTA MUSICALE O ANNO III.-N. 47. DI MILANO 24,!iVlSi pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.” di centocinquanta pagine circa, il liliale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica ni su alk. — Pcr quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2<ii)D pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto die si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi l’avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1843. La musique, par des inflexions vives. accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des seti• timents propres a l’émouvoir, • J. J. Ho t:ss ej r. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta c alla Musica è di etïetlive Austriache L. 12 per semestre, ed elTetlive Austriache!.. 14 affrancata di porto lino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porlo ai diversi coi i ispondenli dello Studio Hicordi. nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Lllicio della Gazzetta in casa Hicordi. contrada degli OniCnmii N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli I Ilici postali. - Le lettere, i gruppi, ecc. vorranno essere mandati franchi di porlo. SOMMARI 0. I. I. R. Teatro alla Scala Ermengarda. Melodramma di Pietro Martini posto in musica da Gualtiero Sanciti. 11. Grande Concerto dato in Parigi all’Accademia Reale di Musica. - III. Gazzettino settimanale ut Milano. - IV. Carteggio particolare. - V. Notizie. VI. Altre cose. VII. Nuove pubulicazioni musicali. I.?.. TEATRO ALLA SCALA ER1TIEAGARIH MiiooRAVinA»k Pietro Mabtirii POSTO IN MUSICA DA GUALTIERO SaNELLI. Articolo II. So credulo dovermi riserbare a questo secondo articolo di tener discorso del nuovo melodramma prodotto sulle nostre scene, perchè mi sembrava che ve ne fosse una plausibile ragione. Trattasi d un giovane poeta, il (piale fa i primi passi in una carriera eh è si povera di campioni valenti} e poiché da un lato dimostrasi già a quest’ora egregiamente educato alle buone lettere italiane e caldo di nobile poesia, sebbene dalla parte drammatica non manifesti eguale valore, così parmi che non possa essere senza utilità usare seco lui la parola dello schietto raziocinio. Chi spiritosamente ebbe a dire essere gran pregio di questo libro d’essersi fatto leggere tino alla line senza far cascare i lettori dal sonno disse una spiritosità che fa palese come alcuni siano incapaci di gustare il bello nè d una produzione, ne d un immagine, nè d una frase poetica. Io credo all opposto potere asserire che il sig. Martini ha dato il più lodevole saggio di poesia melodrammatica che si potesse attendere da uno scrittore esordiente: bella e dignitosa è la sua lingua: franco, armonioso, disinvolto il suo verso: naturale la frase: pure e sostenute le immagini: logico e spontaneo il dialogo: lutto manifesta in lui un giovane delle migliori promesse, se gl’imbarazzi che attraversano un cammino così spinoso non lo faranno cercare altra meta. Cosi tutti i poeti melodrammatici avessero cominciato con sì pregevole esempio! Eguali parole però non parmi poter usare rispetto al tessuto del suo dramma. S egli merita pur lode d’essersi discostato dal sistema di coloro che tolgono alla teatrale fabbricazione francese lutti i soggetti de loro libri d opera, di maniera che i loro veri autori vengono poi a reclamarne la proprietà ogni qual volta siano rappresentate sui teatri di Francia, è altresì vero che un miglior fondo d’invenzione ed una logica maggiore nella condotta degli avvenimenti avrebbero reso meno imperfetto il suo lavoro. Egli non ha, innanzi tutto, a sufficienza ponderalo che a ben costruire un libro d opera non bastano le buone idee poetiche, nè la melodiosa cadenza del verso} ma importa che i fatti si succedano, se non con quella regolarità che si richiede in una composizione puramente da declamarsi, almeno con quella apparenza di naturalezza che non offende la ragione. 11 talento drammatico è tutt’altra cosa che il talento poetico; molli sono felicissimi verseggiatori e debolissimi costruttori di dramp o mi} perciò in Francia è frequente il caso che una produzione conti due autori e qualche volta anche tre. Ciò non si usa tra noi} ma riesce la medesima cosa tutta volta che, come dissi, i poeti librettisti tolgono a composizioni straniere i soggetti dei loro lavori copiandone i personaggi, l’andamento, i pensieri, e molte volte anche le parole. Di quei librettisti che hanno si poca verecondia per commettere, non solo simili frodi, ma per fare de libri interi coi versi altrui, non credo che si debba parlare per non invilire la stampa. Ora essendo bene che il lettore sia positivamente posto al fatto di che si tratta, perchè egli medesimo possa giudicare della ragionevolezza di quanto accade osservare, ecco come lo stesso signor Martini espone in un proemio l’argomento del suo melodramma. «Sono ottenebrale da favolosi racconti o taciute dagli storici le ragioni per le quali Carlo re de’ Franchi ripudiò Ermengarda figlia di Desiderio e sorella di Adelchi, irli ultimi dei re Longobardi in; Italia. Profittando di siffatta incertezza ho immaginato che un duce longobardo (Farvaldo) preso d’amore per Ermengarda, e disprezzato, cerchi ogni via di vendicarsi: giltati appena i primi semi di guerra fra Desiderio e Carlo si trasferisce in Francia siccome secreto messaggero ad Ermengarda già sposa di Carlo} il quale fatto consaI pevole de furtivi colloqui! fra la moglie sua ed il duce longobardo ferisce il sup- I posto rivale che, di animo perfidissimo, | ’ con atroce calunnia accusa d’infedeltà Er1 mengarda. - j «Il re de’ Franchi geloso del proprio onore, pensando aver morto Farvaldo, chiude nell animo la credula offesa e ripudia in silenzio la moglie, mentre Farvaldo, non altrimenti estinto, fa ritorno in Italia. Sopra questo fatto ha fondamento fazione che comincia nel tempo della resa di Pavia alle armi di Carlo. Taccio della calata de’Franchi dall Alpi e dell altre circostanze che accompagnarono 1 assedio di Pavia, dap-; poiché sono abbastanza note. Solo mi giova accennare aver io posto ogni studio affinchè le cose immaginate non arrechino detrimento alla verità storica, al cara!lire 1 dei tempi e dei celebri personaggi posti in iscena. Se Carlo si mostra debole e precipitoso ne’ suoi amori, m’avviso eliti non vada scevro di questa menda nemmeno nelle severe pagine della storia, ove il vero solleva senza tema la fronte sulle ceneri dei potenti. Del resto egli addimostra quella grandezza d animo clic gli meritò soprannome eternamente glorioso. «In Desiderio tentai di pingere d re inavveduto, ma generoso e prode. Nel per- j sonaggio d’Ermengarda chi polca discoslarsi da quella divina impronta che le diede il Manzoni nel suo Adelchi?... Io vorrei averne saputo ritrarre qualche traccia soltanto, ed avrei certezza che la rappresentazione di questo melodramma non riu- I sarebbe spiacevole». Se la mia convinzione non m’inganna il peccalo capitale di questo componimento sta appunto nel fondo dell invenzione, riattandosi di un soggetto i cui perso- i • 1. I naggi hanno un carattere notorio nel mondo, era d uopo, come appunto osserva fautore medesimo, immaginare qualche cosa che fosse conforme all indole dei caratteri } e questo è ciò eh (‘gli non ha saputo conseguire. 11 ripudio d Ermengarda, originato dalla causa da esso inventala, non può ragionevolmente essere attribuito al re Carlo, siccome alto che ripugnerebbe al concetto che portano di lui le nazioni} né, come 1 autore opina, potrebbe riguardarsi come conseguenza di quella precipitosa debolezza di che gli storici bau credulo accagionarlo. Ripudiare una donna pel non giustificato sospetto di un’adultera tresca, senza volerne udire le discol- j pe, senza conoscere con certezza se veramente fosse colpevole, ben altrimenti che ryV una debole precipi tosi! à, vuol essere con- V siderata come un’alta ingiustizia, di cui non si rileva traccia nella storia di quel