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— 184 ÊàHS pingendo lo spavento che coglie quella misera allorché si avvede della fuga di Teseo: quanto opportunamente sono collocate le poche misure di Adagio alle parole E qui mi lascia in abbandono! Pare che quell’anima, non dubitando più della sua miseria, senta il vuoto che la circonda: ma poco dura questo stato, e dopo la modulazione improvvisa della settima della producente di do all’accordo di la bemolle, Arianna, come chi a un tratto si scuole, chiama replicalarnentc il suo Teseo: ma indarno; i (lutti e i venti lo allontanano da lei, che prorompe in voci di sdegno rese perfettamente dalla musica. Chiedo ora se maggior verità drammatica siasi a desiderare in questa c nelle parli che sticccdonsi di questa cantala. Si osservi poco appresso come sicno accompagnati gli accenti interrotti di chi per dolore vien meno, quando Arianna dice Già più non reggo, il piè vacilla ecc. poi, come è proprio di chi è per lunga lolla estenuato, vien pronunziando in un largo le, parole Ah! che morir vorrei; ma subito dopo la disperazione torna a dar nuova lena al dolore: l’agitato col quale ha fine questa cantata è di una rara bellezza: non v i ha mistica, e dirci nota che non sia a commendarsi; l’affanno, il dolore e la disperazione si succedono e s’incalzano, c le parole Misera abbandonala, allorché vengono a ripetersi, hanno pel movimento del basso un carattere di affanno, che è proprio di chi lungamente c disperatamente si è lagnalo del suo soffrire. Piaecmi anche di notare (piai uso è fallo delle corone in questo pezzo; le (piali non cadono mai o per isbarazzare il compositore di completare o svolgere in più ampie dimensioni il pensiero melodico, o per lasciar libero il campo ai gorgheggi del cantore; ma denotano (piasi sempre il particolare affetto sveglialo dalla parola. - Fra i lavori dei compositori italiani non conosco che in questo genere si avvicini alla cantata dell’llaydn se non il Pigmalione di Cimador; comunque in questo il fare più riposalo e tranquillo che si addice all’argomento diverso non isvcgli altrettanto interesse nè d’abbia uguale movimento di passioni. Questi pochi cenni possano invogliar molli a vedere c considerare questa composizione dell’Haydn, e possa aver io molti a convenire in questa sentenza: che la musica, vestendo argomenti comunque svolli fra situazioni violente, può, senza scostarsi da quella semplicità di mezzi che è principio radicale di ogni arte bella, ollenere i più grandi e stupendi effetti; emulando (piasi la natura, la (piale per via di pochi elementi opera le sue meraviglie. P. Torrigia.nl VARIETÀ RITRATTO 1>I BEETHOVEN F 9<^t occhio rappresenta Beethoven negli titillimi anni di sua vita, ad un’epoca <Ji^dove le abitudini eccemriche del grande /Ç compositore accano raggiunto il loro più alto grado di sviluppo. Egli è tolto da un articolo estesissimo ed interessante sopra Beethoven, che leggesi nella Revue Britannique. Quantunque Beethoven non sia ancora vecchio, tntgrande sordità. Egli trascura talmente la sua persona, che nel suo esteriore si può rimarcare ricini che di selvaggio. I suoi lineamenti sono duri c pronunciali; la lisonomia piena d’energia e di espressione; i capelli, che sembrano non esser stati da varò anni soggetti all’azione delle forbici c del polline, coprono la spaziosa sua fronte in tanta quantità ed in tale disordine, che i serpenti avviticchiati alla testa d’una Gorgone possono soli offrirci un simile spettacolo. I di lui modi in generale si accordano perfettamente con questo esteriore così poco attraente; egli non si mostra affabile c benevole che nella società de’ suoi migliori amici. La sua sordità, avendolo privato di tulli i piaceri del mondo, ha forse inasprito il suo carattere. Una parte delle sue sere le passava d’ordinario in un angolo il più ritirato d’un caffè, lontano dai frequentatori, bevendo vino e birra, mangiando formaggio cd aringhe, eleggendo i giornali. Una sera, uno straniero di cui la fisonomia non gli garbava mollo, sedette vicino a lui; egli lo guardi) fisamente, sputò a terra come se avesse veduto un rospo; indi lesse alcune lince d’un giornale che teneva fra le mani, gettò un nuovo sguardo ancora più espressivo al suo vicino, e spulò nuovamente. Questo singolare contegno durò (piasi un quarto d’ora; finalmente, impazientato e furioso, si alzi) dispettosamente esclamando: C/ie orribile figura! e si slanciò nella via. Anche fra suoi più vecchi c migliori ven si portava sempre pome un figlio sue saccoccie egli teneva sempre della non si poteva parlare con lui che per amici Beelhoindocile. Nelle carta; perchè iscritto. 11 suo libro di conversazione gli serviva inoltre a registrare tulle le sue idee musicali nell istante islesso in cui passavano per la sua mente Questa specie di note sarebbero interamente inintelligibili per ogni altro musico, perocché esse non hanno alcun valore comparativo; egli solo poteva trovare in questo labirinto di punti c di linee le più ricche e le più maravigliosc armonie. Quando egli si trovava seduto ad un pianoforte dimenticava tulio ciò che lo circondava per non pensare che a sé slesso cd al suo islrumenlo. Ma la sua sordità non gli permetteva di udire lutto ciò che eseguiva; così, se egli voleva sonare piano, molle volle non faceva sentire alcun suono. Mentre il suo sguardo ed il movimento (piasi impercettibile delle sue dita provavano agli assistenti ch’egli continuava a suonare, il pianoforte restava mulo quanto era sordo il suonatore. Una sera io Io intesi suonare in una riunione inlima; ma per ottenere da lui questo favore, lu duopo usare della furberia, tanto grande era in lui 1 orrore per tutto ciò che rassomiglia ad una esibizione. Tulli gli assistenti abbandonarono il salone dov’egli si trovava, eccettualo il padron di casa, uno de suoi più intimi amici. Ben presto s’impegnò Ira di loro una conversazione, in iscritto. Tutt a un tratto il suo ospite toccò, come per azzardo alcuni tasti del pianoforte vicino al (piale si era seduto, eseguendo a poco a poco alcuni passaggi di diversi pezzi di Beethoven, commise a bella posta dei sbagli così grossolani che il compositore stese la mano c gli indicò ciò che avrebbe dovuto fare. Questo bastò; il suo interlocutore lo lasciò con un falso pretesto, cd andò a raggiungere nella stanza vicina il resto della compagnia, che attendeva pazientemente F esito di questa piccola cospirazione. Beelhoven vedendosi solo, si mise al pianoforte. Da prima fece sentire ad intervalli dei suoni rapidi cd interrotti, come se temesse d’essere sorpreso nell’esecuzione d’un delitto; ma bentosto la memoria del presente svanì ed improvvisò in una mezz’ora una fantasia rimarchevole sopralulto per la varietà dello siile e per la precipitazione dei passaggi. 1 suoi uditori erano rapiti. Coloro che non l’avevano mai ascoltalo osservavano soprattutto Teffetto che produceva su lui la musica. Sembrava ch’egli sentisse più vivamente i passaggi forti, gravi, impetuosi, che i dolci e gli affettuosi. I suoi muscoli, si contrassero, le vene si gonfiarono sulla sua fronte e sulle sue gote: gli occhi naturalmente duri, lanciarono sguardi selvaggi; la sua bocca si riempi ùi schiuma; infine Beelhoven rassomigliava allora ad uno stregone dominato dai demoni da lui invocali». NOTIZIE — Caulsrihe. Il celebre pianista-compositore Ignazio Moscheles diede giorni sono un concerto al cospetto di un affollato uditorio. Moscheles possiede ancora tutta la forza giovanile. Egli entusiasmò il pubblico, che avrebbe desiderato di riudirlo se non si fosse pressato a proseguire il suo viaggio. — Fibkvzk. ÀI Teatro Nuovo ricomparve VEmani, che eseguito dalla De Giuli, da Pancani, Rinaldini e Salando, ebbe nuovamente lietissimo incontro. — Linz. La nuova chiesa protestante venne aperta c consacrata il 20 ottobre con musica solenne. — Livorno. AH I. 11. Teatro Rossini si produsse per la prima volta il Nabucco. avente ad esecutori Manetta Gazzaniga, Sebastiano Ronconi, Mirai, Lucchesi e la Piombanti. L’esito fu di pieno aggradimento. — Malta. Anche qui il Nabucco ebbe prodiera riuscita. Aveva ad esecutori Del Riccio, Carlotta Ferrarini-Bascbieri, Arsito, ecc. — Modena. Il Borgomastro di Schiedam del maestro Lauro Rossi ebbe anche su queste scene buona accoglienza. L’eseguirono la Montucchiclli, Rivarola, Antoudii e Ventura. — Palermo. Non fu troppo fortunata la Linda, colla signora Strepponi c coi signori Gnomi e Fedor — Parigi. Teatro Italiano. ■ La Semiramide ha occupato l’affisso delle tre ultime rappresentazioni di questo teatro. La Grisi è stata salutala con applausi nella parte della regina di Babilonia, ch’ella seppe sostenere in una maniera poetica. La bella presenza di Fornasari è ben situata nella parte d’Assur, ch’egli eseguisce da intelligente artista. La Brambilla è un Arsace eccellente, c sa mirabilmente spiegare la sua voce simpatica e la perfetta sua scuola. Morelli c Gorelli cooperarono al buon esito. In somma, il capo d’opera di Rossini fece molto piacere. — Dicesi che in conseguenza delle difficoltà sollevate da Vittor Ugo, la Lucrezia Borgia si riprodurrà al Teatro Italiano trasformata in Sizza di Granata. — Leggesi nellVsc/io del Nord: «Una solennità musicale ebbe testé luogo al nostro teatro; l’orchestra, rinforzata da distinti dilettanti della città, ci fece intendere ed ha perfettamente eseguito la Sinfonia Pastorale., opera sublime dcll immortale Beethoven. Il pubblico ha ascoltato con religioso silenzio, cd ha vivamente testimoniato con numerosi applausi tutto il piacere che provava nel gustare una musica per cosi dire nuova per lui; perocché pochi degli spettatori conoscevano questa sinfonia. - Or sono vent’anni che la Sinfonia Pastorale è stata eseguita dalla Società dei Concerti. Questa musica era parsa cosi bizzarra, sì poco intelligibile, che più mesi dopo si rinunziò ad eseguirla. L’arte musicale ha fatto d’allora in poi presso noi grandi progressi, perocché non soltanto la partizione é ora ben interpretata dagli esecutori, ma anche da un gran numero di uditori. — Roma. Il Bonifazio de’G’eremei del principe Poniatowski piacque, ma non ebbe quello splendido successo che già ottenne altra volta su queste scene. — Treviso. Rappresentato per la prima volta T Ernani su queste scene venne molto aggradito dal lato della musica, e por la lodevole esecuzione della Malthey, del Della Cella c deli’Aqriaroni. — Trieste. Al Teatro Grande comparse giorni sono l’Ærnoni. Piacque oltremodo la musica e furono applanditissimi anche gli esecutori, la Frezzolini-l’oggi, Ferretti, Colini e Rodas. ALTRE COSI] — Il milanese maestro Francesco Almasìo venne non ha guari chiamato a Trcealc in Piemonte ad eseguirvi una sua Messa, che si trovò degna d egni encomio. Furono particolarmente apprezzati il Gloria in e.rcelsis. il Kyrie, il Qui sedes. una ben elaborata fuga, il graduale cd il Credo. Il Tantum ergo, cantato alla sera e musicato dallo stesso maestro, fece grande sensazione. L’esecuzione istrumentale era affidata a valenti professori, fra quali ne era direttore il bravo Ferrara; vi aveva parte anche Cavallini, il rinomato professore <li clarinetto. — Sua Macslà il re di Danimarca ha accordato al celebre compositore Spontini in seguito alia rappresentazione della di lui Pestale in Copenaghen, la croce di cavaliere dell’ordine di Danncbrog. — Il direttore di musica Giuseppe Gungl in Berlino ebbe in dono da Sua Maestà il re di Prussia per la dedica di alcune composizioni una tabacchiera d’oro, accompagnata da uno scritto di gabinetto. — Teodoro Kleinertz. e membro dell’orchestra del Teatro di Colonia, ha inventalo un nuovo e semplicissimo ordigno per accordare i (impani, e ne ha ottenuto un privilegio per otto anni. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVILEG. Di GlOVAVAi KOC’OKDI DELI.’ 1. (Linntr’s Aach/ass) iter Pitmoforle 15697 Fascicolo III 15698 1 ^Sììì^in MUSICA DEL MAESTRO Giuseppe Verdi L’Opera completa ridotta per Pianoforte e Violoncello...... Fr. Idem, rid ila per Pianoforte nello stile facile. sotto il titolo di Souvenirs des Opéras modernes O r— - -

Dall L R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografìa, Copisteria e Tipografìa Musicale di Giovimi Kksk’IU Ed. Pr. Contrada degli Omcnoni N. 1720, e sotto il portico di fianco all’l. B. Teatro alla Scala.