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îW Ulla critica ragionevole ed illuminata è la sola che possa condurli vicino a quella

  • ’ perfezione cui debbono aspirare. Un attore,

un cantante, un ballerino meno che O qualunque altro può farsi giudice di se li medesimo e conoscere i propri difetti: i| essi hanno bisogno di qualcuno che li Ü giudichi dal punto d1 onde son giudicati dal pubblico. Egli soltanto, ove sia conoscitore. potrà dirgli: questa parte non vi sta bene, perchè la vostra voce è dilicata di metallo e non è fatta per le difficoltà} voi avete bisogno di canti graziosi e £aI cili perchè la vostra voce abbia luogo di spandere tutta la soavità de" suoi suoni: I voi nemmeno non potete cantare musica I di molte note:, il vostro canto ha bisogno; di suoni lunghi e continuati per oscillare i in tutta la sua forza } questa parte v’è! troppo alta e non la potete cantare-, guai state la musica e guastate la vostra fisica costituzione: voi non avete un timbro voi cale bastevole per un gran teatro; non I mancate d’arte, ma essa vi si perde come un suono incompreso: voi avete bisogno di frenare la vostra voce, perchè, spinl gondola sempre a tutta gola per rintronare il teatro, ogni tre note ne stuonale due. Queste ed altre simili cose possono dir gh amici confidenti agli artisti intelligenti 1 che non presumono soverchiamente di sé. L’utile che ne verrebbe all’arte, sarebbe grande ed incalcolabile nella presente penuria di veri egregi artisti. Ma le parole della critica non sono ben accette, i non sono gradite perchè non sono lusm! ghiere: che deve ella fare adunque nello stato delle cose presenti? Lasciare che ognuno si viva a suo modo, e tenere le sue opinioni per sè. G- Vitali. I! Cenni preliminari intorno allo Maio e coltura progressiva della musica in Clermaaiia innanzi ESoilolfo i. fondatore della Dinastia Austriaca. Sino dal principio dell III secolo S. Bonifacio, 1 apostolo della (xermania, introdusse assieme colla religione Cristiana il cauto gregoriano (•). Egli fondò la famosa abbazia di Fulda dell’ordine di S. Benedetto, che fu in Alemagna la principale promotrice delle scienze e della musica sacra. Fra i primi abati i di quel monastero annoverasi il famoso Alenino, uomo ornalo di singolare virtù e dottrina in ogni genere di sapienze e lettere, godendo di molta stima presso la santa Sede: Carlo Magno zelante promotore del cauto ecclesiastico lo volle alla sua Corte come amico e consigliere ma lasso degli strepili della Corte non che della irregolarità delle discipline ne1 monasteri francesi, ov crasi ritirato, si rifugiò nella abbazia di Fulda,ove,eletto Abate, si dedicò all insegnamento di varie scienze, | non che della poesia e musica, intorno ’ i a cui scrisse alcuni frammenti. A uolsi che j (1) Non è però che gli antichi Germani non aves-! sero alcuna specie di musica. Tacito (/Je moribus Ger- I manoriiìii) ascrive. loro dei cauli ad onore, de/ loro Dei II cd croi, che usavano nelle sacre foi este, ne’combat- i timenli, nelle, nazionali adunanze e ne’ conviti. Egli è il per sua natura palese che il carattere bellicoso degli Alemanni amava piuttosto canti guerreschi di sommo | Ô strepito e marcatissimo ritmo: non si conosce però j| l’indole degli antichi loro canti. poiché quelli che Carlo!| / Magno fece raccogliere, da Eginardo, e le poesie promulgate dai Piai. Griin sono di un’epoca in cui l’. ivi /inno nvnvti /Il «riti aillGln nella Biblioteca Imperiale di Vienna esista un manoscritto, che sotto il di lui nome fu inserito dall’abbate Gerbert nella sua opera (Se/?/?. JEccles. de musica sacra pòtissimum. Tipis S. Blasianis 1784) ma che da altri autori venne ascritto ad Aurelianum Reomensem, che visse nel secolo IX. - Si asserisce che uno de famosi scolari di Alcuiuo. detto Joannis de Fulda, fu il primo tra gli Alemanni che mise in musica gl’inni ecclesiastici. Posteriormente presentasi Maurus Rabanes. altro abate di Fulda, il quale, tanto nel tempo che reggeva quel monastero quanto in quello in cui fu dappoi arcivescovo di Magonza, s’interessò particolarmente alla diffusione del canto ecclesiastico, asserendo nella sua opera De institut io ne clericorum, che la musica si è una scienza sì nobile ed utile, che senza di essa non può sussistere il servigio divino. - Egli stesso scrisse varj Inni. Ubaldo, altro monaco Benedettino, che visse dall’<840 sino al 930, dilatò poi i confini dell arte. 11 principe di S. Biasio, Gerbert. nella citata sua opera, ha inserito di esso sei trattali. 11 primo, de armonica institut ione^ è certamente suo, essendo però li appartendubbioso se gli altri cinque gano. Non polendone però accennare altro autore, conviene in essi ammirare la vastità delle sue cognizioni. In quest opera sono già indicati nuovi segni per facilitare la lettura della musica. Vi si trova una specie di noti1 (Neumen) e distinti i toni dai semitoni col segno T ed S, e fra le altre cose veggonsi di già le ligure seguenti in cinque linee ta Ton li / Ton Ec Isra < in quo Sem ce j he Ton vere / Così nell altra opera più importante (Musica. En.ch.iriadis’) introduce una nuova notazione, e tratta della Diafonia (•), aggiungendo alle melodie le quinte e le quarte nell ascendere e discendere progressivamente, le quali anche spesso raddoppiavansi ne’ suoni acuti, poiché egli divideva la scala in 18 toni cominciandola col Gamma } gli inferiori per voci d uomini. ed i superiori pei fanciulli. Ubaldo tenne ciò per una grata combinazione armonica di suoni, riguardata tale anche dopo lui per lungo trailo di tempo. Vengono però indicati ne’ suoi scritti non solo delle cadenze all unisono. ma delle seconde e terze di passaggio. Mentre si moltiplicarono poi in Germania i chiostri dell ordine Benedettino, come a Ma^onza, a Treveri. a Ratisbona, nella Svizzera. nell’Austria ed in altre provinole, si accrebbero pure in essi gli Istituti e le scuole di musica, e vennero dappoi introdotte nelle rispettive cattedrali: restando però ’ abbazia di Fulda la fonte da dove scaturivano simili scuole di canto, come da un seminario di missioni musicali. E quasi Lutti i cronisti di que’ (1) Diapliwia, parola con cui in origine i Greci dinotavano tulle le dissonanze, fra di cui comprendevano anche le terze e le seste come. Diaphone, in contrapposto alle consonanze Synphone. Ai tempi di Guido d’Arezzo poi quella voce che ora chiamasi Discanlus (enne luogo della Diafonia, e pili tardi, dopo!" invenzione dell’armonia, si intese per una composizione a due voci. Per la più antica di questo genere licnsi la Salve Regina di Hermann il cagionevole, morto nel 1 Otiti. tempi parlano della predilezione che aveva la nazione alemanna per la musica: evidente prova si è che appena introdottosi in Francia (f) il re degli strumenti, cioè 1 Organo, i Tedeschi se 1 appropriarono imitando non solo la costruzione, ma perfezionandola. E poi rimarchevole quello che dice Zarlino: (Supplera. Music. Lib. Vili. pag. 290). Che ’•> nella seconda metà del secolo IX esisteva nella Cattedrale di Monaco in Baviera un Organo con canne di bossolo, tutte in un pezzo grandi e tonde all’ordinario delle nostre fatte di metallo, il quale nel suo genere e di quella grandezza è il più antico di alcun altro che si trovi non solo in quella provincia, ma forse in qualsivoglia parte del mondo ■>•>. Benché non si abbia certa prova dell’esistenza di quest’organo, nullameno consta, che in quel circolo bavarese eranvi già de’rinomati fabbricatori e suonatori d’Organo, come rilevasi da una lettera di papa Giovanni À HI (872-88) scritta ad Anno Vescovo di Frisinga, in cui lo prega di mandargli un Organo ed un artefice, il quale non solo fosse capace di fabbricarne, ma ancora di suonarlo. (V. Miscellanea Son. Baluzii Lib. V ove leggesi; «Precamur autem ut optimum organum cum artefice, qui hoc moderari et facete ad oninem modulationis efficacia™ possit. ad instructionem musicae disciplina nohis. aut déféras, aut cum eisdem redditibus mittas ”. Inoltre vennero i redeschi sino da’que’ tempi estimali peritissimi nel suono di varj islromenti. e particolarmente in quello dei tromboni, delie trombe e de’cornetti. In Italia sorse dappoi nel primo decennio del secolo XI un altro monaco Benedettino nel monastero di Pomposa, vicino a Ferrara, ed era questi Guido, chiamato d’Arezzo, sua patria, uomo celebratissimo nella storia della musica, il di cui nome risuona ancora negli scritti teoretici e didattici de’ nostri tempi, e nei libri elementari di musica. Come gli antichi attribuirono le gesta di molli eroi ad un solo Ercole. così da suoi contemporanei e successivi scrittori di varj secoli, gli vennero ascritte moltissime invenzioni. ed anteriori a lui (per esempio venne detto inventore del Monocordo, benché già usato dai Greci) e posteriori, perchè non conoscendone i veri autori si lasciarono abbagliare dallo splendore della sua rinomanza. Anzi un moderno scrittore gli ascrive anche al giorno d’oggi l’invenzione della Solmisazione e Mutazione, e persino la sillaba si non mai usata da Guido, ad onta che Fétis. confrontando nella sua Biographie Universelle des Musiciens, una quantità di manoscritti del monaco Aretino, esistenti in varie Biblioteche d’Europa } Forkel (Algemeine geschichte der Musik): Fink (Lexicon Universal derTonkunst-di Scilling): e Kieseweller (Algemeine Musicalische Zeittung) sceverarono il vero dal favoloso-, unanimemente però attribuendogli il merito d universale cele(I) Già in principio del secolo VIH ci raccontano i cronisti Eginardo, Scoto ed altri, fra di cui amiamo annoverare il Bavarese Aventino, che l’imperatore Greco Costantino Cnpronimo abbia mandalo in regalo al re Pipino un Organo. Così esprimasi ne’ suoi Annali di Baviera u Constanlinus ad Pipinum proficisci jubel legalos, quorum princcps Slcphanus Episcopio Romanus. Ipsi maritano itinere cum muneribus ad Pipinum devenere. Miniera Imperatoris, ipiæ a legalis deferchantur, crani inslrumentinn musicae maximum, res adirne Germanis, el Gallis incognita, Organon appellent u. 9