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iSI&â<>— — — -— — Æ Per <’■«* che si <l>a 1111 cenno in un foglio destinato pre¥^«l cipu.imcnte al ragguaglio c alla discussione delle cose musicali, come è la Gazzella musicale di Milano. In genere, di piano-forti, due ne figurano all’espojj? sizione. Uno della fabbrica di organi, piano-forti e i fisarmoniche, dei fratelli Ducei. E un islrumento sul sistema tedesco uìlimamente perfezionato c modificato, buono per la voce, elegantissimo per la forma, del tenne prezzo di zecchini 70. Se dell- intrinseco dello strumento volesse dirsi qualcosa di più, potrebbe forse! notarsi che lascia alcun poco a desiderare per rapporto alla prontezza della tastiera. Questa fabbrica ha ottenuto nel concorso la conferma della medaglia d‘ oro I già riportata nella occasione della esposizione che ebbe 1 luogo nel passalo triennio. Altro piano-forte si vede, lavoro accurato del signor Saltini, restauratore e accordatore di piano-forti in questa ciltà. Il giovane industre autore ha fatto in questo suo primo islrumento mostra di mollo ingegno | per aver collegato col piano-forte un registro di Fisar-! moniea ed uno di Flauto, che suonano a piacere, o uniti o alternativamente, per mezzo della stessa Insilerà. La cassa dell’islrumento è elegante e molto ricca, c nuova la forma, che è verticale e termina in I curva a modo di un’arpa soprapposla ad un elegante imbasamento. Il Saliini merita sincero elogio per la sua solerzia c buon volere, e perchè, in luogo di farsi servile imitatore delle opere altrui, intende a creare qualcosa di differente dall’ordinario. Giustizia vuole I che si dica che il tempo gli è mancalo per terminare compitamente il suo lavoro. Del resto può ritenersi che acquistalo ch’egli abbia maggior pratica con l’esercizio, saprà ottenere nell’impasto dei suoni una maggior pienezza, e nella tastiera una prontezza maggiore di quella clic vanti questo suo primo lavoro. Gli è siala aggiudicala nel concorso la medaglia d" argento. Due sono le fisarmoniche che si vedono esposte. Una (lidia ridetta fabbrica Ducei, l’altra del sig. Mej riaux., fabbricante pur esso in Firenze. Sono buone I ambedue, quantunque la voce sia di natura alquanto | sibilante: ma la seconda mi par meglio della prima, in specie pel meccanismo dei pedali, che in quella segnata Ducei è un poco troppo debole. La forma esterna è elegante, e mitissimi ne sono i prezzi mar! cali zecchini 25, e 2(5. Il signor Gariboldi di Firenze ha esposto un’arpa di sua fabbricazione che è di bella struttura e sonora voce. E a meccanismo semplice c del prezzo di 100 zecchini. Il dilettante Serjacopi di Fojano ha esposto un ingegnoso organetto a cilindro congegnalo nel cuscino । di una sedia da conversazione. Finalmente non sono da passarsi sotto silenzio, come । allenenti all’esercizio dell’arte musicale, le cartelle all’uso di Bologna per lo studio del contrappunto, che fabbrica in Firenze a prezzi assai miti il sig. Qticrci, e che figurano pure nella esposizione di quest’anno. ’ Z.... PROGETTO DI m II30TÀ RIFORMA MUSICALE VI? {Continuazione e fine. Vedi i N. 18, 19, 20, 21 e 2G). olente del tuo ritardo, mi do premura d’adempiere alla mia promessa, scrivendo qucsl’altra lettera, che per quanto riguarda musica potrà dirsi l’ultima, dovendo per ora occuparmi di cose più interessanti, e non avendo molto tempo da perdere neppure in questa, passo senz’altro a dirli qualche cosa ancora della mia riforma. Tutto il mio sistema consiste dunque, se non l’ho detto ancora, nel sostituire ai diesis e bemolli, per cui una noia può esser vista sotto cinque differenti aspetti, una nota a guisa di paralellogrammo per le bianche, c con testa bislunga per le nere. Queste si riducono a cinque, come tpiellc che servono a dividere i cinque toni che sono nell’oltava di do. Si potrebbero chiamare dalle vocali, perchè note al mondo intero; e se non servono come i monosillabi pel solfeggio, potrebbe?! fai- uso del vocalizzo, per cui più facilmente s’avrebbe una giusta idea degl’intervalli, i tanto più vedendoli scritti sempre d una maniera. Se t| poi si credesse meglio servirsi de’monosillabi, abbiamo i già mentovali pa, 6o, tu, de, no. Dopo questo si potrebbe stabilire il numero delle scale a 21 senza più, giacche ognuna delle 12 mezze voci, che formano tutto il sistema musicale, avrebbe un nome ed una forma a se propria. Osservo ancora che colla sola chiave di violino si potrebbe scrivere per corni e trombe in qualunque topo essi suonino; onde si potrebbe far uso delle sole chiavi di violino c basso, (.redo inutile 1‘osservare che ridotta la musica a questa semplicità sarebbe di gran lunga più facile pel principiante, e che il professore T intenderebbe con poche, parole, e potrebbe, dopo un mese al pili di pratica, leggerla con la stessa facilità con cui leggeva quella scritta con diesis e bemolli, c con maggiore in seguilo. Veniamo ora all’armonia. Gli accordi, ne’ (piali pare non si possa far di meno di diesis e bemolli, sono quelli ne’(piali ha luogo o la (piarla, o la quinta, o la sesta eccedente. Parliamo prima di quest’ultima. Se la sesta eccedente potrebbe confondersi con la settima minore, (piando entrambe venissero scritte con la stessa nota, non è perciò che ciascheduna non possa avere ima qualità caratteristica indipendente dal diesis e dal bemolle. Basterebbe, per distinguerle, il conoscere che la prima non si dà che sulla sesta minore del tono, e la seconda sulla dominante. Si potrebbe, perciò stabilire che I intervallo di undici corde o mezze voci può servire c di settima minore e di sesta eccedente; che verrà consideralo come settima minore, (piando verrà impiegalo sulla dominante, c come, sesia eccedente impiegato sulla sesta minore. Gioverebbe poi mollo il riflettere alla sua (emlcnza; poiché l’una a discendere, l’altra tende a salire; c si capirebbe meglio che l’accordo di settima minore può anche, servire per quello di sesta eccedente, il che, non vieil sempre dato d’intendere a chi vedi*, questi dui’ accordi scritti con differenti note. Conosco alcuni che dopo un lungo studio sull’armonia non erano arrivali a capire come avendo l’accordo della dominante con settima minore, per esempio /’rr con terza maggiore, quinta giusta o naturale e. setlima minore, si possa cambiando la dominatile in sesta minore, modulare per il La. E non è da dire che. la difficoltà dell’intendere, venisse dallo scrupolo sulla differenza del Mi bemolle dal Ile diesis, chè poverelli non nc avevano idea. Per la (piarla eccedente bisognerebbe stabilire che 1"intervallo di selle corde o mezze voci può servire di (piarla eccedente e. di quinta minore. Che sarà «quarta eccedente impiegato sulla (piarla minore o naturale, com’altri dice, c quinta minore quando verrà impiegalo sulla settima; riflettendo sempre alla sua tendenza a salire o a discendere. Nella triade eccedente, poi composta di due terze maggiori, è ben vero che la quinta eccedente ha, o almeno si suppone avere, la stessa disianza della sesta minore, e noi non polendola distinguere altrimenti, giacché non conosciamo che le mezze voci, ci contentiamo di distinguerla scrivendo per esempio.So/ diesis per la quinta eccedente di Z)o, e La, bemolle per la sesta minore. Ora nel mio sistema non avendo più questo bel comodo, resterebbe inteso che l’intervallo di nove cordo può considerarsi come sesta minore, e come quinta eccedente. Che verrà consideralo come (punta eccedente quando si troverà unito alla terza maggiore, c sesia minore quando unito alla terza minore; non trascurando d’osservare, la sua tendenza, come s’è dello degli altri intervalli. Per questo modo pare che si potrebbero distinguere, anche senza diesis e bemolli, tutti gl’intervalli eccedenti e diminuiti, e per conseguenza gli accordi che. ne derivano; e pare ancora che dovendo conoscere sul bel principio lo studioso che un accordo può servire a doppio uso, faciliterebbe lo studio delle, modulazioni?Non ci darebbero più ad intendere che il Si bemolle sia seconda • diminuita sul La diesis, e,s; diesis settima eccedente (Wl a Do: poiché c’è chi vorrebbe tutti gli intervalli, mi- K/Ç noci, diminuiti, maggiori, ed eccedenti; e chi più discroio assegna questi quattro dîlïerenli gradi soltanto alla terza c alla sesta, ed attribuisce alla seconda quelli ’/T di minore, maggiore, ed eccedente; alla (piarla ed alla (pùnta quelli di diminuita, giusta, ed eccedente; ed alla settima quelli di diminuita, minore, e maggiore. Dal che si rileva che anche in questa parie lauto interessante non s è ben d accordo, e, se non erro, a motivo appunto de’diesis e bemolli. Dal (in (pii dello non vedo cosa resti da opporsi al mio sistema, e tranne la gran difficoltà di dover principiare tulli a un tempo, io son (l’avviso che scrivendo la musica in questa maniera, si renderebbe la cosa Incile oltremodo e chiara. Non è già ch’io creda con questi scarabocchi di aver detto quanto basti, nè per farmi intendere, nè per prevenire (pianto possa dirsi in contrario; ma, scrivendo a le, mio buon Lorenzo, ho fallo comi’ D. Ferrante del Manzoni (piando videa provare, che non v era peste ai Milanesi, già persuasi di ciò. Tu, se n’eri convinto prima (die scrivessi, ora li meraviglj che non venga approvato il mio progetto, ed io temo furio che a questo non si riduca tutta la mia gloria. Sia comunque, per ora non perderò altro tempo in abusare della tua bontà con scriverti su questa materia. I i prego però a conservarmi la tua preziosa amicizia, c credermi per la vita il (no Maurizio Sdorati. Genova, 10 febbrajo 1811. {NOTIZIE — BhAl nschvvhig. Venne non ha guari eseguita una opera de! giovane compositore Luigi Kòhler, intitolata Maria Dolores. La musica piacque, e l’autore venne accolto con straordinario applauso. — Berlino. Giunse in questa città il violinista Brume, e pensa darvi dei concerti. — II.Xaburco del Verdi trovò qui lieta accoglienza. L’eseguirono le signore Schieroni-Nulli e Remorini, ed i signori Milrovich, Laudi e Ramonda. — Dvhmstadt. Il celebre pianista Moscheles diede un concerto il 3 del corrente, c si meritò l’ammirazione del numeroso uditorio. — IfiKi,. Sara, è il titolo di una nuova opera del maestro di cappella Guglielmo ielle, data non ha guari con mollo successo. — Lucca. //. Teatro del Giglio. - L’opera del cav. maestro Bacini «Ta Pidanzata Corsa • ha continuato a riscuotere sempre più solenni e generali applausi. Trattandosi di una musica di difficilissima esecuzione, e di non facile intelligenza pei semplici amatori, polevan credersi i molli applausi della prima sera più effetto della slima che nutre il pubblico verso il maestro, di quello che una convinzione della profondità di dottrina con cui è scrina e delle bellezze intrinseche della musica. Di sera in sera però gli applausi si accrebbero, perché l’esecuzione riuscì più perfetta, e perché il pubblico gustò quelle bellezze che sulle prime non ebbe campo di tutte rilevare e conoscere. La terza sera dell’opera, fu pel cav. maestro Bacini un vero trionfo. (G. di Lucca.) — Messina. Si rappresentò testé la Maria di llohan di Donizetti con prospero successo, e vi furono particolarmente applauditi la signora Eugenia d’Alberti ed il sig. Severi. — Napoli. AI Teatro del Fondo diedesi La Scitf/iara di Baisiello, con la Bishop, (bisaccia. Barbot, la Guatili, la Salvcltj, ccc. - La musica in generale non piacque; fu fischiata alla (ine del primo atto, e non venne aggradilo che un nuovo duetto del maestro Fioravanti, tra la Bishop e Gasaccia, che risolve a matrimonio la commedia, ed un’aria di altra musica introdotta dalla Bishop. — Parigi. Mcadémie /loyale de Musique, v Richard en Palestine, opera in tre atti, parole del sig. Paolo Voucher, musica del sig. Adolfo Adam. - Malgrado la tinta monotona che regna in alcune parli di questa partizione, il sig. Adolfo Adam non (immise farvi prova d’abilità e di vantaggiosamente spiegarvi quel talento (he in lui si conosce. I due ultimi atti soprattutto racchiudono un sufficiente numero di pezzi notevoli. Botrebbesi particolarmente citare i duetti fra Edith e Berengere, nel secondo e nel terzo atto, il terzetto del se- 0 conilo atto, fra Kcime.lt, Bérengère e Edith, il tinaie ££?’■ dell’alto secondo, il duetto fra Kennett c Ismaele nel terzo alto, la di cui coda è piena d’energia, e la scena del giudizio di Kennett, che é perfettamente trattata, /t Non si dimentichi ^ouverture, che comincia con mi gran QNtxv preludio di violino assai originale, e che lietamente (iniVS&SJfe — ’40^3