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— 45 — o ïgBO " -— ‘ =., ~ cLCj GAZZETTA MUSICALE c? ANNO III. - H. 4. IM 341L ANO DOMENICA 28 Gennajo 1844. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinali a comporre un volume in 4.° di cenloiinquanta pagine circa, il quale, in apposito elegante, frontespizio si intitolerà Antologia r.i.*«in mi su ai k. — l’er quei Signori Associali che amassero invece altro genere di musica si distiibniscc un Catalogo di circa N. ttiinit pezzi di musica dal (piale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratin all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi l’avvertimento pubblicato nel foglio N. 50, anno 11, 1S43. • La musique, par ries inflexions vives, accentuées. et, • pour a-insi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature entière a ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des seu• tinients propres a l’émouvoir.».7. J. Hdcsseji. 11 prezzo dell’associazinne alla Gazzetta c alla Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Austiaclie L. li affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca: il doppio per l’associazione animale. La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e (ranca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio L’icordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in (Milano presso L Ufficio della Gazzetta in casa /Geoidi. contrada degli (linenoni N’.° t72U: all’estero presso i principali negozianti dì musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, oc. vorranno essere mandali franchi di porto. so uhi ni o. I. Musica Sacha. Il Miserere e l’.lre Maria di Dominiti. - IL Bibliooraia. Studj per pianoforte di (loiinelli. - ili. Varietà’. Armonia. - IV. I. R. Teatro alla Scala. Accademia di Jaell. - V. Notizie MUSICALI DIVERSE. - VI. NUOVE l’UBB L1CAZI0M MUSICALI. MUSICA SACRA Il Miserere e l’Are Mariti di CÌOAIZITTI PENSIERI. (I) i fu un tempo in cui i maestri compositori di musica riputagç..’vauo maggior gloria il ben riu^(Dscire in una messa,iti un salmo, fb’in un inno, che non in intiere opere teatrali;ossia che mossi fossero da vero affetto religioso; ossia che prevedessero, essere tali cohiposizioni meri soggette ai capricci della moda; e perchè la loro più dotta fattura, quasi inamissihile nella musica drammatica, e pel non ripetersi tante (1) La nostra Gazzetta Musicale con appositi articoli dettati da chiari maestri si occupò delle più importanti pubblicazioni ili Musica sacra prodotte da autori già più o meno illustri nell arte’ per esempio del Dies irae a (piatirò voci con orchestra del cav. G iorgetti della Messa funebre del maestro Perottii, delle Ultime sette parole del Redentore di Merendante, eoe., ecc. Ora ella, proseguendo nel suo ufficio, intrattiene i lettori del Miserere e dell’Ave Maria di Donizetti come a suo tempo li intrattenne dello Stabat di Bossini, e della Messa da Requiem di Bacini, ecc. Ciò valga per risposta a certi criticastri i quali recentemente, ci accusarono di non occuparci che di valtz e di pot-pourri! e questo perché abbiamo dimenticato di Jar parola... di che cosa mai? - della musica apposta agli Inni Sacri di Manzoni dal sic,. Tonassi! Il sig. Tonassi e. il suo buon amico del Figaro ci perdonino la obbliyione m cui abbiamo lasciata finora questa a. noi affatto sconosciuta produzione musicale j ma si assicurino che, adesso che. non possiamo più Jarci scusa della nostra ignoranza, ce ne occuperemo di proposito, e ne terremo opportuno discorso a nostri lettori. La R. ’.trwnnrr; volte di seguito, siccome avviene dei melodrammi. le salva dal divenire troppo comuni e triviali. In quel tempo ogni scuola italiana produsse celeberrimi maestri.! quali furono e tuli ora sono modelli a tutte le nazioni, a grande onore della patria nostra. Venne poi un altro tempo in cui la musica sacra cadde in un totale discredilo, e il titolo di maestro da Chiesa fu tenuto equi valere a scrittore inetto, senza vena, senza sapere. Bastava allora che uno avesse composto una messa perchè non si volesse più sentirlo in teatro, e viceversa si mandava alla chiesa quegli che più non sapeva piacere sulla scena. Solo veniva fatta qualche eccezione a favore di quelli i quali vestivano le sacre parole di musica tutta teatrale, o le adattavano senza alcun riguardo a qualche aria o duetto favorito di tale o tal altro dramma serio o buffo. Lode al cielo si ritorna oggimai ad apprezzare la buona musica sacra, o almeno il pubblico non censura più cosi apertamente quegli scrittori che si studiano di imprimervi quel carattere di dignità che il tempio esige, e di evitare le forme tritte e ritrilte delie cavatine, duetti, ecc. Le fughe o pezzi di stile fugato, se non destano entusiasmo, si tollerano almeno e si rispettano se lodate dagli intelligenti. Forse verrà giorno in cui la musica sacra, ravviata sul buon sentiero per opera di buoni e dotti maestri, riprenderà tutto 1 ascendente che essa merita, e vi si potranno cogliere dagl! scrittori onorale palme. Rendere più solenne e maestoso il culto che 1 uomo tributa a Dio; più commovente la prece che la Chiesa volge al Creatore; onde i fedeli in perfetta unione di spirilo si congiungano, non è egli forse nobilissimo scopo dell arti;, e degnissimo che i più valenti maestri vi applichino tutto 1 ingegno? Essi sono in certo modo preposti a interpreti presso gli uomini della parola di Dio, e destinati a ravvivare col1* arte loro il fuoco sacro della carità. La musica di Chiesa ritornerà in onore a misura che si andrà riaccostando al suo vero scopo, e vi si applicheranno maestri la cui fama stabilita li renda superiori ai giudizii erronei del volgo, e imponga loro ad un tempo un salutare rispetto per sè medesimi, che gli stimoli ad emulare i grandi, e ad eguagliare nel sacro stile l’altezza cui seppero giungere nel profano. L*1 esempio di questi sarà sprone e regola ai meno celebri, e le loro opere diffondendosi colle stampe, come ora si va facendo, diverranno facile norma ai giudizi! del pubblico. Questo tempo è avventurosamente incominciato; e Rossini. Mercadante, Coc- ’ eia, e non pochi altri furono astri lucentissimi che presiedettero al suo orizzonte: egli era ben dovere che accanto a questi venisse a collocarsi il fecondissimo nostro Donizetti. Ed esso senti (pianto nobile । । fosse tal gara, e seppe valorosamente riuscirne col Miserere composto per 1 Impe- I rial Corte Austriaca e giustamente encomialo dalla Gazzetta. Musicale, di Vienna, I e dal chiarissimo signor Làbarre (•). Questo salmo, fra tutti sublimissimo, con cui si chiudono le commoventi ufficiature J della settimana santa, fu da Donizetti trattato con tutta la gravità richiesta e dalla! patetica poesia, e dalla mestizia del rito; | per la qual cosa mal si apporrebbe chi I pretendesse metterlo a confronto dello Stabat di Rossini. Questo, con tutta la ricchezza dell istrumenlazione, coll’esteso sviluppo dei pezzi, colla pompa di tutti i | j mezzi, appartiene, come già fu osservato,! piuttosto al genere misto dell’oratorio, ’ | che non al vero stile di chiesa con cui è scritto il Miserere donizettiano, il (piale { non potrà mai, come lo Stabat, trasportarsi fuori del tempio. L’architettura, l’ab; baghanle luce, le ricché dorature di un teatro farebbero un contrasto troppo di- scorde con questa musica, la (piale richiede appunto la maestà di un vasto lempio resa più imponente dall incerta luce, dai denudati altari, e dal pietoso rito ricordante I i sublimi misteri della redenzione. I versetti vi sono trattati brevemente, | parte a pezzi staccati ad una, due, o più voci, e parte a corali alternativamente, nei (piali sono impiegati ora i soli bassi, ora i soli tenori, ora i contralti o i soprani o lutto l’intiero coro. L’accompagnamento è affidato a sole viole, violoncelli e bassi, per lo più con soldini. non entrando finterà orchestra se non se alle parole et e.rultabit lingua mea justifiant team, e nella fuga finale, tane imponent. super altare tuoni vitulos. Nel N. 1!) (Benigne file Domine, duetto a tenore e basso) alle viole e violoncelli sono aggiunti due clarini, due corni e due fagotti, ma in modo cosi quieto, che buffetto O deve riuscirne sommamente analogo alla circostanza. (1) Vedi Pirata 28 Novembre 18.45. 3-^