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— 12 P d’ogni azion teatrale, e senza del quale, n | addio eiìetto, addio emozione, addio in teresse! ma noja, ma sbadigli, ma insoffej rcnza. । Chi pigliasse ad esame le tante e tante j composizioni coreografi.die, date sulle nostre grandi scene in questi or passati anni, e pressoché tutte infaustamente sortite, riuscirebbe di leggeri a mostrare che la maggior parte ebbero cattivi destini appunto i per la infelice scelta de’ tèmi tulli mancanti. questi più questi meno, delle vere ed uniche condizioni vitali indispensabili; a codesta foggia di spettacoli. E questo tanto più francamente affermiamo in quanto che, ove si tenga conto dei gravi dispendi! generosamente sostenuti dall’impresa, non può darsi la colpa alla povertà dei mezzi, ma è tutta da attribuirsi al cattivo impiego | di questi Affermiamo con qualche compia- i cenza una verità. La Scala è il primo teatro d’Italia per quanto riguarda il valore degli j artisti primarii, la quantità notevole del personale. la superiorità incontrastabile del corpo di ballo, la ricchezza della suppellettile scenica, ecc. Eppure coni è mai che con questa veramente prodigiosa abbon- j danza e sceltezza di materiale si riesce di i solilo a’si gretti risultati? Com’è che mentre 1 Impresa non arretra mai dall’assumere qualunque più grave spesa pel clamoroso successo delle diverse azioni coreografiche die ella offre al pubblico, i suoi sforzi ottengono sempre si ingrato compenso? - Non lo ripeteremo mai abbastanza: la causa vera di questo infelice risultato è tutta da cercarsi nella insufficienza del primo pensiero inspiratore. L’arte del coreografo, come la intendeva quel forte ingegno di Vigano, è arte di creazione poetica, non di sola tecnica esecuzione: far smovere con buone norme di scuola le masse delle comparse far dialogizzare con tutte le astruse regole della professione i personaggi del dramma mimico^ distribuire in sei, otto o dieci parti, con maggior o minor sfoggio di trasformazioni sceniche, un complicato contesto di cas’p interpolare le varie scene di colpi di sorpresa più o meno felicemente raccomandali all ingegno del macchinista o del pittore,è senza dubbio una delle partiche costituiscono la perizia dell’autore coreografo, ma non è certo la principale. Questa bisogna cercarla un po’ più in alto, e fuori della pratica materiale del palco:, bisogna cercarla prima di lutto nella potenza inventiva del coreografo, poi nella sua cultura intellettuale, poi nel suo sentimento del bello, poi nella finezza del suo gusto, nelle risorse di una fantasia ferace, nudista da vaste e abbondanti letture, ecc.,ecc. Or domandiamo noi: ci si additino i coreografi i quali, dai Gioja e dai iganò in poi, abbiano saputo pretendere a buon dritto a questi vanti?-Abbandoniamo al sagace lettore f ingrato carico di dedurre da j queste premesse le conseguenze più naturali del nostro ragionamento. Per ora ci limitiamo a conchiudere facendo le nostre congratulazioni coll Impresa per aver offerii e dati al coreografo tutti i possibili ajuti alti ad assicurare un trionfante esito al nuovo ballo, e col manifestare il nostro rammarico perchè tanta dovizie di mezzi sia stala si poco accorta mente impiegata. Abbiamo lusinga । però che dovendo prodursi in altra azione mimica, la signora Elssler, artista a buon drillo avvalorata da una splendida fama europea, potrà al più presto cogliere anche nella parte mimica quegli onori che I con isfoggio di straordinaria bravura, seppe meritare (piale danzatrice. B. N0TIZ3E MUSICAL? DIVERSE i — Parigi. Teatro Italiano. Don Pasquale di Donizetti. Ecco tornata l’ilarità a questo teatro: non si tosto si udì che Lablache vi riponeva il piede, il sorriso ha corso su’labri di tutti. Era l’amico che da lungo tempo si aspettava; era il più magnifico ornamento che riponevasi a bellissimo quadro; era Lablache che con seco riportava i Bartolo, i Dulcamara, i don Magnifico, i Bucefalo, i Geronimo, i Leporello, i Podestà, i_,Don Pasquale. E quest’ultima opera era sempre tra le più gradite, c senza T attore per eccellenza disperatasi ornai di poterla più rivedere. E Lablache, mostrando la più decisa simpatia per questo Don Pasquale, ha voluto che gli servisse d’intermediario fra desso ci! pubblico nell’ora in che compariva nuovamente sulle scene. L’accoglimento fu quale poteva aspettarsi: il buon umore fu universale: non parlavasi con gioja che di Don Pasquale e di Lablache: questi due nomi formavano una sola cosa, grata, piacevole a tutti. Madama Grisi fu sempre egualmente la vispa, la maliziosa Norma che mette alla disperazione il vecchio innamorato. Ronconi, nell’assumere la parte del dottor Malalesta, ha dato ad essa quel risalto che dapprima non conoscevasi ed ha mostrato quanto grande partito vi si poteva trarre; franco, gajo, disinvolto egli ha cantato ed agito da sommo artista; e degno compagno di Lablache, ha fatto meglio conoscere (piale prezioso acquisto abbia in lui fatto T impresa. Mario ha spiegato la sua bella e limpida voce, ed è stato applaudilissiino. Tutti furono contenti c al partir del teatro tutti si congratulavano del ritorno di Lablache. Nella sera a beneficio di Ronconi (lavasi il Barbiere di Siviglia, e tutti sanno come i Ronconi disimpegni la parte dell’astuto Eigaro. G. M. — Il primo giorno dell’anno riesci brillantissimo pel teatro dell’Opéra. Dovasi il Guglielmo Tell. Il pubblico era affollatissimo e tutti gli artisti gareggiarono di zelo. Avvi nel teatro de’ momenti di vivacità ed energia, come ve n’ha di languore c di lassezza, senza che talvolta alcuno possa rendersi conto di questo fenomeno. | La signora Dorus-Gras, Barroilhet, Levasseur, Masso! i c Octave hanno cantato perfettamente. Dupiez soprattutto, nella parte principale, avea ritrovato tutta la forza e la freschezza di voce che possedeva all’epoca de’ suoi debutti. Nel duetto del secondo atto e nel terzetto che segue, ha eccitalo trasporti d’entusiasmo. Nell’aria liliale, dopo aver deliziosamente eseguilo il cantabile, i egli ha vibrato con straordinaria energia, la frase suivez-moi. A questo punto i bravo e gli evviva raddoppiarono. Al cader della tela, il gran cantante è stato ridomandato più volle. — La parte principale della Sirena, opera comica in tre atti, dei signori Scribe e Auber, è aftidata a madamigella Lavoye, che finora non ha agito c cantato che I nelle opere di questi due autori. — Cagliostro, opera comica in tre alti, deve essere andata in iscena il 15 di questo mese. — Ecco la nota dei compositori di cui eseguironsi a Parigi spartiti nuovi o non ancora intesi su quelle scene liriche: Adam, Auber, Balfe, Boulanger, Burgmiiller, Gastil-BIaze, Donizelli, Flotow, Halcvy, Lefevre, il fu Monpou, Persiani, Thomas. Totale, tredici compositori che si divisero i teatri consacrati alla musica. — L’associazione degli artisti di musica belgi, fon-! data nel 1826 a Brusselles, sotto il titolo di Società dVJpollon, si è ora ristabilita su basi proprie ad assi- ■ curarne la solidità c la durata. Il ministro dell’interno^ cui fu sottomesso il progetto di regolamento, ha prò- I messo di accordare la sua protezione ad una società, | che ha il doppio scopo del progresso dell’arte, e il sol- | levamento degli artisti disgraziati. — Il celebre Strauss, già ricompensalo con medaglia d’oro pe’ servigi prestali ncITultima stagione alle acque! di Vichy, è stato nominalo direttore delle sale, balli, e concerti di questa residenza. Nessuno orarli lui più de- | suo d’una tal distinzione, la cui notizia impegnerà gran folla di scelti amatori a prendere nella ventura estate la via delTAuvergne. Dei valzer, delle quadriglie e concerti meravigliosi, uniranno il loro brio, la loro gajezza! alla bellezza de’luoghi c alle delizioso passeggiate. Idem.!

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NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELI.’l. R. STABILIMEMO «AZIONALE PI11VII.EG." di giovami KB& cnsm REVUE THÉÂTRALE Cefi échoir peuoèiqite?c S’attlcriAieó eLailbò Attt fc.v moli|ó fca |?IhO javouó uoiioeairx tlcìijr Fltifen PAH (F CM OB d? d CM Op. 15. 11925 N. 25. Premiere Fantaisie sur Doli I®ass|iialie de Donizelli. Fr. -4 50 14921 n 21. Seconde Fantaisie, idem. w -4 50 14925 n 25. Première Fantaisie sur I Eomhardi de Verdi... n 4 50 44-920» 20. Seconde Fantaisie, idem. n -4 50 VARIATIONS BRILLANTES ET FUMEE SUR UN THEME DE LA s ® w ir a m 3 ir x a Itour Violon avec acconti». <1 OrcBtestre ou de Piano PAH Op. 3. 15755 Avec Orchestre Fr. 8 — 15751 Avec Piano» 5 — MUSICA DI WWW Wi0)3 riilollft Fintilo solo D A PAGACI 15185 Allo 1 Fr. 4 — 15481 — 11 2 50 15485 — IH n 2 50 15495 — IV?। 1 50 L’Opera completa n 8 — NB. Ne fu già pubblicata altra riduzione per Flauto solo nel genere difficile, cioè in forma di Studj, sotto i numeri 14177 al 11180. Bezzi nuovamente aggiunti a Parigi DA GASTAHO DOniSSTTI ALLA SUA OPERA Mfâ 0)3 MAVÌ (PER CANTO CON ACCOMP. DI PIANOFORTE) 15817 Séguito della Preghiera nell’Atto 111, Benigno il cielo arridere, per S. Fr. 1 50 15818 Ballala, Per non islarc in ozio, per C. n 1 75 15819 Cav., Son leggero, è ver, d’amore, per C.n 1 — 15820 Cabaletta della Romanza nell’Allo I,.1 te, divina immagine, per T..» 1 — GIOVAMI RICORDI EDITOBE-PBOPBIETABIO. t Stili’ ï. ES. StabiSisnento Razionale Frivnlegiato di CaìeograSa, Copisteria c Tipografia musicale di GIOVATOTI RICORDI Contrada degli Omtneni 2F 1720.