Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/157

- o GAZZETTA IUISICALE»! MILANO DOMENICA ’lo Settembre 1814 O ANNO III. - N. 37. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica MISIOI.F. — Per quei Signori Associati cbe amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2IJ00 pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, c questi vengono dati qratis all’atto che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Vengasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1843. SOMMAR IO. I. Intorno al nuovo progetto di misurare i tempi musicali coi mimili. - II. I na dichiarazione al chiarissimo signor maestro A. Mazzucato. - HI. Esperimento Musicale nell’ospizio degli Esposti di Parma. - IV. Gazzettino settimanale ni Milano. - V. C.vnteggio i’ar ricoi.AHE. - VI. Notizie. - VI 1. Altee cose. - Vili. Nuove pliuilic.azioni musicali. Intorno ni nuovo progetto <11 minorare!tempi ninnimi! coli, mi liuti (Vedi i Numeri 20, 28, 50 c 52 di questa Gazzetta) Klnpontn alla lettera del nignor Geremia I itali Chiarissimo Signore! I)l"’e vlI0’e (’he io mi faccia a ’ (Jo giudicare della bontà del mezzo da Lei per determinare con esattezza -V giusto movimento dei tempi musicali? K.’Aifc?’Egli è questo un tratto di gentilezza degno di una persona del suo sapere c del suo ingegno, di cui ben ho ragione di tenermi onoratissimo, sebbene sappia di non meritarlo: ed è solo per dimostrarmele grato qual sono, che io mi accingo a ritoccare I’ argomento da Lei così bene discorso; poiché penso che, se mi rimanessi dal farlo, sembrerei più affettalo che modesto; ed Ella potrebbe credermi a ragione ostinatamente avverso al suo progetto non ostanti le ragioni con cui seppe fiancheggiarlo. Cionullameno il mio qualunque sia libero sentimento non deve nè può in questo caso aversi in conto di vero giudizio: epperò soltanto quale un libero sentimento intendo sia ricevuto sì dalla S. V. come dal pubblico c dai confratelli d’arte, il di cui commi voto, non quello di un solo, di scarsa fama qual io mi, sono, pui) dare autorevole sentenza. Ciò premesso, adempio anzi tutto al dovere di esporle le ragioni per cui dissi, che quando volessi valermi dell’orologio a dichiarare il giusto movimento avrei preferii) dì segnare in minuti secondi la durala di un breve tratto all’indicare quanti minuti primi debba impiegare o l’intiero pezzo, od anche ogni suo tempo. La prima ragione è quella osservala anche dall’amico Cattaneo, che mi parve assai plausibile, di non obbligare, in caso di sbaglio, a ritornare più volle da capo per fare un riparlo sul tutto della differenza rinvenuta. La seconda è che nei casi, non difficili a presentarsi, nei quali un tratto richieda si segnino delle frazioni, può non essere indifferente l’errore di cinque o sei secondi in più od in meno, orrore assai facile per la poca disianza a cui si trovano i minuti primi sul quadrante dell’orologio da lasca. Questa riflessione fu già da Lei prevenuta coll’osservare che

  • < non s<)"° P’cc°te cosc quelle che fanno i grandi

fi®®1—

La musique. par des inflexions vives,accentuées, et, • pour ainsi dire,par tantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Roussbju. mali, e ciò è vero in massima generale; ma è vero altresì che i piccoli mali ponno farsi abbastanza sensibili nelle piccole cose. E dato il caso, non impossibile, che un tempo di certa lunghezza dovesse divij dorsi in piccole frazioni a motivo di frequenti deviazioni dal movimento regolare, l’errore di cinque o sei secondi lasciato correre nella prima frazione verrebbe a farsi grave moltiplicandosi sulle frazioni successive. Permetta che io pure mi valga ili un esempio pratico che prenderi) dalla Mossa da Requiem a quattro voci di Cherubini. 11 primo Requiem presenta un Larqhello sostenuto in tempo a cappella di battute I Vi, diviso a principio da numero fi fermalo; cioè: Frazioni’ La 1/1. IL 1/2. I Frazione ll.a 1/5. 4. 1/2. Frazione III? 1/4. 10. 1/2. Frazione IV.a 10. 1/2. Frazione V.a 1/5. 21. 1/2. Frazione V La 50. 1/2. Frazione VII.’1 75. con ima ultima fermata in fino. 1/indicazione del metronomo è P — ’)0, equivalente a N." 25 battute ogni minuto, epperò si vede che le prime sei divisióni sono: di così breve durala, che per esprimerle in minuti primi conviene usare frazioni impossibili a misurarsi । con esattezza. Segnando per la prima divisione minuti 1/2 circa, abbiamo un errore possibile da 20 a 28 secondi. Converrebbe dunque incominciare dalla sesta feria l mata in poi, dicendo: da qui al fine minuli 2 c o minuti 5 circa; oppure esprimere la durala totale determinandola a mimili fi circa. Nel primo caso vi è un po’di stranezza; nel secondo rimane un incertezza per le fi fermate incluse. Ricorrendo invece ai minuti secondi evito questi due inconvenienti, ed abbrevio l’operazione della ricerca del tempo, indicando 5 battole = 12 secondi precisi, col solo primo quarto in )..Uì 1-2 I levare omesso, perchè — sono eguali a — — — . 1 50 " 60 5 Passiamo al Dies irœ, il di cui primo tempo consta di 290 battute parimente a cappella senza alcuna deviazione dall’isocronismo, e coll’indicazione, del metronomo P = 88, equivalente a minuti fi e ossiano minuti fi e 1/2 abbondanti. Ma il ripetere Ire 0 quattro volle le 290 battute pui) riuscire incomodo, laddove se si prendono per norma i secondi, sic22. 15 come — equivalgono a — , così ho F indicazione osaio o bU lissima di battute 11 — Ili secondi; epperò un risultato esattissimo colla ricerca fatla su sole undici battute, invece di 290. j Queste saranno sottigliezze; ma mi parve opportuno di riflettervi, trattandosi di volere la somma esattezza, tanto più che gli orinoli a secondi non costano | p,iii degli altri, e, quando ne fosse applicalo l’uso alla musica, ogni professore potrebbe agevolmente provvedersene. i Siccome poi la prima impressione ricevuta è d’ordi’.I nario tenacissima, e, o giusta o falsa, vi si ritorna “ facilmente, così mi parve opportuno prevenirla per Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e alla Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Austriache L. il affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca: il doppio per I’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatla mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l l’llieio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli (Imenoni N.° 17-20; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere. i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. (pianto è possibile: al quale scopo essendo utilissime le oscillazioni di un pendolo, perchè si possono consultare prima dello stacco, stimai di ricordare il pendolo economico di Weber, proponendo di indicarne le dimensioni a misura metrica ornai universalmente i conosciuta. E se io pure mostrai di preferire quel mezzo, col quale si possa ottenere, l’intento colla minor fatica, egli è per renderlo più facilmente accetto alla comune dei professori, sapendo per lunga esperienza quanto la medesima incresca, specialmente ai signori cau.io ti, ai quali nulla è più grave dello studiare un iqW^ nuova, nulla è più dolce del buscarsi un grasso stipendio cantando opere eseguite le mille volte; di cui, se non fosse la somma pigrizia, dovrebbero essere mortalmente annojali (I). Del resto lo sviluppo che Fila ha dato ultimamente al suo concetto, troppo interessante perchè potesse passare inosservato, avendo meglio dimostrata l’utilità del suo trovalo non meno ingegnoso che semplice, ’ io non so vedere motivo di non farsene dai maestri esperimento, rendendole ragguaglio del risultato dell, prove, siccome Ella desidera, c che io punto non dubito debba riuscire secondo la sua aspettazione (2). Mi rimane ora a rispondere all inchiesta riguardante l’utilità del servirsi gli stessi maestri dell’orologio per proprio conto, onde accertarsi di non eccedere la giusta misura dei singoli pezzi, e complessivamente delle intiere opere. Su tal punto godo poterle dire che mi trovo seco lei nel più perfetto accordo, essendomi sempre valso di un tal mezzo per giudicare della conveniente estensione delle mie qualunque siano produzioni. Infatti, sebbene non si possa prescrivere un limile cerio ai singoli pezzi di mi’ opera come di ima messa o vespro, pure la lunghezza telale ha certi dati confini in ogni circostanza, c, quando si accorge di averli oltrepassati nel tulio, non è difficile emendarne le parli per metterle fra di loro in una proporzione più facile a sentirsi che non a spiegarsi. Non rammento, che, dopo un tali’ esperimento, mi sia occorso di non accorgermi si’ per caso il pensiero mi avesse trailo in qualche lungheria; per la qual cosa, se l’esperienza può avere qualche peso, io non osilo ad unire il mio al di Lei consiglio, animando i cmnposilori a ricorrere, al mezzo da Lei proposto, dopo di avvi- osservalo in pratica il tempo medio sul quale, regolarsi. La sazietà è madre della noia, e quell’arlisla che non sa finire a tempo corre rischio di perdere il frutto delle più felici ispirazioni. (I) Noi non abbiamo altro mezzo per fare che una novità proposta venga adottata, fuor quello di persuadere; e per ottenere l’intento giova il pensare anche agli incomodi, e prevenirli col rida rii ai minimi termini. (2). Ella lia ragione ili chiedere prove di fatto: sono queste che rettificano tulle le idee e perfezionano tulli i trovati, facendo accorgere delle verità alle (piali la sola teoria non basta Quanto al suo progetto, egli è di sommo interesse pei maestri; e riguardo agli esecutori, di qualunque ramo essi siano, potrebbe darsi che I’abitudini! venisse a rendere loro assai facile ciò, che a primo aspetto appare difficile o faticoso.