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maestri o ben anco da lui medesimo immaginata, alla situazione cd alle passioni de’ suoi personaggi in modo che efficacemente contribuisse ad un compiuto delizioso risultalo. - Protestiamoci pertanto riconoscenti verso la nostra impresa che volonterosa affrontò ingente dispendio c si assoggettò ad indefesse e straordinarie cure per far rappresentare il rinomato ballo che ognor veniva con entusiasmo rimembrato. Dalla riproduzione del Prometeo crasi in diritto di attendere un esito corrispondente alla importanza del lavoro, allo sfarzo ed alla molliplicilà delle decorazioni c del vestiario indossalo ad innumerevole turba. Ciò non ostante la sera del 20 la generale aspettazione fu ben lungi dall’apparire raggiunta, il successo sortì di mollo inferiore alla fama che lo aveva preceduto, cd, a voler esser sinceri, anche al merito intrinseco dello spettacolo; che, per alcune nubi cattive, per varj giri meccanici non lodevolmente travagliati, diretti e riusciti, pe’Ciclopi regalati di un occhio di più del loro attributo, per un avvollojo malamente finto da un ragazzetto, per Ercole, meno lioncscamcnte vestilo, non era permesso esprimere con tanta forza la disapprovazione come si fece al principio del sesto quadro, dimenticando che forse a’ nostri tempi mai ormisi veduti tre atti nel loro insieme sì maravigliosi come i primi del Prometeo, che auguriamo abbia ad essere primordio di una novella era nella coreografia. Fortunali noi che l’età nostra non ci lascia adito ad aggiungere quanto il gran ballo di riproduzione dello zelante Huss differisca da quello della primavera c dell* autunno del 1815, quanto Voritjinale, come pretendono molli nell’insieme e specialmente nelle particolarità, fosse superiore alla copia: in questa circostanza possiamo godere del presente senza essere tormentali dalle reminiscenze del passalo. Leggemmo peri» le lettere critiche intorno al Prometeo stampate nella novità dell’imponente, poema coreografico cd a norma degli odierni incontentabili vi trovammo notalo (pianto segue: E un vizio /’ ordine inverso d’interesse, con cui il ballo procede; poi prima di favellare del sesto atto ’■ si chiama lo sdegno sui dipintori delle scene i quali 1 si male questa volta risposero alPunivcrsale aspettazione; si taccia di meschinissimo effetto l’antro di I Vulcano nel quarto alto, e si vuole, perfino che il Tempio della Virtù nel quinto offenda assolutamente l il buon (pista; indi i poveri professori d’orchestra! vengo» dichiarali colpevoli di lesa armonia, perchè sbadatamente eseguiscono 1 incantatrice musica ccc.. ccc. Possan certuni imparare a dedurre che eziandio a’ tempi di Viganò lutto non era qualificalo di ugualmente, plausibile c per tal maniera le pretese loro abbiano ora un moderato confine. Della musica (I) de! Prometeo, la stessa applicata dal Viganò, se. non erriamo, ad eccezione di due ballabili e della scena dell’amorino precedente l’atto quinto, basterà dire che per la maggior parte è tolta dalle opere di Beethoven, Haydn, Weigl, ccc. c che in essa sorpassando qualche raro squarcio meno vero, non si finirebbe mai dall’ammirare quella ragionevolezza, quella espressione, quella parsimonia, quella venustà, quell’incanto che il più soave c toccante diletto generano nell’animo di chi l’ascolta senza alcuna prevenzione e con non contaminate orecchie. 1 moderni compositori di musica di balli sì proclivi al frastuono cd al fracasso dovrebbero oramai convincersi che camminano sopra una deplorabile e falsa via. Is. C. P. S. Le successive rappresentazioni presentarono qualche miglioramento: il pubblico fu più largo di applausi al Calte, alla Croehat, allo Zolli ed al riproduttore. (1) Presso Ricordi trovansi alcuni pezzi ridotti per pianoforte. VARIETÀ SENSO MUSICALE MEI R1GIPI Si è provalo più volle che vi hanno dei ragni che amano la musica. In un concerto che diede B. Romberg in Presburgo, un grosso ragno si avvicinò all’artista, appunto (piami’egli suonava un a solo. Un accordo duro c violento spaventò il ragno, nè ritornò se non (piando l’artista suonò un secondo a solo. II concertista assicura che gli fu dato osservare questo caso tant’altre volle. Un uomo degno di fede racconta pure che quand’egli studiava ancora al ginnasio profittava delle ore di libertà della sera per occuparsi di musica. D’ordinario i suoi studj musicali duravano a notte avanzala. Una volta che per caso levò gli occhi dal pianoforte, vide un gran ragno che dal muro ove appoggiava lo strumento scese lentamente, si fermò verso il mezzo del pianoforte, vi restò finche la musica fu finita, c ad un tratto scomparve. Questo fallo che si riprodusse più volle non avveniva, se non quelle volte che egli sedevasi al pianoforte, poiché quando non slava al cembalo, tutte le indagini per rinvenire il ragno erano vane, c ninna traccia di lui polcvasi scoprire. Allorché lo studente ritornò da un viaggio di vacanza che durò più settimane, e durante il (piale la sua camera era chiusa, ritrovò sul pianoforte lo stesso ragno morlo. Che l’insetto non fosse morto di fame, scorgcvasi chiaramente dalla robustezza del suo corpo; tanto più che v’hanno dei ragni che possono vivere lungo tempo senza nutrimento. fG. M. di Vienna). CENNI NECROLOGICI VOITIVUO AMADEO MOZART (figlio) B® a perdila che sarà seguila da giusti rammarici, è. quella che l’arte c la so5»cielà or ora fecero nella persona di Vol>2 fango Amadeo Mozart, nato a Vicina il 26 luglio 171)1, quattro mesi e dieci giorni prima che suo padre, il celeberrimo autore del Don Giovanni, cessasse di vivere. La madre, intenta ad assecondare le. felici disposizioni musicali del figlio, di poco oltrepassalo il primo lustro, lo affidò a Neukomm. Quindi Andrea Slreicher gli insegnò l’arte di suonare il pianoforte, cd Albrcchtsberger gli diede varie lezioni di contrappunto..Nel 1805 per la prima voila si espose in pubblico in una accademia a suo benefizio, eseguendo in un modo superiore alla sua età il gran concerto in do di suo padre, e producendo una cantata da lui composta in onore di Haydn, ch’ebbe mai sempre a dimostrargli affezione paterna c gli fu ben anco cortese di preziosi consiglj. Costanza Weber presentò il proprio figlio alla numerosa assemblea che lo accolse fra festose acclamazioni e fra la generale emozione. Ad ognuno parve vedere in lui un degno erede, del nome e del genio dei sommo che nella propria arte apportò immenso incremento: tutto allora sembri» presagirgli un brillante avvenire: un nuovo Mozart, nel più ampio senso del significato, si compiacquero in lui additare. Forse i comuni voli avrebbero avuto compimento se, invece di accettare un posto di maestro di pianoforte presso il Conte di Bavvorouski, che per cinque anni lo tenne confinato nelle sue terre della Galizia, c di stabilirsi poscia a Lembcrg, avesse alacremente in Vienna continualo la ben intrapresa carriera di conccrlisla c di compositore. Come mai fra le pedanterie c le noje di un continuo insegnamento, lungi da ogni stimolo, l’ingegno di un giovanetto può avere il necessario sviluppo? Dopo otto anni, vissuti ignorato o con poco frullo in quanto a’ di lui progressi artistici, Mozart verso il 1820 intraprese un viaggio nella maggior parte della Germania, dandovi concerti nelle principali città e tenendo dappertutto applaudito per la dolce sua espressione, pel grazioso c corretto tocco, c per alcune sue composizioni di un merito non volgare e tracciale dietro le infallibili norme del genitore. Fra queste emersero due concerti per pianoforte cd orchestra, un quartetto in sol minore, una sonata per pianoforte c violino, un trio (opera 19), una sonata per pianoforte solo, che furono pubblicale a Lipsia, Vienna e Parigi. Innanzi ritornare a Lembcrg, si recò a Copenaghen per abbracciare la madre, passata in seconde nozze col consigliere Nisscn, poi a Milano onde rivedere Carlo, suo fratello maggiore impiegato presso la Contabilità generale del regno cd eccellente cultore della musica, resosi ben anco più che mai benemerito nell’ammaestramento del pianoforte. Più tardi Amadeo si domiciliò a ienna, ove per l’aurea bontà e per la pacatezza del suo carattere, e per la sua compiacenza, non meno che per la sua abilita, si cattivò I’ amore c la stima di tutti. Nella straordinaria solennità della inaugurazione del monumento di Mozart a Salisburgo, avvenuta il l settembre 1842, 1 artista, la cui morte ora deploriamo, fu oggetto di speciale interesse e di particolari onori, tanto per la parentela che sì strettamente lo legava alF incomparabile. Salisburghese, come per un coro da lui stesso appositamente scritto su idee desunte dalle creazioni del padre, e per l’esecuzione del rinomato concerto in re minore a cui egli aggiunse alcune belle, cadenze. La vita artistica del Mozart (figlio) ha avuto luminoso compimento a Salisburgo, che dopo quell’epoca ei visse ritirato e tranquillo nel grembo di un’ottima famiglia a Vienna, da dove pochi mesi or sono assai vacillante di salute si allontano, in traccia del salutare farmaco ch’ei si riprometteva dalle acque di (.arlsbad. Ivi le sue forze di giorno in giorno disgraziatamente andarono affievolendosi, c, pel totale deperimento di esse, chiuse per sempre gli occhi alla luce nel giorno 29 prossimo passato luglio. Della discendenza dell’immortale Mozart pur troppo non rimane che Carlo, tuttora fra noi. Nel suo bell’animo questi possa trovare un sollievo per tanto infortunio! Is. Cambiasi. GEZETTIHO SETTIMÀIULE 8>I HII.AMO — Alcuni brani della Sinfonia in mi bemolle di Spohr c di quella in si bemolle di Beethoven, e d! una pure in mi bemolle di Krommer, un’Ouverture in re minore di Stuntz, quella di Obéron, dell’Assedio di Corinto, della Muta formavano giovedì il variato e brillante programma dell ultima seduta musicale del corrente 1844 nelle sale del Casino della Nobile Società. Sarebbe imitile qui rinovarc elogj le mille volle giustamente ripetuti a questa saggia istituzione cd ai Nobilissimi che sanno cosi decorosamente sostenerla, alla sceltissima Orchestra, c prima di (piesla al bellissimo talento del Ferrara che la presiede con un’intelligenza supcriore a (piai si voglia encomio. — / Caputeti alla Scala proseguono il loro cammino con sonnifera tranquillità. Si prova alacremente £rnani con tuli’ altri cantanti. — Il maestro signor Battista fu scritturato per comporre un’Opera pe! medesimo grande teatro nel Carnevale prossimo venturo. — Francesco Pospischil di Vienna (pianto prima giungerà a Milano, reduce da Roma ove S. S. il regnante Pontefice si compiacque accogliere la dedica della lodata cantata, di cui abbiamo parlato nel N..‘il di questa Gazzetta, concessione mollo rara e che il Santo Padre non suole sì facilmente accordare. Oltre essere abile compositore il signor Pospischil sa maneggiare con squisita perizia la fisarmonica. Questo valente dilettante venne, come si è detto ancora, eletto a socio di onore della Congregazione di Santa Cecilia dell’Accademia Filarmonica di Roma. CARTEGGIO PARTICOLARE [Genova 49 agosto 1844). A Genova la musica è in uno stato talmente deplorabile, che se ci stacchiamo dal teatro, lutto il resto non offre nulla di rimarchevole: mai un’accademia pubblica o privata di qualche entità, una funzione di chiesa un po rilevante: nulla insomma. - Venendo dunque al teatro, sabbaio sera si aprì la stagione d autunno coll’opera / falsi monetar) del maestro Lauro Rossi. Se l’esito (parlo della prima sera) forse non corrispose aifi aspettazione, parmi se. ne debba incolpare più il soggetto che la musica. Quel misto di serio e buffo non mi garba, c parve non garbasse neppure al pubblico, | che rimase in silenzio a lutti i pezzi scrii, e regalò di qualche applauso solamente alcuni pezzi buffi, ai (piali | la maestria del nolo sig. Galli diede qualche risalto,