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•i, dalla troppa simmetria delle cantilene. Queste forme, dalle quali i compositori moderni, non ostante tutto il 1 loro libertinaggio, non han voluto emanciparsi, sono,! cred’io, il maggiore ostacolo all’adozione dell’cndccasil’o nelle parti primarie dell’Opera, e sono (per dirlo di passaggio) la rovina dei libretti, i cui autori forzati a scrivere per ariette e duelli, ecc., schivano a tutto potere i versi lunghi, quelli clic in Metastasio formano la sostanza del dramma, c che ancora con tanto piacere si leggono. Adunque ove si vogliano adoperare proporzioni più grandi, un fraseggiar più ampio, un periodo, dirò ciceroniano, debbe sparire ogni difficoltò. E prova ne sia l’Ugolino del maestro Donizetli. Chi ben l’osservi troverà tra le altre belle cose questa forma grandiosa adattata al verso lungo, c con felice successo. La terzina dantesca pare essergli stata guida delle sue frasi, corrispondendo ciascuna di queste ad una di quelle là dove contengono sentimento finito; c dove il pensiero poetico è contenuto in due egli vi frappose un quasi recitativo. Leviamone solo un saggio. Alle parole: Io non so chi tu sic comincia un motivetto grazioso che comprende tutta la terzina; i membri della frase sono due, ma il secondo nè per durata né per corrispondenza è simmetrico col primo. La terzina seguente: Tu dei saper introduccsi pure con una cantilena tosto interrotta, perché le parole non volevano pastoja di forme. Si dirà forse che questo metodo non convenga al dramma? lo noi credo, perchè mi bisognerebbe anche credere clic la poesia c serva della musica. È forse migliore quell’altro uso di onorare di concerto solo poche lince che conchiudono la scena, quali sono le strofe liriche, c di lasciar gli antecedenti nell’oscurità d’un recitativo? Perché un’Opera attirerà solo l’attenzione quando ormai questa debbo cessare, quando un incidente, una peripezia, un intreccio od uno scioglimento tocca il suo fine? àia, se non erro, il maggior avversario clic possa avere l’endecasillabo debbe essere il canto. Le strofe brevi e simmetriche ricevono facilmente un cantabile come le canzonette popolari; il verso lungo non chiuso dentro a stanze liriche pare che ricusi drammatiche cantilene. E qui io domando solamente se sia sempre necessario il canto, cioè se la voce umana debba ognor sostenere la parte principale? Stimo che la poesia drammatica debba solo cantare dove conviene. Se l’orchestra non è più niente, l’affare è finito; ma se è qualche cosa, se uno degli clementi che compongono l’Opera, bisogna concedere che essa o tutta o in parte abbia d’avere l’incarico dun concetto, d’un sentimento, d’un colore che le parole appena accenneranno. Allorché qualche slromcnto sorte per un preludio, un intermezzo, od una chiusa non analoga al lutto, che vuole egli significare? Nel lUos’e che si vuol dire per esempio quel lungo a solo del clarinetto clic preludia alla scena del sotterraneo? Si confronti colle parole che seguono, o colla situazione dei personaggi, c si vedrà meglio la sua inutilità. Ottimo lavoro certamente, ma non opportuno. Ora quando il canto trovasse impedimento ncH’endecasillabo, lasciata la parte primaria a qualche slromcnto, basterebbe che egli con acconcio modulazioni od intonazioni esprimesse i sentimenti somministrati dal verso, sebbene questo metodo non debba già usarsi per siffatta necessità, ma naturalmente, c per la maggiore fortuna del dramma. Finirò questa lettera osservando come la bella composizione di Donizetli in nulla abbia scapitato secondando il metro dantesco. Quel suo fraseggiare acconcio alla terzina nuoce forse alla unità e varietà del lavoro? Trovo cantilene che vanno o ripetendosi in vario tuono, 6 rassomigliandosi; il principio analogo al fine, un accompagnamento eguale a sé stessq, del medesimo stile, un canto clic mai non tradisce l’affetto dominante della poesia. Solo mi duole di notare quelle cadenze imitate dai nostri improvvisatori. Come queste trivialità slan male insieme a tanta nobiltà di stile! Più diffìcile era con un lavoro un po’lungo a.voce sola evitare la sazietà. Pure nòn manca varietà, c la viene principalmente dai continui passaggi di tono, dalla diversità de’ movimenti, dagli svariati accompagnamenti; cosi che si può dire che il dolore tocca tutti i tasti per evitare quella monotonia facile ad insinuarsi in siffatte composizioni. Le quali, a meglio preservarsi da questa infermità non sarebbe egli bene che assumessero una forma più drammatica?. Mi spiego. In questo brano del divino Poema trovansi diversi personaggi: Dante che racconta, Ugolino introdotto a parlare, ed i figliuoli di esso Conte, prima cioè Anselmticcio che dice: Tu guardi si, padre che hai? poi tutti e quattro con quelle parole: Padre, assai ci fia min doglia, ecc. Filialmente Gaddo: Padre mio, che non m-ujuti? Inoltre le due ultime terzine del frammento: Ahi Pisa vitupero, ecc., non isdegnerebbero, siccome imprecative ed enfatiche, d’essere proferite da diverse voci. Con questi diversi attori il lungo a solo sarebbe stato da diverse voci, e terminato con un bei coro. Ecco quanto aveva a dire a V. S. intorno al nobile lavoro del nostro Donizetli, sebbene la giunta delle digressioni siami riuscita maggiore della derrata. Prosegua a regalarci di siffatte composizioni a fine che l’arte moderna abbia sempre innanzi ottimi esempj, ed, ove non intenda correggersi, non travii più oltre. Aggradisca, ecc. Vincenzo Pigliala. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — S. M. il Ite di Prussia, clic con tanta munificenza protegge la bell arte musicale, essendosi degnata accettare la dedica di due quintetti composti dal conte Cesare di Castclbarco, in data dell’undici corrente, diresse all’illustre dilettante una lettera colle più lusinghiere espressioni, resa ancor più preziosa dall’islessa sua segnatura sovrana. La notizia di quest’alto onore compartito ad un milanese, che alla splendidezza de’ natali unisce si distinte don e che alla musica con tanto amore si applica, potrà tornare gradita a’ nostri concittadini. Nel mentre noi facciamo al signor conte di Castclbarco le debite congratulazioni per I anzidetto onorevole testimonianza da lui ottenuta, non possiamo a meno di aggiungere, che avendo assistilo ad un’esecuzione dei suaccennati quintetti per due violini, due viole e violoncello, in essi, oltre leggiadre ed espressive immagini, ben appropriati intrecci c passi c svariale armonie e modulazioni, rinvenimmo quella severità di torme e di condotta indispensabile per prodursi nel più diffìcile arringo clic offra la composizione musico-slromeulalc da camera, la quale a’ nostri giorni pur troppo è negletta con grave danno dell arte. Pertanto maggior lode meritasi chi cerca di por freno alla odierna irruzione di futilità musicali con coscienziose opere, dalle quali si rivela la nobil mira dello-zelante autore più clic mai esercitato a composizioni di questo elevalo genere, avendo già fatto di pubblica ragione altri nove quintetti per gli stessi istromenti e molti quartetti. L’edizione riuscì di uua notevole magnificenza c quale convcnivasi all’augusto nome di cui va fregiata. — E già la terza volta che a Firenze si rappresenta con luminoso successo il Roberto il Diavolo: imponente spartito che a Trieste, Venezia, Brescia, Livorno, ecc. potè esser apprezzato, ed in Milano nessuno ancora pensa ad offrirci quel capolavoro che fece la fortuna di molti impresari e la delizia di ogni pubblico. — Il chiariss. cav. Romani in un piccante articolo vivacità, eh è carattere distintivo di ogni musica del Donizctti, la stessa disinvoltura, la freschezza medesima di disegno c di colorito, esservi graziose c soavi melodie, accompagnamenti opportuni, piacevoli combinazioni di suoni, due bei duetti, un finale eccellente,uua briosa polacca, un coro, unico coroidi veramente peregrina fattura, c finalmente un felice innesto di parlante c di canto, come conviensi al genere buffo, il quale più non si ottiene dagli odierni maestri ■. La Gambardella ed il Cambiaggio emersero nel sostenere con spontaneità e con brio le loro parti, ed essi contribuirono in sommo grado al favorevole incontro del Don Pasquale, atto a figurare in limitali rccmti,scnza I aggiùnta del frastuono della srossa cassa. — Viknx.v. il 19 aprile si diede sul Teatro Iiarntncrthor il Parbiere di Siviglia di Rossini col maggior successo. I principali eroi dell Opera furono la signora Garcia-Viardot nella parte di Rosina, e Ronconi in quella di Figaro, entrambe eseguite egregiamente. Salvi - conte d’Alinaviva - c Rovere - don Rarlolo- si distinsero pur eglino; Dcrivis - don Basilio-contentò in parte. Il teatro zeppo di uditori ricevette S.M. l’Imperatore con un quintuplo giubilante evviva. tGazz. teatr.) — Le sorelle Milanollo, partile da Monaco senza darvi un’accademia, sono arrivate a Vienna, c si faranno sentire fra poco. (Ivi) — Il famoso compositore di walzer, il maestro di cappella sig. Lanner, il cui emulo è il famoso Strauss, mori il 11 aprile nella sua casa di campagna a Diibliug vicino a Vienna. Al suo seppellimento, ch’ebbe luogo il 13 alle 5 ore pomeridiane, furono -- - " 20.000 persone di ogni ceto, c " " folla era maggiormente stipata Capo della banda musicale fu lo stesso Strauss. Il Lai pomeridiane, furono presenti più di di ogni ceto, c più di 400 equipaggi. La irniente stipata intorno alla di lui casa, la musicale fu lo stesso Strauss. Il Lanner nato a Vienna nel isoo, era tiglio di un guantajo, e suonò per l’ultima volta in pubblico il 22 marzo prossimo passato (I). (Gazz. teatrale di Vienna) — A Parigi Duprcz si è appellalo dal giudicio che lo condanna ad essere il Delfino figlio del Carlo VI di Halevy. (1) Chi non vede ora gli enormi progressi musicali de’ tempi attuali? I funerali di Beethoven nel 29 marzo del 1827, anco dopo la distribuzione di numerose carte — Nel nuovo ballo della Peri che si darà a Parigi non f( ri sarà che una sola parte per uomo. Questa modifica- s zionc prova un invidiabile ed imitabile progresso. g — Pare clic Roger c la Rossi abbiano prolungato il 7 loro contralto coll’Opéra-comique per cui resteranno a V Parigi lino alla fine di luglio. — La sera del 22 aprile doveva succedere la rapprc- i scntazione di congedo della celebre Damorcau-Cinti. — Sivori è partito da Parigi. — Londra. I concerti non sono meno numerosi, nè meno in voga a Londra che a Parigi. L’accademia reale di musica ne ha dato uno per aprire la stagione. Il programma era assai brillante, l.a prima parte era esclusivamente consacrala all’Oratorio il Paolo di Mendelssliou. Il duca di Cambridge presiedeva a questa solennità! Tra gli artisti clic si distinguono nei salons si cita un violinista d un merito distinto il sig. Eaigrovc, Miss Flower, dotata d’una potente voce di contralto. clic ha solo bisogno di essere coltivata per produrre uti grande effetto, ed infine un giovine cantante il signor Grcgg che ha debutato con gran successo nell’aria di li cinici - Ilevenge Thimotheus civis. — La folla s era recata al teatro Drury-Lanc, per assistere alla prima comparsa di Miss Clara Novello sovra la scena inglese. Essa avea scelto per debuto l’opera la Saffo, di Bacini, che non era stata ancora rappresentata in inglese. Il successo della cantante è stalo degno della premura che aveva eccitata. — Si parla a Londra della scrittura di mad. Ronzi de-Bcgnis, che a quanto dicesi debbo debutare nella Dorma. — La folla è sempre compatta al teatro della Regina. Le rappresentazioni dell’opera italiana appagano le più spinte esigenze dei dilettanti. — Mvniun. tamburini c aspettato con impazienza in quella capitale - Parlasi pure a Madrid d’una compagnia, Olona c Maiquez, che s’incaricherebbé di servire cinque teatri con tre compagnie liriche; impresa colossale, e che un giornale competente l’Iberia musical, giudica d’un successo incerto c pregiiidicicvoic ad ogni modo agli interessi dell’arte, degli artisti c del pubblico — A Madrid, al Conservatorio reale, si esegui nella settimana santa a beneficio di quello stabilimento, il capo d’opera d’Hayden, Le Sette Parole. — Hkidklbkko. Il grande festival è fissalo pel giorno 17 maggio, c durerà tre giorni. Esso avrà luogo, come al solito nel recinto delle mine del vecchio castello, ed il numero degli esecutori sorpasserà i mila c duecento. Saranno eseguiti La festa d’Alessandro di Rendei, ed II vecchio castello di Heidelberg, ballata di Zimmermann, di cui Mcndclsshon scrive in questo momento lo sparlilo. Non è ancor fatta la scelta delle altre opere che completeranno questa gran festa musicale. — - Nel dipartimento del Rodano, non si parla che dei concerti dati da Musard a Lione. Ciascuno vuol udire le seducenti composizioni di questo maestro. Musard non sarà di ritorno a Parigi che dopo aver diretta una festa in favore delle vittime della Guadalupa. — A Poscn Liszt diede un concerto con un gigantesco successo. — Il maestro Spontini ha ricevuto la decorazione del R. Ordine del merito Civile da S. M. il Re di Prussia. — Thalbcrg partirà il primo settembre peli’America. Egli andrà dapprima a Nevv-York. quindi a Boston, a Filadelfia, alla nuova Orleans, ed ha il progetto di giùngere fino a Calcutta. Non si dubita che il viaggio del sommo pianista non deliba essere una marcia trionfale. — Le ultime lettere di Batavia, capitale dell’isola ili.lava, annunciano’che la truppa di comici francesi diretta da Ménard, dopo aver recitato per molto tempo a Calcutta, era arrivata a Batavia, ed avea cominciato a darvi delle rappresentazioni che attiravano un pubblico numeroso, c che erano divenute il convegno degli europei di distinzione. E la prima volta che a Batavia si ha spettacolo francese. — A Rcims, il Roberto il Diavolo ottenne un brillante successo. — A Digione la Yiardot-Garcià fu accolta dalla società filarmonica con una premura, che dovette riescile assai lusinghiera all’illustre cantante. Nel concerto da essa dato colà il 4 aprile I entusiasmo fu senza limiti ad ogni pezzo. — A Bruges, un allievo di Fétis, il signor Agalhon de Potter di quindici anni ha composto un mottetto sulle belle parole del salmo - Super /lumina Babylonis. Il successo ne fu assai brillante, e tale da incoraggiare vivamente il bravo debutante. — Scrivono da Amburgo, in data del 7: «Il Senato ha risoluto di far costruire un edifizio, specialmente destinato alle pubbliche accademie. Questo edifizio, il cui disegno sarà posto al concorso, conterrà tre sale, di cui la prima avrà un’orchestra per 800 musici,.c in fondo un grand’organo di due mila canne e quattro tastiere; la seconda, un’orchestra per 400 o 500 musici, c la terza, un’altra per 150. Quest’ultima sala sarà specialmente destinata alle lezioni gratuite di canto, che la Società filarmonica di Amburgo fa dare agli operai ed agii alunni delle scuole gratuite.» La città di Amburgo esce dalle sue ruinc più bella c più regolare, con vie più spaziose, case più comode i c più eleganti: per 1,900, clic furono distrutte dall’inj cemlio dì maggio ultimo scorso, se ne hanno già 500, i clic presentano un aspetto nobile ed armonioso». (Gazz. Priv. di Venezia) GIOVAMI RICORDI EDIl’ORtì-l’BOPISIEIARIO,,VB. Si unisce a questo foglio il pezzo KT. 4 dell’ARTOIAMSIA C&ASSICA Ml’SICAIiE. Bai!’ 2. 35. Stabilimento Razionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria c Tipografia musicale di GIOV ARIVI RICRRDH Contrada degli Omenoni /V 1720.