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un'altra Opera, e crede avere all’uopo la potenza d’ingegno, si getti pure senza riserve o titubazioni sulla nuova via già segnata da tante illustri orme; o se ha timore di romperla interamente colle antiche abitudini della porzione di pubblico meno progressiva, in questo caso si riduca di nuovo nel vecchio campo, ove ai felici accozzatori di motivi leggiadri e di futili galanterie a tempo di valtz o di contraddanza rimangono ancora a raccogliere delle corone di qualche pregio! (1).


CARTEGGIO.

Firenze 12 Dicembre 1842 (2).


Dopo le vacanze autunnali, jeri mattina 11 corr. la nostra Società Filarmonica riprese il corso delle sue ordinarie accademie. - Affinché una istituzione non manchi allo scopo per cui è stata creata, fa di mestieri di tanto in tanto riportarla ai suoi principi!. Questa filosofica sentenza del celebre segretario Fiorentino fu quella forse che mosse la giunta governativa di questa Società ad offrirci in tale occasione il seguente programma. Parte prima. - Krommer. primo tempo della Sinfonia in D. Opera 62.

Krommer - Kyrie, Gloria e Credo della messa in C.

Parte seconda - Krommer - Sanctus e Agnus Dei della suddetta messa.

Grys - Concerto di violino con accompagnamento di grand’Orchestra eseguito del sig. Seméladis.

Parte terza - Krommer - Finale della suddetta Sinfonia in D.

Ognun si accorge che dalle graziose cabalette teatrali si torna al classicismo musicale ed a quel genere di musica più dotta, che né al teatro, né altrove può sentirsi eseguita, o seppure talvolta la si sente, non mai però in una maniera affatto completa. E tale fu difatti il precipuo scopo della Società Filarmonica fino dal suo nascimento, ma che poi venne trascurato proporzionalmente ai suoi varii ingrandimenti che in più volte ebbe a ricevere per l’affluenza degli amatori a cui piacque di associarvisi. Questo fatto retrogrado che si annunziava precedentemente con quel programma, fece in alcuno nascer timore di dover soffrire freddo nella gran sala per mancanza di uditori; ma la cosa riuscì in maniera totalmente opposta, giacché la località trovavasi già rigurgitante di accorrenti molto prima dell’ora in cui dovessi incominciar la festa, e la Messa di Krommer produsse il più grande ed inatteso effetto sull’animo degli uditori, tanto da chiedere anco la ripetizione dell’Agnus Dei. E ciò debbesi non tanto alla bella, chiara e ad un tempo dotta composizione del Sinfonista alemanno, quanto ad una esecuzione sostenuta col massimo impegno da una completa ed ottima orchestra, e da circa cinquanta coristi scelti in parte fra i migliori allievi delle scuole di musica delle belle arti, a cui unironsi i più dotti maestri ed i più abili dilettanti della Città. Le parti degli a solo furono eseguile dalle signore Enrichetta Lorenzi -Soprano, ed Arianna Ferrini - Contralto: quella del tenore dall’egregio maestro Ferdinando Ceccherini, e il basso dal signor Alessandro Franceschini. Non ci tratterremo in superflui elogii, solamente rammenteremo che fra questi degni esecutori di musica egli è ben noto il nome del maestro Ferdinando Ceccherini, che al dono di una bellissima voce di tenore unisce un’arte perfetta nel canto, una somma dottrina come precettore di esso, ed una abilità di gran lunga superiore al comune, come compositore di dotta e vera musica da Chiesa. - Ci giova sperare in fine che la nostra Società Filarmonica vorrà continuare ad offrirci di tali trattenimenti per i quali il pubblico non dimostra più quella ripugnanza che altra volta avrebbe dimostrato, talché ne sembra aver egli assai progredito nel buon gusto dell’arte musicale. Al nostro maggior teatro di Via della Pergola sono di già incominciate le prove della grand’Opera - La Regina di Cipro - musica di Halevy, a cui debbe succedere il Freyschütz di Weber. Nel passato secolo, tanto i cantanti che le Opere in musica formavao un ramo d’industria degli Italiani, del quale faceasene commercio d’esportazione; oggi questo commercio attivo incomincia a divenire un cambio, che forse potrà tornare a vantaggio reciproco. Anco altri due teatri saranno nel prossimo carnevale aperti alla musica, cioè il teatro Leopoldo ed il teatro Alfieri. La concorrenza suol perfezionare la manifattura, speriamone bene per l’arte musicale.

Parigi. La riproduzione del Tancredi al nostro Teatro Italiano badato argomento di molte ciance ai nostri Giornali musicali. I confronti inopportuni, le critiche anzichenò maligne, le lodi cortigiane fioccano dalla penna de’ nostri articolisti ai quali non preme tanto accostarsi più o meno al vero, quanto il dar prova di finezza di spirito e di mordacità. Anche la Polemica ha voluto insinuarsi nel campo della critica riservato alla riproduzione dell’antico capolavoro rossiniano. Ho detto nell’antecedente mia che il signor Viardot, marito di madama Paolina Garcia, se l’è pigliata molto fieramente contro la Révue des Deux Mondes per aver questa osato censurare sul vivo l’illustre virtuosa, immemore forse che in altri tempi s’era dato premura d’alzarla alle stelle. Ma la Révue ds Deux Mondes in una recente sua Rassegna musicale, rimbecca con una freddezza luntantino sarcastica l’offeso marito della prima donna e gli osserva, credo a buona ragione, che se due anni fa ebbe la bontà di trovar degna di elogi madama Garcia, ed ora al contrario le pare meritarsi non poco biasimo, ciò non vuol dir già che il giornale sia in contraddizione con sé stesso, ma si che la virtuosa dal passato al presente ha fatto un cambiamento sì infelice che non è da maravigliare se dall’encomio si è venuti al biasimo. E per sostenere il suo assunto con delle prove di fatto la Révue des Deux Mondes nella sua Rassegna Musicale si dà la pena di sfoggiare un pochin d’analisi intorno al modo col quale la signora Garcia Viardot interpreta la parte di Tancredi, il che per vero dire non è a tutto vantaggio della novella interprete dei soavi e passionati concenti rossiniani. In questa rassegna della Révue des deux Mondes è soprattutto notevole un passo piuttosto lunghetto nel quale si dicono delle cose molto lusinghevoli sul conto di madama Pasta. A voi altri milanesi, che si giustamente avete tanta stima dell’illustre artista vostra compatriotta, non spiacerà il veder qui riprodotto questo passo. (3)

Ho a darvi tre notizie che fanno grande onore a tre distinti artisti italiani oche attestano in quale alto conto il merito sia presso gli stranieri apprezzato senza distinzione di patria:

1.° Galli Filippo fu nominato professore di Canto presso il R. Conservatorio di Parigi.

2.° Rubini ebbe dal Duca di Sassonia Weimar la medaglia d’oro del merito civile.

3.° La Linda di Chamounix dell’egregio Donizetti sta traducendosi in francese dal signor Ippolito Lucas per essere prodotta sui principali teatri dei nostri Dipartimenti.

In fatto la nuova Opera che Auber sta componendo non si intitolerà già La parte del Diavolo, come vi scrissi in altra mia, (questo titolo non incontrò il gradimento che se ne sperava, ed era da immaginarsi) ma prenderà nome dal celebre cantante italiano Farinelli, notissimo, ben sapete, nella storia delle meraviglie musicali. Nientemeno che da virtuoso di camera di Filippo V. di Spagna, ei ne divenne il ministro principale, e fece prova in questa carica di una integrità e accorgimento degni di un consumato uomo di stato. Le avventure singolari di Farinelli si prestano molto bene ai quadri svariati e piccanti di un libro per musica. Attendiamo dunque da Auber un altro capolavoro degno da essere posto a pari della Muta di Portici e di Fra Diavolo. Non ho per ora altre più importanti notizie a comunicarvi. Farò di raccoglierne delle migliori per una prossima lettera. Credetemi sempre il vostro.

G. C.




NOTIZIE MUSICALI ITALIANE


Palermo. L’impresa di questo teatro sembra voglia superare ogni altra nel porgere alle scene melodrammatiche italiane abbondante copia di nuovi spartiti. Dapprima offrì la Matilde di Monforte del Fodale, contribuendo all’esordire di un giovane maestro di belle speranze. — La sera del 12, scorso mese, fece quindi rappresentare Francesca Donato tragedia lirica da Romani scritta per Mercadante, ed ora nuovamente posta in musica dal maestro Pietro Raimondi direttore del Conservatorio di Palermo. Il profondo contrappuntista più che mai in questo imponente lavoro fece palese la singolare sua valentia scientifica, ed in varj punti fu eziandio assecondato dall’inspirazione come nel grandioso coro d’introduzione, nella leggiadra cavatina del soprano (la Clerici, che dovette ripeterne l’allegro), nel terzetto con cui chiudesi il primo atto, nel secondo finale, ed in un duetto nel terzo atto. La già nominata cantante fu assecondata con impegno dall’Orlandi, dal Winter e dal Superchi. Nel corso del carnovale l’egregio Mandanici produrrà la Maria degli Albuzzi con poesia del Somma, affidandone l’esecuzione alla Marini e ad Ivanoff, poi Manzocchi darà un’altra opera nuova, ed infine Pacini, al chiudersi della stagione, esporrà una partitura espressamente immaginata per questo pubblico, che dall'autore della Saffo e della Fidanzata Corsa si aspetta grandi cose. Voglia il cielo che almeno una delle cinque opere possa esser tale da riuscire di vero ornamento alla scuola italiana!

Torino. Senza il fatale accidente di una grossa ruota che al cominciar dello spettacolo dall’alto cadendo entro le scene uccise una comparsa e ferì mortalmente due suonatori della banda, la Caterina di Guisa, le cui prove vennero dall’istesso Coccia dirette, avrebbe ottenuto un pieno successo. La Malvani, il Fornasari, il Salvi si procacciarono i generali suffragi, ed ottennero varie chiamate insieme al compositore. - Mercadante è qui; già si sta studiando la sua opera nuova - Il Reggente.



DIZIONARIO MUSICALE

CRITICO-UMORISTICO

Continuazione.


Acconciare. - Col maggior coraggio che sia mai molti sedicenti maestri di bel canto acconciano le frasi melodiche per adattarle all’estensione delle voci, e non di rado per farle vittime del capriccio de’ Cantanti; o dell’ancor più ridicola vanità di coloro che tutto il pregio del canto fan consistere nello stare sugli acuti, sia pure a costo di strillare, di stonare senza pietà per gli uditori di buon orecchio, a pericolo di trovarsi rauchi come ranocchi dopo poche battute (V. Acuti-Strillare). E indubitato che si dovrebbe rispettare nella totalità del suo getto il pensiero del Compositore per conservarne intieramente il senso e lo stile; e per ottenerne la pienezza dell’effetto concepito dal Maestro (quando tali concepimenti non siano aborti melodici di effetto ad libitum, de’ quali non v’è penuria) ma finché non si sapranno adattare le Opere ai Cantanti, o i Cantanti alle Opere (V. Appaltatore-Impresario), finché si farà cantare il Baritono dai Bassi, il mezzo Soprano dai Contralti e via via, stravolgendo ogni genere, sprezzando ogni limite a dispetto della natura e del buon senso, finche dureranno tali vergogne dell’arte, fatali alle gole non solo ma anche ai polmoni de’ Cantanti, bisognerà pure adattarsi ad acconciare la musica alle voci de’ singoli Artisti, affinchè, se pur troppo dobbiam sentire di rado quél vero Cantar che nell’anima si sente, non abbiamo almeno a sentirci straziare (altro che dilettare!!) le orecchie da strilli che rendali necessaria la garanzia del... (V. Abbambagiare). Queste storpiature melodiche dovranno farsi finché vi saranno maestrini i quali non sanno che la natura ha fissato i limiti alle sci specie di voci umane, e che al di là di que’ limiti non v’è più canto ma strillare ma gridare, non più diletto ma disgusto, non più arte ma fatica facchinesca che, mentre rovina l’artista, deve far soffrire l’uditore di tempra dilicata; che non sanno che lo scriver note oltre ai limiti naturali è lo stesso clic guastar le voci c le casse delle voci, è lo stesso che disgustare gli uditori col più efficace de’ mezzi che natura ed arte offrano pel diletto degli uomini, e lo stesso che voler graffiare invece di solleticare; che non sapendo commovere, dilettare, sbalordiscono, assordano tuonando come uragani (V, Fracasso), e per salvare dagli armonici marosi ii povero canto, lo tengono continuo sugli Acuti (V. Tessitura), coi quali possa dar qualche segno di vita nel naufragio; che ansiosi di buttare su di un palco scenico uno Spartito, non sanno resistere alle goffe pretese de’ spurj figli d’Euterpe, i quali, non conoscendo nemmeno la propria gola, ignorando che diavolo di roba sia la vera arte, non sapendo ove sia riposta la bellezza, la forza drammatica del Canto, tutta mettono la speranza della gloria e del guadagno nel farsi sentir da lontano. Ma, e finché si dovrà mutilare, acconciare (per le feste), imbastardire le melodie, almeno chi dovrà fare tali acconciamenti, affinchè, sieno almeno soffribili, non urtino barbaramente contro al senso della poesia, non facciano a’ pugni coll’armonia clic accompagna il Canto?.. forse i Maestrini di Canto?... eh Dio ci guardi! (V. Maestrino), forse i Cantanti?... misericordia! (V. Puntare).

N. E. Cattaneo.

(Sarà continuato)


NB. A scanso di ogni maligna interpretazione affermiamo che lo scherzoso articolo dato in uno de’ passati fogli col titolo: Un Automa Soprano non acchiude la menoma allusione. Siamo troppo avvezzi a dire francamente ciò che sentiamo per aver bisogno di ricorrere a modi indiretti onde far prova del nostro umore critico.



GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.


Si unisce a questo foglio una nuoa Romanza del Maestro Donizetti che si dà in dono ai signori Associati; parimenti si uniscono il Prospetto Generale delle Materie contenute della prima annata della Gazzetta Musicale e la coperta e frontispizio dell' Antologia Classica, Vol. I.



Dall’ I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIVANNI RICORDI

Contrada degli Omenoni N. 1720.

  1. Dei cantanti ci occuperemo specialmente in altra occasione
  2. Per imprevedute circostanze non si potè prima d’ora pubblicare questa lettera.
  3. Si darà nel prossimo foglio.