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- G3 lene, semplici, graziose c soavemente espnMsivci inv provvisa in un modo sorprendente sopra proposti sOg’getti clic meravigliosamente sa svolgere. Nelle sue composizioni ed improvvisazioni preferisce il genere descrittivo, c questa mattina in mia presenza improvvisò una corsa insilila, immaginando olì bell"allegro sempre seguito e che andava incalzando; mentre ei domandò se doveva far rovesciare la slitta, ed essendogli stato risposto adesivamente, senza frapporre alcuno interruzione introdusse svariate modulazioni, cambiò di tempo c di tuono c dipinse al vivo la emifusione c fc grida de’ rovesciati, e poi con incantevole spontaneità ritornò al primo motivo, dicendo con un bel garbo elle i signori cransi di nuovo posti nella slitta. Allora Ulto’ degli attoniti astanti Io pregò di esprimere urta separazione, ed egli modulò tosto una affettuosa c toeeantc melodia in minore. Sembrava un mistico ente elio inspirato desse un addio ad un luogo di delizie eolia speme di presto ritornarvi. Quanto dir si potrebbe di questa meraviglia sarà sempre al di sotto del suo merito. L’altra sera, ritornando dal teatro di Porla Corinzia, dopo aver udito per la prima volta la Lucia, opera clic con immenso successo qui si rappresenta in tedesco, dietro inchiesta di varie persone a memoria ne. scrisse vari pezzi con tutta la slronienlazione, e si vocifera, mentre eseguivano il finale (mi pare) di ciotto spartito, aver egli detto: È curiosa, ci sono due quinte di seguito e due quinte non si devono fare. Essendo stalo riferito a Donizctti una tale osservazione, l’illustre maestro, diccsi, abbia risposto: E vero, egli ha ragione; ma qualche colla si può prender delle liberiti. basta che esse non urlino troppo all’orecchio e serrano all’offello del canto e della situazione poetica. Sono cose che a raccontarle non sembrerebbero vere se non si sapesse il Mozart col Misererò di Allegri averne già realizzate di parimenti prodigiose. Questo genio si sarebbe forse perduto senza il fortunato accidente che sono per raccontarvi, giacché suo padre non voleva assolutamente che si occupasse di musica, anzi Io castigava se di nascosto componeva. La contessa Taf, trovandosi nelle sue terre, aveva bisogno di far copiare, anzi trasportare, un pezzo di musica per pianoforte, e domando se non vi sarebbe stalo nel paese qualcheduno capace di farlo, al che le venne risposto non esservi che il figlio del suo agente; essa allora fece chiamare il Lenoni c fu assai sorpresa nel vedere un ragazzino, né credeva che ci potesse trasportare il pezzo, c fu oltremodo meravigliala (piando senza neppur un errore lo trovò posto in altro tuono, e lo udì ben anco da lui eseguito correttamente. Nei passalo ottobre essa Io condusse a Vienna per farlo educare e lo affidò al chiaro -contrappuntista Sechici-. Egli prende lezioni eziandio di pianoforte, ma quasi contraggenio, mollo annojandosi a studiare gli esercizj Duramente meccanici, indispensabili per acquistare sicurezza di portamento su questo istromento. Avvi chi assicura non essere rriài accaduto al piccolo boemo difare uno sbagliò di contrappunto; nello stendere le partiture solo i clarinetti gli danno qualche volta un po’ da pensare. Dopo la musica dell’immortale creatore del Don Giovanni egli dà la preferenza a quella dei maestri italiani. Ciò che ora scrive non si risente del gusto dominante, ma sembra una felice derivazione c spontanea fusione degli stili di Ha/d»,.Mozart, Cimarosa e di quello della prima maniera di Rossini; la dolcezza e semplicità del canto c il principale attributo di questo quasi soprannaturale compositore 11011 La precocità del Lenoni é un fenomeno ed uno dei problemi i più difficili c complicali il cui esame c scioglimento può esser abbandonalo alla sagacità c pazienza de" psicologi.... ii Ammettendo questa Cronaca Drammatica dettata dal sig. G. I. diamo risposta all’invito che il medesimo ci ha fatto nella lettera inserita nel foglio N. 13 di questa Gazzetta. CRONACA DEL TEATRO RE DRAMMATICA COMPAGATA al servizio di §. M. Sarda. Passando sotto silenzio alcune traduzioni o riduzioni dal francese poco note o nuovissime, che, se non altro, valsero, nel corso delle or finite rappresentazioni quadragesimali, ad escludere ogni ragionevole motivo di lagnanza intorno alla proverbiale rancidità, di cui taluni, piuttosto per tradizionale abitudine che per giustizia, vanno accagionando il repertorio di questa compagnia, di quattro novità, che al nostro paese direttamente si riferiscono faremo qualche parola. Sono queste: I Bagni, commedia del signor Nota; Gilbert, dramma del sig. Celestino Rcgis piemontese; Il Galantuomo }>cr transazione, commedia postuma 1 del conte Giramf;. e’ Giusejìpe Pcraechi, nuovo attore j stato ultimamente scritturalo’ per le parli di giocane i A chi volesse per amor di confronto ravvicinarli, la commedia rtéf Nota’ ed if dramma del Uegis presenterebbero l’antitesi più segnalata. Quella sorride sopra (donne umane e pressoché innocue debolezze, o assolutamente od unicamente destinata ad eccitare l’ilarità nello spettatore, ed il suo principale interesse in tuli’altro consiste ohe nell’importanza dell’argomento fondamentale, il quale ei ricorda la l’iuta ammalala del Goldoni, fatta centro intorno a cui aggruppare alcuni intrighi più o meno piccanti o ridicoli imitati da quelli clic (ialino luogo più di frequente fra le persone che soggiornano ai bagni, precisamente alto stesso modo coti cui la Kosaura del poeta veneziano serve di mezzo onde smascherare l’Impostura c l’ignoranza di alcuni medici. Questo, cioè il dramma del Legis, fonda all’incontro nella gravità del soggetto il suo Principal titolo al suffragio degli spettatori; Gilbert é una eccezione sociale, é un poeta incompreso, che in tempi posteriori avrebbe forse trovalo un eco a lui più favorevole, ma che rimane conquiso dallo Spirito beffardo e dal materialismo di Voltaire c compagni, ai tempi dei quali egli visse; perseguitalo come Tasso, mendico come. Cmnocns, finisce collo smarrir la ragione, c muore d’una morte inaudita, inghiottendo ila chiave della cassetta che racchiude i suoi scritti, follemente sperando così di toglierli al pericolo di cader nelle mani de’ propri nemici; / bagni, a nostro credere, hanno diritto airosliniazionc del critico imparziale, perchè la temuta del subbictlo é avvalorata dalla buona proporzione e disposizion delle parli, dalla scorrevolezza c verità dei dialoghi, dalla spontanea attaccatura c dal semplice intrccciamenlo dell’1111 filo coll’altro, perchè insomma appariscono l’elaborato prodotto di un uomo clic dà rapai-radi sapere diquclla pratica di cuiposI sono essere al possesso soltanto coloro clic da lungo tempo I sono esercitali in un’arte. D’incoraggiamento ò poi deI gno senza dubbio il signor Legis, clic stampa adesso le j prime orme nel difficile arringo drammatico. Certo ’ egli ha «inolio di apprendere a dar più movimento a’ suoi j scenici lavori, introducendovi un maggior nùmero di incidentic di fatti; poiché tolta così la monotonia dell’azione ed avuto modo di farla progredire più rapidamente, il calore delle parole ch’egli sa mettere in bocca a’ suoi personaggi ricscirà di ben altra efficacia; ina chiarisce fin d’ora un criterio abbastanza retto net condurre a fine le cose ch’ci si propose, e davvero secondo noi disimpegnossi in modo lodevole, della difficilissima situazione di esporre sulle scene una morte si strana «piale é quella prodotta da una chiave inghiottita. Forse era meglio abbandonare affatto questo argomento, perché in sé stesso spaventevole e ributtante nella catastrofe; perché dipinge la condizione eccezionale di 1111 uomo, compassionevole si, ma clic non può essere ugualmente degno «li compassione per tutto il pubblico; perché finalmente l’autore fu obbligato dalla necessità del soggetto a trattarlo in un modo che, per procurare ili farci intendere, diremo didasea- j lico, e clic per interessar veramente esigerebbe una ’■ classe speciale di spettatori; sì lutto ciò è veris- i simo; nondimeno questi errori dell’inesperienza cdcll’ardor giovanile, questi effetti del desiderio naturalissimo di voler far puntello a sé stesso «li ùn personaggio elevalo, pare a noi delibano trovare facile scusa c non togliere al certo, per freddo abbandono, la dolce lusinga a questo giovane di riuscire a buon termine, percorrendo «inetta strada di cui adesso non fece che, varcare le soglie. Del Galantuomo per transazione del conte Giraud, ne fu interrotta la recita prima che il quartetto finisse, lln graziosissimo prologo in versi marlclliani con cui l’autore ingegnossi di predisporre a pròprio vantaggio, 0 a dir meglio a vantaggio del proprio protagonista, gli spettatori, non valse all’intento; la commedia fu trovata priva d’intreccio, come sbiadito 0 non abbastanza chiaramente delincato il carattere del personaggio da cui prende il titolo. Queste cose sono vere, ma secondo noi, l’impazienza del pubblico fu nondimeno soverchia; bisognava lasciar finire e quindi disapprovare. A giustificare poi il conte Giraud, il piacevolissimo autore del Don Desiderio c dell’.Qo nell’imbarazzo, l’italiano conte Giraud, che, a malgrado di questa sua caduta, noi ci prenderemo quasi la libertà di chiamare addirittura Giraudi 0 Girando poiché la desinenza del cognome lo fa troppo di frequente scambiare con uno straniero, a giustificare questo valente commediografo di cui deploriamo sempre la perdila, valga I osscrvaGalanluomo per transazione, celie probabilmente rimase postumo, per l’unica ragione ch’ci lo teneva in conto di ben poca cosa. Passiamo al sig. Pcraechi; noi lo abbiamo sentilo tre sole volte; una nella Duchessa ed il Paggio, l’altra negli Innamorali, c l’ultima nella Famiglia imbarazzala per amore. È un giovanetto che promette assai, c nelle parli di Fulgenzio e d’Isidoro piacque anche più che in quella di Paggio, «love, ci sembrò pendesse un • pochino alla cattiva scuola; a quella scuola clic dc!; clama 0 grida c non parla. Ma, intendiamoci bene; ali|j binino detto ci sembrò chc pcndessc, perché veramente in quella prima parte non ha precisamente’ né gridato, lì né declamato, sebbene non ei sia partito scrupoloso ccr|j ealor di «jiiel vero di cui adesso possediamo anche noi un j modello in Gustavo Modena. Vogliamo nondimeno spe| rare che i nostri dubbi non si faranno cortezza, quej sto signor Pcraechi avendo in sé. quanto basta, ov’egti approfittare ne sappia, per dare alla Commedia italiana! un buono ed elegante amoroso. La sua voce é gra|| devote, e salmo certi che coll’esercizio riuscirà anco a onderln nlipianto più robusta; questo ottenuto, glielo tiriamo per tempo, non ne abusi per carità, poiché nulla ’Ila di più difettoso in 1111 artista drammatico di quello li gridare; gridare e dimenare le braccia sono due rribili difetti, sui quali ei fermiamo da bel principio, loichè pur troppo sono difetti comunissimi c pressoio’; contagiosi! Ci parrebbe di aver guadagnato assai c arrivassimo a liberarne gli artisti futuri! G. I. CARTEGGIO Parigi La novità musicale più importante di questi ultimi giorni si è il Carlo VI di Ilalévy, clic ottenne un grande e meritato successo aU’Opéra. Tutti i giornali si occuparono, come é facile supporre, di questo nuovo lavoro, e tulli vi trovarono «ielle grandi bellezza cromatiche e poetiche, commiste ad alcune imperfezioni, fra le quali la più eminente é forse l’eccessiva lunghezza. Cinque grossi atti, divisi ciascuno in un rispettabile numero di scene, metto» un tributo 1111 po’ troppo forte sull’attenzione pubblica; per quanto talento vi metta un autore, per «pianto egli sia vario e. brillante ne’ suoi concetti, splendido c ricco nella sua istrumcnlazione, non sarà però meno vero clic sei ore armoniche possono alla fine stancare la pazienza del più devoto ed intrepido spettatore. Dettovi questo, io non vi farò un esame minuto di quesl’Opcra colossale, giacché la mia lettera assumerebbe delle proporzioni decisamente gigantesche. Io non v’accennerò neppure i pezzi clic esercitarono una viva impressione sul pubblico, e clic riscossero l’approvazione degl’intelligenti pcll’ingcgnosa loro tessitura; giacché quésta nomenclatura inutile per voi, ricscircbbc per me alcun poco nojosa. Io mi limiterò quindi a dirvi clic l’autore della Juioc arriccili la scena francese d’uno sparlilo degno dell’alta sua riputazione, c che si manterrà lungo tempo c con successo nel repertorio deu’Opéra. Forse in alcuni pezzi gli mancò l’ispirazione, forse alcuna volta egli accettò «Ielle, idee clic non hanno «ma grande impronta di novità c di bellezza, ma dappertutto egli lasciò campeggiare quella sua maniera larga, energica, polente, clic indica nell’IIalevy un artista profondo e coscenzioso, clic studiò seriamente, c che nbborre da quella leggerezza vuota c superficiale, clic seduce facilmente le masse, ina clic le nausea ancora più facilmente. Il libretto «lei fratelli Dclavignc é una delle più belle composizioni di questo genere che sia mai stata offerta ad un pubblico. L’azione ne é chiara c drammatica, la versificazione brillante ma forse un po’ troppo lirica, e tutte le passioni vi sono messe in movimento, cominciando dalle patriotiebe per discendere fino alle amorose, mantenendo sempre vivo l’interèsse. La mise cu scene ò prodigiosa; l’Opera ha sfoggialo 1111 lusso, una pompa, una prodigalità nel vestiario c nelle scene, superiori ad ogni credenza; paro clic il palco scenico sia divenuto il regno «l’un incantatore, che vi fa passali; col solo agitamento della sua verga da meraviglia Fu concesso un privilegio ni signor Antenore Joly per la creazione d’im nuovo teatro lirico. II pullulamento inesauribile dei fabbricatori di cantilene, «li pezzi concertati c di spartiti fece sentire il bisogno «li aprire una nuova uscita, per cui potessero scaricarsi queste fontane musicali, clic abbondano dappertutto, ina principalmente a Parigi. II ministro dell’interno si acquistò con tale concessione dei diritti alla riconoscenza di coloro clic amano i progressi dell’arte, e, che desiderano che sii;no offerti dei mezzi allo sviluppo dell’ingegno. Nel nuovi) teatro sarà permesso il dramma e con arie nuove, e l’oliera semiseria in due atti. Queste due ultime attribuzioni lasciano credere clic il genere lirico vi dominerà a preferenza d’ogn’altro, tanto più non essendo determinata la proporzione delle opere clic potranno essere ammesse. Io vi assicuro clic aperta questa nuova lizza non mancheranno i concorrenti; gli artisti si sono pur troppo moltiplicati eccessivamente, c tutti cercano di mettere in giro le proprie merci; peccato clic i consumatori comincino a disgustarsi vedendo alla fine clic tulle le stoffe si assomigliano, e che tutte le vivande hanno lo stesso sapore. Io non vi parlerò dei concerti che continuano, «lei j balli clic non cessano, delle sottoscrizioni polla Gua! dalupa clic riempiono, termine medio, due colonne dei | nostri giornali politici; questa volta voglio esser breve I, a tutti i costi, cd io spero clic me ne sarete ricono- ’ I! sccntc. Credetemi. Il vostro G. C.