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la relaziono die gli accordi hanno con la scala dei due modi, tralascia quella che hanno con la scala di modo minore, e commette l’enorme sbaglio di collocare 1 accordo di sesta eccedente sulla seconda del tuono: parla del rivolto degli Accordi, e dichiara non rivoltabili gli Accordi di nona e di sesta eccedente: dà un imperfettissimo abbozzo della teoria della modulazione. e mentre predica la massima dannosa, di riguardare la musica siccome un continuo passaggio da un tuono all altro, si estende in cose inutili, e le veramente utili in parte tocca leggermente, e in parte trascura affallo; entra nella materia delle note estranee aU’armonia, e si limila ad accennare alcuni pochi casi dell’uso dei Ritardi; e infine non lascia sfuggire occasione di accusare siccome erronee, od imcomplete, o prive di fdosofia le altrui dottrine, meutr egli con la sua fa prova di non conoscere, abbastanza nè Scala, nè Modo, nè Tuono, nè Accordi, nè Armonia, nè Contrappunto, nè Ritmo, iiè Storia, nè veruno dagli accessorii onde si adorna l’Armonia. (Net p.Jòglio si darà V ultimo articolo.) MUSICA SACRA Il Salmo Ijumtate, a due cori reali con accompagnamento di Organo, e di ContralibaMSO Scritto dal celebre maestro Francesco Basily per la Sacra Santa Basilica di S. Pietro ili Roma, cd eseguito il giorno 18 gennajo A chi avrà considerato, o sarà per vedere ben addentro, le opere del Basily, non isfuggirà punto, per poco sagace eli’ ei sia, che il precipuo merito di questo compositore rifulge nel servire al suo testo colla più ■squisita filosofia. Grande merito invero ed eccellenza d’arte è questa, che della numerosa schiera de’ compositori lo proclama primo luminare d’armoniche dottrine, e facitore di sacri cantici quali soli si addicono alla santità del Tempio. Se non che, per una anomalia del nostro secolo eminentemente progressivo, mentre ogni utile disciplina d’arti e di lettere tende al proprio perfezionamento, al quale non saprebbe giugnere che per impulso d’uomini sommi, pure avviene non di rado, che di codesti pochi grandi non se ne faccia, qual si dovrebbe’, onorata menzione, e per non parlare d’altre amarezze, lasciandoli rincantucciati e negletti, e le opere loro dannate sono al più vituperoso silenzio, mentre si magnificano oltre misura i travagli di non pochi uomini mediocri. Sciagura fu questa invero d ogni secolo, ma nel nostro la è ben anco, come dissi, vera anomalia dell’umano spirito. Tali pensieri mi occupavano la niente, e mi stringevano il cuore nell’uscire dalla Basilica di S. Pietro il giorno 18 gennajo dopo di avere udito tal pezzo d’italiana armonia bastevole a dar fama ad un artista, e del quale, niuno che io mi sappia, ha fatto motto, e che forse è destinato al silenzio sepolcrale di un archivio!! I salmi aprono ai compositori del merito del Basily un vastissimo campo per tutta spiegare la valentia del loro ingegno. Sul finire del secolo deciinoseltimo il gran P. Marcello dedicandosi a vestir di note questi sublimi concetti, si ebbe tal fama clie non poteva essere la maggiore. La musica di oggidì, arricchita di mezzi di esecuzione, fatta libera da me Ite scolastiche regole che inceppavano i voli della fantasia, e credute in allora di rigore, può, se trattala da un grande artista, produrre degli effetti anco maggiori. La quistione tanto agitala se la musica sia giunta al suo stalo di decadenza o di perfezionamento, non è che un vano cicaleggio per chi io.’simile controversia non è dominato che da cieco fanatismo.. Deraduta è certamente la musica presso alcuni guastamesliere, i quali hanno l’arte bruttamente prostituita-, ma trattata da un grande, e nel caso nostro dal Basily, essa è giunta all apice di quel hello cui non fu tocco da’suoi antecessori. Con ciò non intendo di sfrondare menomamente l’alloro che circonda le tempie de’grandi maestri, gloria de’passati secoli, ma di provare a mio assunto che la musica, non diversamente delle belle arti tutte, è soggetta aneli’ essa ai cambiamenti che il volger degli anni, il progresso della civiltà, ed anche il capriccio della moda sogliono trascinar seco imperiosamente. Joraelli, Pergolesi, e tanti altri, ci hanno dato cose grandi e per il loro secolo forse insuperabili, ina a’tempi nostri per le sole accennale ragioni, astrazione fatta dall’ingegno che nel Basily voglio ammettere uguale nè punto superiore ad essi, egli è certo, ed ogni imparziale giudice in fatto di musica dovrà convenirne, che quelle celebri composizioni, a fronte di questo recente Laudate, per non dir d’altro, sono nenie da non poterne avventurare il confronto, e ciò ho voluto avvertire per svergognare certi fanatici, e certamente digiuni di studi musicali, i quali l’antico, soltanto per esser tale, bandiscono a suon di tromba, volendo per tal guisa condannare all’inerzia i belli ingegni contemporanei, ed impedire l’incremento delle arti. Si ricordino costoro i quali di cotal modo la pensano che il genio, comunque raro, è un dono oiide Dio fregia in ogni età alcuni suoi pochi eletti, quali fia meglio onorare e premiare in vita anziché attenderne la morte per farsi loro apologista. Ma è ormai tempo che ci occupiamo esclusivamente del nostro Laudate. Questo stupendo pezzo a due cori e dieci voci reali, del quale in’ingegnerò di farne l’analisi estetica, ha disposto le sue voci nel seguente modo. Componesi il primo coro di due Soprani, di un Contralto, di due Tenori e di due Bassi ^ racchiude il secondo coro due Soprani, un Contralto e Tenore, ed un Basso, formanti in tutto fra il primo e secondo coro dieci parti reali, poiché le altre due non sono che riempitive di pieno. 11 pezzo è in la terza maggiore in tempo ordinario, e di un movimento allegro maestoso, quale si conviene ad un salmo di esultanza, e sino dal principio se ne presenta vaghissimo il concetto. Laudatepueri Dominimi-, incominciano due tenori, e due bassi del primo coro, ai quali senza interruzione di misura risponde il secondo coro Laudate: questa frase ha un’altra ripresa di quattro Rattute simili alle prime, dopo di clie il primo tenore, ed il primo basso a soli del primo coro concertano per terza cantando Laudate pueri Dominimi, Laudate nomea Domini, mentre il secondo tenore ed il secondo basso dal primo coro medesimo ripetono ad intervalli Laudate pueri, e dopo otto battute l’intiero primo coro, ed il tenore e basso del secondo si uniscono in concerto, e terminano la prima frase Laudate nomen Domini. Vaghissimo è l’intreccio e la risposta l ad imitazione dei soprani e contralti a solo e d’ambo i cori sulle parole Sit nomea Do- i mini benedictum, con che l’illustre autore l ha felicemente espresso l’obbedienza dei ’ fanciulli i quali, invitati a lodare il signore dalle maschie voci de’tenori e bassi, proi|K>no in accenti di lode e di benedizioni. Ex hoc nane et usque in saeculum viene concertalo dai soprani, e contralti del primo coro, i quali portano la modulazione alla quinta del tono principale nei di cui limili si era trattenuta tino a quel punto. Nel tono di mi adunque ambo i cori l’anno echeggiare di nuovo in pieno concerto Sit benedictum non altrimenti che avevano fatto delle festose parole Laudate nomen Domini. Le parole A solis ortu usque àd’óóciisum danno motivo ad una facile melodia eseguita dal primo tenore del primo coro cui tien dietro laudabile nomea Domini, concertante fra le diverse parti del primo coro ed unendosi poi infine nel pieno coro di tutte le voci per far cadenza in la. In tutto questo tratto è mirabile l’effetto della semplicissima modulazione la quale non pertanto è ricca di bellissimi effetti di armonia. Posata la modulazione come dissi, in la, l’accompagnamento d’organo, e dei contrabbassi portasi di posta sulla quinta di fa diesis tono minore relativo di lue su questa corda il soprano a solo del primo coro, annuncia l’eccelso signore. Excelsus, E.vcelsus super omnes gentes, Dominus. Mirabile è l’entrata successiva delle parti di ambo i cori per stretta imitazione nelle parole Et super Coelos gloria e/us, terminando in ultimo col pieno concerto d’ambo i cori. In questo tratto è degnissimo di osservazione il gajo e vivace andamento del basso continuo, mentre le voci tengono note lunghe. (Saia continuato.) A. Cabcano U Y ALXBO MOZART I (utenti precoci n non ponilo dirsi una prodigj moltiplicatisi di giorno in giorno c vediamo eccitare l’universale stupore de’pianisti di dieci anui, o poco più, p. e. un Michelangelo Busso, un Filtsct, de’ violinisti (piasi più piccoli del loro istromcnto, come le. famose sorelle Milanollo, i quali minacciano di detronizzare le più belle illustrazioni esecutive, e comese si trattasse di bagattelle agevolmente superano difficoltà incompatibili colle omiopaliebc loro personcine. Ilarissime volte però venne dato di ammirare le precocità alle quali il genio della creazione melodica e della combinazione armonica, innato,.istintivo c potente, con evidenti c presso che miracolosi contrassegni c con irrefragabili prove senza cultura si manifesta nella più tenera età, e forse dopo I’ unico Mozart, se non vuoisi fare qualche eccezione del nostro Asioli, sull’emisfero musicale non e comparso altro fanciullo il cui nome, avanti compire il secondo lustro, abbia ottenuto incontestati) vanto per le sue composizioni c ferme distinzioni musicali. (.he ora si possa aver sufficienti ragioni di lusingarsi esser sorto un emulo a Mozart, consideralo nella sua puerizia, lo si può evidentemente desumere dal seguente squarcio di una lettera in data di Vienna del C corrente direttaci da persona alle cui asserzioni pienamente prestiamo fede. Is. C... u.... Ho conosciuto c sentito il più gran genio musicale clic (io credo) esista; ciò dico coila maggior persuasione. K un fanciullo di otto anni compili nello scorso mese, di una costituzione non tanto robusta, di fronte spaziosa, di un’indole dólcissima, c di un umore allegro, che chiamasi Giulio Bcnoni, figlio di un agente della contessa’(Taf, splendida protettrice di lui, che impari) le note da un oscuro organista del proprio paese in Boemia. Il piccolo Benoni può denominarsi un «no- «s/ru musicale: figuratevi clic, spinto solo dalla privile- j giata sua organizzazione, compone per tutta orchestra i senza mai incappare in alcuno sbaglio e senza mettersi ’ al pianoforte: Le sue inspirazioni ridondano di canti- (