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- 42 — Genova. Virginia, opera nuova del maestro Nini rappresentala la sera del 21 febbraio. - Apresi il primo allo con un coro interno eseguito dalle vergini addette al lempio di Venere, ed accuratamente e con gusto interpolalo ad un altro coro di schiavi clic guardingo si avanza sulle scene. Il lavoro musicale è buono ed avvi un accompagnamento d’orchestra ben inteso, in ispcrie dopo alcune battute, ove un arpeggio di flauli, oboe e clarini si congiungc alla melodia con nuovo e bcH’cITctto. La cavatina di Virginia (Novello) pecca di sovvcrchj passi di agilità non consentanei ai carattere di uno sparlilo tragico, ma che procacciarono all’abile cseculrice i mezzi di farsi applaudire. - Il recitativo e la romanza di Appio (Colini) piacquero c più ancora il primo tempo del duello fra esso ed Icilio (Roppa), e qui il maestro dovette per ben quattro volle presentarsi al pubblico trasportalo dalla incalzante maniera con cui i benemeriti cantanti espressero gli energici concetti di quel periodo. - Aggradì pure il duo in un sol tempo fra Icilio e Virginia. - I,’adagio del linaio sembrò alquanto slegalo di conectto, e di condotta c la confusa c clamorosa slrclta non si potè comprendere. — Nell’atto secondo, clic d’assai sovrasta al primo, 1l’è grazioso il coro di donne, espressiva la romanza di Virginia, appassionato il duetto successivo con Appio, edi magnifico risultalo la grande scena di Roppa col coro de’congiurali che trionfalmente chiude l’atto. — Il terzetto d’introduzione all’altro non è al di sopra della mediocrità; emerge per sentimento l’adagio dell’aria di Appio dopo il quale sarebbesi desiderata una cabaletta meno insignificante. -- Nel finale terzo è poslo un pezzo concertalo clic fa onore all’egregio Nini, quindi innalzatosi ad una mela ancor più elevala nel ’commovente canto al compimento dello sparlilo, la cui islromenlazione, non di rado alquanto complicata, è troppo fragorosa, la grossa cassa, le trombe od i tromboni essendo siali adoperati poco men che ad ogni battuta con detrimento non lieve della parie cantante c più delle povere orecchie degli spettatori. I pregi musicali della Virginia son molli ed ebbe perciò un incontro assai forlunalo, anche per la buona esecuzione c per la lodata tragedia lirica ilei genovese Barn-alari. (Da lettera del 22) — Palermo. Il maestro Pietro Raimondi che ha terminato il suo grande oratorio - Il Giudizio Universale più volle annunziato da’ giornali, ora sla attendendo ad un altro lavoro clic porla il litoio -.Tuovo genere di scientifica composizione - il quale sarà dato alle slampe all’oggetto di dimostrare clic qucsl’arlc divina, anche dal suo lato il più profondo, non è estinta in Italia — Alla Maria degli Albizzi del maestro Maini,mici, che continuò in ogni sua rappresentazione a godere il pieno favore di questo pubblico, tenne dietro la nuova tragedia lirica in tre alti Maria Regina d’Inghilterra, parole di Tarantini e musica appositamente scritta dall’egregio Cav. Pncini, il quale anche in quest’occasione si meritò strepitose ovazioni, non minori di quelle testé da lui ottenute in Napoli colla Fidanzata Corsa. Il palco fu innondato da bouquet di fiori (!), poesie tribùtarmisi all’inspirato e pronto compositore clic dopo l’opera fra le grida del popolo ed i suoni della banda venne accompagnato alla sua abitazione ove fu sorpreso di trovare il suo busto in gesso. Non si può precisare quali siano i migliori pezzi della Maria d’Inghilterra che tulli furono col massimo strepilo applauditi insieme agli esecutori: le Marini c Clerici e l’IvanolT e Superchi. - Gli impresari de’ teatri musicali italiani devono esser ben imbarazzati nello scegliere piuttosto l’una che l’altra delle molte nuove opere prodotte in questo carnevale, che meno quelle del Gordigiani a Firenze c del Ricci a Milano, tutte nella prima rappresentazione furono applaudite all’entusiasmo. Se le prime acclamazioni siano state sempre meritate lo decideranno i pubblici clic in seguilo le avranno ad udire. A noi baslò render consapevoli i lettori della loro produzione, ciò se non altro potrà servire a provare clic almeno in quanto a numero di novelli spartiti teatrali in llalia certamente non si è in penuria. Della loro qualità, il tempo sarà giudice. — Napoli. Il Panduri libretto (postumo) di Andrea Passaro con musica del Brancaccio fa sempre più piacere al Teatro Nuovo. Quest’opera buffa è molto briosa, ha bei canti e qualcuno originale e di effetto, bell’accompagnamento, se non clic qualche volta clamoroso, ciò che dovrebbe uscir di moda, da tulli riconoscendosi ora mai clic chi accompagna va appresso od alialo, non mai avanti. Però questo giovane maestro ha fantasia c conoscenza d’arte e, come l’Omnibus stampò, siamo certi che farà una florida carriera. -- Ecco un sunto dell’Omnibus sull’Accademia data nel Reai Collegio di musica dal pianista Golinclli nella quale con esattezza vennero eseguite due Sinfonie di Weber dagli alunni del Reai Collegio, il duo sulla Norma di Tbnlbcrg per due pianoforti da Loop c Golinclli, c la fantasia sopra la Lucrezia Borgia ed i Puritani composte ed eseeuilc dal Golinclli. * Fu una bella gara tra i due rinomati pianisti Golinclli e Coop, ed il pubblico non fece risparmi d’applausi Ira’ due, riconoscendo in Golinclli un pianista di forza, di precisione, di sentimento c direi cantante sul suo stromenlo, ed in Loop eziandio di sentimento, di forza, di precisione, ma di genere risoluto e brillante.’ Il messinese Coop sembra clic suoni con forza di mente, il Golinclli con forza di cuore. Questi si fece pure ammirare come buon compositore nei due citali pezzi e mostrò di coltivare le difficoltà dell’istromcnto senza tralasciare la parie di effetto pel popolo, come non usano i più tra i concertisti. • Quanto prima presso Ricordi verranno pubblicale le seguenti nuove opere per pianoforte del Golinclli: Divertimento brillante sul Gttglielmo Teli-, Due arie variate, l’una dei Puritani c l’altra della Vestale di Mercadanle, ed 1111 Album che contiene un Preludio, 1111.1 Marcia funebre, in Toccata, uno Scherzo, due Notturni, c tre Petitri diversi. La Dama con la maschera di morte con nuova poea del Giramica, musicata da’ varj autori,, fra cui Tauro il Fioravanti che vi scrisse un duetto ed un’aria, il Bran* caccio, il Tcrracino, ecc., ha singoiar fortuna ad un teatro secondario. — Vickmza. Anche il nostro teatro quest’anno ebbe una composizione mclodramninlico-miisicaic scritta espressamente, e, come la maggior parte di quelle clic in altri vennero in questa stagione prodotte, alla prima rappresentazione l’esito non poteva esser più completamente fortunato. La Francesca da Fintini melodramma de’migliori di Romani ornata dalle note del nostro concittadino Francesco Canetti con gran baccano andò alle stelle. DIZIONARIO MUSICALE CRITICO-UMORISTICO Continuazione. Acuti - Corpo di Plutol hui sentito quella DeevtTJXTB?! la li prende il Do acuto come niente fosse! sto carnevale va alla Scala, ci scommetto. - Quel Tenore va a far una sorte; non passa un aiuto che monta i teatri di Pni.no Cartello; non senti che butta fuori un Si acuto tanto fatto?! e dico un Si vi Petto!! - Come?! quel Passo ti?... clic con tutta facilità tu’ spicca un Sol. acuto che non è niente un Falsetto?... lasciate che acquisti un po’più di coraggio, e vedrete un altro Ronconi, ci scommetto la testa!... - Di questi profondissimi giudizj, di questi pronostici ragionevolissimi non ne avete sentili mai?.. Eh! bisognerebbe non foste stali mai nelle platee teatrali, neppure nei CatTò ove tal razza di Intelligenti musicali, di ragionatori da dozzina, discutono, sentenziano sul merito degli Artisti, sui pregi della Musica con un tono cattedratico, serio tanto da farsi seriamente ridicoli, da chiamare perfino la derisione su di un’arte tanto bella, nobile, tanto influente sugli uomini qual é la Musica. E che importa a cotcstoro clic un Cantante stoni di spesso, clic 11011 disegni ma abbozzi soltanto le frasi melodiche? che importa che le colorisca a controsenso coll’indole della melodia, o col carattere drammatico? che le sparga di abbellimenti superflui, inopportuni, di gusto barocco, o confacenti col senso poctico-mclodico quanto il mazzettin di rose sul cufliotto della Bisnonna? che gridi invece di cantare, che storpii di tanto in tanto il ritmo, che respiri fuor di luogo, che pronunzi male, o non pronunzi? che imporla che il Firluoso o la Firtuosa abbia uno o due, o fors’anche un po’ di lutti questi maiuscoli difetti?!., sa però strillare acuti clic si sentono dall’atrio del teatro, in mezzo ai pieni ile’Cori c dell’Orchestra; c questo, è il raro dono della natura che vale per tutti gli altri; questo è il pregio artistico clic bisogna coltivare! i maestri che non hanno il coraggio di tener bene sugli Acuti i loro Allievi, affinché acquistino una bella estensione (!!!) sono Maestri che non valgo,. • V orlo d’un fico, sono Maestri all’antica... Si?!.. E voi che cosi parlate siete moderni... ma, il sostantivo ve lo dican il buon senso, il criterio d’arte, la statistica della durata delle voci dogli Artisti (ilo-acuti, l’Esperienza; c insieme a tutta questa buona gente ve lo diranno i veri Maestri, si moderni clic all’antica, clic conoscono c per scienza c per pratica la struttura c le suscettibilità dell’umano organo vocale (V. Estensione). E d’ondc|mai t nia per gli Acuti, un tanto apprezzare questa proprietà, che é senza dubbio un bel dono naturale, un bel mezzo di varietà d’espressione melodica quando abbia, ben inteso, una buona coda di roci medie, voci quanto mai soavi, espressive, toccanti?.. Le cause di questa frega per gli Acuti sono quattro: l’ignoranza di alcuni Maestri compositori clic, non polendo trovare nello sterile loro Genio melodie espressive, imitano que’ ragionatotori di robusti polmoni c fiacco cervello, clic, parlando sempre forte, stordiscono le orecchie dell’opponente invece di convincerne la ragione, c trasportando questo bel tipo oratorio alla loro musicale eloquenza, scrivono canti di sempre alta tessitura onde, ferite le orecchie dal continuo tintinnire, stia desto l’uditore ad onta ne dorma il cuore. E non pensan costoro che con questo ripiego fanno di un’arte umanissima uno strumento crudele che rovina la tessitura de’ polmoni ile’ poveri Cantanti, che passan presto dai registri della Gloria a quello de’ Cancheri! - La seconda causa èia Musica fracassona, sistema adottato anche da alcuni Maestri, dotti contrappuntisti ma assistiti a rari intervalli dalla filosofia dell’arte, e dal genio creatore, sistema seguito poi, more pecudum, dalla turba de’ Maestrucci che non sanno di più del copiare i difetti de’ Maestri acclamati: c in quel musico-satanico frastuono quali voci si faranno sentire se non gli sfogati Acutiì (V. Fracasso) La terza causa della smania per gli Acuti si p la magistrale j miseria artistica di molli sedicenti Maestri di bel Canto (V. Maestri ecc.). E la quarta sta negli applausi degli Uditori del, o da... (V. Loggione). Ai iva. - Che anima! - È piena d’anima! - Canta con un’anima! - Il suo suonare è tuli’ anima!... Quante volte non avrete udito queste sclamazioni per un Professore o per un Dilettante di musicali strumenti, più spesso per uu Cantante, e molto più spesso ancora pel genere femminino?., eppure accade troppo sovente clic la ragione dell arte, e lo stesso buon-senso vi trovino assai più corpo che anima!... Interrogate un po’ taluno di questi fortunati trovatori di anima in che consiste il.suonare, il cantar con anima, c vedrete che l’anima l’espressione stanno (nella loro maniera di vedere) nel dar giù colpi spietati sulla tastiera di un piano-forte, nel fare smorfie ridicole, nel mettersi in atteggiamenti pseudo-romantici, nello slanciare la voce a tutto tiro di trachea per ogni nota sincopata, nel far portamenti di voce tanto caricati da scambiarsi coll’animato ulular di un bracco innamorato, o rassomiglianti al gustoso mclodiar del ’vomito. - Ma anche qui dove sta la colpa?... nell’educazione musicale, che si vuol far consistere nell’educazion della gola, c deile dila, perchè la maggior parie ile’ precettori ili suono e di canto non ne sanno più in là dcllagrammatica delle Crome, di qualche Metodo non troppo bene digerito, di un po’ di ntimrricj; c, brulli di coltura letteraria, peggio poi di scientifica, non possono insegnare, sviluppare negli allievi l’estetica dell’arte, per quella antichissima ma sempre fresca ragione che: /Verno dal quod non habet, nec plus quam habet. - E senza educazione), coltura dello spirito, come volete clic si suoni c canti con anima; nel vero senso tecnico dell’espressione?... è impossibile, c clic sia cosi si dimostrerà all’articolo (Espressioni) Ma se i Maestri, massime pel Canto, sono, salve rarissime eccezioni, inabili educatori dell’anima musicale de’loro Allievi, il Pubblico, clic soffre a mala pena un Artista senz’anima, è il peggior corruttore dell’anima mclo-armoiiica de cantanti. Una Prima Donna canta un periodo melodico con accento esagerato, eccedente la verità poetica? i pochi veri intelligenti ne soffrono, ma gli intelligenti per presunzione battono con tutta l’anima palme a palme, e l’inesperta, calcolatrice Prima Donna, vedendo che sono i più quelli clic applaudono al suo esagerato accentare (c i più sono volgo), nella sera susseguente esagera ancor più, c ancor più si batte, e sempreppiù si galoppa fuor del seminato, c l’Artista, passando da: esagerazioni a caricature, a forza d’anima passa dalla gloI. ria... ai fischj - Per suonare, ancor con quell’anima che fa della Musica un’arte imitativa, un’arte sovranamente I espressiva, commovente, ci vuole, o Musici... ci vuole un’anima, si, ma un’anima educata al bello, al vero, inspirata al sentimento, inspirata ma non ispirilata. tanto meno poi un’anima di stoppa.... fSarà continuate>} Nic. Ecst. Cattasko. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DEI.l’i. 11. STABILIMENTO NAZIONALE PItIVILEO.0 Di GIOVANNI RICORDI. GIÙ. NOVELLA I MELODIE ITALIANE rr una sol voce (in chiave di sol) ri accompagnamento di Pianoforte flatDIDQM mwrn Op. u. N. I. Il Pianto dell’Amante (parole di Maffci) Fr. I • 2. La Rimembranza, idem 1 • S. L’Afflitta, idem • A. A Mezzanotte (parole di Pepoli).... l • 5. Il Dolore» 6. Il Gondoliero fortunato > | (ISSI al SO. Unite in un sol volume Fr. 6. GIOVANNI RICORDI ED1TOBE-PBOPRIETABIO. Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia ÌHugicale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Omenoni N i 720.