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) continuamente era andata perfezionandosi nel suo geli però aveva disertato le bandiere della classica } scuola clic in llalia vantava a fondatore Speciale un Mon teverde, a perfezionatori gli Scarlatti, i Durante, i Marf cello, i Leo, ecc.; in cui si eran distinti ollrcmontc 1

  • Tcleinan, gli Ifassc, gli Hacndcl, quasi tutta la numerosa

schiera dei Bach, Gian-Sebastiano forse in parte soltanto eccettuato, dirò in seguito la ragione. Sempre al cuore più che all’intcllclto si era diretta, mirando a svegliarvi passioni diverse, a dilettar commovendo, e se all’intelletto pur talvolta direttamente avea mirato, non avea tentato più in là che presentargli la imitazione di oggetti materialmente in un modo o nell’altro esistenti. Di quest ultimo genere è quella musica descrittiva a cui ad istigazione del dotto Van-Svietcn si diede llavdn negli estremi suoi giorni componendo la Creazione e le Stagioni. Ma in sui primi anni del corrente secolo, la concitazione in cui trovarousi le menti tedesche, tra per la direzione clic avevan preso i filosofici studii, tra per le memorabili politiche vicende di allora, fu tale che anche la musica ne dove risentir f iutlucnza. Le passioni, gli allctti, il mondo materiale, non parvero bastar più agli artisti, clic vollero slanciarsi tra le astrazioni, rappresentare idee anziché risvegliare affetti, fondare una nuova scuola musicale trascendente, mistica, metafisica, specchio quasi della Glosolia allora in voga. Guardando alcune vecchie composizioni di G. Sebastiano Bach potrebbe credersi che le prime traccio di questo sistema risalissero fino a lui, uc dee recar meraviglia il rinvenirle nelle opere di chi in mezzo al mondo ne vive# però quasi segregato, e tutto in se, nella sua famiglia concentralo e nell’arte, conduccva uua vita quasi soltanto mentale. Ma questa segregazione stessa, il segreto in cui eran tenute dall’autore quelle composizioni, che solo molti e molti anni dopo la sua morte vennero in luce, quando i variali modi musicali toglievan loro di poter acquistare popolarità, f esser; tutte del genere sacro e severo, fecero si che questo i grand’uomo non avesse influenza sul gusto degli altri, j uè possa riguardarsi come fondatore della metafisica ■, scuola. - Parrebbe forse dovesse aversi per tale Beethoven, j Ncllcsuc ultime composizioni egli si diede infatti tutto in braccio alle astrazioni, ed al misticismo; ed è curioso 1 ad osservarsi clic forse vi fu spinto da una causa, clic se diversa in sè stessa, era simile negli effetti a quella i che aveva operato su G. Sebastiano: la segregazione j dal mondo, conseguenza dell assoluta sordità da cui era ] affetto. Senonchè questa stessa sordità fece che a poco; a poco perdesse per oblivione, privo com’era del diletto: di sentire eseguite le sue e le altrui composizioni, quella cognizione pratica della eseguibilità e dcH’cffctto clic già in grado cosi eminente avea posseduta; dal che fu por- j tato a compor musica poco mcn clic indecifrabile. E. questo forse fu il motivo per cui non potè farsi capo f di quella musicale rivoluzione di cui senza dubbio aveva! accelerato il movimento. Carlo Maria Weber è, a mio credere, quello che pra-! linamente stabili la nuova scuola, che si fece capo del I romanticismo musicale. E l’opera Der Freyschiltz è una delle più distinte composizioni di questa scuola, che ha per caratteristica, a detta di uno scrittore francese, produr musica che fa pensare più di quel che faccia sentire. Se la musica ciò debba proporsi ad oggetto, non voglio qui stare a investigare; non può per altro negarsi clic la tendenza di questa scuola sia nobilissima; ma a gustarne! le produzioni non basta avere buone orecchie ed animo ] sensibile; vi vuole anche forte ed acuta mente, ed attitudine ad intensa applicazione. Nè queste doti mancano al certo agli Italiani; manca però forse in generale la voglia di farne uso per assistere ad un divertimento destinato anzi ad esser sollievo dopo le cure e le fatiche della giornata. Nonostante potrebbe osservarsi che vi sono anche tra noi molti che amano giuocarc a scacchi, e negli sacelli pure il divertimento è figlio d’intensa applicazione, la quale però non serve, se del giuoco non si conosce il segreto. E a dimostrare quale è il segreto per gustare i prodotti di questa scuola, mi si permetta analizzare la ovcrlura soltauto dell’opera in questione. Alcune poche note degli strumenti a corda, scritte quasi a modo di recitativo, annunziano forse le incertezze dell’anima in sui primi passi nel cammin della vita. La tranquilla ed uguale bcatudinc della innocenza è in seguito espressa da un andante concertato da quattro corni accompagnati da un andamento uguale e legato degli strumenti a corda; è questo andante corrii spondentemente al suo scopo tessuto quasi tutto di ac? cordi diretti e fondamentali, nè la calma ne è disturbata da dissonanze, ritardi, o perfino note di supposizione. l’inferno comincia contro quell’anima iunosua guerra di seduzione, e certe note pizzicate! dei contrabbassi, certe botte in contrattempo dei timpani! [ sopra un tremolo dei violini sostenuto da note bassisi siine dei clarinetti producono un certo opprimente e! j ziantc sussulto clic riesce veramente caratteristico. Gli angeli custodi accorrono in ajuto dell anima pericolarne, ’1 ma quando vedono riuscir vana l’opera loro protetIricc, esulano il loro dolore rappresentato da uno strali ziantc lamento dei violoncelli, che, perdendosi a poco a! poco, lascia il campo ad un allegro agitato in cui è di- | | pinto lutto l’imperversare delle pili sfrenate passioni, i tutto il tumulto 111 cui trovasi ilj colpevole ostinato. In j mezzo ad esso ad ora si fa sentire la calma letale delj l’abbandono; poi qualche slancio ili gioja effimera e I vana, quanto vani e bugiardi sono i piaceri che non posano sulla virtù. Ma finalmente questi sforzi infruttuosi verso una felicità clic fogge non appena si erede averla raggiunta, questi godimenti avvelenati tosto dal disinganno producono un riflessivo ritorno sopra sè stesso, poi un mnmculunco scoraggiamento. Ma in voce dell’attivo rimorso si sveglia, indi il dolore, indi il pianto e preghiera del pentimento... Ima contrizione sincera portò sempre il suo frutto; ecco i tesori della grazia viiia dischiudersi, piover dall’alto e quell’anima sollevarsi al cielo, indiarvisi, gustarvi piena quella felicità a clic inutilmente fino allora aveva agognato. Lo clic ad esprimere si è il maestro servito della stretta clic ha tessuto nel tono di do maggiore, il più aperto e sonoro per l’orchestra, produccndo questa volta con un pieno sviluppo e sopra una completa cadenza quello stesso brillante motivo clic qua e là quasi tronco e spezzato avea fatto sentire nel corso jdcl suo magnifico lavoro, dove l’altezza del concetto risponde alla tecnica sapienza per ogni rapporto. Questo prodromo dell’opera, in cui l’esposizione del concetto generale ce ne vici) porta, offre del pari, dirò cosi, la spiegazione della fraseologia di cui l’autore intende farvi uso. Cosi per esempio quel sussulto resultante dal pizzicato dei contrabbassi e dai controtempi dei timpani, ricomparisce nel corso del melodramma ogniqualvolta vi e questione delle seduzioni infernali; cosi una certa frase di canto largo e quasi a modo di recitativo, detta dal clarinetto ncll’ovcrtura, e clic indica le riflessioni del peccatore sui propri falli, ricomparisce nella parte di Max, clic è il peccatore in questione, ognivoltachè nel dramma ci prova qualche analogo sentimento. - A dir vero, può ben darsi clic in qualche minuto particolare l’intendimento del compositore sia stalo diverso da quello enunciato di sopra, ma non è dubbio però clic nell’insieme non debba essere stato analogo ad esso, perchè questa musica cosi intesa ha un’espressione, un significato, diversamente non è altro clic quello che appariva a Tullio Dandolo il quale parlando della musica del Freyschiltz scrisse clic nella ovcrlura era stato sorpreso «da uno strano miscuglio di grave, di bizzarro, di flebile.» Da quel clic ho detto apparisce che ogui concetto in questa musica, oltre al valore proprio ed intrinseco, ha un valore relativo; che tutta l’opera, anziché presentare un seguito di pezzi più 0 meno indipendenti fra loro, forma essa stessa un tutto omogeneo ed indivisibile, il pregio del quale è ben dillicile rilevare ad una prima udizione, ammenoché chi la sente sia già molto esercitato in quel genere e vi presti uua costante e quasi religiosa attenzione, sostenuta pazientemente per una lunga serata. Nè credo sia ciò molto facile per noi clic delle arti di sentimento per sentimento intendiamo principalmente occuparci e giudicare. Ecco la prima cagione per cui non mi ha recato meraviglia la fredda accoglienza fatta la prima sera a questa musica; la quale però se il pubblico vorrà sentire per varie volte, non potrà a meno, io credo, di andar sempre maggiormente piacendo. E ciò tanlopiù clic, parlo com’è di un forte ingegno musicale, vi son pure sparsi concetti tali che, anche indipendentemente dal senso mistico clic l’autore possa aver loro attribuito, son tali da incontrare il favore di chi li ascolta, ancorché non voglia addentrarsi nei misteri della scuola a cui appartengono pel loro sviluppo. Sennonché a render pienamente efficace presso di noi relativamente alla musica del Freyschiltz questa causa di successo, si oppone il carattere eminentemente tedesco che ne domina generalmente la melodia. Non voglio star qui a ritornare su ciò che iscrissi già nel primo mio articolo sulla Regina di Cipro (i) rapporto alle (1) Questo articolo graziosamente favoritoci dal nostro collaboratore sig. Av. Casamorata non potè essere inserito perchè per cagioni imprevedibili ci pervenne troppo lardi, e quando cioè sarebbe sembralo fuor di tempo ai nostri lettori l’intrattenerli a lungo e dettagliatamente di un’Opera francese pienamente caduta nel primo infelice sperimento che se ne fece in Italia. Questo tanto più ove si consideri che del valore della Regina di Cipro di Halevy crasi già parlato a sufficienza in questa stessa Gazzetta all’occasione che iter la prima volta la si produsse a Parigi. L’Estensore. differenze intrinseche le quali necessariamente distili- ( guono la melodia di una nazione da quella di un’altra. < Rimettendomi dunque, alle cose allora se non del tutto sviluppate, almeno con qualche ampiezza trattate, mi I limiterò a dedurne, secondo il mio modo di vedere, un I nuovo motivo di 11011 popolare successo della musica in questione. - È però da osservarsi che, ritenuto anche tutto ciò. per vero, quando una melodia è tessuta secondo le buone regole musicali, per quanto strana ci possa sembrar sulle prime dipendentemente dal suo carattere nazionale, per una ripetuta udizione giungiamo a familiarizzarci con essa tanto clic alla fine la sentiamo con vero diletto. Ed ecco come anche per questa ragione credo debba il Freyschiltz andar sempre crescendo nell’incontro, come appunto accadde a Parigi, dove è nolo che fece in sulle prime 1111 fiasco assoluto e finì quindi con destare un deciso furore. Tra le cause avverse al buon successo di questo spartito è da coniarsi anche la non breve vita di un quarto di secolo clic già conta. Vero è che la musica tedesca ha sull’italiana il vantaggio di non esser così presto soggetta a invecchiare, appunto perchè la melodia non ha in essa forine così spiccate e sentite; ma è però vero clic venticinque anni costituiscono un tratto tale di tempo da fare appassire le grazie di gioventù in qualunque musica. E dei modi che pel variato gusto musicale ormai si son resi alquanto antiquati ve ne son certo nel A queste cagioni di non successo derivanti intrinsecamente dalla composizione, si uniscono poi ciucile clic furono relative alla esecuzione, clic nell’insieme dovè dirsi molto, ma molto mcn clic perfetta. - E tale in primo luogo riuscì, perchè quella musica non fu accentata tedescamente come si doveva, male d’altronde quasi inevitabile su teatro italiano con italiani esecutori. - Tale riesci in secondo luogo perchè generalmente fiacca, inesatta, incerta, a clic contribuì forse uno scoraggimcnlo clic si era impadronito degli animi degli esecutori, diffidenti di sè e dell’esito, e l’avere interrotto da varj giorni le prove, abbcnchè l’andata in scena fosse stata ritardala per cagione dei macchinisti. È poi da notarsi clic la parte del tenore (Max) è tessuta nel basso registro dell’antico vero tenore, ed è per ciò pochissimo adatta a Castellali, moderno contrattino, clic l’ha dovuta perciò tutta puntare. Lo clic facendo sono scomporsi quei rapporti, quella relazione che con tanto artificio aveva l’autore procurato di mantenere tra i canti onde la si compone, tanto confrontati tra loro, che con quelli di tutto il resto dell’opera dipendentemente dall’analogia delle situazioni. - Anche la parte del basso (Gasparro), sostenuta da l’orto, è in alcuni luoghi puntata con perdita di effetto; siane esempio la stretta dell’aria finale dell’atto primo, dove è soppressa per due volle una doppia scala in discendere ed ascendere compresa tra il re sopra i righi ed il fa diesis sotto, clic conduce alla cadenza con bellissimo cITcllo. Ollrcdichè questo cantante la prima sera si distinse in alcuni momenti, e specialmente nel terzetto dell’allo primo, per una disgustosa incertezza nell’intuonazionc. - La parte della vispa e gaja Annetta richiederebbe una freschezza di voce ed una esecuzione brillante e leggiera, che non mi pare sia posseduta dalla cantante a cui è affidata. - Più di ogni altro si distinse nella sua non molta ma bella parte la Brambilla (Teresa) clic sostiene il carattere di Agata, clic nella traduzione è cambiata in Alisa. La parte è un poco bassa per lei, ma ella se ne disimpegna in bellissimo modo, specialmente poi nella scena ed aria dell’alto secondo in cui merita somma lode per la squisita maestria e la purezza di gusto con cui ne dice l’adagio 0 preghiera. Nella romanza dell’atto terzo, quantunque la cauli bene, resta un poco Nella orchestra è troppo sensibile lo sbilancio di forza tra gli strumenti a fiato e quelli a corda, che nella istrumcntazione di quest’opera hanno una parte cosi interessante. Essendo l’opera nel suo originale mancante di recitativi, di cui tengono il luogo, secondo il sistema dell’opera nazionale tedesca, delle scene di prosa recitata, il giovine maestro Carlo Romani, nipote del maestro Pietro direttore delle opere al teatro della Pergola, fu incaricalo di scriverli, e a dir vero ha mostrato in questo lavoro molto buon gusto e la più scrupolosa coscienza artistica, richiamando nei punti più interessanti le idee musicali caratteristiche e principali dell’opera, e scansando sopra tutto quella gonfiezza e pretensione di cui in simil lavoro fu fatto a Parigi rimprovero al signor Bcrlioz. Ciò nonostante mi pare in alcuni punti polcs- t sero questi recitativi essere anche più parlanti e s plici onde I’ azione procedesse più spedita: lo crederci ’ poi indispensabile tra strofa e strofa delle canzonette di £ cui l’opera è disseminata, onde quelle bagattelle 1