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Ai signori Associati presenti e futuri
LA REDAZIONE DELLA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO DEL 1844.
Eccoci imminenti a dar principio all’anno terzo di questa nostra Gazzetta Musicale, ed, anziché affievoliti di forze per la via percorsa ne’ primi due anni, ne sembra di aver acquistato nuova lena e maggior coraggio a continuare nell’ardua carriera. Ed ardua per vero dire, giacché non è agevole tutti accontentare, non a tutti è dato volgere parole di conforto, e molteplici e diversi ci si schierano dinanzi gli ostacoli, e mille sono l’esigenze, i desiderj, i capricci di coloro cui ci proponemmo fare argomento alle nostre disamine. Si potrebbe di altronde menarla buona ad ognuno, e noi vivere in pace con tutto il mondo, ma allora sarebbe tradito lo scopo di questa Gazzetta, la quale tende unicamente a’ migliori progressi dell'Arte Musicale. E se di sovente riescono vani i nostri lamenti sulle mende altrui, che ne avverrebbe ove, con volontario silenzio, le lasciassimo passare inavvertite? Que’ maestri esordienti che, non forniti peranco delle necessarie nozioni, ci si presentano sulla scena con mostruosi aborti; quegli altri che, profondi nella scienza, mancano affatto di quella scintilla che ispirazione vien detta; quegli altri che, seguendo una via totalmente opposta alla segnata da’ grandi capiscuola, tentano delle innovazioni, mancanti di base, perchè essi stessi poveri d’ingegno: tutti costoro, a nostro credere, han d’uopo di chi coscienziosamente voglia e sappia farli ammoniti de’ loro difetti, persuaderli della loro imperizia, incitarli, raccenderli di più caldo amore per l'Arte. Tutti quegli artisti melodrammatici i quali, in luogo d'immedesimarsi del personaggio che rappresentano, tradiscono sì facilmente le intenzioni dei poeti e de’ maestri; tutti coloro, che non sono affatto chiamati a percorrere onorevolmente la carriera dell’artista; coloro che tutto vogliono sacrificare a’ propri capricci, incominciando dall'arte e venendo a finire al pubblico, meritano dessi e consigli, e ammonimenti e riprensioni. Quei poeti (e sotto tal nome accogliamo tutta la falange di quelli che rimano de’ versi, chè di veri poeti al presente v’ha penuria estrema) scrittori di libretti per musica, i quali, senza veruna cognizione della scena, impastocchiano drammi alla lor foggia, senza intreccio, senza verità, senza nobiltà di concetti: que’ poeti che ci regalano versi antipoetici quegli altri che, ligii a tutte le più strane volontà de’ maestri di musica, ci danno spettacolo delle più orride atrocità, tutti costoro deggiono aspettarsi un salutare avvertimento onde più a lungo non abbiano a deturpare l’arena teatrale, con tanto lustro e sì felicemente calcata da Metastasio e da Zeno ne’ tempi andati, quindi da Romani e da ben pochi altri. E per dire ancora una parola de’ cattivi poeti melodrammatici, osserviamo essere incalcolabile il danno che arrecano all’Arte. Il Teatro, che scuola ed incentivo a nobili passioni fu sempre stimato, diventa per essi la tomba di ogni onesta disciplina, sorgente di corruzione e scala ad ogni noncuranza per la virtù. I maestri, non forniti della favilla del genio, come possono ispirarsi a frivole situazioni drammatiche, ad una prosa barbara voltala in più barbari versi? Di qui per avventura deriva in essi maggiore la volontà di coprir quelle parole della più clamorosa strumentazione onde meno abbiano ad intendersi-, di qui i virtuosi si credono autorizzati a cangiarle, mutilarle, storpiarle, mal pronunciarle, perchè s’avvedono pur essi della disarmonia loro; di qui il disgusto, la noja, la disapprovazione del pubblico, che in fine de’ conti viene ad essere il più malmenato. E in questa guisa si giunge, quasi diremmo, a giustificare la disistima universale in che sono avvolti i poeti melodrammatici, imperciocché principalmente per loro colpa oscurasi la più bella luce che sempre irradiò la nostra penisola, e ad essi devesi attribuire una delle maggiori cagioni per le quo.li farle musicale, mentre vede addensarsi ogni dì più fitta la turba de’ nuovi suoi cultori, ben lungi dal prosperare fra tanta ingannevole ricchezza, precipita invece alla piena sua rovina. Né l’orgoglio ci tenta di potere noi da soli riparare a’ danni estremi-, non vale un solo argine a rattenere la foga di impetuoso torrente -, ma siam lusingati dalla speranza che la nostra ferma volontà di arrecarvi un qualche rimedio abbia ad invogliare pur anco taluno de’ nostri confratelli a por mano efficacemente all’opera, ed illuminando gli uni e disingannando gli altri, giugnere, se non a togliere tutto il male, almeno ad un possibile miglioramento. E se per avventura nulla ci sarà dato ottenere, ci rimarrrà pur sempre la soddisfazione di averlo tentato: in magnis voluisse sat est. Ma non saranno vanii nostri sforzi; la sferza della critica, allora che sia adoperata senza ira velenosa, giovò mai sempre alle Arti; la lode, prodigata con sobrietà e senza i troppo abusati titoli magnificativi, incoraggia gli artisti senza guastarli; la riprensione scevra di biasimo li corregge. E questo è quanto noi abbiamo operato negli anni decorsi, e con maggiore alacrità ci prepariamo oggi a proseguire. Il numero sempre crescente dei soscrittori alla nostra Gazzetta ci avverte che non discare riescirono insino ad ora le nostre parole: il nome e il numero dei gentili che si offrirono a comunicarci i risultamenti felici de’ loro studii e delle loro riflessioni, ci rendono meno ardua l'impresa 1.
- ↑ (1) Le condizioni dell’associazione rimangono le stesse fin qui praticate. L’Antologia Classica Musicale continuerà a pubblicarsi anche pel prossimo venturo anno, e la scelta de’ pezzi verrà fatta inalterabilmente colle norme fin qui seguite, e nello scopo lodevole cui fu destinata, di favorire cioè lo studio dei capolavori dei grandi maestri antichi. Tuttavolta, desiderando il sottoscritto Editore proprietario dare a quest’uopo maggiore estensione dell'Antologia stessa, avverte che col principiare del 1844 la medesima si pubblicherà anche con apposita e separata associazione al prezzo, netto di sconto, di franchi 20. Però, ai signori Associati alla Gazzetta Musicale, si continuerà a dare gratis la detta Antologia Classica, cosi piacendo ad essi; e coloro invece, i quali in luogo di questa amassero altro genere di musica potranno sceglierla da un Elenco, estratto dal Grande Catalogo Ricordi, e composto di circa N. 2000 pezzi di musica di vario genere, per canto e per istromenti diversi; dal quale Elenco, che si distribuirà ai signori Associati, avranno i medesimi facoltà di fare scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine. In esso Elenco si comprenderanno anche i diversi pezzi componenti l’Antologia Classica dei decorsi anni 1842-43. I pezzi, che i signori Associati alla Gazzetta Musicale vorranno scegliere dall’Elenco suddetto, saranno dati gratis ai medesimi all’atto del pagamento anticipato dell’associazione annua alla Gazzetta Musicale. Chi poi amasse pagare anticipatamente la sola metà dell’associazione annua alla Gazzetta Musicale non riceverà che una corrispondente quantità di pezzi di musica in dono, per l’ammontare di sole pagine 75 circa. La scelta però, tanto di un’annata che della metà, dovrà esser fatta in una sola volta e non in diverse riprese. I signori associati nelle piazze lontane vorranno rivolgersi ai relativi corrispondenti della Casa Ricordi.