Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/219

- 21S non vogliono il recitativo, l’odio de’ cantanti idioti, perchè per cantarlo bene ci vuole coltura, ci vuol azione vera, accento oratorio, pronunzia chiara e giusta; e vogliono insomnia e non vogliono tante cose che il buon senso rifiuta od esige, e perchè?... perchè non trovano poeti riè maestri abbastanza forti del vero sentimento d’arte, della nobiltà del loro incarico da dir loro e in versi e in musica: Dedicatevi, ignoranti, a qual volete professione, e non venite a farvi chiamare coll’onorevole nome di artisti, voi che volete cantar poesie, e non sapete che diavolo sia! O prediletti d’Apollo! dalle ragioni da me appena abbozzate ma non meno solide, e da quell’altre che potrei produrre e voi già sapete immaginare, crederei poter dedurre -l.° non potersi metter in dubbio che la poesia lirico-berniesca arguta, salata e casta applicata alla musica ria camera possa recar vantaggio all’arte musico-drammatica, promovere il gusto per la vera poesia ne’ privati convegni di aove si propagherebbe nei pubblici teatrali, giovare al buon costume, e fare una guerra senza sangue ma pur efficace alle ridicolazioni sociali, alle arti seduttrici del civettismo mascolino e femminino, alle mollezze de’cascamorti, 2.° che questa ricreatrice ed educatrice poesia lirico-berniesca è un vuoto nell’Italia, 5.° che non avete pretesti plausibili per esimervi dal glorioso incarico, o dirò meglio dall’onorevole dovere, perchè il cielo i lar< e sapere e lepida • genio per insegnare dilettando ai vostri simili, 4.° finalmente che se non potete negare tutto questo, eppure non date mano alla cetra pel vantaggio dell’arte sorella della poesia, per l’utile diletto degli uomini, avrem diritto di convocare le geniali suore perchè vi lascino seccare la vena pindarica, e supplicare Apollo vi scambi la lira dorata io un crepato colascione od una nasal ribeba, onde non possiate cantare più altro che la fedeltà di Margherita bella ed il genio di Messer Taddeo in versi marlelliaui. Nicolò Eustachio Cattaneo. CARTEGGIO Parigi Dicembre. 1843. Ve l’ho già detto un’altra volta, V Oiiéra-comiguc è un teatro abile c sovranamente ben diretto, clic conosce alla perfezione, quale influenza debbano esercitare sul pubblico la varietà e la novità, e clic perciò non risparmia nulla per giustificare c mantenersi la voga, in cui è da qualche tempo salita. L’Opira-comiquc seguita ad alternare la riproduzione di opere antiche c classiche colle prime edizioni di spartiti nuovi, c, per quanto i tempi lo permettono, ’ originali. In pochi giorni abbiamo avuto ambidue questi avvenimenti musicali. La riproduzione prese il primo posto; l’opera di Mélml, Unc Folie, ne fu l’argomento, c gli applausi degli spettatori ne furono la conseguenza. Tutto è fresco, gentile, grazioso in questo eccellente spartito, c si resterebbe imbarazzati qualora si dovessero citare i pezzi che piacciono maggiormente. Cominciando dalla sinfonia, piena di brio e modulala in una maniera viva ed originale, nella quale risplendc un’unità di pensiero melodico, ignota, per eccellenti ragioni, ai compositori del giorno, per discendere fino al quartclto finale, tutto brilla per grazia, per melodia, per gusto c per distinzione. È colla ripresa di tali opere clic un teatro lirico si forma un vero repertorio, clic conquista l’opinione c la simpatia dei dilettanti d’ogni genere di musica, e che offre in pari tempo ai giovani artisti una scuola che può recare degli incalcolabili vantaggi. L’esecuzione fu plausibile tanto dal lato dell’orchestra che dei cantanti; la sola sinfonia venne interpretata con una rapidità negligente, || che non ò in armonia collo stile puro c colla prcci- i sionc richiesta da un’opera di Mchul. Griselda fu la novità di prima edizione offertaci j dall’Opéra-comique, ed è questa una farsa graziosa! cd elegante, con poesia di Saint-Gcorgcs, e con mu-! sica di Flottow. L’argomento riproduce i luoghi ed I alcuni personaggi del Don Sebastiano di Donizetli,: vale a dire il Portogallo, Camoens, c lo stesso Don Sebastiano. Sono gli amori di Camoens messi in azione. L’intreccio non manca al solito di essere incongruente e piccante, d’essere cioè e piacevole alla rappresentazione cd incapace ad un tempo di resisterc alla critica. La musica di Flottow rivela della facilità c del brio; ci sembra soltanto che ella sia in generale d’un genere troppo uniforme; sono da un capo all’altro delle romanze c dei bolr.ros che si succedono senza interruzione; ma tutto ciò c scritto con proprietà, con cura, con gusto e con grande sceltezza di forme. L’esecuzione fu pressoché irreprensibile, c coadjuvò assai a procurare ai signori Sainl-Georgcs c Flottow un grande c bel successo. Passando ora dall’Opéra-comique al Conservatorio, constaterò il grande successo ottenuto da Bcrlioz nel suo concerto di domenica, che verrà riprodotto domenica ventura. L’affluenza, l’esecuzione c l’entusiasmo devono essere battezzati con aggettivi eminentemente superlativi. Prcvcdcrctc facilmente che io non vorrò impigliarmi in un’analisi che porterebbe la mia lettera a proporzioni troppo enormi; vi dirò soltanto che giammai Ucrold, Le lìoì Lear, c VApothéose non furono interpretati con una ispirazione più splendida, con una foga meglio diretta, con una pompa più maestosa. Il pubblico delirante ha interrotto per tre volle la Sinfonia funebre, le cui ultime venti battute furono coperte letteralmente dalle grida e dagli applausi. Duprcz, Massol e la Gras furono accolti in una maniera degna del loro talento c della loro riputazione. La Gras soprattutto nella deliziosa cavatina del Benvenuto, cantata da essa con quella grazia clic forma il carattere distintivo del suo ingegno, trasportò all’entusiasmo. Duprcz ha posta tutta la sua anima, tutta la sua sensibilità nel canto dett’Assenza, pezzo semplice c toccante, fattoci udire dal sig. Bcrlioz per la prima volta. Alard, il violinista ardente, pieno di espressione ha suonalo ammirabilmente la romanza Itéoeric et Cuprite, cd il sig. Dicppo seppe, nel suo a solo di gran tromba nell’Oraison funóbre, strappare quegli applausi, che si concedono tanto raramente al suo nobile, ma terribile istromcnto. Bcrlioz, inoltre, diresse la magnifica orchestra col valore c colla singolare franchezza, di cui ci ha già date tante prove. Insomma fu un concerto meraviglioso in tutte le sue parli. Ed ora permettete che prenda un po’ di respiro, per promettervi quanto prima delle novità egualmente interessanti c per dirmi Vostro affezionatissimo PRIMA ACCADEMIA DEL CONSERVATORIO MUSICALE DI BRUSSELLES. Il Conservatorio di musica di Brusscllcs ha inauguralo con pompa la stagione musicale. Beethoven ha fatto, come d’abitudine, le spese della parte strumentale del concerto; vi si intese l’ouverture del Fidelio, c la sinfonia in re. Da lungo tempo si rivolgono ai Conservato^ di Parigi c di Brusscllcs dei rimproveri, perché s’attengono troppo costantemente alle opere di questo grande artista, c si dà loro il consiglio di rinnovare il repertorio. La Sinfonia eroica, quella in ut minore, l’altra in re, cd infine quelle in la cd in si [> sono da dicci anni la base di tutti i loro concerti. Non si ammette altra varietà clic nell’ordine della loro successione. La vera causa di questa monotonia non dipende già da un culto cieco pel genio di Beethoven, ma piuttosto dall’impotenza degli artisti che si sono provati e che si provano in un tal genere di composizione. La novità è un pregio incontestabile, può tener luogo di nessun altro, c non pedire di preferire gli antichi capo-lavori a produzioni f che non hanno altro merito tranne la recente loro nascita. Si è eseguita in questo concerto una cantata di Adolfo Félis. Questo pezzo, che è assai sviluppato, giacché contiene, oltre a lunghi recitativi, una romanza, un terzetto ed un duetto, ha riuniti tutti i suffragi del pùbblico c della stampa. Vi si trovano i segni d’un sentimento drammatico molto saliente. La romanza farebbe onore alle celebrità più distinte in tal genere; il terzetto senza accompagnamento merita d’essere citalo pella sua elegante purezza di stile, ed il duetto finale è pieno di movimento e di calore, l. islrumcntazionc é brillante, c forse troppo ripiena; ma è questo un difetto che si perdona facilmente in un primo lavoro giacché verrà facilmente modificato cd infine tolto dalla esperienza. Tulli concordano nel considerare come d’augurio assai felice questo primo saggio. Questa cantata fu perfettamente eseguita da Coudcrc, Geraldy c dalla signora Praeg-llillen. 11 resto della parte vocale di questo concerto merita pure molti e caldi elogi. L’orchestra del Conservatorio è ora altrettanto osservabile pel numero, che pella quantità degli esecutori; essa è composta di oltre cento suonatori, allievi dello stabilimento, c diretti dal sig. Fétis. Tutti coloro clic la udirono convengono nell’asserii altra orchestra eseguisce le sinfonie co lorito, precisione c finitezza di questa. e che nessuna n maggior coNOTIZIE MUSICALI — Milano. Lunedi sera nell’I. R. Teatro alla Canobbiana, Jaccl, il Liszt in miniatura, darà pubblica prova della portentosa sua precocità, eseguendo niente meno che i seguenti pezzi: Fantasia sulla Straniera, Studio in la minore di Thalberg c Studio del trillo di Dòhlcr. — Carco degli allori ottenuti a l’arma (vedi abbasso) l’esimio pianista Golinclli giunse fra noi. Chi ebbe la fortuna di udirlo eseguire alcuni magnifici suoi Studj appartenenti alla raccolta, jeri pubblicata presso Ricordi, trovò eli’ essa non potrà mancare di esser annoverata fra le più belle cd utili clic sian state composte per pianoforte c che il Golinclli merita di esser proclamato degno rivale di Thalberg e Dòhlcr. Si ha lusinga che al nostro pubblico sarà data occasione di confermare una tale asserzione. — Roma. Si calcolò clic il principe Poniatowski nelle prime tre rappresentazioni del Bonifazio de’Geremei sia stato chiamato fuori per ben cento volte. Egli della massima soddisfazione vedere questo personaggio che la fortuna sembrò creare per gli ozj beati c per le dclicaturc della vita, affrontare animoso le difficoltà di un’arte scabrosissima ccon superiorità d’ingegno vincerle tutte cd aggiungere al lustro del suo casato la sudala corona dell’artista. - Il Bonifazio de’ Geremei mostrò notevoli progressi nell*autore c quest’opera è il parto più bello e più oomplclo di chi a caparra del suo estro c della sua valentia già ci diede il Giovanni da Procida,don Desiderio c Buy Blas. Il primo atto contiene dc’buoni squarci, ma in qualche tratto lascia desiderare maggior slancio e chiarezza; nel finale di esso lo stile, mantenuto ecclesiastico, assai bene convicnsi alla situazione drammatica. Nel secondo avvi un lodatissimo quartclto, cd un’aria di basso con coro entro la scena nella cui stretta vi è felicemente innestato il suono della campana. L’ultimo atto supera gli altri due, cd a renderlo interessantissimo basterebbe il solo duetto fra Ronconi c la Tcrcsina Brambilla, in cui l’incanto di soavi e tenere melodie rapisce in deliziosa estasi. L’islrumcnlazionc qualche volta pecca di soverchio fragore, potò sempre in minor grado di taluna fra le opere che la precedettero. — Palermo. A voler enumerare tulle le onorevoli c lusinghiere dimostrazioni compartite a Pacini nel breve soggiorno da lui fatto in questa città, non si finirebbe si presto, e pertanto basterà I’ accennare che tanto alla Fidanzala Córsa, eli’ egli stesso pose in isccna, quanto alla Medea scritta espressamente pel teatro Carolino, arrise sorte di tal fatta propizia, da segnare nc’nostri fasti teatrali la più luminosa epoca. La musica della Medea per inspirazione, sentimento c scienza fu giudicata degna de’più grandi compositori di questo tempo