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naria. Era un fallo troppo interessante pell’arlc, perchè l’analisi e l’elogio, ma un elogio sentito, profondo, senza riserve, non dovessero scorrere con profusione per festeggiare due fanciulle che calme, tranquille, modeste, ignorando quasi l’immensa loro superiorità, venivano a gettare lo stordimento nella testa degli intelligenti, la meraviglia in quella di tutti. Ma appunto perchè questo giornale ha adempito senza parsimonia, per quanto era possibile, agli obblighi della propria missione, io, l’umile relatore dell’ultimo concerto, mi trovo nellimbarazzo o di riprodurre delle idee già emesse, o di restringermi a narrare con rapide parole la semplice storia della brillante serata. Ed io mi atterrò a questo secondo partito. Lasciando dunque ogni finse d’elogio divenuto oramai inutile ed impotente parlando «Ielle Milanollo, accennerò come ciascuno dei sci pezzi clic furono da esse suonati, venisse coronato da una tale tempesta e furia di grida e di applausi, che pochi dei passati trionfi possono essere a questo paragonali, nessuno dichiarato maggiore, lo non indicherò il numero delle chiamate, ma costaterò colla stessa compiacenza con cui fu applaudito dal pubblico, il gentile pensiero di chi volle dare una splendida testimonianza di animirazione alle sublimi fanciulle, facendo in modo clic terminato l’ultimo pezzo il palco scenico si aprisse per presentare il tempio della gloria, mentre un grazioso fanciullctto, scendendo dall’alto, ponea sulle gentili leste delle sue coclancc due eleganti corone. Se quanto ci si disse ò vero, e noi lo crediamo assai volentieri, clic sia stata cioè l’impresa del nostro grande teatro, quella che indovinò ed interpretò con tanta cortesia il desiderio del pubblico, noi la lodiamo jsenza restrizione, giacche siamo sempre pronti a metterei inischicm con chi erede essere cosa nobile l’onorare la difficile ed ahi! troppo rara associazione del genio, dello studio, della modestia. Era i tre pezzi nuovi suonati dalle Milanollo citeremo un duetto per violino composto da due giovani allievi dei nostro conservatorio, che senza offrire grande novità nella composizione, ò però scritto con disinvoltura, con gusto, ed ò tale da produrre molto effetto sul pubblico. La Teresa Milanollo prese congedo dal pubblico colla fantasia e capriccio di Vieux-temps, di cui si chiese e si ottenne, come nelle altre sere, la replica. Questo pezzo sarà sempre, a quanto ci pare, il pezzo-monstri: clic porterà all’ultima concentrazione il fanatismo degli uditori. Nulla può dare una idea più completa, più esalta, più abbagliante del senso «Iella terribile parola perfezione al pari di questa fantasia eseguita dalla Milanollo; sono il sentimento, la delicatezza, l’espressione, l’arte, nella loro manifestazione più affascinante, nmmalgamatc in un assieme meraviglioso, clic stabiliscono un’elettrica communicazione di divine sensazioni fra il pubblico e questo angioletto, che fa piovere delle note d’una purezza, di una soavità, piuttosto celesti che umane. È facile il prevedere che gli altri frammenti componenti lo spettacolo della sera, doveano ricscirc languidi e di piceol effetto per un pubblico, che s’apparecchiava a subire od avea già subite delle sensazioni tanto eccezionali. Ad ogni modo, per adempire con esattezza all’ufficio di storici, indicheremo clic il largo del secondo atto dèli’ opera del maestro Bnjctli ebbe l’onore della replica, e clic l’aria finale della Lucia cantala dalia signora De Giuli, valse all’esecutrice una chiamata. Due nuovi passi a due, l’uno assai gentile composto dal Blasis per due sue giovani e brave allieve, la signora Fuoco e la signora Baderna, e l’altro composto da Mcrantc per sé stesso e per la Bcaucourl, furono festeggiali da applàusi e chiamate. Lo due allieve del Blasis mostrarono molta abilità e molta eleganza, e massime la signora Baderna sfoggiò dei passi d una difficoltà che avrebbe fatto impallidire forse più d’una delle grandi illustrazioni della danza. Questa fanciulla lui, come la signora Fuoco, un bell’avvenire innanzi a se, e farà mollo onore alla scuola, diventila ornai celebre, del nostro maestro di perfezionamento signor Blasis. E cosi fu chiusa la stagione autunnale del noslro grande teatro. NOTIZIE MUSICAL? — Ro.ua. Il Conte ili Lavagna di Tcodulo Mabellini che ncH’cstatc scorsa al primo suo apparire a Firenze ebbe luminoso esito, prodotto ora sulle scene di questo teatro Argentina fu accollo con entusiasmo, ed il compositore che qui venne a dirigere le prove ottenne veraci congratulazioni. In questo spartito il più forte allievo di Mcrcadanlc fu meglio inspiralo che nel /lolla. Impone e trasporta la stretta dcU’introduzionc; patetico si è l’andante ddl’aria della Barbieri; degno di rimarco per condotta e per concertazione giudicossi l’adagio del linaloi; -la vaghezza delle cantilene c la venustà dell’intreccio resero assai gradilo il duetto delle donne. Oltre gli or citati distinti pezzi uc esistono molti altri che racchiudono de- brani commendcvoli e che meglio potrebbero apprezzarsi se in certo qual modo qua c là non fossero offuscati da preponderante robustezza nell’istru-. mentazione, da confusa complicazione nelle parli armo- I niche, da frasi di soverchio aggirate fra le modulazioni, dai canti ricercato ed a salti, e da troppo alla tessitura de’soprani e de’ tenori,in ispecie nelle strette de’ pezzi concertati: difetti più da attribuirsi al fatale sistema che invalse la nostra musica mclodràmmalica, che al giovine maestro, il quale per acquistare a se e alja propria patria maggior onore, dovrebbe aver ben fermo in mente che l’oricalchico strepito e le grida distruggono il ragionato effetto musicale, straziano l’orecchio dell’uditore e rovinano gli esecutori. In complesso il Conte di Lavagna non è indegno di figurare nei principali teatri a canto alle più acclamale opere della giornata. (da lettera del 22) — Venezia. Alcuni giornali accordarono la piena loro approvazione allo Spartito del maestro Galli intitolato TVarbek recèntemente comparso al teatro di S. Samuele. Giova sperare che riprodotto sopra altre scene avrà l’incontro di Pordenone, Zara c Venezia, c clic si verificheranno le speranze che l’autore del TVarie* fa concepire. — Qui si attende impazientemente l’arrivo delle portentose Milanollo: già da un pezzo ogni giorno ognuno si fa domanda se alla fine sono approdate in questa capitale. - È già venuto il pianista Jacel (1), ragazzo di due lustri, di cui diconsi meraviglie. Che angelico trio faranno I — Genova. Il celebre pianista italiano Dòhlcr fu qui di passaggio. Non si fermò clic due giorni. Chi mercoledì ebbe la fortuna di ammirarlo in una cospicua casa rimase incantalo dalla finita,nitida c brillante sua esecuzione nella fantasia sul Guglielmo Teli e dalla toccante espressione nella Serenata c nell’addio di Schuhert, che acquistarono maggiori attrattive eseguite sopra un pianoforte verticale della rinomata fabbrica Pleycl c C. a Parigi. L’illustre patrizio genovese, sig. Gian Carlo di Negro, mosso da entusiasmo, sorse ad improvvisare alcuni inspirali vèrsi in lode dell’esimio artista,anche in questa occasione dando bella prova della sua gentilezza d’animo e del preclaro suo ingegno. Dòhlcr s’imbarcò per Marsiglia. — Da una orchestra composta di circa -120 parti e da una proporzionata coorte di cantanti [nel giorno di S. Cecilia si eseguì una solenne messa espressamente immaginala dal maestro Gambini, il quale non c solo da qualificarsi fra i più abili coiliposilòri-piónisli d’Italia, ma merita eziandio un posto fra i migliori che il loro talento applicano a celebrare le glorie d’iddio, siccome quello che uc suoi componimenti per chiesa con criterio sa togliersi dalle forme usitatc in teatro. I pezzi che riuscirono di maggior effetto furono il Iiyric, il Cam sancto spirilu ed il Qui lollis, questo ultimo con lodevole intelligenza interpretato dal tenore Caggiati. — Bologna. Gli Sludj di Golinelli, maestro di pianoforte ai Liceo musicale, alla metà di dicembre vedranno la luce in Milano presso Ricordi ed in Parigi presso Troupenas. Trattasi di un lavoro clic deve produrre non comune sensazione, e che estenderà la fama del bravo nostro pianista, il quale quanto prima si rivolgerà a Parma c probabilmente auebe alla capitale della Lombardia. — Fibknzk. La Società filarmonica prepara l’esecuzione vocale c strumentale delle Selle parole di Uaydn che con invito mai eransi eseguite. - Dòliler diede uua brillante accademia in cui si distinse anche il violinista Giovacchini, allievo dell’egregio Giorgetti, suonando due pezzi insieme al grande pianista. — II Sogno d’unu notte d’estate, dramma fantastico di Shakspearc, posto in musica da Mendelsshon fu rappresentato quattro volle di seguito sul rcal teatro di. Bcrliuo, con grande successo e alla presenza di una folla di spettatori ammirati. — Come c solito fare dappertutto Listz ha dato a Monaco una grande Accademia a benefizio dei poveri. Una porzione dell’introito venne destinata a metter insieme la pensione per una piazza nell’Istituto aperto a favore dei ciechi. Il Re di Baviera decretò che quella pensione fosse chiamata Premio-Listz. Egli 6 a questo modo che si onora il gonio e si nobilitano le arti. A vanto della classe de’virtuosi è a dire che simili tratti di virtù filantropica non sono rari. Valgano a compenso dei tanti tesori che l’egoistica opulenza profonde in un lusso inutile, c in una ostenlalricc munificenza. — Dreyschock continua il suo giro trionfante per la Germania. Dovunque egli è accollo con entusiastica ammirazione. (i) La Gazzetta di T’entzia del 2S parla con stupore ed entusiasmo del triestino Jacel, oltremodo ammirato al teatro Gallo in due accademie, ove fra va ri i pezzi esegui la fantasia del Mosè di Thalbcrg c io studio del trillo di Dòhler. — Fra i tanti c tanti giornali francesi che ebbero a riferire con maggiore o minor pompa di frasi il grande trionfo del Dom Sébastien de Portugal, la sola Gazette gj Musicale de Paris si fa lecite alcune osservazioni critiche o intorno ai valore più o meno contestabile del nuovo (7 capolavoro donizettiano. Osserva essa fra le altre cose, g che, a cagione della cupa natura del poema, la musica I veste una tinta di tristezza forse un po’ monotona, e! conchiude coll’affermare che il Dom Sébastien, non è da notarsi fra i migliori spartiti di Donizclìi (i). Al contrario parlando della Maria di Ilobati è larga di tali elogi alle bellezze potentemente drammatiche di questa musica che di rado la vedemmo profonderne di maggiori. Parlando in ispecie del terzo atto di quest’opera la Gazette Musicale de Paris ne dice: - Le troisième acte est rempli par une suite de scènes énergiques ou le talent du musicien s- est soutenu à une grande hauteur. La situation est magnifique, mais il l’a comprise et traitée avec tout le sérieux désirable, et c’est l’acte le plus complet qu’il ait peut être écrit. Tout est vrai, éloquent cl pathétique dans le duo de Marie cl de Chalais; la prière de Marie, l’all’de Chevrcusc, et les scènes finales entre celui-ci, Marie et Chalais. Qu’on découpe à volonté toute cetleglramej en fragments, qu’on appelle arbitrairement airs, duos et trios; ce ne sera jamais qu’on magnifique ensemble ou les entrées et les sorties des acteurs ne fout aucune solution de continuité pour l’auditeur constamment emu et surexcité *. Questi elogi tributati al genio fecondo del nostro Donizetti sono tanto più da pregiarsi in quanto che la Gazzetta Musicale di Parigi si addimostrò sempre animata, verso il celebre maestro lombardo, da uno spirilo d’imparzialità clic talvolta polca facilmente scambiarsi per rigorismo soverchio. — Si cita un fatto singolare ultimamente accaduto a Weimar, ove alla rappresentazione di non so quale tragedia tedesca, gli attori indispettiti al vedere il piccolo numero di spettatori radunati nella platea, si diedero a fischiare il pubblico, colpevole di avere osato ci stesso manifestare a questo modo la sua disapprovazione, composto coni’ era di sole sette persone, numero troppo limitato per poter competere con vantaggio contro l’intera compagnia de’recitanti fiancheggiata dal personale dell amministrazione. Avvenne quindi che per questa volta fu il pubblico clic dovette cedere e ritrarsi dal teatro! Non vorremmo che questo caso riuscisse di cattivo esempio a qualcuna delle nostre meno fortunate compagnie comiche. — La direzione del Couvent-Gardcn, uno de’principali teatri di Londra, si dichiarò in istato di fallimento. Giorni fa, mentre gli artisti eransi radunati per le prove del Re Lear, tragedia di Shakspearc, venne loro annunzialo che stante il tristo caso accennalo, le rappresentazioni cesserebbero c che tutta la guardaroba spettante agli artisti era stata posta sotto sigillo. (1) A questo giudizio forse troppo severo della Gazzetta Musicale, ne piace contrapporre l’articolo dato nel giornale del Débats, da quel Berlioz che non fu mai inclinato a parziale benevolenza verso i viventi compositori italiani, e può anzi dirsi il porlainsegne di un antagonismo musicale non sempre felicemente sostenuto degli eletti della moderna scuola francese contro i discepoli della nostra. E puro Berlioz, così rigido, cosi puritano nelle sue teoriche, così duro nell’applicazione delle sue dottrine estetiche alla critica, questa volta fu ammansato dagli incanti della musica di Donizetti, e recò del Dom Sébastien tu» tale vantaggioso giudizio che esso solo vale un trion fo pel nostro compositore. SCOVA PUBBLICAZIONE MUSICALE IlELL’l. n. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVII.EG." Dì GIOVANNI BICORDI mmim 1*l’.01 TUE VOCI f’S/c^u’a.no & r(Bcnorc, CON CORO A PIACERE etl acconti».0 Organo POSTA IN MUSICA DA p&mmdq amsiMïiaîiii ISS21 Er. 1 SO GIOVAMI RICORDI EDITOBE-PROPBIKTARIO. Dall’I. K. Stabilimento Razionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria c Tipografia ftlusiealc di GIOVARVI RICORDI Contrada degli Omenoni zV. 1720.