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— «85 GAZZETTA MUSICALE ANNO II. domenica N. 44. 29 Ottobre 1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso deH’nnno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio’ figurato si intitolerà AsDI MILANO:e.par des inflexions vives, accentuées, et, si dire, partantes, exprime toutes les pastint tous les tableaux, rend tous les objets, a nature entière à ses savantes imitations, ainsi jusqu’au coeur de l’homme des «enpropres à l’émouvoir. • J. J. Hovsskju. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta c M’Antologia classica musicale è dicfTetl. Aust. I,. 12 per semestre, ed cITctt. Aust. L. 14 affrancata di porlo fino ni confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente c franca di porto ni diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso I Ufiicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Oincnoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Urtici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. S OH MARI O. I. Studi istorici. Jacopo Peri. II. Biografia. Giambattista Pcrgolesi.- III. La Luchkzia di PossahixiI teatro Re. - IV. Varikta’. - V. Notizie Diverse. - VI. Nuove Pubblicaziosi Musicali. STUDJ ISTORICI JACOPO PERI nquant’anni eran già scorsi da,che il gonfalone della repubblica ’più non era in Firenze il distintivo della suprema autorità. Ri. dotta in un sol principe la somma delle cose di quel governo, i cittadini vennero a perdere in parte quella importanza che iti faccia dello stato aveano avuto nei tre secoli anteriori in cui la repubblica sostenne una parte gloriosa nelle politiche vicissitudini d’Italia. Per tal cagione i costumi del popolo subirono in breve un notabile cambiamento. Le più cospicue famiglie, ó nei loro capi spente o impoverite per le confische, o per forzato o volontario esilio avean disertato la patria: quei rimasti delle classi più agiate invece di alimentar l’industria ed animare il commercio, per il più viveansi perduti nei piaceri della Corte granducale, o sivvero cuoprendo col manto delf ipocrisia i vizi a cui eransi dati in preda; l’adulazione adoperavano per ottenere dalla grazia del principe gli onori e le magistrature. Da questa corruzione fu dato scampare soltanto a quei pochi che aveano sortito dalla natura spirito tranquillo e pacifico, carattere disinteressato ed animo mesto e gentile, i quali per non invischiarsi in questa sozzura, e nel tempo istesso per potersi sottrarre ai sospetti della politica del tempo, dieronsi alla cultura delle lettere e delle belle arti, preferendo tra quest’ultime la musica, perchè che le altre stimata capace a rallevare lo spirito, e Giovanni Bardi dei onti di Yernio, Vincenzo Galilei, Ja;i e Ottavio Rinuccini sopra gli distinguevansi in si virtuose discipline: | ed incantati dalle peregrine bellezze dell’antica letteratura greca, ogni sforzo facevano per imitarne il gusto, adoprando l’italiana favella. Ma sopra tutto maravigliali dai prodigiosi effetti prodotti dalla musica in quelle antiche età, secondo che gli stessi greci scrittori ci narrano, oggetto di continue ricerche. e di profonde discussioni nelle loro dotte adunanze divenia lo interpretare ed il precisar le forme speciali delia musica di quei tempi, che certamente mal dagli scritti potevano esser desunte. Ciò che infine chiaro apparve ad ognuno si fu, che la più intima connessione allora regnar dovesse fra la poesia, il ritmo, ed il suono: cosicché per creare ad immagin di quella una nuova musica adatta al nostro linguaggio, il problema riduceasi a scuoprire e determinare i rapporti della natura posti tra il suono, la parola, ed il movimento, a seconda della passione o dell’affetto di colui che parla. Uno dei primi tentativi fatti in tal genere di composizione musicale, e che felicemente riuscisse, sembra essere stato quello di Vincenzo Galilei allorché pose in non più intesa foggia sulle note il Canto XXXIII dell’inferno di Dante. Sulle orme istesse altri si dierono a compor musica in questo nuovo stile, e particolarmente Giulio Caccini romano, eccellentissimo cantore stipendiato ai servigi della Corte medicea fin dall’anno 1564, il quale frequentando la casa del Bardi intervenia alle scientifiche adunanze che ivi teneansi, nelle quali ebbe egli dipoi a confessare aver più imparato che non in trentanni di studio del contrappunto.Secondo lo spirito delle nuove ricercherà monodia dovea principalmente richiamare la maggiore attenzione del compositore, lo che portava a trascurare l’artificiosa combinazione contemporanea di melodie varie, e per conseguenza veniva a spogliarsi di quei freddi calcoli e di quei ghiribizzi che la scienza del contrappunto in quella età assurdamente adoprava; ond’è che mentre questi primi saggi riceveaii 1 approvazione dei letterati, e favorevolmente venivano accolti da ogni persona di buon gusto, i musicisti i più attaccati alle invalse dottrine dell’arte se gli dichiaravano contro, e moveano aperta guerra a questo nuovo stile musicale da. loro considerato incolto ed abbietto.Fra i competitori con cui dovette combattere il Galilei vi si conta inclusivo il famoso Giuseppe Zarlino, il quale pretendesi che segretamente si adoprasse per tentar di trafugare il manoscritto del Dialogo sulla musica antica e moderna, ove il Galilei tra le altre cose dice esser la | musica moderna ( intendo quella, dei contrappuntisti di quell’epoca) degna soltanto della plebaglia, e non della gente illuminata. In tal maniera le cose musicali procedeano in Firenze, allorquando compariva a cantar le nuove musiche un giovinetto che giudicato esser polea sui tredici anni, dotato di una voce di soprano oltre ogni dire bellissima, la quale ei porgeva con maniere tanto espressive ed insinuanti, che chiunque lo udisse non potea a meno di non restarne incantato. À questo suo particolar talento ed alle sue doti naturali aggiungea anco quella della bellezza della persona e del volto, cui particolarmente risaltava per una folta ed inanellata capigliatura tra bionda e rossastra, che con grazia infantile ei lasciavasi cader sulle spalle. Egli era per questo, e per uria specie di mistero che adombrava 1 origine sua, che ognuno generalmente il chiamava Zazzerino, del qual soprannome compiacendosi per sempre gli rimase, nò famigliannente forse mai egli si udì chiamare altrimenti nel corso di sua vita. Il nome però con che ei si annunziava era Jacopo Peri, e dicea discendere dalla uobil famiglia fiorentina di tal cognome, ma casualmente esser nato in Roma da genitori, i di cui nomi a vero dire sembra che non fossero noti in Firenze. Frattanto il nostro Zazzerino alacremente progrediva negli studj musicali sotto la direzione di Cristoforo Malvezzi, uno dei valenti musici della Corte, tanto che, giunto agli anni della pubertà, produoea alcune composizioncelle nel nuovo genere di musica salito allora in molto favore presso l’universale. Per questi suoi primi saggi come compositore e per la sua bella maniera di canto, cui maggiormente perfezionava dopo il variar della voce, egli giunse ad essere ammesso alle dotte conversazioni del Bardi, ove per prontezza d’intelletto molta scienza si acquistava, e lo spirito di più in più coltivandosi, maggior stima di sé procuravasi da giungere in fino ad ottener la protezione e l’amicizia di varj illustri personaggi, e particolarmente quella di Jacopo Corsi gran mecenate degli artisti di musica. Quegli nomini generosi ed illuminati, che, come già dicemmo, per gli avvenimenti sociali eransi dati alla cultura della musica, con la loro attività, con le incessanti ed accurate ricerche pervennero a creare un I nuovo concetto musicale, che inteso ed ap- ’ prezzato dalle moltitudini per opera spe- ì cialmente del Galilei, del Caccini, del Peri (