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i, risparmiarvi lo sforzo, il lavoro, la mcdii (azione dell’intelligenza? Ma,ciò è incredibile, signori,

  • giacché clic direste del poeta, del drammaturgo, il quale

l facesse questa strana domanda, datemi un soggetto? > Quale ispirazione, quale originalità recherete voi ncll’interpretarc un pensiero clic non 6 vostro, che non vi è sorriso in uno di quei concitamenti dell’imaginazione, che brillano improvvisamente dopo lunghe ore di meditazione, e che soli valgono a produrre i grandi lavori? Istruitevi, signori, leggete, penetrate colla mente negli arcani del passato e del presente, e quando l’idea vi scintilla dinanzi splendida e potente, deponete il vostro libro e prendete il pennello. Non isccgliclc il vostro soggetto in un momento di distrazione, riserbandovi poi a leggere i libri clic possano darvi sovr’csso degli schiarimenti, ma leggete, e leggete mollo e poi fate la vostra scelta. È strana, credetelo, l’abitudine di adottare così alla cicca un argomento di cui non conoscete l’importanza, di cui avete un’idea astratta, confusa, e per interpretare il quale vi affidale spesso alle pagine di qualche romanzicro, o alla rapida lettura d’un brano di storia, clic vi fu additato da qualche conoscente. Le vostre idee riesciranno per forza incomplete, e il vostro quadro sarà nulla più di un quadro di mestiere, meraviglioso, se volete, artisticamente, ma clic fascera dei grandi desiderii esaminato dai lato che non è certo il meno importante, vale a dire dal lato estetico. Ma io porrò fine a queste mie parole, iion procedenti certo dalla pretesa di farmi il pedagogo degli artisti, ma nate dalla profonda convinzione, che le belle arti in Italia sarebbero ancora senza confronti e senza rivali in Europa, qualora si volesse concedere clic l’istruzione e l’erudizione fecondano le idee, clic le idee generano l’ispirazione, e che l’ispirazione è la prima condizione d’ogni opera d’arte, clic non ami di finire la sua esistenza fra la polvere e le macerie dei solai. Potrei dirvi ancora clic sarebbe da desiderarsi in molti artisti una finitezza maggiore, ma vi taccio di questo e di altro perché credo di avervi annoialo abbastanza, e perché sono realmente ansioso di finirla una volta colla esposizione, per tornare ad offrirvi le notizie musicali e teatrali più importanti della stagione. Il che farò in una prossima lettera. Credetemi intanto peli’ a/fez. vostro B-r-i. Iiettera ilei SI. Pietro Raimondi al Cav. Giovanni Parlili. Carissimo Amico, Ilo letto nel Giornale Privilegiato di Lucca al N.° 62 del 1845, e nella Gazzetta Musicale di Milano, un vostro articolo, che risguarda la mia recente opera «Nuovo genere di scientifica composizione.» Col sano intendimento, e colla gentilezza che tanto vi distinguono, avete in esso mostralo prematuramente all’Italia qual sia il contenuto del mio lavoro, qual ne sia Io scopo, e quali vantaggi trar se ne possono. Quanto lusinghiero mi giunga il vostro schietto sentire, io non saprei dirvi abbastanza; non polca meno aspettarmi dalla vostra cortesia. A questo proposito mi confido che non vi tornerà discaro l’annunziarvi clic un’altra nuova opera occupa allesso la mia mente, la quale darò alle stampe, poiché la prima avrà veduto la luce. Mi é venuto il destro di combinare delle fughe in tulli i generi. Oltre a ciò panni, se ben m’avviso, avervi fatto l’esperimento di cosa non pria d’ora immaginata. Havvi in somma delle fughe, in cui le otto parli non cantano nel medesimo modo, ma bensì uria fuga in sol, e l’altra in re; ed intanto, mentre il primo coro fa la fuga in mi, l’altra si eseguisce in la; e cosi dal principio alla line queste due fughe progrediscono, cantando sempre in due modi diversi. l)i più eolio stesso procedere mi é riuscito di creare delle fughe, clic cantano contemporaneamente, una in modo minore l’altra in maggiore, e tante altre simili cose. Quest’opera porterà il titolo di» Due fughe in una, dissimili nel modo (1). A voi dunque, caldo seguace della nostra scuola i dotti maestri d’Iitaliana, mi ò sembrato non isconvcnevolc far e sccrc i mici lavori, nella certezza, clic non vi gì che carissimo tutto ciò che possa contribuire ai grossi di quest’arte sovrana. Palermo, a dì 26 agosto 1845. CRONACA DRAMMATICA DEE TEATRO RE. Quantunque abbia fatto cenno altra volta intorno alla rappresentazione della Clotilde di Soulié, vuo’ tornare a ricordarla ai lettori, siccome una di quelle, secondo me, che nel Repertorio fin qui esposto dal Modena serve a mettere in maggiore evidenza l’abilità de’singoli artisti che vi prendono parte, e presenta una miglior fusione nell’insieme. Poi, in riguardo al buon insieme, annovererò pure il Vagabondo e la sua famiglia di Bon. Giammai questa commedia o dramma che vogliale chiamarlo, aveva trovalo un attore prima del.Modena, clic veramente ne parlasse dalla prima all’ultima scena, e non ne schiamazzasse o predicasse la parte protagonista, giammai vi fu ( sempre secondo me, intendiamoci bene ) un’attrice più commovente e più vera della signora Angiola Botteghini nel personaggio di Faustina. Quest’attrice, non nuova alla scena, ebbe il talento di comprendere, stando col Modena, che cosa sia recitar beile e quantunque la forza dell’abitudine la trascini ancora talvolta un pochino a que’ modi convenzionali, e a certa cantilena o cadenza da prima donna, in generale grazie al ciclo! parla e non grida, piange e non bela, sicché non esito ad affermare clic in questa parie si lasciò proprio dietro di sè d’un bel tratto tulle quelle altre attrici di rinomanza, che la precedettero. Non ugualmente la loderò della maniera con cui concepì la parte di Duchessa nel Walienslein; ivi doveva al dignitoso contegno aggiungere maggior verità d’accento, come fece madamigella Adelia nella parte di Contessa, e chi l abbia vista in quella sola rappresentazione taccerà d’esagerate e peggio le lodi mie, ma le mie lodi reggono non per tanto, ed ho la coscienza che siano giuste; se non clic è d’uopo osservare, che quando gli attori non sono della forza di Modena, bisogna giudicarli in un complesso di rappresentazioni, 11011 in una sola sera, ed in una piccola parte. Nel Wallcslcin, azione come tutti sanno copiosissima di personaggi, presero parte tutti gli attori della compagnia, e taluni furono anche costretti a rappresentarne più d’uno, ma per la ragione appunto ch’essi non vogliono essere giudicati in una sol parte, io non prenderò occasione da questa rappresentazione per passarli in rassegna, perocché mi toccherebbe forse di giudicarli più severamente di quello clic il meritano. 11 giovane Salvini, a cagion d’esempio, parve alquanto immaturo per la difficile e poetica parte di Massimiliano Piccolomim. come immatura la signora Botteghini figlia in quella di Tecla, che le serve di meraviglioso riscontro; eppure ambiduc questi artisti furono da natura dotati di non comuni bellezze fisiche cui risponderanno fra 11011 molto, mi pare di poterlo scrivere senza audacia, le sviluppate doli dell’artistico ingegno. Con quella medesima sincerità poi colla quale faccio il presente vaticinio, mi trovo in debito di avvertire madamigella Botteghini di un difetto cui ella deve intendere ad evitare con studio particolare tantosto; quello cioè di cadere in certe contrazioni doccili e di bocca, che recano non piccolo nocumento al suo fresco e rugiadoso visino. Anche il signor Billi, altro fra i principali attori della Compagnia diretta dal Modena, chiarissi per avventura migliore nel Nemours del Luigi XI, ed eziandio 111 qualche punto della parte di David, di quello clic nel Butlcr del Walienslein; eppure quella parte non è di piccola importanza, e sono d’avviso eli’ egli avrebbe modo collo studio di cavarne un grande effetto. Il figlio di Vestri all’incontro, nella parte di conte Torselli fu più vivace del solito, perocché egli ha un’ottima pronuncia, una voce abbastanza teatrale, un contegno sufficientemente dignitoso e disinvolto, ma pecca generalmente di gran freddezza. Ma dove mi perdo io, dove lascio la stella polare, Modena? Modena, per chi giudica l’artista non solo quando recita le sentenze che un poeta drammatico sparge quasi sempre qua e la nelle sue sceniche azioni, Modena per chi giudica l’artista indipendentemente da quei certi punti a così dire saglicnti di una rappresentazione che egli dice sempre divinamente, ma che non sono al certo la parte più preziosa della grande sua abilità, Modena, dico io, riuscì meraviglioso di certo, per la profonda finezza con cui seppe colorire ogni atto ed ogni accento della concezione di Schiller tanto mirabile, massime in quel personaggio protagonista, per verità storica e psicologica. Chi meglio di lui valse a dipingere l’uomo ambizioso, superstizioso, irrequieto, debole, coraggioso,,cil irresoluto ad 1111 tempo? Chi a spargere quel earallerc di maggior poesia? Ma oggimai il valore del Modena non ha più | d’uopo d’apologisti, e quel suo merito è cosa clic più; facilmente si comprende vedendolo, di quello che si? possa riferirlo; egli sa còsi bene metterlo in evidenza; che divenne, comecché cosa d! ordine tutt’altro clic ci munc, moneta corrente cil alla portata di tutti. A malgrado poi di questo mio articolo frettoloso ed a spizzichi, pieno di cose dette per incidenza, non deporrò la penna senza lodare il Modena e ringraziarlo anco per la perseveranza clic mette nell’esporci i capolavori del Teatro straniero. Per nulla scoraggiatosi dell’Ofcllo di Shakspcarc, clic trovò l’anno scorso avversa la maggioranza del pubblico, egli or ci volle regalare il Wailcstcin clic non fu mollo più fortunato dell’Otello, ma che pure mi pare dovrebbe riuscire a persuadere ii pubblico del suo merito, quando ne fosse un po’più curata la recitazione delle parli che al Modena fanno corona. E questo potrà senza dubbio ottenersi col tempo e eolie lezioni di un tanto maestro che sa così bene riunire la teoria alla pratica. Intanto sebbene questi tentativi continuassero a non trovar eco nella maggioranza del pubblico, il quale fa piuttosto oggetto di sue ammirazioni quell’aspettazione materiale clic deriva da una congcgnosa successione di fatti discretamente concatenati fra di essi, anziché quella ben più profonda ed interessante che nasce dal veder come gradatamente si svolgano le passioni nel cuore umano, e quali singolari contrasti fra di esse presentino, a misura che agiscono sopra individui disparatamente preparati a riceverle, questi tentativi a chi ben guarda, non riesciranno perciò meno onorevoli al Modena, e quando saranno falli di ragione deifi istoria dell’arie, formeranno una delle più interessami pagine della di. lui biografia. fi. S. Alla seconda rappresentazione del Walienslein vi tu un miglioramento sensibile nella recitazióne e quindi nell’effetto del dramma. La giovinetta Botteghini non parve più quella della sera antecedente, ed anche il bello ed elegantissimo Massimiliano lasciò scorgere alquanto meno la propria immaturità artistica in quel personaggio; alla scena 111 cui un caporale dei corazzieri prende a parlare a nome dei propri compagni, caduta per l’imperizia di chi ne sosteneva la parte, si riparò col cambiamento di un attore; si fecero scomparire molli di quei nonnulla da cui l’esito più o meno felice di una rappresentazione dipende, e l’insieme guadagnò assai; sicché non dubito che Modena abbia conquistato al suo repertorio questo lavoro del Schiller, nel quale i critici si accordano in dire ch’egli accoppiò il genio robusto di Shakspcarc alla verità solenne di Euripide. G. I. AI SIGAORI LETTORI — Per la stagione teatrale dell’ora scorsa fiera di Cremona il coreografo Morosiui compose un nuovo ballo intitolato 11 genio deWaria, nel quale con ottimo divi— samento venne introdotto un coro a voci bianche di composizione del maestro Ruggero Manna. Il coro veniva cantato entro le scene, e riesciva di sì piacevole effetto, che ogni sera gli applausi del pubblico furono maggiori. Ma non si sa come, dice quella Gazzetta Provinciale, corse intorno opinione che il nuovo lavoro non fosse del maestro Manna, ma tolto dall’opera / lombardi alla prima crociata del maestro Verdi. Altri, meno indiscreti si erano accontentali di accusarlo, non di plagio, ma d’imitazione. Ora che gli estimatori ed amici suoi hanno potuto indurlo a rendere quel suo piccolo parto di pubblica ragione, noi siamo lieti di poterlo dare ai nostri associati, non già come una prova della bravura del compositore cremonese, che troppo ne sarebbe inferiore, ma acciocché ciascuno possa da sè giudicare se in esso siavi pur ombra della pretesa imitazione. GIOVATIVI RICORDI EDITORE-PROPRIETARIO. ATf. Si unisce a questo foglio un pezzo in dono ai signori Associati Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia musicale di GIOVAMI RICORDI Contrada digli Omineni If. 1720.