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ili GAZZETTA NIMICALE ANNO II. N. 40. DOMENICA

Ottobre 4 845.

Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta mus classica antica e moderna, destinati a comporre un 1 lume in 4." di centocinquanta pagine circa, il quale apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà A DI MILANO La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. ■ pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas* sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets. - et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. ■ J. J. Roussf.xu. Il prezzo ddl’associazionc alla Gazzetta e M’Antologia classica musicale è di elle!t. Ausi. I,. I ’2 persemestre, ed elTett. Ausi. L. l i affrancata di porlo lino ai conlinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — l.a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omcnoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica c presso gli IJlfici postali. Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porlo. I. Biografia. Domenico Cimarosa. - II. Carteggi. - Ili. Teatro Re. Brevissimo cenno sul Saul d’Alfieri, ecc. - IV. Notizie Musicali Diverse. BIOGRAFIA IIOHKVK O CIMAROSA iti Aversa, piccola città a tre le’l,e <1«Napoli, nel 1754 nacque L(3fìil celebre compositore di mu£Ao««iea drammatica che forma il aggetto di questi brevi cenni biografici, raccolti con quanta esattezza poteasi dalla Biografìa degli uomini illustri del regno di Napoli, e dalle opere del Gervasorii,del Berlini, del Pojoulx, del Castil-Blaze, e specialmentedel Fétis,’che spesso accurato studio pose a illustrare nelle sue opere i meriti presso le allre nazioni della buona musica italiana. La sorte non favori gli onesti genitori di Domenico Cimarosa d’un ricco patrimonio da trasmettere alla prole; Francesco, suo padre, stabilitosi a Napoli nel 1757, vi mori quattro anni dopo, lasciando la vedova Anna e l’unico figlio nella miseria. Se non che al difetto dei beni di fortuna cercò di rimediar la madre con lasua sollecitudine, raccomandando il pargoletto figlio alla protezione del di lei confessore il Padre Porzio, monaco antonino, il quale, maravigliato insieme ed innamorato dell’ingegno che già mostrava il piccini Domenico, non solo volle assumersi l’incarico della sua educazione. ma, con raro esempio di beneficenza, eziandio del suo mantenimento. Per buona ventura il P. Porzio tenea l’uflizio d’organista del suo convento, e non di rado dilettavasi di suonare in cella il gravicembalo e di cantare, onde Cimarosa, che mai non lo abbandonava, attentamente gli prestava orecchio, e per ricrearsi, quando era solo, si faceva a ripetere le udite cantilene. Di questo modo cominciò egli a prendere passione per la musica, e si sviluppò in lui la vocazione per la bell’arte,della quale Porzio gli apprese i primi elementi, ed affinchè riuscisse meglio erudito, l’affidò più tardi alle cure del maestro Aprile. I suoi progressi furono tanto rapidi, che il di lui benefattore e lo stesso Aprile lo fecero tosto ammettere nel rinomato conservatorio di Nostra Donna di Loreto che allora contrastava il primato ad ogn’altro pubblico istituto di simil natura. Sotto la direzione dell’illustre Fenaroli, autore degli utilissimi Partimenti, il Citi rosa fece i suoi studii di contrappunto, attinse a principi! della scuola di Durante che continuavano a servir di norma in quell’istituto, e attese a impossessarsi di tutte quelle cognizioni teoriche che in processo di tempo lo resero oggetto d’universale ammirazione nell’esercizio dell’arte musicale. Si raccontano ancora nel conservatorio di Napoli gl’ingegnosi accorgimenti dal Cimarosa adoperati a durar la notte nello studio, senza turbare il sonno de’suoi compagni che riposavano nello stesso dormitorio. Le composizioni da esso scritte prima d’uscir da quel musicale istituto già facevano chiaro quale fosse la di lui immaginazione, e ciò che l’Italia potea da esso promettersi in avvenire. Piaceva eziandio siccome non commi sonatore di violino, di organo e di gravicembalo, e formava la delizia de’suoi condiscepoli cantando al pari del più esperto professore, particolarmente nel genere buffo. La di lui sicurezza e valentia nel canto erano tali, che, oltrepassati di poco i dodici anni, esegui sulle scene del teatrino del collegio, con soddisfazione e maraviglia universale, la difficile parte di protagonista nel Fra Donato, giocoso intermezzo, con musica di Sacchini. All’uscire del conservatorio, nel 1775, il Cimarosa fu accolto da madama Ballante, la quale soccorse in tutti i modi alla nascente sua fama e virtù, finché vinta dalle supreme qualità dell’animo e dell’ingegno suo, le accordò in isposa la propria figlia, che mori nel dare alla luce il primo frutto della loro unione. 11 Cimarosa si rimaritò poi qualche tempo dopo con una giovine da lui conosciuta in casa di madama Ballante, la quale pure il lasciò vedovo dopo averlo fatto padre di un figlio e d’uria figlia. Qui è a proposito, ad onore del nostro compositore, il notare, che scaduta di fortuna la Ballante, grato egli a’ benefizii che nella sua giovinezza ne avea ricevuti, divenne il sostegno di quella sventurata. Non permettendoci i ristretti limiti di questi cenni di soffermarci a discorrere di tutti i drammi ch’egli pose in musica, toccheremo solo di quelle Opere che furono accolte da universale applauso, e parimenti solo dei fatti principali della sua vita. Nell’età di diciannove anni segnò in Napoli le prime orme nell’arringo teatrale colla farsa intitolata la’ Baronessa Stramba, produzione che destò non minor interesse che sorpresa, e gli valse d’esser chiamato a Roma nel carnovale, l’anno 4 774, per adornare di melodici ed armonici modi la lirica commedia dell Italiana in Londta: a cui successero in Napoli nel Teatro Nuovo La Finta Frascatana e La Finta Parigina, ed in quello de’Fiorentini II Fanatico per gli antichi Romani,• nella quale ultima Opera per la prima volta si udirono dei terzetti e de’quartetti nel corso dell’azione, innovazione che bentosto fu adottata da lutti, come prima erasi fallo co’finali inventali dal sommo Piccini nella Buona figliuola. Prodotti felicemente a Roma, nel 4776, il Pittore parigino ed i Due Baroni, fece ritorno a Napoli e vi scrisse pel teatro de Fiorentini i Tre Otjei, l’Annida immaginaria, gli Amanti comici, ed il Matrimonio per raggiro, Opere che per l’ab! bondanza d’inspirati e facili motivi otten| nero che il nome del giovine compositore | cominciasse ad andar congiunto con quelli i del Guglielmi e del Paesieilo, le cui ele| ganti composizioni eccitavano di que’giorni j ne’Napoletani un indescrivibile entusiasmo. Quindi ebbe principio la nobil gara fra questi tre grandi emuli, che tanto onore all’Italia non avrebbero forse apportato, se contemporaneamente non avessero dovuto esercitare il loro ingegno, e tolti e tre posero ogni loro studio ad accordare perfettamente la musica colla poesia, con islile di verità e naturalezza temperato sulle norme del gusto di tutti i tempi. Nel 17/9, oltre il Calandrino, espose iii Roma Cajo Mario, spartito serio di un merito segnalato: nello stesso anno, col Mercato di Mulinati!ile^ eoX Assalonne e colla Giuditta colse nuovi allori a Firenze. Di là si trasferì a Napoli per l’apertura del teatro del Fondo, il quale per la prima volta, nel 4780, risuonò delle melodiose note dell’h fedeltà fedele, e del Falegname. Compose dappoi X Alessandro nel! Indie a Roma e XArtaserse a Torino, neli’auno 1782, dopo la prima rappresentazione del Convitato di pietra, riescila di sommo aggradimento al pubblico veneziano, Cimarosa fu ricondotto in trionfo alla propria abitazione fra lo splendore de’ceri, il festivo suono degli stranienti musicali e le strepitose acclamazioni dell’esultante turba. Dopo questi trionfi lo vediamo rimpatriare, e comporre pel teatro de’ Fiorentini la Ballerina amante, e Nina e Martuffo’, pel Fondo la Villana riconosciuta, e pel teatro S. Carlo X Oreste e! Eroe Chinese. Nel 4784 si solennizzò l’apertura del nuovo Teatro della Fiera di Vicenza colla riputatissima sua Olimpiade, che va superba d uu divino pezzo, vero modello de’ duetti drammatici. Quindi a Milano espose i Due supposti Conti, a Na