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GAZZETTA MUSICALE ANNO II. N. 39. 24 Settembre 1845. DOMENICA. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in i.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figuralo si inlitolcrjì AxDI MILANO musique, par îles inflexions vives, accentuées, et, mur ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pasions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, •l porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des seniments propres à l’émouvoir. ■ J. J. Roussexu. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e Mentologia classica musicale è dielTelt. Aust. I,. 12 persemestre, ed cITctt. Aust. I,. l i affrancata di porlo fino ai confinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. - Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Ontenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli llllìci postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. I. Srinj Biografici. Intorno alla vita ed agli scritti di Franchino Gaffurio. - II. La Musica guardata nei bisogni presenti. - Ili. Critica Mklodra.’iiiatica. lloSTUDJ BIOGRAFICI memoria intorno alla vita ed agli scritti di Fbaachiao Ci affi tuo (1). encliè non molto dopo nasces^Jp|sero in Milano de’cangiamenti g.^gepolilici, pure videsi ivi asso* Asciato l’amor degli studj agli J|®3B?>Savveninieiiti militari, ed alle agitazioni dei partiti, ed in fatti il nostro Gaffurio continuò indefessamente a giovare al perfezionamento dell’arte sua prediletta. Ed adoperò tutti i mezzi, fatiche e dispendj, alfine di raccogliere le opere migliori in allora esistenti; or conoscendo che gli antichi, i quali furono i primi nell’ordine del tempo, lo sono anche nella perfezione dell’arte, e nell’imitazione della natura, che tanto egli raccomanda nelle sue opere, quasi presentisse di già il principio luminoso, ma soltanto semi-vero dell’Estetica di Le Batteux «omnis ars, onirti«st/ue etiam disciplina apud philosophuin «nititur imitat i naturarti, in t/uantum pois test» dic’egli nel capo X; rivolse quindi le sue cure onde render proficuo all’età presente quanto produssero i genj della passata, e fece il primo ed a proprie spese, tradurre da varj interpreti in lingua latina le opere greche di Aristide Quintiliano, di Manuele Briennio (2), di Tolomeo e di Bacchio Seniore i locchè afferma egli stesso di sé nel primo capitolo della sua opera: de Harmonia istrumentorum, colle parole Manuel Briennius et Bacchiai atque A risiides Quintilianus et Ptolomeus, quorum commentarla e greco in lalinutn opera nostra accuratissime conversa sunt (3). ■ (t) Continuazione. Vedi i 2V. 5), 52 e 36. (2) Nella Biblioteca Pubblica di Lodi trovasi un j esemplare di uno di questi scrittori greci tradotti per; cura ed a spese del nostro Gaffurio: esso porta per titolo: Manuclis Briennii harmoniac greco in latinum versuiti opus per Joanncm Franciscum Buranam Verone n se in adhorlationc et impcnsis Franchini Ga/furii j Laudensis Musiccs Professoris. Explcvit felieiter die: Jovis januarj 1497 liora XXI in domibus S. Marccllini portie Carname civitatis Mediolani. (5) È prova inoltre del suo sapere» così scrive i Bettinelli nel suo Risorgimento, parlando di Gaffurio n;» la traduzione di Aristide Quintiliano autor greco di; u Musica, intrapresa da Francesco Burana veronese ] «circa l’anno 1494 che manoscritta si serba in Ve- j u rona per testimonianza del Maffei h. Ed ora meditò altra opera mediante la quale potesse esaurire tutti i rami della scienza musicale. Prima però di promulgare codesta opera pensò di compendiare le sue sopraccennate di Teorica e Pratica, e di estendere a richiesta di molti il ristretto in lingua volgare ( benché si professasse dello scrivere materno inesperto per essergli insolito ) affinché tutti approfittassero dell’industria sua, «persino le donne religiose intente a laudare lo eterno Dio» com’egli si esprime nel primo capitolo di quest’opera col titolo latino (probabilmente usato da qualche ciarlataneria tipografica) Angelicutn ac diviutn opus musica; Franchiti i Gqffurii Regii Musici: (’) ecclesiaque Medio lati en sis phonasci materna lingua scriptum. Dedicò questa sua fatica a Simeone Crolla, patrizio milanese, peritissimo nelle cose musicali, di cui fa uu elogio tanto più delicato, perchè presentato sotto massime generali, e vide la luce nell’anno 4508 li 4G settembre, regnante il pontefice Giulio 11 e Lodovico XII re di Francia e duca di Milano, per mezzo di Gottardo da Conte. Nel frontispizio vedesi pure Gaffurio stando in cattedra’, le prime due pagine sono ornate da non ignobili contorni allusivi, ed in fine è rimarchevole un organetto al quale sta seduto un suonatore toccando li tasti e sulle canne di cui, invece della solita mano di Guido, vi è spiegato il sistema musicale coll" iscrizione: Introductorium Musices Frane. Gaffurio. Il contenuto di quest’opera riguarda per Io più le proposizioni musicali del suo prediletto Boezio. Vi si tratta però anche della, mutazione della scala secondo Guido, dell’uso delle sillabe, della mutazione de’tuoni ecclesiastici, e del contrappunto: e vi sono inoltre avvertimenti per i cantori, i q.uali si potrebbero replicare a’ medesimi anche al giorno d’oggi se la maggior parte di costoro intolleranti non fossero di ascoltarli e di praticarli. E finalmente dieci anni dopo, cioè nell’anno 1518, il trentesimoquinto ch’egli copriva il posto di prefetto de’musici, regnante Leone X, e Francesco I re di Francia, e duca di Milano, usci da’torchi di Giacomo Gonteno la terza sua grand opera, de Harmonia Musicorum Istrumentorum. Porta essa in fronte alla prima pagina un Epigramma latino che qualifica il nostro (l) Questo nuovo titolo, il quale conservò egli anche sotto Francesco l sembra comprovare ch’egli fosse anche particolarmente addetto alla corte di Lodovico XII re di Francia. professore anche per poeta non ignobile, ed in cui finge l’autore un piccante dialogo fra sé ed il suo libro. In fine trovasi il breve e più volte citato compendio della vita dell’autore estratto dagli scritti del Lodigiano Panlaleone Melegoli. Compiacciomi poi di scorgere negli ultimi capitoli di questo trattato sparso di già il sente di varie idee, che svolse non ha guari un moderno autor bavarese, il P. Gebhardt, il quale diede alcuni anni addietro alla luce un’opera filosofica sull’armonia, ove parla del pari dell’armonia universale della creazione, dell’armonia morale, politica, e via discorrendo. Quest’insigne opera dell’istancabile Franchino non rimase però intatta dalla critica, ed avverandosi che Cantor cantorati lividus odil, fieramente si scagliarono contro di esso, Giovanni Spatario, ed altri suoi compagni bolognesi, irritati, perché in varj luoghi Gaffurio impugnava la dottrina di Bartolomeo Ramis già maestro dello Spatario, che pure era secolui in corrispondenza letteraria. Ma il nostro concittadino, ch’ebbe per massima Maledictus homo, qui negligit Januim suam, non si ristette neghittoso, e scrisse anch’egli una mordace operetta intitolata: Apologia Franchini Gaffurii adversus Johannem Spatarium et coinplices Musices Bononienses, stampata in Torino da Agostino Yimercali li 22 aprile dell’anno 4520, ma qui non finì la contesa, anzi seguirono molti altri scrittori non meno pungenti e dello Spatario e del Gaffurio e di altri ancora che sorsero in difesa dell’uno e dell’altro, su di che veggasi il sofra citato Sassi, il C. Mazzucchelli (script, tal. toni. Il, part. IY, pag. 2449) ove ragiona di Nicola Biirzio parmigiano, cli’ebbe anch’egli parte in quella lite, e l’opera del C. Frantuzzi, Notizie degli scrittori Bolognesi, ove parla di Spatario: «Lo scritto (t) di questi (dice egli dietro le traccie del Sassi) fu come un segnale di battaglia in Milano, onde molli discesero in campo a combattere chi in prosa, chi in versi per sostenere il Gaffurio, e fra questi Bartolomeo Filippini Varallense, Dionigio Brippio, Giacomo Antonio Bricci, patrizii milanesi e Gaudenzio Merula ed altri piacentini e parmigiani. In questa congiuntura il Franchino scrisse due lettere, una diret’a a tutto il ceto de’musili) Esso ha per titolo: Errori di Franchino Gaffario da M. Jounnc Spatario musico bolognese in sua difcnsionc e del suo precettore M. Bartolomeo llamos Rispunti sublilmente dimostrato. Impressimi Bononice per Rcncdictum Recloris 1624, in 4°.