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pena tollerarsi premessi alle arie di parata del primo atto, ove gli affetti drammatici non sono ancora abbastanza impegnati, e lo spirito dello spettatore è ancora libero e sufficientemente disposto ad udire qualche elegante obbligazione di flauto, di clarino o d’oboe, massime se eseguita con maestria. Ma al momento che la tragedia sta per sciogliersi con qualche inaspettato e terribil colpo, venir fuori con una prolissa chiaccherata stromentale che finisce per dir nulla, è un vero controsenso. Tutta questa critica non si riferisce al signor Cavallini, il quale non fa che eseguire appuntino quel che trova scritto sulla parte, ma va diritta al compositore, che coll'avergli dato quel lungo solo in un momento inopportuno, commise un musico pleonasmo senza verun pro, anzi con detrimento dell’effetto principale.

Abbiamo da osservare un’altra cosa. Nell'articolo da noi dato nel precedente foglio intorno alla Vallombra del Ricci abbiamo detto che la prima sera la cabaletta dell’ultimo duetto che forma la scena finale dell’Opera non piacque, e agli intelligenti parve riprovevole come l’intrusione di una frivolezza musicale in un punto scenico pieno di pretesa drammatica. Ora intendiamo di modificare quel nostro giudizio. Quella cabaletta, eseguita nelle susseguenti sere con molto maggior calore, con tempo più incalzante, e con più viva e sicura accentazione e vigor di voce dai due bravi artisti, ha perduto interamente la insignificante sua leggerezza, e prese l’importanza di un passo di carattere o stretta non inopportunamente applicata alla situazione. Ed ecco quanto contribuisce una esecuzione più o meno giusta a dare maggiore o minor risalto all’intenzione del compositore od a tradirla! Quanti passi o motivi musicali che eseguiti piuttosto ad un modo che ad un altro vestono carattere o tragico od anche comico, secondo la diversa accentazione, il diverso tempo, la diversa espressione!


CARTEGGIO.

Signor Estensore, Parigi li.....

Eccovi il seguito delle notizie che vi promisi nell'ultima mia. - Il signor P. Delécluze, noto scrittore francese, inserì tempo fa nella Révue de Paris diversi articoli storico-critici su Pier Luigi Palestrina. Ha egli ora raccolti questi suoi scritti sparsi per farne un opuscolo, che si pubblicò in fatto sotto il titolo del famoso compositore di musica sacra. Pare a me che il signor Delécluze, prima di rendere di pubblica ragione la sua operetta, avrebbe potuto consultare anche le preziose notizie riguardanti Palestrina date da voi nella vostra Gazzetta, e dovute, per quanto ho potuto indovinare, alla penna di uno de’ più dotti teorici e pratici musicali che vanti l'Italia, ed il cui nome suona riverito non solo in Germania ma anche in questa Francia che va sì a rilento nell'accordare il suo voto alle illustrazioni artistiche (1).

Il sig. A. de Garaudé ha qui recentemente pubblicato un Metodo completo di Canto. Quest’opera didattica è al tutto nuova, né dovete confonderla con altro Trattato dell'autore medesimo tempo fa dato alla stampa con testo italiano e francese. Forse non sapete che il sig. Garaudè è anche benemerito per essere stato il primo che nel 1811 tentasse in Francia la pubblicazione di una specie di giornale di Musica intitolato Tablettes de Polymnie. Questo primo saggio di giornalismo musicale in breve mori d’etisia. I tempi non erano maturi. In seguito nel 1827, il sig. Fétis intraprese la sua Gazzetta Musicale la quale, come vi è noto, prosegue ancora molto prosperamente le sue pubblicazioni. Ora a Parigi si contano a dozzine i giornali di musica; ma con quale e quanto vantaggio?

La grande Messa solenne che si carità la mattina del Natale nella nostra Cattedrale produsse il più profondo effetto. Immaginatevi di udire settecento e più fanciulli (coristi allievi delle scuole comunali di Parigi) eseguire dapprima della seriissima musica a canto fermo all’unisono, indi due sublimi pezzi, l’uno di Marcello, l’altro del Palestrina, e difficilmente potrete farvi idea delle vigorose impressioni che può svegliar l’arte, benché circoscritta ai suoi più severi mezzi primitivi.

La nostra Accademia delle Scienze si è degnata quest’anno di volgere un pochino della sua attenzione agli studii specialmente interessanti l’arte musicale: ella ha proposto da sciogliersi pel 1843 i seguenti due quesiti: 1.° determinare con sperimenti di acustica e di fisiologia qual sia il meccanismo della formazione della voce nell’uomo; 2.° determinare con delle indagini anatomiche la struttura comparala dell’organo vocale presso l’uomo e presso gli animali mammiferi. Il premio proposto consisterà in una medaglia d’oro del valore di 3,000 franchi. Fate che questa notizia si divulghi tra i vostri tanti maestri di bel canto, perché se mai taluno di essi, confidente nella dottrina scientifica che ogni istitutore di questa difficile arte deve possedere, volesse concorrere... Ma che! mi pare vedervi da star qui a sorridermi in viso... e dirmi sotto voce... «Acustica? fisiologia? parole arabe per taluno de" nostri artisti musicali!»

Ma se siete proprio in vena di sorridere sentite questa: - Una prima attrice cantante del nostro GrandOpéra, artista sufficientemente piena dell’idea del merito che crede di possedere, diceva una di queste mattine alla prova duna nuova Opera, rivolta con fare schizzinoso al maestro: «Ma, signore, come volete che possa farmi udire se l’orchestra accompagna così forte?» - Alla qual cosa il capo d’orchestra subito replicò «perdonate, signorina, ma lo facciamo pel vostro meglio!» Che vi pare di questa lezione?

Il vostro C. G.

PS. Vengo a sapere in questo momento che nel budget da proporsi al voto delle nostre due Camere nella prossima sessione parlamentaria, il signor ministro dell’Interno, alle sovvenzioni già deliberate da parecchie legislature, altre due ne aggiunse, l'una di franchi 60,000 pel Teatro dell’Odeon. l’altra parimente di franchi 60,000 pel Teatro Italiano.



NOTIZIE MUSICALI ITALIANE

Milano. La mattina del giorno 1 corrente si eseguì nella nostra Cattedrale una nuova messa del chiarissimo maestro R. Boucheron. I molti intelligenti convenuti ad udirla lodarono altamente la severità dello stile di questa distinta produzione sacra, in cui le grettezze della nuda scienza non soffocano mai le bellezze delle ispirazioni sobrie e gastigalc convenienti al genere.

- Il pezzo che ebbe maggior lode fu il Laudamus nel Gloria in excelsis, cantato molto bene dal tenore signor Garzoni. Questo pezzo, accompagnato ed intrecciato con due cori, modulati a frasi piane sotto voce, riuscì di mirabile effetto e mostrò quanto addentro il compositore abbia compresa l’indole grave e maestosa della musica ecclesiastica.

È a desiderare che il bell’esempio dato dall’egregio Boucheron sia imitato da coloro tra i nostri signori maestri. i quali col dedicarsi alla composizione sacra, non comprendono forse abbastanza le somme artistiche difficoltà cui si fanno incontro.

— La musica che accompagna la danza caratteristica del primo ballabile della Luisa Strozzi, non è altro che una riduzione per orchestra della vivacissima Tarantella per pianoforte di Döhler da poco tempo pubblicata dal Ricordi.

Venezia. La musica del Nabucco, se la sera di S. Stefano col teatro illuminato fu accolta freddamente, non fu così in appresso. Il pubblico ora comparte numerosi applausi a presso clic tutti i pezzi ed in ispecie al bellissimo duetto fra Badiali c la Löwe, all’aria di questa ed a quella del primo. Il teatro è affollatissimo in ogni sera, ed alla sesta rappresentazione molti non hanno potuto entrare in platea, cosi almeno ci scrivono.

Trieste. Il Don Giovanni di Mozart, la classica opera che da più di un mezzo secolo vien ammirata in tutta Europa, comparve in questo teatro. Basta questa per onorar l’Impresa e la direzione teatrale ed giure zelo ne diresse le prove.

Torino. Il valente Poliedro nella solennità di Natale produsse nella chiesa di S. Giovanni una Pastorale che venne giudicata assai favorevolmente dagli intelligenti. Nel primo giorno dell'anno alla medesima Cattedrale il direttore d’orchestra Ghebart fece eseguire un Kyrie e Gloria di nuova e lodevole sua composizione, segnatamente il Qui tollis vi destò grande sensazione.

— Giuseppe Grassi piemontese, concertista di violino assai riputato, diede un’accademia al Teatro Regio nella quale si ammirò la sua valentia tanto nell’esecuzione come nella composizione. Gli spettatori lo rimeritarono con unanimi applausi. La sera del 20 dicembre era annunciato il secondo Concerto del Grassi alla Sala Senatoria.

Firenze. «La Regina di Cipro del maestro Halevy che sulla scena del Grand’Opéra a Parigi ebbe sufficiente esito, adattata a parole italiane ed udita da melodiche orecchie italiane, ed eseguita da cantanti italiani, fece un solennissimo fiasco. Che cosa sia questa musica non si può dire, che nulla o ben poco se ne comprende, tanto vi sono scarsi gli effetti ritmici, tanto vi è penuria di vera melodia e d'estro. Frastuono, confusione e grida sono i perni della partitura dell’egregio autore dell’Ebrea. - Lanari, ne’ vestiarii e nelle decorazioni vi sfoggiò un lusso sorprendente. Sonvi circa quattrocento persone in iscena ed un coro in cui le voci son concertate colle campane, colle trombe, col cannone, co’ tamburi!!!» Così si esprime il nostro Corrispondente. Al che noi aggiugniamo: forse l’esecuzione o non abbastanza matura, o non quale si conveniva all’indole eminentemente drammatica della musica potò pregiudicarne in parte l’effetto. In oltre è da osservare che difficilmente può riuscir gradevole lo stile melodrammatico de’ compositori della scuola oltramontana, al pubblico italiano troppo abituato a giudicare molto più coll’orecchio che non collo spirito e col cuore. Sul merito della musica della Regina di Cipro di Halewy attendiamo un giudizio di un valente nostro collaboratore, il quale a non poca dottrina unisce molta finezza di gusto e imparzialità.


NOTIZIE MUSICALI STRANIERE


— L’illustre maestro di cappella Spohr, altrettanto noto come compositore classico, quanto come insigne violinista, pubblicò or ora una doppia-sinfonia, intitolata: Il terrestre e il divino nella vita umana, e composta per due orchestre in tre parti: 1°. Mondo infantile, 2°. Epoca delle passioni, 3.° Vittoria finale del Divino. L’egregio maestro, noto in siffatto genere di musica per la sua Sinfonia storica (che dipinge le varie scuole, incominciando da Handel e Bach al giorno d’oggi) e pel suo Concerto, intitolato: Altre volte e adesso, è forse il creatore di questo altro genere di composizione musico-didascalica.

— S. M. il Re di Prussia, a vantaggio della Musica Ecclesiastica in generale, affìdò al maestro di Cappella Felice Mendelssohn l’ispezione e direzione di questa musica, conferendogli il titolo di Direttore generale di Musica, colla riserva di altre disposizioni da aggiugnersi alle già date. (Gazz. di Stato Prussiana).

-Il 16 dicembre p. p. morì a Lipsia il rinomato scrittore. Federico Rochlitz, consiglier di corte, e redattore de’ primi 20 anni della Gazz. Mus. Universale.

— Incominciando da questo anno 1843 si pubblica a Lipsia una nuova Gazzetta Musicale (la terza in quella città), col titolo: Segnali pel Mondo Musicale, e si occuperà pur anco del commercio musicale.




GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.




Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI

Contrada degli Omenoni N. 1720.

  1. Del medesimo insigne scrittore e maestro daremo quanto prima uno schizzo biografico su Franchino Gaffurio