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Giacché, credetelo amico mio, questo allontanamento polla musica, grande ne’ suoi concetti e nelle sue forme, il che è lo stesso che dirvi polla musica antica, attribuito alla diversità ed alla mancanza di gusto nel pubblico, è forse uno de’ falli più singolari che provano quanta sia la forza delle opinioni ricevute, e chi sa in qual modo, dalle masse. Voi udirete delle migliaja di persone gridare che Mozart è detestabile, che Beethoven fa dormire, che Bach è perdutamente nojoso, che insomma i più venerabili patriarchi della musica sono tanti seccatori, ma se voi chiedete a questi implacabili giudici, su quale idea appoggino la loro condanna essi saranno, ve lo giuro, assai imbarazzati. Chi d’essi ita udito mai una sola nota di questi compositori, così vivamente e lealmente anatomizzati? Ond’è clic succederebbe forse dappertutto, ciò che accade oggi a Parigi, che quando un uomo di spirito e di gusto osa affrontare queste avversioni ingiuste e parziali, e le costringe a sostenere la lotta dei fatti, in allora le masse si ricredono, i vecchi pregiudizi perdono la loro influenza, ed il bello, di cui si negava l’esistenza, perchè non era conosciuto, torna a risplendere dinanzi ad una moltitudine meravigliala, clic ripete nel fondo del suo cuore, che alla line non è vero clic la voce del popolo sia la voce di Dio. Ma il diffìcile, mio caro, il diffìcile si è appunto di trovare questo uomo di spirito e di gusto. Perocché, dopo aver fatta la sua parte alla credulità delle maggioranze, ed alia tranquillità con cui queste accettano le opinioni già formate per evitare la fatica di formarne di nuove e di proprie, io delibo pure confessare che l’antipatia generale contro la musica classica e dovuta per una discreta porzione agli stessi suoi ammiratori. Sapete voi quante di queste antipatie sono nate in una sala dove quattro cattivi strumenti ed un pajo.di voci detestabili rovinavano le sante orecchie del prossimo col pretesto di interpretare qualche magnifico frammento d’un’opera antica? Sapete voi quante orchestre condotte e composte da artisti ignoranti, senza darsi la briga di interrogare lo spirito dell’autore, senza studiare le mille gradazioni delle tinte, senza porre tutti gli sforzi per vincere le varie difficoltà che si presentano numerose in opere assai elaborate, senza cercare di tradurre convenevolmente ■ quel non so clic di grandioso, di sublime, d’imponente che caratterizza l’antica musica, abbiano prodotto degli odii profondi, grazie ad una nauseante esecuzione* contro dei pezzi, che meglio eseguiti avrebbero strappato gli applausi i più sentiti di entusiasmo? Oli! mio Dio! a olii dovete la repulsione del pubblico contro la poesia? A quella folla di cattivi poeti, che inondano la società da tulle le parti. A chi dovete lo spavento pella musica classica, clic è sì comune nella pluralità? Agii ammiratori, mio caro, agli ammiratori clic si compiacciono di guastare le colossali produzioni dei sublimi maestri. Voi clic avete una sì giusta e sì leale venerazione pelle opere antiche, voi che non ignorate quali mister» di bellezza e di maestà esse racchiudano, voi saprete più di molti, ed ai pari di ciascuno, clic queste opere richiedono un’esecuzione che s’avvicini al più possibile alla perfezione, giacche niente essendovi in esse di trascurato, l’assieme si posa sui dettagli, come i dettagli risplendono pell’assicmc. Linguaggio sublime parlato da genii di primo ordine, la musica antica non può piegarsi a divenire pigmea, per passare attraverso l’intelligenza del primo strimpelialore di violino, che abbia la velleità di avvicinarsi al tremendo santuario; l’artista solo, il vero artista, l’uomo clic se non sa creare può però indovinare in grandezza della creazione e comprenderla, quegli sia il sacerdolc che riveli al profano i pensieri di quella generazione di maestri, elio come una plejadc luminosa risplcndc nella più elevata regione dell’arte. Ma tutto questo m’avrebbe allontanato dal mio argomento, se non m’affrettassi a dedurne che il successo della nobile impresa tentata dal principe della Moskowa è dovuto a due grandi cause, alla sublimità della mùsica, ed alla perfezione deil’csccuzione. Io non vi tesserò l’elenco dei pezzi suonati e cantati nei tre concerti dati finora; su questo proposito vi dirò solamente, che furono eseguite le opere più eminenti clic fanno la gloria della musica classica, e che il critico più schizzinoso avrebbe dovuto tacere innanzi al tatto squisito con cui furono scelte. Ma ciò che non voglio omettere si è che, era impossibile desiderare un’esecuzione, che desse una prova migliore degli studii, del talento, dell’abilità dei dilettanti e dei pochi arlisti clic vi presero parte, e che massime nei cori e nell’orchestra, elementi fondamentali per eseguire della musica classica, regnava un assieme, un accordo, un.’ intelligenza, a cui per isventura non ci troviamo più avvezzi da che frequentiamo i piccoli ed i grandi teatri. Ed è così che si potrà rialzare quest’altare abbattuto, che diverranno popolari questi grandi nomi di Mozart, di Bacii, di Beethoven, e che il pubblico già nauseato dalle informi concezioni di tutte queste mediocrità e meschinità clic s’affollano nelle quinte dei teatri, si rinverà dalla sua.stanchezza, e tornerà ad ammirare quest’arte, che col solo soccorso de’ suoni parla a tutte le passioni, festeggia tutte le glorie, deplora tutte le cadute, 6 inno, preghiera, brindisi, ode, deprofundis ed epopea! Lasciate dunque che ripeta, là sulle colonne del vostro giornale, in questa vostra Italia a cui manca solo la volontà per emularci anche in questo, onore al Mosckowa, all’uomo che non cedendo alle fatali lusinghe del grado e della ricchezza, consacra l’opera sua, i suoi sudori, a far sì, che l’arte decaduta torni a bagnarsi nelle mistiche fonti, da cui possa uscire grande, nobile, polente, alleata generosa del pensiero che si solleva, non sirena molle e seduttrice, che cagiona la nausea prima, più tardi l’anneghittimcnto. Ed ora, lasciando quest’argomento, abbastanza interessante perchè mi perdoniate le digressioni in cui sono quasi involontariamente caduto, vi accennerò qualche cosa della rappresentazione deVf Incendio di Babilonia, di cui tanto s’occuparono i fogli musicali ed antimusicali di Parigi. Due uomini appartenenti alla buona società, I’ uno dei quali possiede realmente uno stimabile talento cromatico, mentre l’altro erede di avere un certo spirito letterario, si assunsero l’incarico di mettere in ridicolo con una spirito-musicale parodia i libretti e la musica della vostra Italia. Le ineongruenze, le stranezze, le stroppiaturc del buon senso e della grammatica clic abbondano nella poesia Iirico-dramniatica contemporanca ed italiana, possono realmente meritare qualche epigramma, ina mio Dio! toccava proprio al paese di certi mille vaudcvilles di gettare la pietra contro la peccatrice? E poi se il talento poctico-drammatico è alquanto negativo nel vostro paese, non bisogna però confessare che frammezzo alle meschinità della più parte dei libretti, si trovano pure degli slanci felici, delle posizioni clic servono eminentemente all’effetto scenico, una tela su cui sono disegnate, benché uri po’ rozzamente, delle passioni abbastanza salienti per offrire uno splendido mezzo di ispirazioni alla fantasia del maestro? Io non citerò clic i libretti resi celebri dalla musica del più grande maestro della nostra epoca, di Rossini. L’Otello, la Semiramide, il Mosè non sono certo inaccessibili alle punture della critica, clic anzi il più mite e meno acuto osservatore può trovare in essi facilmente dei difetti,, clic sono poco meno clic rivoltanti. Ma. pure questo moro selvaggiamente geloso messo di fronte alla mesta che inluona la più melanconica delle romanze, questa superba regina posta frammezzo ai profumi dei giardini pensili, alle pompe del lusso e del despotismo asiatico ed ad un sepolcro da cui sorte la voce della vendetta e della punizione, questo primo sacerdote d’una nazione, elio getta la sventura nella reggia di Faraóne e nei popolo degli oppressori, che solleva a pensieri di fortezza la decaduta razza de’ suoi connazionali, che assistito dallo spirilo e dall’invisibile braccio di Dio lotta contro le potenze della terra clic si spezzano come onde clic urlano contro lo scoglio, e tutto ciò frammezzo alle strazianti scene dell’amore più puro, più sventurato della vergine Ebrea e del primogenito dei Faraoni, sono pure grandi, vasti argomenti, ben degni di essere offerti al bardo sublime, che. riempì il mondo di divine armonie. Ammettiamo pure che la frase, che le idee, clic i versi sicno alcune volle, e forse il più delle volle, trascurati, comuni, d’una poco invidiabile volgarità, ma il concetto drammatico non è grande, maestoso, non rivela delle imaginazioni ineducate, Io concedo, ma capaci di nutrire dei forti pensieri? Ma lungi però da me l’idea di farmi il difensore dei libretti italiani, ehè anzi io accetterei volonticri la parodia, qualora vi si rivelasse delio spirito, ed un fare epigrammatico che non fosse più volgare e pili triviale degli stessi libretti in questione. Io certo non discenderò a farvi l’analisi della scipita produzione, che eccitò le gratuite risa della adunanza, che era puro gratuita, amalgama di scene perfettamente ridicole, e che farebbero credere, se si dovessero considerare come spiritose, che lo spirito fosse la cosa più comune e più facile del mondo. Davvero clic udendo le amabili facezie di Orlando, di Fcrocino, di Clorinda, i tre personaggi del dramma interessante, io credetti alla bella prima che fosse la parodia d’un’opera francese, giacché mio Dio! era impossibile riconoscere la lingua italiana in quel miserabile accozzamento di frasi, ove trovale un son cavalicr di la legion d’onore, un echignarsi, un è defrisata e mille altre cose dell’eguale colore. Ma per bacco! si dovrebbe bene mostrare un’ignoranza meno assurda d’una lingua di cui si vogliono satirizzare le produzioni! Per conto mio assicurerei che peli’autore letterario dell’/ficciK/io i libretti italiani tanto derisi, sono qualche cosa di detestabile, soltanto perchè è incapace di intenderli. E poi quando la.turba gratuita ha domandato il nome dcll’autore si Ita avuto la sfrontatezza di gridare il nome di Dante, associando così ad un’abbietta ’buffoneria il nome di questo grande Europeo! Ma mio Dio! non vi dovrebbero essere delle glorie, clic sarebbero da rispettarsi dalla più sfacciata mania di porre le grandi cose in ridicolo? La musica caduta su questo ammirabile guazzabuglio, musica che è per incidenza del Duca di Feltro, mostra nel suo autore un talento distinto, facile, ricco di scienza e di melodie. È vero che egli ha’ abusato un po’ troppo del suo diritto di parodiare, mettendo in eccessivo rilievo un incontestabile difetto delta musica italiana, che consiste nell’eternità delle sue cadenze, ma sentendo quasi il rimorso di calunniare l’arte’di Rossini, di Bellini, di Donizetti, di Merendante, egli lm cercato di lottare francamente di brio, di fantasia, di imaginazione coi grandi sostenitori della musica, clic è per noi oltrc-alpina. Così invece di far la satira della musica italiana egli le ha reso omaggio, giacché ha fatto una tacita confessione clic bisogna impiegare molto genio, molta vena, non per imitare, ma persino per parodiare la musa sublime, clic ha gettalo su tutta la faccia delia terra le onde inessiccabili delle sue inebbrianti melodie. Gli applausi per questa buffoneria furono molti, ma all’indomani lutti costoro, clic si cran divertiti di questi frizzi lanciati contro le arti del vostro paese, s’affollavano al teatro italiano per festeggiarvi i migliori talenti artistici della nostra epoca. E clic vale l’orgoglio nazionale contro l’evidenza del fatto? Togliete al mondo la musica italiana, questa musica criticata, e direi quasi beffeggiala, ed’addio ai magnifici suoni clic allegrano le nostre serale, addio alle atmosfere brillanti di luce di due terzi dei teatri europei, addio a|le mille melodie accolte da per tutto con ebbrezza. ripetute da tutte le labbra. gorgheggiale da tutte le ugole, graziose e gentili conquistatrici che passano i mari per fermarsi soltanto dove il cupo intentato della foresta e l’occhio d’aquila del selvaggio americano attcstano che il regno della civilizzazione ha posto colà i suoi mobili confini! In un’altra mia vi parlerò dei concerti misti di canto, e di declamazione istituiti al conservatorio dui suo direttore’ Auber, e di tutte le altre novità che potrò ancora raccogliere. Ma per ora permettete clic ciiiuda questa lunga lettera coi dirmi Vostro Affezionatissimo. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE -- Nel foglio di domenica scorsa di questa Gazzetta Musicale fu dato un cenno intorno ad un nuovo Te Deum del maestro Coccia. Confermando le parole d’encomio in quel cenno tributate al chiariss. autore della Clotilde, vuol però giustizia clic si aggiungano anche le lodi dovute all’egregio maestro Nini per avere musicato il