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GAZZETTA MUSICALE

N. 20

DOMENICA
15 Maggio 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


DLLLL PRE8ESTI COR9MZIOKI DELLA MUSICA* AimcoLO il. (Vedi Tarticolo I." nel foglio N. 17. di q’uesta Gazzetta). già lo dicemmo, sono le ^opinioni degl individui sulle Ig&odierne condizioni della musica

feìàd’Italia, perchè varie sono le

educazioni, le intelli genze, e quindi varie le fantasie, i gusti, i desiderj, le idee di perfezione di chi ne scrive e ragiona. Seguendo una legge troppo naturale per essere violata, tutti non vedono al di là della propria penetrazione o della propria facoltà di discernere. Mentr tanto la Gazzetta usciva dal e per t nulla quasi coll’unico intendimento di porre un argine ai traviamenti ed all inerzia dell’arte, che per quanto pareva ad alcuni era venuta a sinistra fase di decadimento, eravi chi. collocandosi precisamente all’emisfero antartico della Gazzella., e beandosi d’una immensità di delizie armoniche, non dissimile da quella che Pittagora aveva immaginata nell’ordine infinito dell’universo, veniva vantando una miriade di fatti gloriosi e di nomi di semidei, che per vero ancora non avean veduta la soglia dell’immortalità. per asserire che la musica nostra era salita alla più bella eminenza di splendore. A cosiffatta opinione accostavasi l’onorevole signor Meliini, il quale coll’articolo pubblicato nel N. 5 di questo foglio R), non solo affermava che la musica melodrammatica, recata alla somma sperabile altezza dai genj di Rossini e di Bellini, avventuratamente si mantiene in fime anche oggidì, ed anzi è ••ra al colmo del suo fiorire-., ma accennando i varj miglioramenti da ultimo nell’arte introdotti, i recitativi perfezionati, le rimosse inopportune ripetizioni, i pezzi di concerto convenevolmente collazione combinati, i modi strumentali possibili, tutti a segno esauriti che l’accrescerli solo di un tratto in abuso ca(I) Il dclto articolo fu (lato da noi niente più clic (piale manifestazione di una individuale opinione, la quale, se non per altro, vuol essere rispettata anche perchè sono in essa in cerio modo formulate le convinzioni di molta parte di coloro che tra noi si erigono a’ giudici di cose musicali. Considerato sotto questo punto di vista, l’articolo del sig. Mellini, clic già fu argomento di doppia controversia nella medesima nostra Gazzella, poteva essere accollo in essa, senza che corresse verun obbligo per noi ili farci solidari delle sue sentenze. Anzi l’ammissione del medesimo riusciva opportuna appunto perché dava argomento a diverse discussioni interessanti intorno alle presenti condizioni della musica in Italia. L’Estera. drelibe, s’argomentò di conchiuderne che ella non possa più oltre progredire in eccellenza; che niuno potrà più inai tentare di migliorarla in appresso; che ella ha spiegato tutta la inspirazione che può infonderle il genio, e tutta la perfezione che può ricevere dall arte; che questo nostro nella memoria dei posteri ne sarà il secol di oro; e per fine che condannabile ed ingiusto è il lamento mosso da alcuni erranti dal vero, che oggi vi sia penuria di buoni compositori e di opere eccellenti, stimando egli all’incontro die ce ne sia dovizia tale ila non avere nell opinione de’ popoli che due o tre idoli nei principali maestri, e da lasciar andare lutto il resto conjuso fra la turba de’ mediocri. Assorellando egli la pittura colla musica, e paragonando la storia dell una con quella dell altra, vieti sostenendo che per legge di natura le arti, quando sono all apogeo della loro carriera sono obbligate di ndiseendere. E questa la vicissitudine di tutte le cose sublunari. 11 perchè, essendo ora noi pervenuti al secolo de’ Michelangeli e de’ Baffaelli musicali, la bella fra le arti del cuore deve per natura decadere; e valendoci ancora delle sue espressioni, diremo che cotest arte nubilissima ora mostra di volgere alla sua decadenza. Ci siam fatti a parlare dell’articolo del signor Mellini, non già per movere una polemica che porrebbe aver faccia di personale opposizione, sibbene perchè in esso sono assai ben raccolte le sentenze del maggior numero de presenti opinatoti, e può dirsi il manifesto per eccellenza delle professioni di fede di molti de moderni intenditori di musica. E questo diciam pure acciocché sia noto che non per capriccio di scendere a conflitti abbiamo assunto di discorrere sulle attuali condizioni della musica, ma perché sia meglio conosciuto il vero cammino per cui intendono inoltrarsi coloro che s’avvisano di giovare all arte coll organo della critica. Prima anzi di oltrepassare nel discorso crediamo di dovergli attestare sincera stima dell’ingegno letterario eli’ egli ha dimostrato adoperando una nobile e studiosa dizione, e molto assennatamente volgendosi ad argomentare delle vicende di un’arte col raffrontarla alle sorti di un’altra. Non in diverso modo si possono risolvere certi problemi, il cui scioglimento sta nel segreto dell avvenire, clic deducendolo dagli avvenimenti del passato. In questo non senza verità di merito egli vuol essere lodato. Se non che, ove si vogliano trattare scientifiche discussioni, più che la bella letteratura imporla d’inferire le conseguenze da cause ben ordinate, e tali che mai non si discostiuo dal retto sentiero del raziocinio e della logica, che noi ameremmo chiamare la scienza della ragione. In ciò appunto nc pare che gravemente sia infirmato l’articolo del signor Meliini. E innanzi tutto vogliam notare che, se non l’assoluta realtà, almeno una grande apparenza di contraddizione ne sembrò di scorgere nel suo ragionamento, il quale, fin dal bel principio facendo veduta, come già dicemmo, di Voler provare, clic l’arte nobilissima mostra di volgere alla sua decadenza, perché, essendo a’dì nostri pervenuta al supremo suo grado etl avendo dato lutto il massimo sviluppo, è per inevitabile necessità che debba declinare in basso, quand’egli ha ben preposta la narrazione d alcuni fatti, dal cui esame s attenta di provare questo assunto, e di convincerne (pie molti a’ (piali per avventura paresse strabocchevole e strano: quando egli, ripetiamo, ha ben premessa la narrazione del fatti: quando ha ben comparata la musica del secolo decorso colla pittura del secolo di Giotto: quando, storiando i successivi andamenti dell arte, la quale progredì sempre eli meglio in meglio, ha riferito che le stelle di Cimarosa e di Paisiello furono ecclissate da quelle di Paér e di Mayer: che i Mayer ed i Paèr furono oscurati da Generali: che Generali fu oscurato da Rossini, Rossini da Bellini, e che per opera di questi la musica fu prodotta alla maggiore sua perfezione, in luogo di condurre il lettore, come ognun se lo stava aspettando, alla promessa conclusione del decadimento, esce estemporaneamente in questa esclamazione: Or chi negherà che cotest’arte non sia oggi in fiore tra noi? E chi si argomenterà di migliorarla in appresso? Gei lo la sorte di tutte le arti sarà pur quella della musica: lei pure vedremo volgere in decadenza, e questa eccellenza a cui è salila nel dimostra, oltre La (piale non è concesso di aggingnere... Noi però consoliamoci che quest’arte ora è al COLMO del suo forile... Se non ci bastano le opere del rapito Bellini., le sessanta ilei copioso Donizetti (si badi che dimentica niente di meno che Rossini) le molte e gravissime del severo Merendante, le tante e leggiadre de’ graziosi fratelli Ricci, quelle del Nini, del Raciui, (che doveva essere nominato prima) del Persiani, del Coppola e del Pacca], (che doveva essere nominato prima); perchè non ci rivolgiamo a quelle di Mazzuccato, ecc., ecc,, ecc.?!