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rompe, sonnecchia l’insieme musico-drammatico e Teglia indispettito il buon senso, brontolando contro il maestro che ha strapazzata, o per lo meno dimenticata l’estetica. E ben vero che i cantanti non attori ri rimediano con un comodissimo espediente; i più discreti se ne sten cheti, o van tacendo una passeggiatola di ripiego verso il fondo, aspettando 1 immancahil corona ( e ciò taluni modestamente chiamano possesso di scena.Ili); gli sfacciati poi sbirciano ne’palchi, sorridono con Tizio e Sempronia mancando con buona dose,l’impudenza al rispetto dovuto al pubblico; ma i cantatili attori, i veri artisti, devono trovarsi in disappunto; devono sentirsi a raffreddar 1 anima tutte volte che i tratti puramente istromentali non furono calcolati dal maestro ne’ loro rapporti col seguito dell’azione; questo è immancabile, e mi piacerebbe che i cantanti dotati di anima artistica, educati in tutti i rami dell’arte, quando si trovano alle prove di un’Opera nuova e s’imbattono in que’ tali tratti. dicessero al signor maestro seduto al cembalo: - Faccia un po’ la gentilezza di ascendere un momento il palco ed insegnarmi la scena inula, che dovrei fare durante questo passo, questo ritornello, affinchè l’azione drammatica non faccia plinto, non s’interrompa e s’illanguidisca, e muoja l’illusione. Scommetto che assai volte il signor maestro si troverebbe nel bruito imbroglio. Ma senza aspettare le prove sceniche, prendiamo in mano le partiture teatrali, ed anche non poche de distinti maestri, e vedremo ben soventi aver essi pensato alternativamente alle chiavi degli oboe, al manico de’ violini, alle gole vocalizzanti, ina aver soventi dimenticato l’anima e le braccia del cantante attore, l’andamento e la catena degli accidenti drammatici. Non è a dirsi quanto i tratti puramente istruiiientali interpolati, non solo Ira le usate principali divisioni dell Opera, ma anche fra i periodi vocali, possano giovare a moltiplicare, per così esprimermi, l’effetto drammatico, a dar anima, vigore, forza di commozione a certe situazioni sceniche, a render anzi in alcune combinazioni più regolare e vera la marcia dell’azione; sì, è verissimo, ma questo giovamento, questa efficace influenza devon essere calcolati colla scena muta degli attori, e perchè il prodotto ili questo calcolo non sia uno zero o peggio, bisogna, lo ripeterò, finché non venga dimostrala erronea la mia asserzione, bisogna che i maestri compositori sappiano trasportarsi coll immaginazione sulle tavole sceniche, bisogna che siano attori. Ma, fate bel chiacchierare voi, (sento a dirmi da taluno) per essere attori bisognerebbe Bisognerebbe studiare. Nicolò Eustachio Cattaneo. CARTEGGIO. Stimatissimo sig. Ricordi Devo supporre che sia incorso uno sbaglio d’interpretazione nella lettera del sig Alighieri inserita nel N. 16 della Gazzetta Musicale a lei indirizzata,’mentre dalle espressioni che la precedono, si vorrebbe iusinuare che la detta lettera «fa certi gli estensori della Gazzetta Musicale che finalmente il maestro Gambale si propone di discendere in campo niente meno che con una serie di articoli, i (piali proveranno anche ai più renitenti la validità e l’eccellenza del suo nuovo metodo di notazione musicale. Io non ho mai fatto una tale promessa, nè la lettera del sig. Alighieri parla di ciò; quindi mi protesto altamente contro il senso che ne vollero dedurre gli estensori della Gazzetta Musicale, ed invece dichiaro solennemente una volta per tutte che non intendo di aggiungete altre risposte a quelle che ho già date colla stampa, e che non risponderò più oltre nè alle passate, nè alle presenti, nè alle future obbiezioni, perchè voglio prolittare dell’avvertimento che mi dà la Gazzetta Musicale «che in simili quistioni le parole valgono luti’al più la sola metà delle prove di fatto,, massima che per venire ridotta alla sua maggiore c vera esattezza dovrebbe così esprimersi: Nelle quistioni di fatto nulla valgono le parole con chi si ostina a negarlo. Convinto quindi deU ecccllenza incontrastabile dei fatti piovati e riconosciuti, e nulla iidamio nella sonora ma vuota verbosità, propongo ai signori Estensori della Gazzetta Musicale di distruggere la sussistenza e l’efficacia dei seguenti pubblici documenti. 1.° 1 tre giudizii successivi della Gazzetta Musicale di Lipsia a favore delia mia Riforma, la quale per autorità vale almeno almeno quanto quella di Milano; 2.° Gli sperimenti fatti in diverse fogge in varie illustri case (ii Milano, menzionate nei giornali, che certo sono incontrastabili, dai quali risultò sempre chela mia notazione sostituisce integralmente quella di Guido; 3.° 11 presente attcstato di Thalbòrg «Essendo stato richiesto dal sig. Emanuele Gambale di esaminare la sua Riforma Musicale, ho senza indugio accettato il suo invito, mi sono posto a studiarla con lui per veder se essa regge a tutte le applicazioni pratiche, c ho dovuto convincermi che la detta Riforma è un’invenzione eoinmendcYolissima sotto ogni rispetto, perchè semplifica ed agevola in modo eccellente V esercizio dell’arte; stabilendo altresì le regole delia cognizione e dell’insegnamento musicale sopra basi migliori, cioè meglio ragionate e di una esattezza sorprendente. E con questa dichiarazione intendo di notificare che la mia convinzione sul merito e sulla verità della Riforma Musicale è intera, c che il signor Emmanuele Gambale ha reso con questa invenzione un segnalato servizio all’arte ed alia società, e che egli è meritevole d’ogni distinta ricompensa e del più valido incoraggiamento». 4-.° E finalmente la composizione musicale dello stesso sig. Thalberg scritta e donata all’autore della Riforma in prova della sua maggiore convinzione, e così intitolata: Romance variée pour le piano expressement composée par Sigismondo Thalberg poitr dire pubblxée àvec Ics nouveaux signes de la Ré forme Musicale d’Emanuel Gambale, et par celui-ci dédié à mons. le conte Gustave Neipperg. La Gazzetta Musicale, che vuol essere creduta così zelante delle obbiezioni patrie, e che teme giustamente non venga accettata la Riforma musicale da me proposta, come quella che potrebbe essere erronea in alcune parti e manchevole alle sue promesse, dimostri coll’evidenza di fatto che un Thalberg, un Lichtenthal, un Mayr, un Hàsser, un Fink, un Hermann, ecc., ecc., hanno errato da capo a fondo, e che i signori Geremia Vitali, Luigi Rossi e Picchi sono i veri, gl’infallibili dimostratori delle falsità della medesima, quantunque la costoro celebrità non sia ancora a livello di quella a cui sono saliti i primi. Quando adunque la Gazzetta Musicale sarà riuscita ad atterrare queste valide testimonianze, distruggendo i fatti e le asserzioni summezionate, io mi darò per vinto, cederò la palma dell’onore alla Gazzella Musicale e dirò in faccia al mondo intero: Mi sono ingannato. Ho l’onore frattanto di dichiararmi di lei signore 21 aprile 1842 Devolis». servitore Emmanuiìlh Gambale. RISPOSTA. A questa lettera del signor Emanuele Gambute, rispondiamo con poche parole onde non annoiare più a lungo i nostri lettori intrattenendoli di un argomento che, al modo col quale ne è presentalo, offre poch issimo interesse. — Al pari di chicchessia avremmo bramalo veder sorgere trionfante da’ tanti suoi contraddittori la Riforma Gambale, ma dobbiamo confessare, non senza dispiacere, che le nostre speranze svanirono le une dopo le altre e questo diciamo anche a nome di ogni c singolo nostro collaboratore. I fatti dei quali il sig. Gambale si avvalora non soìio della natura di quelli che egli avrebbe dovuto potere e sapere addurre a puntello del nascente suo edifizio. La semplice attestazione di Thalberg ha forza niente più che come una semplice opinione individuale; dicasi lo stesso degli altri illustri tedeschi citati dal sig. Gambale. All’incontro il sig. Vitali, il maestro Rossi, e il maestro Ficchi, apertamente contrarii alla Riforma, Vhanno combattuta con dotte e diligenti osservazioni scientifiche e tecniche, e ne posero in chiaro i normali difetti e addimostrarono l’erroneità dei principii sui quali è basato il nuovo metodo di segnatura musicale. Lo ripetiamo per l’ultima volta: finché il signor Gambale non avrà saputo ribattere le gravissime critiche di questi suoi oppositori. con buone e sode ragioni, noi non sapremo indurci a credere vittoriosa la sua causa. Per adesso siamo costretti a limitarci al desiderio che il sig. Gambale, per distruggere le tante obbiezioni già mosse alla Riforma, e prevenire le molle che rimangono a farsi, solleciti al più ■possibile la pubblicazione del grande Trattato Armonico già da tanto tempo promesso, ma non mai dato alla luce. NOTIZIE VARIE. Firenze, 22 aprile 1842. — I funerali del grande artista Luigi Cherubini sono stati in questa mattina celebrati con gran pompa nella chiesa di San Gaetano. II concorso del popolo e del ceto più distinto, tanto nazionale che estero, vi è stato immenso. L’I. eli. Collegio musicale fiorentino si è quivi riunito, e da due in trecento individui componenti il medesimo è stata eseguita la seconda messa per voci d’uomini. ultima composizione dell uomo sommo che pei suoi rari talenti tanto meritossi dalla patria, che sempre lo ebbe in venerazione, benché da lei si vivesse lontano, il signor Ferdinando Ceccherini, maestro di turno, ne diresse con somma intelligenza la esecuzione, che riesci animata c piuttosto felice, non ostante una sola precedente prova. Ebbero tutù ad ammirare le somme bellezze di questo componimento, frutto di un profondo sapere nell’arte, e di fen inissima immaginazione, che nel suo autore manlcneasi per estraordinario ancora feconda nella sua età di circa 77 anni in cui trovavasi allorquando lo produsse. Le forti emozioni provate nell’audizione di concetti musicali così nuovi, così sublimi, così esprimenti, più dispiacevole ci rende la perdita dell’artista sommo, che per quanto si sappia non lascia superstiti di egual valore in tal genere di composizioni. Parigi. — Nuove pubblicazioni sotto il titolo: Della composizione Vocale e istfomentale, o descrizione dettagliata delle regole, delle forme, della divisione e del carattere di ogni sorta di composizione musicale, accompagnata di annotazioni istoriche e critiche. Giorgio R asi nei-, che in questi ultimi tempi ha più che mai contribuito ad arricchire la letteratura musicale francese, quanto prima pubblicherà un nuovo lavoro a cui l’accademia delle Belle Arti, dopo un diligente esame, ha accordato la sua approvazione. Questo trattato non potrà a meno di ottenere un successo uguale a quelli sull’istromentuzione; dell’armonia applicala al pianoforte, e del contrappunto e della fuga, non che alla Grammatica musicale; opere, tutte di Kastncr, le quali si meritarono il volo dell’Istituto reale di Francia, c degli studiosi della bell’arte. — La vedova Launer continua a cattivarsi la riconoscenza degli amatori ed intelligenti di musica pel grande numero di opere classiche da essa edite colla maggior accuratezza ed a prezzi i più moderati. Noi citeremo fra le più recenti sue pubblicazioni: la Collezione completa de’Salmi di Marcello con parole italiane e francesi, coll’aggiunta dell’accompagnamento per pianoforte del chiarissimo Mircck riveduta da Cherubini e divisa in dodici libri, la quale non costa che 95 franchi; i migliori Oralorj di Beethoven, Haydn, Mozart e Rossini; le Partiture per pianoforte e canto in-S di varie fra le più rinomate opere-teatrali di Gluck, Mozart, Sacchini, Mehui, Gretry, Paisicllo, Cimnrosa, Rossini, Bellini, ecc, a soli sette od otto franchi per ciascuna; ed i Pezzi per clavicembalo di Cooperili. — Concerto di Thalberg - Il celebre pianista al primo suo concerto al teatro Italiano eseguì la Fantasia sul Don Giovanni, [ter intreccio, condotta c sfoggio di arpeggi degna sorella dell’altra sul Mnsè; un andante a melodie nobili e tranquille, che tanto bene caratterizzano il chiaro c seducente modo di cantare dell’autore e di cui egli solo possiede il segreto; uno studio, specie di bolero, in cui voi sentite l’allegro canto del mulattiere accompagnato dallo scudiscio della frusta e dalle nacchere, ed indipendentemente da un tale effetto, se volete, iperbolico, trovate in questo studio un eccellente esercizio meccanico delie istesse note ripercosse. Thalberg replicò quel delizioso pezzo, e poi suonò la nuova sua fantasia sulla Sonnambula, la quale eccitò nella saia trasporli d’entusiasmo. In fine gli spettatori in massa, per protrarre più a lungo il loro diletto, domandarono all’europeo pianista l’europea fantasia sul Mosè, di cui il compiacente suonatore eseguì la seconda e la più eletta parte. - iNell’istesso teatro la sera del 21 aprile Thalberg diede il secondo concerto nel quale mirabilmente interpretò il finale della Lucia, la fantasia sulla Semiramide e il Gran duetto sulla Norma in compagnia del festeggiato pianista Frudent, pezzi da lui non mai fatti sentire a Parigi. Alcuni di que’ giornalisti asseriscono che Thalberg abbia torto, tranne qualche studio o notturno, di non suonare c di non pubblicare che fantasie sopra arie favorite, invece di dotare la scuola del pianoforte di composizioni di un ordine elevato, e di far sentire i capolavori de’ celebri autori, e con ciò di variare un poco la natura de’ suoi effetti. Offknbach sul Reno. — L’arte musicale in Germania deplora la perdita di un uomo che era nell’istesso tempo compositore fecondo, sapiente contrappuntista e teorico, abile professore, critico zelante ed imparziale, e finalmente uno de’principali editori di musica: Giovanni Antonio André, maestro di cappella di S. A. il GranDuca di Assia Darmstadt, morì il giorno sci aprile nell’età di scssantasetle anni. Lasciò una biblioteca musicale che contiene circa 13,000 opere stampate e 3,000 manoscritti, fra cui moltissimi di Mozart, da lui acquistati dalla vedova di quell’immortale compositore. Spohr, Schncider, Lachener, ecc., furono allievi dell’André. Vienna. — Il 12 aprile nella gran sala del Ridotto diedesi un magnifico trattenimento musicale a favore dei poveri ciechi. Vi brillarono nel canto le signore Tadolini e Brambilla ed i signori Donzelli, Castellali, Rovere e Badiali, e questi ultimi dovettero replicare il terzetto àeVItaliana in Algeri, musica graziosa, la quale sopravviverà lungo tempo a Rossini che la creò. La parte istromentalc era affidata ai signori Dòhler, Bricciardi, Scrvais e Bazzini. Dòhler fu obbligato a ripetere il suo studio del trillo. e dal violoncellista Servais si volle udire la Romanesca. Peccato che la scelta delle composizioni de’tre ultimi concertisti non fosse troppo felice. Si eseguirono inoltre la conosciuta sinfonia della Semiramide di Calci e quella dell’ispicuro di Cherubini, lavoro classico, il quale porta l’impronta della tendenza del carattere di Cherubini ad una certa qual alta bizzarria che influì ben anco sullo stile di Beethoven, il quale fece un particolare studio sulle opere del grande compositore italiano da lui immensamente stimato. EDITORE-PROPRIETARIO. EBalir I. B. §£»Us2S55BHeEaà© I®B*ivSS^igia4o Calffcgi’tif;», Copisteria © ’l’sjjograSla ifSssgseaie «là G54»VAIH¥I 1SIC©K5>I. Contrada degli Ommoni N. Ì720.