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(Supplemento alla Gazzetta N.17). - 73 -

Stippletnento alla JV. ttj. STÌJDJ BIOGRAFICI. CHKKMtlVI. (Continuazione efine; veggasi iN. 15 e 1G). ii II Requiem nel suo complesso, a mio credere è il capolavoro di Cherubini:, nessun1 altra composizione del grande maestro può sostenere il confronto con questa per l’ampiezza delle forme, la sostenuta elevatezza di stile, ed ove si ommettesse l’impetuosa Fuga su quel brano di frase senza alcun senso - quatn oliai Abrahae promisisti. - dovrebbesi ben anco aggiugnere, per la continua verità di espressione. L’Agnus a decrescendo supera lutto ciò che in questo genere è stato tentato: è la prostrazione per insensibili gradi dell’essere sofferente; lo si vede a poco a poco spegnersi e morire: lo si sente emettere l’ultimo sospiro. La fattura di questa partizione è inoltre di un pregio grandissimo: il tessuto vocale vi è stretto e.nell’istesso tempo chiaro; l’istromentazione eoloi’ita, energica e sempre conforme al suo scopo. E inutile di aggiungere che questo Requiem è molto superiore all’ultimo da Cherubini composto pe’ suoi funerali e che, giusta l’ultima sua disposizione, fu eseguito nella chiesa di San Rocco la mattina del 19. Il piano generale di cjucsto è molto meno esteso: il soffio dell’inspirazione più di rado si fa sentire; quella specie di ruvidezza, o tendenza alla collera, che troppo sovente si rivela in alcune produzioni di Cherubini, qui è più sensibile, ed i pensieri non sono sempre di merito distinto. Contiene però varj intieri pezzi di gran portata e della maggior bellezza: e tra questi principale il Lacrymosa 55. Nel 1855 volendosi eseguire il gran Requiem di Cherubini all’occasione de’ funerali di Boieldieu, l’autorità ecclesiastica non volle più permettere che le voci di donna fossero ammesse nelle musiche da chiesa: perciò Cherubini si pose allora ad immaginare un nuovo Requiem per voci di uomini e lo pubblicò nel 1836, essendo in età di 76 anni; fu questo l’ultimo suo lavoro. Le cose del Conservatorio di Parigi procedevano con alquanto di freddezza, o permeglio dire andavano declinando, allorché si pensò ad affidarne la direzione a Cherubini, e colla nomina di questo uomo altrettanto probo e fermo, che sapiente, molti miglioramenti vi vennero introdotti. Si riformarono i costumi, si rianimò la passione pe’severi studj, e molti giovani d’incontrastabile talento segnarono in que’ fasti una luminosa epoca, mettendo in pratica i buoni esempj e gli utili precetti di Cherubini. Egli per riuscir di maggiore utilità allo stabilimento, al quale per si lungo corso di anni rendette i più importanti servizj. scrisse molte lezioni per una, due, tre e quattro voci, inserite nella famosa collezione dei Solfeggi del Conservatorio di Parigi: nei metodi di violino e violoncello dell’istesso stabilimento, segnò scelti bassi di accompagnamento, e nel 1835 in fine, presso l’editore Schlessingèr, diede alla luce un Metodo del contrappunto e della Fuga il quale è una specie di riassunto delle lezioni eli" egli diede al Conservatorio dal 1795 al 18112, epoca in cui le funzioni di direttore lo obbligarono a rinunziare al professorato. Le regole vi sono esposte in modo conciso ma con chiarezza, e gli esempj tolti parie dalle migliori produzioni dell’antica scuola d’Italia, c parte daU’istesse Opere di Cherubini, o da lui espressamente coni- I posti, sono altrettanti eccellenti modelli per la perfezione di stile. In questo notevole trattato, che per l’incremento dell arte vorremmo fosse fra le mani di tutti i nostri studiosi del contrappunto, Cherubini dichiara e prova che la Fuga è il fondamento della composizione. Affinchè i lettori che si compiaceranno ricorrere a questa biografia, compilata dietro i più riputati scrittori, siano informali di tutto quanto Cherubini operò e compose, è necessario risalire ancora al 1821, e notare come uno de’ più belli concepi«nenti musicali il coro - JJors noble enfant ch’egli introdussenella Bianca di Provenza, Opera composta insieme a Boieldieu, Berteli e Kreutzer e che sopravvisse alla circostanza che la produsse, cioè la nascita del Duca di Bordeaux. La rivoluzione di Luglio, sopprimendo la cappella del Be, privò Cherubini del posto di sopraintendente e portò gran danno all’arte distruggendo una scuola modello di esecuzione e di composizione quanto a musica religiosa. Cherubini altre due volte ancora volle provarsi nel genere teatrale. Nel 1831 immaginò una introduzione per la Marchesa di Brinvilliers che fu giudicata mirabile per una certa freschezza ed energia al tutto giovanile; ed ultimamente nel luglio del 1853 fece rappresentare, alla Grand Opera, Ali-Bqba in quattro atti, cattivo melodramma di Scribe e Melesville, nel quale intruse alcuni pezzi del Koukourgi, non adoperati nella’ Faniska. LiAli-Baba ci presenta il fenomeno di un vecchio di 75 anni che osa cimentar nuovamente le sue forze in un’immensa composizione, che non teme entrare in aringo colle fervide immaginative de’ giovani compositori, e che ha conservato abbastanza di vigore per non rimaner vinto in quell’ardua lotta. La musica dell’Ali-Baba lascia scorgere qua e là che il compositore.non volle o non seppe uniformarsi a tutte le esigenze della moderna esagerazione drammatica, ed in questo spartito non trovasi nè la leggerezza, nè il brio, nè lo sloggio delle risorse musicali del giorno: ma non si può negar che in varj pezzi sianvi degli squarci pieni di effetto. La romanza della Damoreau, il duetto fra Nourrit e Levasseur; l’incantevole terzetto de’ ladri addormentali che serve d’introduzione al terzo atto, il finale dell’istesso ed un sestetto nel quarto provano ad evidenza che il genio del compositore non era spento e la sua abilità scientifica non aveva al certo scapitalo. 1 j Ali-Baba a Parigi fu accolto freddamente. La Germania vendicò l’illustre settuagenario dell" ingratitudine della Francia. Ivi in alcune città ebbe grande successo, ed è ancora nel repertorio di varj teatri transrenani. Cherubini scrisse pure la Primavera, cantata a quattro voci ed orchestra; un Canto sulla morte di Bay da a tre voci ed orchestra, composizione lodata dal Carpani: diversi notturni e canoni a due, tre e quattro voci, due sinfonie a grande orchestra, una suonata per due organi, una fantasia per pianoforte, e tre quartetti per istromenli di arco di uno squisito stile e che dovrebbero esser più generalmente conosciuti. Noi non ci dimenticheremo mai di averne udito uno diretto dal ehiariss. Beriòt, nel quale notavasi un adagio di un’espressione si toccante che tutti gli uditori, compresa l’incomparabiie Malibran, ne furono deliziosamente commossi. Finché Cherubini ha conservalo un po’ di forza rimase al posto che imponevagli il suo dovere e non si è deciso ad abbandonarlo che il giorno 5 dell’ora scorso febbrajo, non sentendosi più capace di occuparlo. A chi lo consigliava di chiedere un permesso di alcuni mesi, la cui prolungazione sarebbe stata facilmente ottenuta, ei- soleva rispondere: «Non è da «uomo dilicato ed onesto esigere ogni «mese l’emolumento senza averlo guadali guato. Io non sarei stalo condiscendente ii col professore che fosse venuto a doli mandarmi un permesso: come dunque «potrei invocarlo per me? 55 In queste poche parole si riassume tutto il carattere dell’uomo e dell’artista. Pochi di prima dell’ultima sua ora, la sua mente era ancor libera, il suo spirito pronto ed acuto, vigorosa la sua memoria. Ad un sol tratto la sua vita si è spenta. 11 grande maestro spirò il martedì 15 Marzo a sei ore della sera, pronunziando interrotte parole, senza che alcuno di coloro che gli stavano attorno potesse prevedere che quelle parole erano l’estremo suo addio. Sabato giorno 19 alle dieci ore antimeridiane, per rendere l’ultimo tributo al venerando compositore, eransi riunite al Conservatorio di Parigi più di tre mila persone, tra le quali notavausi gran numero di pari e di deputati, e tutte le notabilità letterarie ed artistiche della capitale. 11 convoglio alle undici ore si diresse alla chiesa di San Rocco. I fiocchi del drappo mortuario erano sostenuti da Auber che succedette a Cherubini nella direzione del Conservatorio, lìaleyy, Raoul-Rochelte e Ledere. Una banda di 75 musicanti eseguiva delle mareie funebri, fra le altre la bellissima composta dal trapassato pe’ funerali del Generale Hoclie, che nella chiesa venne ripetuta da una banda militare, indi dall’orchestra. In seguito Ira l’universale commozione, si eseguì il secondo suo Requiem da membri della Società de’Concerti ai quali eransi uniti i principali cantanti dei tre teatri musicali. Compiuto l’uffizio il funebre corteo si avviò verso il cimitero del Pére Lachaise fra una straordinaria moltitudine di popolo, affollato sulle piazze e nelle strade. Un distaccamento del 68." reggimento di linea precedeva e seguiva il convoglio; ed arrivato al campo dell’eterno riposo rese gli onori militari al defunto come commendatore della Regimi d’onore, insigne distinzione conferita a Cherubini un mese prima di sua morte, e per la prima volta in Francia accordata ad un artista di musica. Quattro discorsi furono pronunziali sulla sua tomba, il primo da RaoulRochette a nome dell’Istituto, il secondo da Lafont, a nome di Zinnuermann, il terzo da Ilalevy, e l’ultimo da un allievo del Conservatorio a nome de’ suoi compagni. Questi discorsi sono stali ascoltati con un religioso silenzio e tutte le persone stettero ferme al loro posto malgrado cadesse una forte pioggia con grandine. Dopo i magnifici funerali di Boieldieu, giammai più splendido omaggio funebre in Parigi venne reso ad un compositore di musica. Già si pensa ad innalzare a Cherubini un decoroso monumento, e a tal fine la Società de’ Concerti darà una grande accademia il giorno 2-4 aprile. Come uomo, Cherubini, è stato differentemente, e più di una volta fors’anco, con ingiustizia giudicalo. Le sue risposte ed i suoi moti di prima impressione parevano spiacevoli a motivo del suo carattere al sommo risentito, brusco, irritabile