Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu/53


- 43 -

impegno di scrivere un’Opera pel teatro S. Moisé di enezia. Quest’Opera fu la Cambiale di matrimonio che ebbe mediocre successo. Alla quale fece ben tosto succedere l’Equivoco stravagante, il Demetrio e Polibio, l’Inganno felice, il Ciro in Babilonia, e la Scala di seta, la Pietra del paragone, e VOccasione fa il ladro. Queste Opere scritte tutte l’una dopo 1 altra con mirabile rapidità procacciarono a Rossini nome di buon compositore. Ma col Tancredi rappresentato a enezia egli oscurò la fama di tutti gli altri maestri, e divenne meritamente l’idolo della musica contemporanea. Chiamato a Napoli dall’impresario tìarbaja vi compose un numero ragguardevole di Opere di tanta importanza che ciascuna per sè può considerarsi come un capolavoro. L’Otcllo, Ricciardo e Zorjuide, la Donna del Lago, la Zelmira, il Mosè, e successivamente per Roma il Barbiere di Siviglia l’Opera bulla di tutti i tempi, e la Cenerentola, e la Matilde di Shabran. Finalmente 1 anno 1823 diede in Venezia la Semiramide, la quale spira per tutto I abbondanza, e la nobiltà di pensieri originali a cui possa dar luogo il maggior genio musicale italiano. Quest Opera che in un anno corse tutti i teatri d Italia diede a Rossini il trionfo più segnalato ed immortale. Colia Semiramide (1) egli prese congedo dall’Italia, e chiamato a Parigi scrisse in francese VAssedio di Corinto il Mosè nuovo, c il Conte Ory, Opere che si distinguono fra le migliori de’ grandi maestri tedeschi c francesi. Finalmente col Guglielmo Teli rappresentato l’anno 1829 al teatro delia Grand’Opera Rossini compose non solo l’Opera sua migliore. ma il capolavoro di tutta la musica contemporanca. Egli con quest’Opera superò tutto il difficile che possa immaginarsi nell’arte, e lo congiunse mirabilmente eoi trovati più mirabili della ispirazione. Egli fece cosi tacere ogni animosità contraria alla sua supremazia nell’arte, s’assise arbitro di tutte ie musicali celebrità, c pago del suo trionfo si tacque, e tace tuttora (2). Molte sono le osservazioni clic ci sarebbero cadute in proposito discorrendo le due biografie di Mayerbeer e Rossini date daH’autore della Galerie des contemporains illustres, delle quali abbiamo offerto questo piccolo cenno a’nostri lettori; ma siccome ce ne verrà il destro quando verremo a trattare diffusamente di questi due grandi compositori del secolo, ci serbiamo di farlo allora convenientemente. Ora una sola riflessione faremo, cioè che Mayerbeer divenne grande solo quando venuto in Italia potè apprendervi l’arte nostra di trattare il canto, e fu salutato per sommo quando nel Robert le Diable unì il frutto degli studii fatti tra noi al grave della scuola tedesca: e che Rossini, già grande nella maniera italiana, divenne sommo c sovrano a tutti quando, mercè la fusione de’ pregi della sua scuoia con quelli dell oltramontana, potè spiegare in tutta la sua pienezza la forza del suo genio superiore. (1) Alla quale fece succedere in Milano l’Opera Bianca c Falliero ove si ammira il magnifico quartetto ch’ebbe poi voga europea. L’Est. (21 Così scrive Z’IIomme de rien nella sua biografia pubblicata alcun tempo prima che Bossini facesse di pubblica ragione lo Stabat Mater. I. R. TEATRO ALLA SCALA N ABIJCOBONOSOR, Bramili» lirico di T. solerà, musica del maestro VERDI. Altri giornali ci avranno già preceduti nel riferire il clamoroso esito ottenuto dal maestro Verdi nella nuova sua grande Opera tragica Nahucodonosor. Noi die ne1 pochi articoli teatrali dati in questa Gazzetta abbiamo sempre insistito sulla necessità che nella moderna musica scenica la larghezza e il vigore del concetto drammatico esser debbano la prima e principal fonte delle ispirazioni dei compositore, e ci siamo anche ingegnati a mostrare come nelle tre nuove Opere date nella decorrente stagione alla Scala le parti di esse che piacquero più generalmente furono quelle appunto nelle quali codesta condizione era meglio osservata, e viceversa, noi fummo oltremodo lieti al vedere convalidala la nostra qualsiasi teoria dal voto di un pubblico che è forse primo in Italia in fatto di simili giudizii (*). Valga adunque il (I) Ci viene riferito che il signor Gian Jacopo Pezzi, estensore del giornale il Glissons ha dato principio al suo articolo sul INabucodonosor del Perdi con queste r ighe: «Dacché l’Italia ha sentito il prepotente bisogno «di un giornale, che parlasse ex professo di musica, «e da questo bisogno nacque quel giornale, che, forte «delle opinioni francesi sulla musica italiana^ venne «ad imporci il peso della sua dittatura... ecc.» In queste poche righe del prelodato signor Gian Jacopo Pezzi (che facilmente si comprende essere a noi dedicate) si contengono due asserzioni gratuite e, a giudizio degli imparzialij, false! Noi le terremo in conio di una dire che, se la nostra vanità di articolisti musicali non ci illude, crediamo intravedere in questo Nahucodonosor del Verdi un indizio di notevolissimo progresso nell arte melodrammatica. O spieghiamoci meglio. Il signor Solerà ha tessuto un dramma che scostasi di molto da quanto finora s’é latto tra noi: nel tutt’insieme ei si svincolò da quelle benedette forme che troppo spesso avviliscono la nostra Opera in musica, circoscrivono e assopiscono le idee del compositore. Il Solerà delineò a larghi tratti il disegno del suo Nabucco, lo dipinse a grandi pennellate. Epperò se a chi lo consideri come lavoro meramente drammatico non appare a sufficienza svolta e qui e qua a malappena tracciata la tela e accennalo il pensiero dominante nelle varie scene, giova però molto bene al proposito del maestro, cosicché vestito di note musicali riflette un tal qual bagliore che nello spirito di chi vede e ascolta non manca di svegliare vigorose e nuove impressioni. Inoltre il soggetto biblico, ricco di grandiosità teatrale e di scenica poesia, si presta a dovere all1 ampiezza delle nostre maggiori scene. Il signor Verdi mostrò di aver saputo ben comprendere le idee del Solerà, e audacemente sicuro di sé adoperò a interpretare i suoi drammatici concetti. Diciamo audacemente■, ad elogio del signor Verdi, perocché ci volea codesta specie d’ardire a porsi nel piccolo ma eletto drappello de’ compositori i quali, non curanti del malgusto che annebbia tuttavia lo spirito di molti, adoperano a tutta possa a rompere anche in parte le tanto scipite, ma pur da troppo lungo tempo adottate, consuetudini melodrammatiche, e i soliti amori, e le solite convenienze, e le inevitabili cabalette, e i grandi adagi de’finali, e le fragorose strette, e i rondò, ecc., ecc. Adunque notar vuoisi a lode del maestro, lo ripetiamo, questo ardimento, queste nobili intenzioni. E questo un novello passo che l’arte, grazie al suo ingegno, move con baldanza verso le più vaste sue regioni, ed è a desiderare che quindi innanzi tutti indistintamente i nostri poeti melodrammatici, e i nostri compositori sì provetti che esordienti vogliano, come il Verdi e il Solerà, tendere con isforzi diversi, secondo la varia portata dell’ingegno, a un si bello scopo. Ora si aggiunga che se il nuovo spartito di cui parliamo non può per avventura offrirsi come tipo perfetto della vera Opera tragica, può essere però additato come un saggio abbastanza felice e chiaramente determinato di quanto vorremmo ch’ella fosse e quale vivamente bramiamo sia da altri come da noi sentita. - Intanto ella è cosa certa die da gran tempo le vòlte della Scala non rimbombarono di plausi così unanimi e sinceri come quelli che festeggiarono la comparsa di questo Nahucodonosor, e ognuno agevolmente comprenderà che ne fasti teatrali moderili questi plausi hanno una particolare significazione. - Non arrogandoci per ora di fare verun pronostico sul grado d’entusiasmo che questo spartito sarà per destare presso altri pubblici, ci proponiamo di udirlo altre volte con tutta attenzione, onde nel foglio venturo, con quel po’ di dottrina che i nostri studi ci procacciarono, poter particolarizzare i pregi che pur son molti di questa nuova composizione; nè il maestro ci vorrà saper malgrado, se ci prenmera impertinente provocatione finché il chiaris. signor Estensore del Glissons non avrà stipulo convalidarle di buone e chiare ragioni. Siamo disposti ad accettare qualsiasi polemica musicale dettata senza livore od invidiaj alle pance vuole non risponderemo mai. deremo la libertà di interpolare qui e colà qualche nostra modesta osservazione. Non dobbiamo però passare sotto silenzio che dalle prime sue Opere a questa il Verdi si é grandemente arricchito di dottrina, e le sue idee acquistarono uno sviluppo singolare. Talché se anche qualche critico conceder non volesse che la sua nuova Opera segni un evidente progresso nell’arte melodrammatica. non potrebbe però negarne uno grandissimo anzi straordinario nella potenza creatrice dell’artista. A. M. NOTIZIE MUSICAI.! ITALIANE 0). Napoli. — Accademia nel Conservatorio di musica. I giovanetti ilei Conservatorio in S. Pietro a Miyclia diedero una bella prova di ciò che vale la buona direzione, eseguendo con molta aceuralezza e con luminoso successo, una grande sinfonia di Weber, le due prime parole di Haydn, la sinfonia in re di Beethoven, la sinfonia dell’Oberati e Confutali*, Lacrymosa e Dies irne ed Requiem di Mozart, oltre il Zampognaro napoletano, fantasia caratteristica per orchestra ili Mcreadanle, l’introduzione del Crociato c due pezzi, l’uno obbligato a violoncello e l’altro a flauto composti ed eseguiti dagli alunni La bocchetta c Scaramella. Per non dir d’altro, solo l’avvedutissima scelta degli or citati pezzi di grande concepimento e. lavoro, basta a render palese con quanta lode l’egregio Merendante si proponga i! vero vantaggio ile’ suoi allievi c per naturai conseguenza iì miglioramento dell’arte. — Trieste. I.a fine del commendovolissimo terzo atto della diaria Fadilla che non si fa più morire di gìoja (I!) eccitò i trasporti di quel pubblico per In bravura ed il buon gusto con cui la Tadolini interpretò il grazioso motivo da Ponizetti sostituito a singulti di morte. — Milano. Nella Chiesa di S. Antonio il giorno 4 corrente i musici addetti alla Cappella del Duomo sotto la direzione de’ maestri Piacentini, Piazza c iioniforti, con ogni premura si esperimentarono ad eseguire il famoso Stabat di cui ora si occupa tutto il móndo musicale. Mal si potrebbe dar un congruo giudizio di quei capolavoro dietro un’esecuzione in cui mancavano le indispensabili voci di donne, c l’accompagnamento era limitato al solo pianoforte. Perciò basterà l’encomiare la buona intenzione c lo zelo di chi prese parte a quella esecuzione e dell’illustre personaggio che la promosse. - Non abbiamo ancora perduto la speranza di poter presto sentire lo Stabat eseguito come si deve nell’i. il. Teatro alla Scala. (t) Api riferire le notizie musicali italiane daremo sempre la precedenza a quelle nelle quali si parli delVesecuzione di componimenti sia vocali sia stromentali del genere classico, intendendo per questo il genere in cui la fantasia, il sentimento o la scienza del compositore sono con perfetto accordo affratellate, e i prodotti che ne risultano sono degni di venir considerati quali saggi del bello musicale ne’ varii suoi rapporti di forma e di intenzione. VARIETÀ LE NOTIZIE TEATRALI. Nel Programma che abbiamo dato di questa nostra Gazzetta musicale ci siamo in certo modo obbligati a non occuparci delle cosi dette notizie teatrali, e ciò per alcuue ragioni che a noi sembrano di qualche peso. Ed anzi tutto il nostro foglio è più specialmente destinato alla esposizione delle dottrine critico-musicali riputate migliori, piuttosto che a tener conto del vasto movimento materiale dell’arte; poi abbiamo forse il torto di credere quasi impossibile che un giornale si procuri nelle diverse piazze de’ corrispondenti i quali sieno così disinteressati, imparziali, intelligenti e discreti da non ingannare o volontariamente o involontariamente il giornalista col quale si pongono in carteggio. E qui ci spieghiamo. Questi corrispondenti sono o prezzolati o gratuiti: se sono prezzolati è agevole il supporre che, per essere costretti a dedicarsi a un sì umile || ramo d’industria, non potranno tenersi su- f periori ai tentativi di corruzione che non fW mancheranno di fare sul debole loro spi- vì.%” u rito le persone alle quali importerà che il gtv’Xi I ragguaglio che essi devono stendere sia det- (K; V