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musicali a Firenze. Alcuni ricchi abitanti
di questa città concorsero a somministrare
la somma necessaria a dargli i mezzi di recarsi
a compire la sua educazione presso
p Mercadante a Novara. Rolla, la prima sua
Operai fu rappresentata a Torino nel mese
di Novembre del 1840. e il pubblico la accolse con favore, benché vi trovasse molto più imitazione dello stile del suo maestro che non vera originalità. Una nuova Opera
di sua composizione dovea rappresentarsi
nella città stessa lo scorso autunno; ma non essendo io passato da Torino al mio ritorno, non so quale sorte ottenesse (1). Ho anche
udito parlare di un’signor Verdi, nativo dello stato di Parma, il quale fece rappresentare
a Milano nell'autunno del 1839 un
Oberto Conte di san Bonifacio, il cui
buon successo offriva delle speranze che poi svanirono senza ch’ei desse altri saggi del
suo talento (2).
Il Torrigiani di Parma è dotato di una
felice organizzazione sopra tutti gli altri giovani compositori che da due o tre anni
si esperimentarono sulla scena, ed è forse
quegli die offre migliori speranze. Proveniente
da una famiglia agiata, ei non esercitò
finora il suo ingegno che in qualità
di dilettante. Prime sue produzioni furono
delle sinfonie e delle cantate, e perla prima
volta ei si produceva sulla scena allorachè
10 giunsi a Napoli. La sua Opera intitolata
Ulrico di Oxford venne rappresentata al
teatro del Fondo l'11 Agosto del 1841.
Il suo successo non fu clamoroso, ma si
trovano nel suo lavoro dei tratti che indicano
un concepimento più forte di quello
di che dieder prova molti giovani musicanti
i cui saggi furono d’assai più felici. La cattiva
fortuna di Ulrico di Oxford vuolsi
particolarmente attribuire ai cantanti, i quali
molto male lo interpretarono. Pareva un
impegno preso a chi faceva peggio; poiché
l’orchestra e i cori gareggiavano cogli attori
a manomettere la musica: la messa in
iscena. gli abiti e le decorazioni erano degne
dell’esecuzione. Parma è notevole al
presente pe’ molti compositori drammatici
che diede all’Italia, poiché non solo Speranza
e Torrigiani si annoverano come nativi
di questa città, ma ed anco i giovani
maestri Luigi Finali, Luigi Savi (3) e Gualtiero
Sanelli; nulla io conosco delle loro
Opere.
Sono questi i nomi de’ compositori di
musica che colpirono il mio orecchio prima
del mio arrivo a Napoli. A Venezia nulla;
mi venne trovato (4), nè fui punto più felice
a Firenze ed a Roma. Non debbo però tacere
di alcuni giovani usciti dal Liceo
Musicale di Bologna, sebbene nessuno di
essi offra prova di eletto ingegno. Il più
anziano tra costoro è il maestro Nini, il
quale, dopo aver vissuti parecchi anni in
Russia, scrisse al suo ritorno in Italia Ida
della Torre per un teatro di second’ordine
a Venezia. Accolto con favore su questa
scena di poco conto, ei cadde alla Scala di
Milano. Molte Opere fece succedere il Nini
a questo primo saggio, tra le altre la Marescialla
d'Amore, la qual gode di qualche
(1) In fatto ivi fu rappresentata colpitolo di Ginevra
degli Alimìeri e non piacque
(2) Nel 1840 Verdi compose per la Scala Un giorno
di regno senza corrispondere all’aspettativa che di lui
si avea. Ora sta provando nell’istesso teatro il Nabucco
nel quale, a giudizio di taluno, è manifesto aver il Verdi
fatto de’ progressi.
(3) Morì al principio del corrente anno, e a parer nostro non era a confondersi col Sanelli e col Finali.
(4) Se l'eruditissimo signor Fétis si fosse dato premura di assumere le necessarie informazioni a Venezia
avrebbe potuto conoscere Ferrari, che già diede ripetute
prove del suo ingegno, e Buzzolla.
Opere, neppur un aria, neppur un pezzo qualunque abbia sopravvissuto e varcati i confini di Napoli per recare altrove il nome dell’autore! Gli altri compositori napoletani appartenenti all epoca attuale de quali mi rimaneva a parlare, lutti dal più al meno attendono in giornata a produrre delle Opere. A capo di essi, seguendo l’ordine di anzianità, si annovera il signor Aspa nato a Messina nel i 1800. e il quale, se non mi sbaglio, fu educato alle lezioni di Zingarelli. Dell" età di quarantanni passati non vuoisi più classificare tra i giovani artisti, e di qualsivoglia; guisa lo si giudichi. debbesi considerare come già maturo il suo ingegno, e non si! può dire ch’ei dia o non dia delle spe! ranze. Prima che lo stile alla moda avesse trovati tanfi imitatori, la maniera del signor Aspa aveva già preso un carattere più analogo allo stile rossiniano, il quale sembrami aver egli conservato fino al presente. Nelle cose sue da me udite mi parve scorgere un buon sentimento della scena, del! acume nella disposizione degli effetti, un armonia regolare e un buon sistema di stronrentazione; ma poche idee e molte re: miniscenze.il Proscritto, ultima sua Opera rappresentata al teatro Nuovo pochi giorni prima del mio arrivo a Napoli, e che fu ben accolta dal pubblico, è tale partizione che ai soli napoletani può piacere a cagione di una parte buffa scritta nel dialetto dell’ultima classe del popolo di Napoli, e contiene molte belle cose nel vero stile buffo italiano, molto differente da quello dell’Opèra-comique francese. Sgraziatamente quello spartito contiene delle rimembranze delXInganno felice e dell’Italiana in Algeri. Al pari di Raimondi il sig. Aspa ebbe una penna molto feconda, non dirò già lo stesso della fantasia. Il signor Salvatore Sarmiento, altro compositore siciliano, nato nelle vicinanze di Palermo nel 1816, e quindi molto pili giovine del sig. Aspa, fece i suoi studii nel Conservatorio di Napoli e fu allievo di Zingarelli. tutto quel più che si poteva esserlo di quel maestro negli ultimi suoi giorni. Esordì nella sua carriera coll’Opera Paleria, ossia la Cieca rappresentata al teatro San Carlo il 51 marzo 1858. Vi si notarono alcuni graziosi pezzi; ma Alfonso cTArragona, che il signor Sarmiento fece rappresentare alcuni mesi dopo. sembrò molto più debole c non ebbe vermi esito. Nell’agosto del d8-41 fece rappresentare Rolla al teatro del Fondo: quest’Opera produsse poco effetto e non dà diritto all’autore di essere considerato tra coloro dai quali si possa sperare qualche cosa perla rigenerazione futura dell’Opera italiana. Da alcuni anni in qua il Conservatorio di Napoli vide uscire dal suo ricinto molti allievi i quali si slanciarono sulla carriera drammatica. Il più degno tra essi è il signor Lillo, che esordi coll’Opera Odda di Rernauer rappresentata al teatro di San Carlo il 22~febbraio 1837. Abbenchè si notasse di inesperienza questa prima partizione del giovine maestro, si applaudirono nondimeno diversi buoni pezzi i quali procacciarongli una scrittura per Venezia ove scrisse un’Opera, di cui non ricordo il titolo, e che si produsse nella stagione medesima nella quale Mercadante diede il suo Ri avo 0). ì Non essendo felicemente riuscita la sua t Opera, il signor Lillo tornò a Napoli ove t diede il Conte di Clialais, nel mese d’Ot- g (4) Leggasi Due Illustri Rivali. U pe) tobre 1859 mese di se Cristina ri 40 Queste Op f fecero stili valente fra la sua mec Tuttavol ji di origina vedute, e i buon gusti ji che non ir dire che qi i rara nelle j lista ìtaliai blico. Molt osservare c non si an attenzione compresa. ricevere do cere o di < spirito d: musica già nuov sen fazione organi; qr se qualche prendere 1 mare in p sione sarà ] da che de produzioni non dopo non faccia maggior p fare sforzi e nuovo c matica; e: dover sod hanno an volersi cii Non vi ha cessano c genio sov Sini, geni pre degli modeslam dominanti ziali mod colte (t). 1 a dir giù: Francia, ii proprio s cune dell costituisci di ingegn Dopo i si risconi bevo del ciarda, r; di Giugn il signor diverse 0 I (4) Consei dedotte, a flessioni. So denza del p; analisi nel gi fosse fatta q di intelligen per imporn piaciuto chi sconfortare tare novelli connate e © (2) Anche troppo assol molta parte lo stile di eadante: e rcgj| colla manie (1) A noi sembra che Sogner dovrebbe posporsi al dotto Raimondi, da taluno tenuto siccome il più valente contrappuntista d’Italia. Per non dir d:altro, il suo Ventaglio non solo a Napoli quasi ogni anno si riproduce con festa di quel pubblico, ma venne eziandio rappresentato in altre città.