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Ora alcune parole in particolare. Le giovinette alunne signore Pecorini e Bolza ebbero ripetuti applausi di incoraggiamento pel loro canto gastigato, colorito senza sforzi di voce, elegante senza sfoggio di gorgheggi o di vane ornature: il porgere scenico fu semplice, o se vogliamo anco ora imbarazzato per soverchia timidezza, ora un po’ spinto per mal misurata ricerca di effetto teatrale; ma son questi difetti da attribuirsi all’inesperienza, non a mancanza di buoni principii. Buon saggio di molto sentire e di una tal quale intelligenza musicale diede anche il giovinetto tenore signor Mazzocchi: a lui non meno che alle due allieve or nominate, e al suo collega, signor Gandini, basso, può essere a buona ragione predetta una carriera fortunata, se compiuti gli studii, ne’ quali sono già innoltrati, sapranno mostrare di aver recato al migliore sviluppo le felici disposizioni naturali di che sono forniti, e volgere a buon frutto i savii insegnamenti ricevuti. La musica della seconda Operetta rappresentata, Il Disertore Svizzero, offre diversi tratti di una fantasia desiderosa di effetti non volgari. In questo suo primo felice tentativo melodrammatico, il giovine signor Meiners ha dato prova di buone dottrine c di lodevole gusto nello studio posto a conservare il colorito drammatico delle scene principali. Si notarono in oltre qui e là delle buone ispirazioni melodiche e dei movimenti originali avvalorati dall’artifizio dell’istromentazione e dal giuoco delle armonie che talora anzi, a noi che amiamo soprattutto la semplicità e la chiarezza, sembrò forse troppo ricercato e astruso. In questo Disertore Svizzero del signor Meiners fu sopra gli altri pezzi meritamente applaudito un duetto semiserio molto bene eseguito dalla giovinetta signora Cella e dal signor Gandini. In questo duetto, ad alcune modulazioni ingegnose e ad un felice scambio di frasi or piccanti, or comiche, or affettuose, come richiedeva la situazione, dava maggiore spicco la lodevole condotta non priva nel tutt’insieme di quella originalità che sì di rado si riscontra anche nelle composizioni de’ provetti maestri. Ommettendo per brevità di attribuire particolarmente i dovuti encomii a tutti gli altri signori alunni che cooperarono al beninsieme delle rappresentazioni, non chiuderemo questo cenno senza manifestare la nostra compiacenza al vedere tanto aggraditi e debitamente apprezzati questi esperimenti privati, ideati e promossi dallo zelo indefesso e dall’illuminato amore dell’arte, pel quale è distinto l’egregio personaggio cui è affidata la superiore direzione del nostro I. R. Conservatorio. Quanti e quali possano essere i vantaggi che se ne coglieranno si indovina di leggeri da chi non ignora essere affidato l’insegnamento del provido Istituto a maestri e a professori benemeriti e chiari per non volgar fama, tra quali ò primo a giusto titolo l’illustre autore della Giulietta e Romeo (1).

Un dilettante.

(1) Oltre i signori allievi nominati in questo articolo, si distinsero nella parte stromentale i signori violinisti Rovelli e Corbellini e il clarinetto Fortini e tra questi ebbe special lode il giovinetto pianista signor Fumagalli.


MUSICA SACRA

Nuovo MISERERE concertato dal signor Prof. Giambattista Polledro.

Il cantico che sciolse Davidde minacciato da Natanno dello sdegno di Dio per i colpevoli suoi amori con Betsabea, esprimeva in così umile e commovente modo i sentimenti di un animo pentito che ben a ragione la Chiesa lo pone sulle labbra de’ fedeli nei giorni consacrati alla penitenza e ai digiuno. Parve per lungo andare di secoli malagevole e quasi impossibile cosa agli ingegni musicali il vestire il salmo 50.°, quarto penitenziale, conosciuto comunemente sotto il nome di Miserere, di armonie e di concenti che esprimessero i pensieri, la sublimità c la forza di quelle ispirate parole. Se non che, al cominciare del secolo decimosettimo, Gregorio Allegri, allievo del Marini si accinse alla grande impresa, e vi riuscì in modo cotanto luminoso, che, oltre di essere eseguito ogni anno nel mercoledì Santo alla Cappella Sistina, fu persino minacciato di anatema chi avesse osalo di pigliarne copia. AI solo genio di un Mozart era dato di contravvenire a quel divieto, c di stendere un esemplare conforme al manoscritto originale, imparandolo a mente, dopo averlo ascoltato non più di due volte. Mercè quest'inaudito artifizio, quel decantato lavoro fu stampato a Londra nel 1771 c nel 1810 fu fatto di ragion pubblica a Parigi nella collezione dei Classici. — Dopo un sì lungo volgere d’anni, dopo un sì strepitoso successo, l’esimio prof. sig. Poliedro ha pur egli tentato quella via che ha guidato l’Allegri alla celebrità. Il Miserere, delle cui parole il Polledro ha ben addentro ponderato lo spirito e penetrato la forza, e che sotto la sua direzione fu eseguito dalla Regia Cappella di Torino il dì 11 andante, fu giudicato lavoro squisito, perfetto. Le melodie quando gravi, quando patetiche e sempre sublimi, delle quali ha vestiti i versetti Miserere mei Deus, Tibi soli peccavi e Gloria Patri sono con tale maestria condotte, che quand’anche non si conoscesse la parola non ha chi non comprenda a primo tratto che in quelle risuona la voce di chi implora pietà, di chi confessa la colpa, di chi esalta la misericordia celeste colla speranza di ottenerne il perdono, e che ne’ suoni che l’accompagnano non riconosca, quasi direi, le portentose melodie che traeva dall’arpa l’ispirato monarca. — Ben altra volta con non adequati concetti bensì, ma con sincerità di cuore, ho tentato di tessere un encomio ai pregi di che il Polledro va bellamente fornito (1), ora asserirò soltanto che se il nuovo bel lavoro di questo egregio professore, fosse per incorrere la sorte di quello dell'Allegri, io auguro all’arte e al mondo musicale un nuovo Mozart.

Avv. Carlo Corghi.

(1) Vedi Messaggiere Torinese N. 17 anno 1841, e N. 2 anno 1842.

LE DUE COLONNE

Opéra comique, in tre atti. - Libretto de’ signori Scribe e Saintine, musica di Auber.

Il celebre autore della Muette de Portici ha dato ultimamente alleacene dell’Opéra Comique a Parigi questa sua nuova produzione, intorno alla quale riportiamo compendiato il giudizio che ne recò il sig. Blanchard nel N. 6 delle Revue et Gazette musicale. Premettiamo che il signor E. Scribe, il quale da qualche tempo si compiace di cavare gli argomenti de’ suoi drammi dalle politiche vicende, eziandio riferendosi alle contemporanee, in questo Duca d’Olona ha preso di mira l'innalzamento al trono di Spagna di Filippo V. Eccone in breve P argomento. Il Duca d’Olona partigiano di Luigi XIV, mandato in bando dalla Spagna, per salvare i beni che ivi possiede, prima di partirsi, precipitosamente si sposa ad una donna che a caso gli viene incontrata, e senza aver tempo di pur vederla, subito l’abbandona e fugge. Donna Bianca di Velasco figlia di un povero gentiluomo, divenuta duchessa d’Olona, ed abbandonata al medesimo tempo dallo sposo, ha il destro di seguire un giovane uffìziale francese da lei amato in precedenza. Per gli sconvolgimenti politici della Penisola, il duca (l’Olona può tornare in Ispagna, e giunto al campo francese trova la sua donna (che egli non conosce)presso il giovane uffìziale divenuto cavaliere di Vilhardoin, e vedendola bellissima, di lei perdutamente s’innamora. Filippo V è già salito al trono di Spagna, e la duchessa d’Olona fatta prima dama d’onore della regina continua ad amare il cavaliere, e ad essere adorata dal duca suo marito. Essa profitta del suo potere nella corte per mandare il suo caro sposo in ambasciata presso la Santa Sede ove costui s’adopera per ottenere lo scioglimento del suo matrimonio, e potere così sposare l’amata sua donna. Ottiene il divorzio, e la duchessa che ne segna l’atto con gran piacere, sposa incontanente il cavaliere di Vilhardoin divenuto ancora marchese di Villaviciosa. Cotesto pasticcio drammatico, d’intrigo veramente spagnuolo, immorale di scopo, e di combinazioni più presto impossibili che improbabili, è ricco di situazioni di grande effetto, ed è musicabile per eccellenza. La parte comica è affidata ad un certo Munos intendente del duca, uomo pauroso, ed a sua moglie Margherita confidente della duchessa. Il signor Auber, secondando l’importanza, e il merito del suo libretto, ha prodotto una partizione piena d’arte, di gusto, di eleganza, di armonie peregrine, mistiche c vigorose. Soprattutto vi si sono ravvisati que’ pensieri melanconici proprii di un artista di prima classe che è per finire la sua gloriosa carriera. Invano si cercherebbe in quest’Opera il brio giovanile, le novelle idee, le fresche armonie. Il signor Auber si è qui rivelato per l’autore della Muta di Portici, ed alcuni brani di quest’Opera si sono sentiti come per eco fedelmente rispondere. Sarebbe strano ed ingiusto il fargliene rimprovero. Un compositore come Auber ricco di melodia più d’ogni altro suo nazionale, ha diritto di metter mano alle sue proprietà, le quali, riprodotte non saranno mai per farlo arrossire, nè per procurargli la taccia di essere scaduto dal vigore della sua creatrice fantasia. La sinfonia tolta da’ brani dell’Opera è maestrevolmente condotta e connessa; e l'andante che vi è di mezzo è armonizzato con tutta leggiadria. I due brani di Bianca nell’introduzione, e il terzetto che segue sono di effetto delizioso, e madama Thillon, che ha il carico principale dell’esecuzione, con un modo legato quasi insolito al suo metodo, di una espressione mistica al suo canto. II terzetto che segue è debole per sé, e male posto in iscena. Le nozze e la fuga del duca d’Olona sono i punti più inspirativi per la musica, e il maestro se n’è prevalso con destrezza, non però da compositore drammatico. Un certo movimento di marcia che fa sentire l’orchestra non è punto in accordo colle passioni, e colle parole dei personaggi. Ma con questo ch’è il finale dell’atto primo il signor Auber forse non aveva in animo che di preparare l’atto secondo che è tutto delizioso sì per musica che per effetto drammatico. Principia con un coro religioso, che intreccia il suo mistico canto col suono strepitoso delle trombe, del tamburo, e della moschetteria, perchè ivi presso s’impegna una battaglia; e intanto il pauroso Munos giunge spaventato, e mesce le sue preghiere in recitativo parlante alle preci del coro, e l’effetto n’è maraviglioso. Segue un altro coro di soldati che finisce in un orgia, che non è se non lodevole. Il gran duetto fra il cavaliere Vilhardoin e la duchessa d’Olona, è un pezzo di gran passione c di bel carattere. Il rondò del cavaliere:

O bonheur de cieux

O plaisir de dieux

Je suis aimé! ecc.


che è bello per musica, fu ben cantato da Roger. Un altro coro di soldati non è pezzo d’importanza; ma lo è un duetto fra il duca e la moglie sconosciuta. Questo pezzo è veramente delizioso, pieno di vita, e graziosamente stromentato. Il coro: O France. ô ma patrie! termina degnamente quest’atto bellissimo. Il terzo atto ha un bel quartetto; e lo scioglimento del dramma è felice sì per la scena, e versi, che per musica. I signori Scribe, Saintine, e Auber hanno prodotto un lavoro che sarà per deliziare il pubblico con buon numero di rappresentazioni. Gli attori tutti hanno eseguito bene le loro parti, e si sono oltremodo distinti Mocker, Roger, e madama Thillon. Quest’ultima è stata ridomandata sola alla scena anche dopo che gli attori tutti erano stati richiesti ad unanimi applausi.


NOTIZIE MUSICALI

— Berlino. Il maestro Spontini, direttore generale della musica, tornato non ha guari da Parigi, non prende più parte agli affari d’amministrazione, e la sua musa si dedica unicamente alla composizione. Del resto egli gode del suo pieno soldo, ed è autorizzato a far le prove e dirigere al cembalo, a piacere, tanto le Opere sue quanto quelle d’altri maestri.

— Il direttore di musica Mòser solennizzò, come al solito, l’anniversario della morte di Mozart (5 dicembre 1791) con una eccellente esecuzione di ambe le sue grandi sinfonie in sol minore o do maggiore colla Fuga e coll'overtura del Flauto magico. Si diede inoltre due volte il Don Giovanni con teatro pieno. Anche l’anniversario di morte di Beethowen (18 dicembre) fu solennizzato coll’esecuzione delle principali sue composizioni.

Lipsia. La più recente Opera nuova del maestro Lortzing, intitolata: Casanova, venne eseguita il 31 dicembre p. p. in teatro affollato di uditori con grande applauso. Un coro ed una canzone dovettero ripetersi, ed ogni pezzo dell’Opera ebbe grande riuscita. Lo stesso maestro vi cantò anch’ egli, e fu più volte chiamato sulla scena.

Vilna. Il nuovo melodramma: Der eudige Jude (Il Giudeo errante) del maestro Zaczinski ebbe un bel successo.

Londra. Per render omaggio a S. M. il Re di Prussia il cavaliere Bunsen, suo ambasciatore, ha dato una grande colezione, alla quale S. M. degnossi prender parte in compagnia di alcuni personaggi eminenti e di varj artisti di primo rango. Il Re scorgendo Moscheles, gli si avvicinò e gli manifestò il piacere che provava nel rivederlo, dicendogli: «voi foste il primo che mi abbia dato l’idea dell’effetto di cui è suscettibile il pianoforte. Quell’impressione per me è stata sì forte che non l’ho mai dimenticata». Dopo la colezione S. M. invitò Moscheles a provare un magnifico piano di Erard ch’egli aveva scelto pel suo palazzo di Berlino. Il grande artista tosto si pose al pianoforte ed ha improvvisato in un modo sì maraviglioso che il Re e tutti gli spettatori non potevano contenere il loro entusiasmo. S. M. ed Humboldt hanno proclamato che nessun altro pianista vivente sia capace d’improvvisare come Moscheles, a cui venne fatta istanza di recarsi a Berlino il più presto possibile. Questo nuovo tratto prova quanto il Re di Prussia ami appassionatamente la musica c protegga gli artisti distinti.

Concerti a Parigi. Berlioz da taluno qualificato del titolo di Shakspeare dell’arte musicale moderna, e da altri tenuto invece per lo Scarron, il primo del corrente mese, nella sala Fivienne, ha raccolto i suoi ammiratori ed i suoi detrattori per assistere all’esecuzione di varj suoi pezzi istromentali eseguiti da 200 parti. La romanza per violino intitolata Reverie et caprice parve troppo bizzarra e l’abile violinista Alard si trovò come in un labirinto inestricabile. La sinfonia militare funebre composta per le transazioni delle ceneri delle vittime di Luglio e l’inaugurazione della colonna della Bastiglia, emerse nobile e potente elegia musicale, e profondamente scosse l’uditorio. Nell'Harold sinfonia con viola principale è la bellissima misteriosa marcia de’ pellegrini, il capolavoro di Berlioz, appassionato ed originale artista, che ad ogni costo volendo andar in traccia di novità qualche volta devia dal retto cammino. Beethowen e Weber servirono di ausiliari a’ componimenti di Berlioz; del primo diedesi il concerto-concertante per violino, violoncello, pianoforte ed orchestra, e dell’altro si scelse l'Invito al Valtz, noto pezzo di pianoforte diligentemente istromcntato dall’autore dell’Harold.

— Cavallini, il sommo clarinettista italiano gentilmente assecondato dalle Grisi e Persiani e da Lablache eBalfe, nell’ultimo giorno di Gennajo diede una grande mattinata. La Gazette musicale, dopo aver lodato il concertista, si esprime in modo da lasciar supporre che il concorso di spettatori non fosse corrispondente al distintissimo merito degli esecutori.

— Nel quarto concerto della Gazette Musicale si fece ripetere una magnifica aria dell’Ifigenia in Tauride di Gluk, e si applaudì con entusiasmo specialmente a’ quintetti Op. 87 di Hummel ed in re di Mozart, ed altre arie del Dardano di Sacchini, e di Don Magnifico di Rossini.

— Cherubini, il Nestore de’ compositori di musica, ha dato la sua dimissione dal posto di direttore del Conservatorio di musica di Parigi. L’illustre maestro si ritira nell’età di 82 anni e dopo 40 anni di non interrotto zelantissimo servizio in quello stabilimento, di cui è stato uno de’ fondatori e di cui era il capo da 20 anni. Il Messager annunzia che Auber surrogherà Cherubini or ora da S. M. il Re de’ francesi nominato commendatore dell’ordine della Legione d’onore.

— Il successo ottenuto da Listz a Berlino è una cosa assolutamente nuova ne’ fasti musicali di quella città. L’incomparabile e generoso artista in poco più di un mese diede tredici concerti, i primi tre per uno scopo benefico, fra cui quello del compimento della Cattedrale di Colonia, gli altri dieci per proprio conto. La smania di sentir Listz ivi era tale che, appena finita un’accademia, tutti i posti, quand’anche «a prezzi assai elevati, erano tosto ritenuti per la susseguente, di modo che alle ultime moltissime persone non poterono esser ammesse per mancanza di posti. Dicesi fra le altre cose che questo genio-pianista ne’ suoi concerti a Berlino abbia eseguito a memoria circa sessanta differenti pezzi di musica d’ogni autore e di ogni età. Egli si meritò le maggiori distinzioni sì dalla Corte che da’ personaggi i più eminenti per cariche o per talento.


GIOVANNI RICORDI EDITORE-PROPRIETARIO.