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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 52 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
L'EDITORE PROPRIETARIO
DELLA GAZZETTA MUSICALE
AI SIGNORI ASSOCIATI
Anche nell'imminente 1843 la mia Gazzetta
Musicale continuerà le sue pubblicazioni periodiche alle condizioni medesime praticate nell'annata or decorsa.
Imparziale moderazione nella critica e sobrietà nelle lodi, accuratezza nella scelta degli articoli riguardanti la parte storica, estetica e biografica dell'arte musicale varietà ed abbondanza di notizie, quelle soltanto che riguardano i reali progressi dell'arte stessa, codeste norme seguite fin qui saranno pure la guida alla redazione della mia Gazzetta per l'avvenire.
Promisero di continuare ad onorarla dei loro scritti i seguenti:
Sig. M°. Simone Mayr. - M.° G. Pacini. - Dott. P. Lichtenthal. - M.° L. Picchianti. - Avv. Casamorata. - M.° Raimondo Boucheron. - M.° G. A. Perotti - M.° A. Mazzucato. - G. Vitali. - Is. Cambiasi. - D. G. Torelli. - G. B.
Sono lusingato di potere aggiungere ai suddetti anche i seguenti nuovi collaboratori: M.° L. Rossi. - Prof. Bigliani. M.° C. D. - M.° Ferdinando Hiller ed. altri.
La redazione letteraria del foglio rimane affidata al sig. G. Battaglia. Il secondo volume dell'Antologia Classica si comporrà come il primo di dodici pezzi scelti dai più stimati spartiti antichi e moderni; in tutto 150 pagine del solito formato, con apposito frontispizio.
A tutti indistintamente gli attuali associali si manderà il primo foglio dell'annata 1843. Coloro i quali non lo respingeranno vorranno essere ritenuti inscritti anche pel nuovo anno.
Il prezzo d associazione è sempre fissato ad. aust. lir. 12 per semestre ed aust. lir. 44 affrancata di porto postale fino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l'associazione annuale.
Le associazioni si ricevono presso il mio Stabilimento Nazionale Privilegiato, presso gli Uffici Postali, e i principali librai ed editori di musica dell’Italia, della Germania e della Francia.
GIOVANNI RICORDI
EDITORE-PROPRIETARIO.
SOMMARIO
I. Ai BENEVOLI LETTORI DELLA GAZZETTA MUSICALE. Una Dichiarazione riassuntiva. - II. Critica Musicale. Di un libro intitolato Lezioni d’Armonia, scritte da Domenico Quadri, ecc. - III. Opere d’Istruzione. Articolo I. Breve Metodo di Canto di Francesco Florimo, ecc. - IV. Carteggio. Parigi. - V. Notizie Musicali Italiane. Milano, Napoli, ecc. - VI.Notizie Musicali Straniere. Vienna, ecc.
AI BENEVOLI LETTORI
DELLA GAZZETTA MUSICALE
Una dichiarazione riassuntiva
Con questo suo N. 52 la nostra
Gazzetta Musicale compie la
serie dei fogli del primo suo
anno di pubblicazione; si crede
essa quindi in dovere di ringraziare
que’ molti benevoli che vollero fin qui
onorarla dell’indulgente loro voto. E tanto
più si induce a questo dacché è consapevole
a sé stessa di non avere punto battuta
la migliore via che poteva condurla
a una pronta ed estesa popolarità. E vogliamo
dire che, rinunziando all1 agevole
uffizio di cortigiana delle volgari opinioni
predominanti tra noi in fatto di musica,
e lontana dal farsi plauditrice o apologista
della moltitudine di coloro clic in Italia
pretendono erigersi dittatori dell Arte,
senza avere altra iniziazione ad essa tranne
quella che si acquista nelle romorose nostre
platee, nei nostri caffè o nei camerini
de1 teatri, la nostra Gazzetta adoperò anzi
a proclamare alcuni principii e a sostenere
alcune teoriche tult1 altro che famigliari e
gradite al nostro mondo musicale.
Ad alcuni esclusivi parteggiatovi della musica italiana sarebbe, a cagion d’esempio, piaciuto che la nostra Gazzetta, acclamasse meraviglie di tutto quanto in fatto di musica si scrive alla giornata più o meno pensatamente o si scarabocchia alla sbadata dalle Alpi al Capo Spartivento, e che ad un medesimo tempo si gridasse senza pietà al barbarismo, al malgusto, alle goticaggini dietro a tutte le composizioni dovute al genio oltremontano.
Forse ci saremo ingannati, ma abbiamo creduto, e finché altri ci convinca dell’errore, crederemo fermamente, che a giovare in qualche modo ai buoni progressi della musica italiana sia appunto necessario reagire contro l’opinione volgare che inavvertitamente le concede il primato, non pei veri e reali suoi vanti, ma perchè più delle altre musiche (e in ispecie della tedesca ) la trova facile a comprendersi e ritenersi, e dotata di una superficiale leggiadria, non avvertendo che codesti pregi di leggieri si ottengono coll’abuso di formole e di certi meccanismi che mutano l’arte in una specie di industria. Ora, chi osservi che la maggior parte delle Opere d’oggidì tanto pregiate sui nostri teatri, non sono appunto ricche d’altro che di siffatte bellezze, come non potrà osservare al tempo stesso che codesta tendenza de’ nostri compositori a sostituire alla vera invenzione i materiali processi del mestiere, quando non sia rattenuta dalla severità di alcune dottrine che mal si accusano di sottile rigorismo, troppo presto condurrebbe la musica italiana al sommo di quella insipidezza e volgarità e mal mascherata povertà di sostanza, che già da un pezzo e in molta parte non a torto rimproverano i critici stranieri al volgo dei maestri d’Italia?
Riconoscono di buon grado gli oltramontani la superiorità del genio melodico italiano: (e come negarla?) i più severi scrutatori delle attuali condizioni del nostro Teatro lirico-drammatico acconsentono che la fecondità, l’estro melodico, il soave istinto del canto sono doti pressoché native ai nostri compositori ed artisti; ma al tempo stesso, non senza ragione, lamentano la poca o nessuna cura che si danno la più parte di essi di avvigorire e fecondare le spontanee loro ispirazioni colla severità degli studii scentifici, colla elaborazione del pensiero. Alle nuove Opere che con tanta e si facile frequenza si succedono sulle nostre scene liriche, a giudizio di que’ critici, manca una dote che è la più valida garanzia della durata de’ prodotti delle arti, la coscienziosità. - I maestri italiani (dicono essi), salve ben poche eccezioni, assumono l’impegno di scrivere un’Opera nuova, e sia pure nientemeno che un poema drammatico o una tragedia lirica (com’hanno la vanità di chiamare i loro centoni per musica) colla leggerezza e indifferenza medesima con cui i loro poeti estemporanei si acconciano a soddisfare a una brigata d’amici improvvisando inter pocula una canzone o un brindisi a rime obbligate! - E per verità, noi che siamo testimoni del modo col quale nella nostra Italia si mercanteggia dagli Appaltatori il genio melodrammatico de’ nostri compositori, non possiamo negare che in queste accuse non ci sia un gran fondo di vero. Due, tre mesi di tempo per empire alla meglio di crome i quinterni di uno spartito e vestirne il primo libretto