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GAZZETTA MUSICALE

N. 52

DOMENICA
26 Dicembre 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


L'EDITORE PROPRIETARIO


DELLA GAZZETTA MUSICALE


AI SIGNORI ASSOCIATI


Anche nell'imminente 1843 la mia Gazzetta Musicale continuerà le sue pubblicazioni periodiche alle condizioni medesime praticate nell'annata or decorsa.

Imparziale moderazione nella critica e sobrietà nelle lodi, accuratezza nella scelta degli articoli riguardanti la parte storica, estetica e biografica dell'arte musicale varietà ed abbondanza di notizie, quelle soltanto che riguardano i reali progressi dell'arte stessa, codeste norme seguite fin qui saranno pure la guida alla redazione della mia Gazzetta per l'avvenire.

Promisero di continuare ad onorarla dei loro scritti i seguenti:

Sig. M°. Simone Mayr. - M.° G. Pacini. - Dott. P. Lichtenthal. - M.° L. Picchianti. - Avv. Casamorata. - M.° Raimondo Boucheron. - M.° G. A. Perotti - M.° A. Mazzucato. - G. Vitali. - Is. Cambiasi. - D. G. Torelli. - G. B.

Sono lusingato di potere aggiungere ai suddetti anche i seguenti nuovi collaboratori: M.° L. Rossi. - Prof. Bigliani. M.° C. D. - M.° Ferdinando Hiller ed. altri.

La redazione letteraria del foglio rimane affidata al sig. G. Battaglia. Il secondo volume dell'Antologia Classica si comporrà come il primo di dodici pezzi scelti dai più stimati spartiti antichi e moderni; in tutto 150 pagine del solito formato, con apposito frontispizio.

A tutti indistintamente gli attuali associali si manderà il primo foglio dell'annata 1843. Coloro i quali non lo respingeranno vorranno essere ritenuti inscritti anche pel nuovo anno.

Il prezzo d associazione è sempre fissato ad. aust. lir. 12 per semestre ed aust. lir. 44 affrancata di porto postale fino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l'associazione annuale.

Le associazioni si ricevono presso il mio Stabilimento Nazionale Privilegiato, presso gli Uffici Postali, e i principali librai ed editori di musica dell’Italia, della Germania e della Francia.

GIOVANNI RICORDI

EDITORE-PROPRIETARIO.



SOMMARIO

I. Ai BENEVOLI LETTORI DELLA GAZZETTA MUSICALE. Una Dichiarazione riassuntiva. - II. Critica Musicale. Di un libro intitolato Lezioni d’Armonia, scritte da Domenico Quadri, ecc. - III. Opere d’Istruzione. Articolo I. Breve Metodo di Canto di Francesco Florimo, ecc. - IV. Carteggio. Parigi. - V. Notizie Musicali Italiane. Milano, Napoli, ecc. - VI.Notizie Musicali Straniere. Vienna, ecc.




AI BENEVOLI LETTORI

DELLA GAZZETTA MUSICALE

Una dichiarazione riassuntiva


Con questo suo N. 52 la nostra Gazzetta Musicale compie la serie dei fogli del primo suo anno di pubblicazione; si crede essa quindi in dovere di ringraziare que’ molti benevoli che vollero fin qui onorarla dell’indulgente loro voto. E tanto più si induce a questo dacché è consapevole a sé stessa di non avere punto battuta la migliore via che poteva condurla a una pronta ed estesa popolarità. E vogliamo dire che, rinunziando all1 agevole uffizio di cortigiana delle volgari opinioni predominanti tra noi in fatto di musica, e lontana dal farsi plauditrice o apologista della moltitudine di coloro clic in Italia pretendono erigersi dittatori dell Arte, senza avere altra iniziazione ad essa tranne quella che si acquista nelle romorose nostre platee, nei nostri caffè o nei camerini de1 teatri, la nostra Gazzetta adoperò anzi a proclamare alcuni principii e a sostenere alcune teoriche tult1 altro che famigliari e gradite al nostro mondo musicale.

Ad alcuni esclusivi parteggiatovi della musica italiana sarebbe, a cagion d’esempio, piaciuto che la nostra Gazzetta, acclamasse meraviglie di tutto quanto in fatto di musica si scrive alla giornata più o meno pensatamente o si scarabocchia alla sbadata dalle Alpi al Capo Spartivento, e che ad un medesimo tempo si gridasse senza pietà al barbarismo, al malgusto, alle goticaggini dietro a tutte le composizioni dovute al genio oltremontano.

Forse ci saremo ingannati, ma abbiamo creduto, e finché altri ci convinca dell’errore, crederemo fermamente, che a giovare in qualche modo ai buoni progressi della musica italiana sia appunto necessario reagire contro l’opinione volgare che inavvertitamente le concede il primato, non pei veri e reali suoi vanti, ma perchè più delle altre musiche (e in ispecie della tedesca ) la trova facile a comprendersi e ritenersi, e dotata di una superficiale leggiadria, non avvertendo che codesti pregi di leggieri si ottengono coll’abuso di formole e di certi meccanismi che mutano l’arte in una specie di industria. Ora, chi osservi che la maggior parte delle Opere d’oggidì tanto pregiate sui nostri teatri, non sono appunto ricche d’altro che di siffatte bellezze, come non potrà osservare al tempo stesso che codesta tendenza de’ nostri compositori a sostituire alla vera invenzione i materiali processi del mestiere, quando non sia rattenuta dalla severità di alcune dottrine che mal si accusano di sottile rigorismo, troppo presto condurrebbe la musica italiana al sommo di quella insipidezza e volgarità e mal mascherata povertà di sostanza, che già da un pezzo e in molta parte non a torto rimproverano i critici stranieri al volgo dei maestri d’Italia?

Riconoscono di buon grado gli oltramontani la superiorità del genio melodico italiano: (e come negarla?) i più severi scrutatori delle attuali condizioni del nostro Teatro lirico-drammatico acconsentono che la fecondità, l’estro melodico, il soave istinto del canto sono doti pressoché native ai nostri compositori ed artisti; ma al tempo stesso, non senza ragione, lamentano la poca o nessuna cura che si danno la più parte di essi di avvigorire e fecondare le spontanee loro ispirazioni colla severità degli studii scentifici, colla elaborazione del pensiero. Alle nuove Opere che con tanta e si facile frequenza si succedono sulle nostre scene liriche, a giudizio di que’ critici, manca una dote che è la più valida garanzia della durata de’ prodotti delle arti, la coscienziosità. - I maestri italiani (dicono essi), salve ben poche eccezioni, assumono l’impegno di scrivere un’Opera nuova, e sia pure nientemeno che un poema drammatico o una tragedia lirica (com’hanno la vanità di chiamare i loro centoni per musica) colla leggerezza e indifferenza medesima con cui i loro poeti estemporanei si acconciano a soddisfare a una brigata d’amici improvvisando inter pocula una canzone o un brindisi a rime obbligate! - E per verità, noi che siamo testimoni del modo col quale nella nostra Italia si mercanteggia dagli Appaltatori il genio melodrammatico de’ nostri compositori, non possiamo negare che in queste accuse non ci sia un gran fondo di vero. Due, tre mesi di tempo per empire alla meglio di crome i quinterni di uno spartito e vestirne il primo libretto