tico è naturalmente dotato dei doni di sentimento
e dell’istinto dell’espression degli
affetti, si affidi alla spontanea ispirazione
del cuore e non tema di dare nelV
esagerato e nelfalso’, se manca, per reproba
indole, delle qualità psicologiche or accennate,
non pretenda far violenza alla natura
e spendere un denaro che non ha:
egli crederà di potere, a furia d? artifizio
e di sforzi, supplire alla ingenita sua povertà
e darsi a credere ricco, ma non
farà che mettere in circolazione della moneta
falsa, la quale non avrà valore che
per coloro che scambiano V orpello per
oro, e confondono lo stagno coll9argento:
intelligenti pauca! Perdonate, signor Estensore
gentilissimo, questa lunga e forse nojosa
cicalata ad un passionato amatore delVarte
che da molti anni professa, e credetemi
sempre il vostro devotissimo
T. G.
Maestro di Solfeggio.
— Parigi. Mi affretto a soddisfare al vostro desiderio
col trasmettervi «alcune notizie del mondo filarmonico
parigino. Cominciamo dal nostro Donizelti. -È inutile
che vi dica delle ire e dei dispetti che la sua fortuna
musicale sveglia e attizza nel cuore dei tanti compositorucci
francesi, i quali con occhio di gelosia e di invidia
veggono l’insigne italiano. fatto centro di quel tanto
favore che bramerebbero dividere tra essi foss’anche in
dosi omeopatiche. Ma Donizetti con quel suo fare da
cinico amabile e disinvolto finge di non accorgersi di
questi non bene velati mali-umori, c quando si scontra
nei Salons coi suoi rivali pigmei si vendica di essi con
delle buone strette di mano a coloro che gli vengono
vicino e con dei sonori adieu a que’ che si allontanano.
È giusto però che vi dica che nò Aubcr, nè Halevy,
nò Adam, nè Berlioz, nò altri pochi dei veri ingegni
che può vantare la scuola francese partecipano di
questi piccoli rancori. Essi tutt’al più, soddisfatti della
propria loro gloria, (ed hanno di clic essere contenti)
non pensano ad invidiare quella che a buon dritto raccoglie
il fecondo autore della Linda.
Approposito della Linda! Quest’Opera, come avrete
veduto in pressoché tutti i giornali parigini, va guadagnando
sempre più nel favore del pubblico schizzinoso
del Teatro Italiano, e ciò grazie a molli tagli fatti nello
spartito con generosa forbice.
A questo medesimo Teatro Italiano si stanno ora
facendo le prove della Lucrezia Borgia e del Tancredi.
Vedete quindi che qui non si è dimenticato Rossini!
I Parigini amano anzi essere di tanto in tanto ricreati
dalla musica esilarante del gran maestro; c
quando non possono godersi a loro modo delle stupende
sue ispirazioni buffe, sono più che contenti che si ricorra
a qualche vecchio spartito serio. I parigini hanno
ragione; c nella loro inesauribile simpatia per la musica
rossiniana mostrano maggior finezza di gusto e più
sottile accorgimento che non voi altri Italiani i quali
dopo avere fanatizzato alla pazzia per il genio di Pesaro,
ora sembra Io abbiate poco mcn clic obbliato. Spetta
a voi altri, signori redattori della Gazzetta musicale
milanese, il sindacare le cagioni di questa ingrata dimenticanza
che potrebbe forse esser presa come indizio
di progresso e raffinamento nel gusto e nel criterio musicale
degli Italiani, se non dovesse essere pigliata per
sintomo opposto.
Il vostro Banderali, che, come sapete,ò professore di
canto e di declamazione presso questo reai Conservatorio,
fu nominato membro della Lcgion d’onore in premio
delle utili sue fatiche. Vedete che qui si hanno in
qualche conto i buoni artisti italiani! Ma se si apprezza
debitamente l’ingegno straniero non si onorano meno i
talenti nazionali. Presso il Conservatorio si ò aperta una
sottoscrizione per erigere un monumento alla memoria
di Baillot. A voi a giudicare: decorazioni e nastri pei
vivi, lapidi c cippi di marmo pei defunti; quali più lusinghevoli
eccitamenti per l’ambizione artistica?...
A proposito di sottoscrizioni. In uno dei passati fogli
della vostra Gazzetta vidi accennata la speranza che
avesse a fondarsi nella vostra bella Milano una società
filarmonica destinata a far gli onori della musica classica! Sarebbe tempo che anche voi altri signori lombardi
vi stancaste di limitare il vostro culto alle effimere
creazioni dei componi torelli da dozzina che tengono lo
scettro delle vostre scene, e pensaste una volta a ritemperare
il vostro gusto un tantino corrotto, ricorrendo alle
vere e buone fonti del hello musicale! A quest’uopo
nulla di meglio di una società musicale fondata da valenti
e disinteressali artisti ed amatori. Veggo però molte
difficoltà a chè il bel progetto di cui fu fatto parola nel
vostro giornale possa avverarsi nei modi più opportuni
a raggiugnere Io scopo proposto. Piacciavi sapermene
dire qualche cosa al più presto (1). C. G.
Ci scrivono da Londra «Le feste musicali si succedono
nella nostra Inghilterra con molta frequenza. Prendono
in questo paese molta voga i concerti a grandi
masse vocali e slromentali; e per vero chi voglia formarsi
una imponente idea della potenza della musica
deve assistere ad uno di codesti così detti festival, nei
quali dalle seicento alle ottocento parti tra canto e suono
eseguiscono qualche grandioso capo-lavoro di genere sacro
od eroico. Nella vostra Italia il gusto per codesta
specie di musicali solennità ò ancora cosa al tutto nuova.
Ne aveste qualche saggio nell’occasione dello Stabat
Maler di Rossini, ma quanto siete ancora lontani dall’aver potuto apprezzare questa specie di colossali concerti
sostenuti da un esercito di professori ed artisti
tutti di primo valore! La Germania ò la vera patria dei
concerts-monstres.
Ultimamente il famoso pianista Thalberg passato da
Liverpool, diede un’accademia ove colse clamorosi applausi
e,quel che per lui più conia, (intascò parecchie
centinaia di sterline. La gloria a suon di ghinee ha per
molti artisti un’attrattiva singolare!
(1) Non ci^ó possibile per ora soddisfare alla curiosità
del nostro corrispondente.
NOTIZIE VARIE
— Milano. Siamo persuasi che tutti i nostri filarmonici
udranno con piacere la notizia del prossimo arrivo
del celebre Bochsa, maestro, come ognuno sa, resosi in
sommo grado benemerito agli studj dell’arpa perla straordinaria
sua esecuzione per gli utili suoi metodi, e per
le altre molteplici sue opere che aumentarono assai le
risorse di questo stromento. 11 grande arpista ò accompagnato
da madama Bishop cantante di concerti che in
Russia, Svezia, Inghilterra, Danimarca e Germania ottenne
il più brillante successo, e che ebbe l’onore in
qualche città di esser fatta soggetto di paragone nientemeno
che colla Pasta, Malibran c Sontag. Bochsa e madama
Bishop si produrranno fra noi pubblicamente, e così
potremo col nostro voto confermare l’europea fama del
primo, e verificare la decantata abilità dell’altra.
— Nello (Stabilimento J Ricordi trovasi in lavoro lo
Stabat Mater di Rossini ridotto in armonia per quattordici
stromenli da Giovanni Andrò come fu eseguito
alla presenza dell’incomparabile compositore nell’occasione
che nel passato agosto si festeggiava in Bologna
l’onomastico di lui, e quanto prima presso Ricordi si
pubblicheranno pure sei duetti sopra motivi originali per
pianoforte e violino di Wolff e de-Bòriot ed altri due
pezzi per gli stessi slromenti del sud. Wolff con Vieuxtemps, violinista che ora a Vienna è tanto vivamente
encomiato.
— Saint-Leon violinista Jfra i primi per sicurezza e
scioltezza nel maneggio dell’arco, per bella cavata, per
capricciosa ed ardita bravura; e Cavallini, il Paganini
del clarinetto, almeno in quanto a difficoltà sorprendentemente
superale, si produssero mercoledì sera in
un’accademia nell’1. R. teatro alla Scala. Vi ottennero
moltissimi applausi e pochissimi spettatori; non più di
dodici palchi si videro occupati! Oramai è uopo persuadersi
che i Milanesi non hanno grande amore alle
pubbliche accademie istromentali. Nò valga il rispondere,
cogli esempii di Listz e di Thalberg, poiché in questi casi
sarebbe a domandare quanta c qual parte ha la Moda e il
Bon-ton nell’empire i palchetti di lionesse e di lioni; e se
quei sommi verrebbero colmati dei medesimi meritati onori
e favori di cassetta e di bacile ove non potessero raccomandarsi
con un nome forestiero! Il maggiore o minor
numero di consonanti nel nomedi un’artista contribuisce
assai presso noi Milanesi aila maggiore o minor fortuna
dei concertisti che si producono sui nostri teatri.
— Torino. «Finalmente anche noi Torinesi potemmo
udire l’ultimo lavoro del Pesarese, ed esser in grado di
manifestare il nostro giudizio sulle singolari bellezze di
arte e di concetto di cui lo Stabat Mater è ridondante.
10 che vi scrivo non pretendo nè voglio pormi in ischiera
coi dotti per farmi a cercare, come si suol dire, ii pelo
nell’uovo, e andare in traccia di mende di cui pur
troppo non può essere immune veruna opera umana: mi
tengo pago a dirvi che tutti noi da indefinibile estasi
fummo trasportati, e nuove delizie ci vennero schiuse
dalla sacra creazione rossiniana, la quale, come avvenne di
quella dell’illustre Pergolesi, ora vien tacciata di profana,
per esser poi in compenso dai più tardi posteri qualificata
di divina. Ottanta islromentisti (primo fra questi Chebart),
e cento cantanti (compresi gli alunni e le allieve
deiraccademia filarmonica) di cui capo era il Buzzi, fecero
vaga mostra di sè disposti con bell’ordine sui palco scenico
del teatro Carignano. Con perizia e zelo il valente giovane
maestro Fabbrica diresse la numerosa schiera; in un mirabile
accordo le voci unironsi agli stromenti. L’imponente
introduzione dispose a meraviglia ogni animo.
CiafTci fu maggior di sè stesso nella prima aria tessuta
di sì tenera cantilena e da sì vigorosa stromentazione
colorita. L’elegante duetto fra le Boccabadati e Fouchèriuscì
di sommo effetto. Colini mostrò la sua valentia nell’aria
successiva. Venne replicato il meraviglioso recitativo
e coro senz’accompagnamento in cui parve risorto
11 Palestrina. Dopo l’applaudito quartetto e la cavatina
nella quale fecesi onore la Fouchè, fuvvi un momento
di entusiasmo al versetto Inflammatus et accensus: la
Bortolotli interpretò con anima e valore questa sublime
evocazione. I! quartetto a voci sole3questa mirabile creazione
di un genio severo e inspirato ad un tempo, venne interpretato
in guisa che tutte ne emersero le bellezze di
concetto e di lavoro. La fuga finale venne ripetuta come
i due pezzi che la precedettero. La perfetta esecuzione
dello Stabat a cui oltre i nominati principali cantanti
presero parte Mei e lo Scalesc, ebbe già luogo due serequattro
altre con impazienza si aspettano (1)». *
Non abbiamo mutato sillaba a questa lettera favoritaci
da un corrispondente della cui schiettezza e sincerità
siamo più che sicuri. Trattandosi dello Stabat di
Rossini volemmo anche far grazia ad alcune espressioni
enfatiche che non debbono diventare abituali nel
nostro frasario. Ci piacque conservare anche la nota del
detto corrispondente ove accenna, all’articolo della Gazzetta
piemontese, che noi non abbiamo letto. Agsimmiamo
per nostro particolar conto che un giudizio critico
dello Stabat rossiniano, dettato con molta dottrina e
finezza di gusto estetico, abbiamo letto negli elefanti articoli
dati dal professore Bigiiani al Messaggere Torinese
Veggansi gli ultimi numeri di questo giornale.
— La France Musical raccomanda con calore a’suoi
lettori Les Soufenies de Beetiiofex, Grande
fantaisie pour piano, par E. Fedde.t. A tutti i
pianisti di Parigi, ella dice, era nolo questo pezzo
prima che si pubblicasse. E in fatto la fama di Prudent
a Parigi fu dovuta in gran parte all’avere saputo far
gustare una sì distinta produzione che a primo tratto
ottenne gli encoinii di Auber, di Halevy, di Adam, di
Caraffa, ecc. - I Souvenirs di Beethoven sono degni
della fortuna ottenuta dai migliori pezzi di Thalber».
— Un’altra pubblicazione musicale raccomandata dall’anzidetto giornale parigino ò VAlbum du chaht de
4843, di Teodoro Labarre.
Questa Album si compone di otto pezzi ad una voce
e di un notturno; i Salons di Parigi lo hanno già accollo
come una produzione del buon genere, e quando
la moda ha profferito il suo voto, non c’è più remissione,
o bisogna accetlario o passare per gente senza
gusto e senza fashion. L’Album di Labarre si vedrà
sulle toiletles delle nostre gentili dilettanti se pure il
nostro Ricordi non avrà qualche cosa di meglio da offrir
loro per strenna musicale del ihiS.
— Leggiamo nel Menestrel: Il sig. Corredino Kreutzer,
uno tra i buoni compositori tedeschi, l’autore delrapplaudita
Opera, l’na Nolte a Granala, arrivò a
Parigi. Presentalo al sig. Crosnier, Direttore del Favai-1,
dall’illustre Meyerbecr, il sig. Kreutzer venne accolto
molto favorevolmente, c non è difficile clic il teatro
or nominato produca quanto prima una sua Opera
comica.
— L’amore alla musica di Beethoven va facendosi
sempre più generale nel mondo filarmonico parigino.
Mercè lo zelo instancabile della Società dei Concerti
della Bue Vimenne si venne a poco a poco propagando
il gusto e l’intelligenza delle elevale bellezze caratteristiche
dello stile del grande compositore tedesco. Ùltimamente
si eseguì con affollato concorso la famosa Sinfonia
pastorale di Beethoven, e tutto il pubblico fu
rapito dalla grandezza e originalità dei concetti di questa
composizione-modello.
— Leggiamo nella G. NI. de Paris: • Sotto il titolo
di A endemìe de chant des amateurs de Paris i signori
Bordogni e Panofha fondano una istituzione alla quale
vorremmo presagire il più brillante avvenire. Essi hanno
per iscopo di radunare gli amatori della buona musica
vocale e di educarli a cantare la musica concertala dei
migliori maestri di tutte le scuole, quella di Bach, Beethoven,
Cherubini, Gluck, Handel, Haydn, Jomeili,
Lesueur, Marcello, Mozart, Palestrina, Pergolese, e dei
principali maestri viventi. Per essere ammessi a queste
accademie istruttive basterà aver buona voce, saper solfeggiare,
e possedere l’educazione musicale sufficiente
a saper leggere una parte di corista. Il prospetto esporrà
poi più ampiamente le basi di questa istituzione, fondata
ad imitazione dell’accademia di canto di Berlino.
— Un giornale francete reca le seguenti righe:» S. M. Carlo Alberto re di Sardegna, mandò, col
mezzo del suo ambasciadore a Parigi, il marchese di Brignoles-de-Sales,
al sig. Prospero di Saint-d’-Arod, compositore
di musica sacra, un magnifico anello di pietre
preziose di gran valore, in occasione di un Te Deum
che l’artista compose quest’inverno passato pel matrimonio
del principe reale il Duca di Savoja. Questa partitura
venne ultimamente eseguila in una seduta accademica
e giudicata lavoro commendevole.
— Due Opere nuove furono rappresentale nello scorso
mese di novembre a Vienna e a Praga. A giudicare
dalla G. NI. di Piemia, la prima tragica, intitolata:
Caterina Cornaro, del maestro di Cappella alla Corte
di Baviera, sig. Laclmcr, avrebbe eminenti bellezze
drammatiche, senza essere troppo vantaggiosa per la
parte vocale; la seconda a Praga, intitolata Adele de
Foix, del maestro di Cappella sassone Beissiger, presenterebbe
una musica piacevole, senza nuove idee e
nuove forme. L’esecuzione di ambe queste Opere fu
in totale soddisfacente.
(f) Infatti esse ebbero ‘luogo con sempre crescente
successo. Leggasi il bellissimo articolo del sig. Romani
nella Gazzetta Piemontese. - L’impresa, nelle sei
esecuzioni dello Stabat, introitò non meno di frantili
35000.
GIOVASSI RSl’OISaU
EDITORE-PROPRIETARIO.
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Sali’ I. SI. gtalìtlimciista Nazionale Privilegiato
«li Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVASSI EtSCOISDI
Contrada degli Omenmi Jf. 1720.