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mente del soprano. Esso canta molte arie di bravura con tanta grazia e facilità quanta non saprebbero mettercene la più parte delle nostre prime donne di cartello che si fanno pagare venti mila franchi, valuta fina, per stagione. Trilli, volate, scale semitonate, gruppetti, il tutto eseguisce l’automa-soprano con una finitezza da far stupore ai nostri più accreditati maestri di Bel canto. In oltre ha l’abilità di sillabare tutte le parole in modo intelligibile, e non smozzicandole o guastandone 1'ortografia e 1'accento, come accade tanto spesso colle signore soprani-non-automi. La scoperta del meccanico svedese sarà molto utile agli impresarii nelle seguenti occasioni:
I. Allorquando qualche prima donna o per sciocchi capricci, o per dispetti, o per accessi d'alterigia non vorrà assumere la tale o tal altra parte d'Opera, benché ad essa convenientissima, per giudizio dei maestri di ciò incaricati. In questo caso 1'Impresario non se la piglierà calda: avrà lì pronto il suo bravo automa-soprano, il quale supplirà alla signora prima donna incapricciata, e desterà furore in vece di lei. La signora prima donna dai ghiribizzi diventerà senza dubbio gelosa del fantoccio, e si affretterà a metter da parte le sue goffe pretese;
II. Allorquando qualche prima donna, così detta di cartello, gonfia di superbia e guastata o ingannata dalle adulazioni e dai falsi consigli de’ spasimanti, pretenderà un esorbitante paga e vorrà dettar all'Impresario patti bestiali; e l’Impresario le volterà le spalle e farà tirar fuora dalla sua cassa l’automa-soprano;
III. Nel caso di finte malattie, di vapori, di deliquii simulati; nel caso di mali umori col tenore o col basso, di ire o di gelosie col contralto o colla comprimaria, di dispetti e di collere col maestro, di rabbie e di furori coi giornalisti schietti e sinceri nella critica, avari e difficili nelle lodi; in tutti questi casi l’automa-soprano farà gran servizio, tanto più se si consideri che con qualche migliajo di franchi potrà comprarsi in proprietà dal meccanico fabbricatore e non ci sarà bisogno nè di scritture, nè di contratti, nè di garanzie, nè di commendatizie, ecc...
Sarà poi molto utile al pubblico l’invenzione dell’automa-soprano ogniqualvolta, infastidito o dalle incessanti stonazioni, o dal cantar sforzato, o ansante o convulsivo che si voglia dire, tanto di voga a’ dì nostri, chiederà per acclamazione all'Impresa che alla tale o tal’altra prima attrice, venuta in uggia pei difetti or accennati, si sostituisca un bravo e buon fantoccio il quale eseguisca la sua parte senza dar in tante smanie tragiche e senza metter timore che abbiano a schiantarsegli la laringe o i bronchi. Altra circostanza in cui, a favore del buon senso del pubblico, potrà usarsi con molto vantaggio dell’automa-soprano sarà alloraquando qualche prima donna, esaltata dal giornalismo, coronata di allori, tempestata di mazzi di fiori e di sonetti, interpreterà tutt’al rovescio qualche parte drammatica d’importanza e darà, per esempio, alla Norma di Bellini il carattere di una massaja svizzera, o alla Beatrice quello di una piagnolona, o alla Lucrezia il fare di una vivandiera da reggimento. In questi casi (molto meno rari di quel che si crede), sarà ben fatto ricorrere all’automa; perchè se questo povero artista fabbricato di legno e di suste d’acciaio non potrà avere l’intelligenza di un essere vivo, e quindi mancherà della giusta espressione nella interpretazione della sua parte, almeno non ce ne darà una al tutto opposta alle idee del poeta o del maestro; e questo sarà il meno male, perchè si può comportare molto più in pace un attore che non sa mostrarsi abbastanza ispirato, che non quell’altro che si ispira a rovescio e si smania per far tutto il contrario di ciò che deve fare.
Ci accadrà di dover enumerare in seguito altri casi ne’ quali sarà utilissimo servirsi della bella invenzione del meccanico svedese, a favore del quale vorremmo veder presto decretata una medaglia col motto: «Al Prometeo degli Appaltatori Teatrali» O.
CARTEGGIO.
Signor Estensore.
Inseriamo qui alcune lettere pervenuteci in questi ultimi giorni, e non prive di qualche interesse. Se ciò aggradirà a’ lettori continueremo a pubblicare questo carteggio privato avviato nello scopo di dar varietà e ricchezza di notizie alla nostra Gazzetta.
Milano li... Nov.
«Fui de*primi ad abbonarmi alla vostra
Gazzetta Musicale nella lusinga che
aveste ad esercitare una ci idea severas, mordente,
instancabile! E sì che il campo da
mietere vi si offriva innanzi sufficientemente
ricco! Perdonate se vi dico con franchezza
che non avete corrisposto alle mie aspettative.
Qui e cpia, quest’è vero, non avete
mancato di menare qualche colpo di slafile-,
a varii intervalli vi siete riscosso dalla
pietosa vostra quiete per lanciare qualche
frecciata a questa o a quella celebrità
musicale.... Ma metteste tanto studiato
garbo nelle vostre critiche, dispensaste
con tanta mollezza quelle poche sferzate
che vi accadde di regalare, che davvero mi
fecero più dispetto che altro!... Io non
vo’ saperne di tutte le belle ragioni che addur
potreste a vostra scusa... Questo ben
mi so che ogniqualvolta aveste a par lare
dei nostri signori virtuosi primar ii della
Scala deste prova di tanta rassegnazione
e pazienza da far meraviglia, per• non dir
di peggio. E a cagion di’ esempio le poche
frate che vi occorse di far molto di madamigella
Abbadia, perchè non le diceste
chiaro e tonilo che è bensì vero che la
natura V ha favorita di molti bei doni di
voce e di sentimento, che il suo visino è
simpatico tutto quel mai, ed espressivo il
suo sguardo e geniale i.1 suo sorriso, e che
insomma ella è fornita a dovizie degli elementi
migliori per• riuscire una grande artista...
Ma quanto a scuola di canto e di
scena!... Fate che un intelligente di musica
capiti a Milano per- caso e vadi la bella prima
volta ad udire la signora Abbadia nel
Corrado! Qual giudizio dovrà recare dilei al
sentire Vansia affannala colla quale eseguisce
il primo recitativo, gli sfor’zi di petto e di
gola coi quali adopera a imporne al pubblico
nell’adagio e nella stretta della cavatina!
Ma che dico io cavatina?... variazione
di clarinetto, concertino di flauto,
scherzo di bravura per pianoforte, posso
ben chiamarla e non cavatina! E la signora
Abbadia non si accorge che a voler
mettere impegno di polmone e di cuore
per eseguire un sì barocco genere di musica
è la maniera più certa di guastare
ogni miglior metodo di canto, di perdere
la freschezza di voce e spontanea agilità
di gola!
È fatale all arte del canto la cieca
ambizione che agita i giovani nostri virtuosi
di voler- a tutta forza rapir-e o a
dritto o a rovescio gli applausi del pubblico.
D’ordinario in teatr o chi fa strepito
di mani e di piedi non sono mai i
veri intelligenti, ma i più materiali e presontuosi
dittatori di platea, ignari affatto
de’ principi del vero buon gusto. Costoro
misurano il valore di un artista, massime
se in gonnella, dall’impelo più o meri violento
col quale sa gettar- fuori la voce...
Una scalata cromatica, un giuoco d’arpeggio, un’agilità barocca ove o tanto o
poco si vegga superata una certa quale
difficoltà meccanica da strornento più che
da voce umana, e l’artista, è sicura di
mettere in delirio le prime file ed il loggione!
Che manchi poi la buona intonazione, che
quelle scale siano zoppe, che quelle agilità
difettino di gusto e di buon accento, che
que’ trilli si possati dir strilli più che altro,
che quelle voci acute offendano il timpano,
che quella pretesa all’espressione sappia
di caricato e di falso, tutto questo non
fa nulla. I dittatori di platea non la guardano
sì pel sottilej e se hanno presa una
giovine vir tuosa sotto la loro speciale protezione,
ella è sicur-a di poter farne di
grosse quanto vuole, e quanto più lefar à
grosse e tanto maggior- numero di volte
sarà chiamata fiori a ringraziare i fanatici
suoi ammiratori... E vano che vi parli
dei tr isti frutti che si raccolgono da simili
fortune tanto imprudentemente ambite dalle
inesperte nostre celebrità teatrali. In altra
mia lettera farò di tir-ai- innanzi su questo
fecondo terna che in buon, punto ho tiralo
a mano. - Intanto vi saluto e mi pr eparo
a tirar giù quattr o altri scarabocchi da
far- seguito a questi, se /rerò mi farete
P onore di inser ir li nella vostra Gazzetta.
T. G.
Maestro di Solfeggio
— Losmu 15 Novembre *... Due parole in fretta
in fretta ( o a fuggi fuggi, come direbbe un linguista)
intorno ai teatri di questa gran capitalo, ove mentre
si agita il mondo politico, estende le vittoriose sue braccia,
da un lato sui lidi della China dall’altro nel cuore
dell’india, non lascia però di solazzarsi colle più innocenti
arti date all’uomo per innamorarlo della pace.... Per
donatemi questo piccolo esordio tìlosofico-polilico, ed uditemi.
— A Drury-Lane tutto va a rovescio. - Macready,
quel grand’attore inglese elle sapete, che chiude c riapre
il suo teatro a capriccio e come si farebbe di una
stanza al quinto piano, ha posto il pubblico di cattivissimo
umore. Per compenso Covoni- Garden fa ogni maggior
sforzo a rendere brillanti le sue serale. L’Opera o
la tragedia gareggiano di zelo non mai di relaches. La
traduzione in inglese del Matrimonio Segreto del nostro
divino Cimarosa, ottenne martedì scorso un clamoroso
esito. La fu un’idea bizzarra se volete, ma felice questa
che saltò in capo a Bencdict di far gustare ai scrii londinesi
lutti i vezzi della melodia e lo squisito e dilicato
homour della?musica del cigno napolitano. La parte di
Carolina c delta con molto garbo da una certa miss
Kemblc, che ha sfoggiate tutte le fioriture e le agilità
con tal coraggio da crederla un’allicva di uno de’ nostri
gran Conservato™. - Si dice che vogliansi rappresentare
tradotti anche gli Orasi e * Curiazi del medesimo Cimarosa.
Fate prosperare la vostra Gazzella ch’io ricevo e
leggo sempre con piacere, e credetemi tutto vostro»
A. L.
— F:iscoponTK sur. JIeso 7 Nov. • Per soddisfare
il vostro desiderio di notizie musicali, comincierò a dirvi
che Halle, (pianista distinto, venutoci da Parigi) ha dato
tra noi una grande accademia alla quale suonarono egli,
Hiller, e Mcndclsohn un concerto a tre pianoforti di
Sebastiano Bach (nientemeno che musica centenaria!)
il quale ai nostri dotti musicofili piacque infinitamente.