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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 49 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
sonn Aiuo.
I. Antologia classica musicale. Cenni agli Associati-
II. Critica, melodrammatica. Del genio delle Opere
drammatiche di G. W. Mozart.-III. Storia moderna
della musica. Rivoluzioni dell’Orchestra. Vizj della
moderna stromentazione - Consigli e proposte- Critica.
De’compositori pianisti italiani. - V. Varietà’ Un Automa-Soprano.
- VI. Carteggio. Milano, Londra c
Francoforte sul Meno. - VII. Notizie musicali italiane.
Genova, Firenze, Roma. -Notizie straniere.
Parigi, Vienna, Stultgarda, ecc. ecc. - Annunzii.
ASTQL0&.IA CLASSICA MUSICALE
rasi aulì associati.
Alcuni dei nostri signori associati ebbero
a moverci lagnanza perchè nella
scelta de’ pezzi di musica classica della
nostra Antologia abbiamo data la preferenza
ai compositori della scuola tedesca
e francese o mista su emetti detta italiana
tanto superiore alle altre. Crediamo necessario
giustificarci da epiesto rimprovero
osservando anzitutto che in una serie di
soli sette vezzi dati finora, due furono tolti
dalle composizioni dei due maestri italiani
che in certo modo riassumono in sè stessi
La vera grandezza detta nostra scuola considerata
nelle due sue epoche più feconde,•
e vogliamo dire Paisiello e Bossini! Poi
riflettiamo:
Ea nostra Gazzetta si volle non tanto
destinata ad esaltare la gloria musicale
dell’Italia {la quale da per sè stessa e senza
bisogno di chi la decanti è tra noi già più
che sicura d un indubitato dominio) quanto a
rendere più divolgala e meno contraddetta
da falsi pregiudizii la rinomanza de’grandi
stranieri che nella musica addimostrar seppero
la forza di un genio se non superiore
almeno eguale a quello de’ nostri più famosi.
O/ a. chi sia abbastanza giusto da farci
merito di aver mirato a questo scopo, certamente
non troverà d’accusarci. se nél
proposito di offe/ire mano mano de’pezzi
di musica scelta mercè i quali fosse dato
ai veri amatoli formarsi un’idea cL-tte scuole
diverse e de’ varii stili dei sommi che segnarono
un’orma speciale nel vasto campo
dell’arte. abbiamo voluto avvicendale con
quelli dei due insigni italiani or menzionati.,
i nomi di G lue le. di Beethoven, di
Cherubini (a) e di Meyerbeer,
(a) Sebbene di nascita italiano annoveriamo Cherubini
fra i compositori stranieri perchè le sue più stimate
Opere furono dettate nel genere francese o misto,. omero in quel genere che recando l’impronta della
spontaneità della fantasia italiana, e il garbo del suo
canto, si veste e si amigorisce di quanto vi ha di pensato
e di liberamente elaborato nella scuola Alemanna,
di brillante e di vivamente drammatico nella Francese.
Ma a togliere del lutto il diritto di accusarci
di parzialità pei compositori stranieri
ci piacque ora scegliere da un’Opera
di genere e forme ampiamente italiane.
un pezzo tutto pieno di quella pura, e soave
melodia per cui tanto è superiore la italiana
alla musica de’francesi e de’ tedeschi.
L’aria di Cìmarosa - Pria che spunti, ecc..
che ora diamo per ottavo pezzo dell’Antologia
Classica, fu sempre stimata il miglior
modello che per avventura si possa
offrire del canto affettuoso e famigliare,
elegante e semplice ad un tempo. sostenuto
da uno st.romenta.le pieno di graziosa
semplicità senza peccar di grettezza, svariato
senza affettazione di intrecci e di
studio di parti.
Al presente in cui anche i migliori compositori
italiani, mirano all effetto teatrale
cogli.forzi di ano stile esaltato e credono
dar prova di espressione drammatica tentando
le modulazioni più astnise e stiracchiate.
ovvero. se si propongono il genere
elegante e ornato, danno fàcilmente nel
barocco o nell affettato, gioverà, speriamo,
il porre tra le mani de’ studiosi una composizione
ove sono profuse le grazie caratteristiche
dell’ottimo fra i generi, melodici.
La buona e schietta musica di mezzo
carattere è a’ nostri giorni, troppo male
coltivata dai compositori e non Ideatamente
apprezzata dal pubblico. Netta nostra
Gazzetta procureremo al possibile di
rimetterla in onore. almeno fra il piccolo
cerchio di amatori che si degnano di leggere
i nostri fogli ed apprezzare gli sfòrzi
che facciamo nello scopo di recar (puniche
giovamento al buon progresso dell’arte.
L’Antologia Classica è specialmente destinata
ad appoggiare col peso degli esempi di
fatto il maggiore o minor valore delle nostre
teoriche. Il primo volume di questa Antologia,
che secondo la promessa sarà di
50 pagine. lo chiuderemo con due pezzi.
uno di Boieldieu.Taltro del gran Mozart, e così avremo dato almeno un saggio di alcuni distintissimi tra i più acclamati compositori moderni. Col venturo anno studieremo a che la scelta, destinata a compire il secondo Volume di essa Antologia Classica, riesca anche più accurata e quindi più accetta e profìcua a’ nostri signori associati. Coloro i quali amano le frivolezze e le nullità filarmoniche. tanto gradite al dilettantismo galante si rivolgano ad altre Raccolte di natura al tutto diversa detta nostra. Noi siamo fermi nel nostro proposito, e non ce ne smoveremo per gridar che si faccia dai nemici de’ buoni studii musicali. G. B. CRÌTICA melodrammatica DIX (ii t llt D1XIX COMPOSIZIOIVI DI MOZART. I. Negli studi biografici da noi dati su Mozart ci venne osservato come questo genio straordinario fino dalla giovine età di ventanni non producesse che composizioni di un merito sì alto da potere essere annoverate fra i modelli i più perfetti dell’arte. Poco più che cinquantanni sono trascorsi, ed esse conservano ancora la primitiva loro freschezza, esse rivelano un’anima al tutto singolare nella sua sublimità, una ispirazione divina di cui nessun esempio era stato offerto dai compositori che lo precedettero. Sebbene profondamente versato in tutte le più sottili astruserie scolastiche (e già lo notammo, ma non è inutile l’insistere su questo punto) sebbene dottissimo in tutti quei raffinamenti tecnici che al suo tempo preoccupavano lo spirito de’più celebri maestri tedeschi e ne paralizzavano in certo modo l’ingegno, lo sfoggio della scienza non poteva essere il solo scopo del genio sì ardente di Mozart, di un genio dotato di tanta potenza creatrice, e sì ricco di ispirazioni melodiche svegliate nella sua fantasia dal primo viaggio da lui fatto in Italia. Egli non poteva più tenersi pago delle sole soddisfazioni della dottrina. Ei sentiva il bisogno di porre nelle sue pitture musicali una simmetria geniale, un’armonia che sempre intimamente si collegasse colle brillanti suo melodie. Ed ecco da ciò emergere quella profondità e a un tempo quell’eleganza di forme che costantemente sfavillano nelle sue composizioni. Perfino la elaborata stromenlazione dei Bach, degli Haendel e degli Basse, codesti grandi modelli sulle cui orme crasi guidato fino all’epoca del pieno sviluppo delle sue facoltà, più non poteva bastargli; il perchè ei varcava tutti i confini allor noli dell’arte sua e si dischiudeva una strada da lui solo conosciuta. Prima di lui l’orchestra non serviva poco più clic ad accompagnare il canto in una guisa ben poco significante, a sostenere le voci, a empire i vuoti. Egli dischiuse un campo novello alla stromentazione e seppe trattare la sua orchestra non più quale schiava sommessa alle parti cantanti, ma bensì come un ramo speciale e importante della composizione, schivando però sempre di favorire gli stranienti a spese della melodia. Mercè questa intima conoscenza delle combinazioni dell’armo