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GAZZETTA MUSICALE

N. 45

DOMENICA
6 Novembre 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


OSSERVAZIONI Di un vecchio suonatore ili viola, ecc. (Tedi il foglio IV. 42, 43 e 44 di quella Gazzetta) f a in che cosa mai consiste il )pregio ed il mirabile effetto di? quella esecuzione?Non già nella Svantaggiosa acustica costruzio!§>>ne della Cappella Sistina-non già nell’apparato della stessa, perocché la si spoglia di ogni arredo, e non vi rimane che la pittura dell’estremo giudizio fatta dal terribile pennello di Michelangelo, e vi ardono soltanto quindici candele, che si estinguono poco a poco lino a notte, mentre pare, come dice madama de Stàel, che vi compariscano le ombre dei Profeti e delle Sibille, - non consiste nemmeno nelle impressioni che produce la presenza del sommo Pontefice, di tutti i Cardinali e di moltissimi Prelati, i quali, allorché dopo un breve silenzio si intuonano le melodie dei cantori invisibili al pubblico, si prostrano umilmente al suolo:, ma piuttosto si deve attribuire quell’immenso effetto a’ pregi intrinseci di quella inimitabile [esecuzione, che invano fu tentala altrove. Essi sembrano dipendere da una scelta unione di voci di bassi ripieni di forza, e molto estesi nel profondo, di tenori robusti, e nel pari estesi negli acuti - di contralti e soprani musici, le cui voci hanno già da per sè stesse qualche cosa di penetrante-, da una mirabile intuonazione, così perfetta, che le stesse dissonanze sembrano armonia - da una particolare coltura nell’arte del canto, per cui si odono quelle sì dolci messe, quei sì studiati e piacevoli portamenti di voce, e da una singolare concordanza nel tempo. E per questa non s’intende già una secca osservanza di misura, ma quella somma intelligenza nell’uniforme e contemporaneo smorzar delle voci, che sembrano uscir tutte da una sola bocca, ora nel concitato e marcato, ed ora nel ritardato e nel molle, ma non arbitrario, anzi ritmico e appieno corrispondente al senso delle parole ed allo spirito delle frasi musicali. Tale intelligenza si manifesta in quel chiaro-scuro che non consiste in alcun modo, come erroneamente vogliono taluni, nel passare dal pianissimo al fortissimo, o viceversa dall’estrema forza alla quasi totale estinzione della voce (la quale è affettazion da teatro) ma nella particolarità che ivi il suono più debole è un mezzo piano, ed il più intenso un mezzo forte, da cui risulta una soavità incomprensibile, poiché il passaggio dall’una all’altra modificazione di voce suggerito dal sentimento è cosi insensibile, che l’uditore ne sente l’incantesimo’, senza aver compreso come sia stato prodotto. Si aggiunga, che quelle cantilene, le quali pajon tanto semplici sulle carte, vengono animate ed arricchite da sceltissime fioriture e da bellissimi ornamenti adattati alle voci ed alle situazioni, sempre eseguiti col più lodevole magistero, e non mai discordanti dall’altezza dell’argomento, nè sconvenienti alla santità del luogo e del rito. Perlocchè sembra evidente, che tutto ciò non possa essere che il risultamento di una preziosa tradizione convalidata da fine osservazioni sul gusto, e da uno studio ed esercizio indefesso, e da uno zelo intenso di sostenere la gloria della Cappella Pontificia, e la supremazia del canto italiano. Sono queste idee, che non ha guari mi comunicò un esimio maestro, che reduce da Roma passò per Bergamo ritornando alla sua patria, ed alla meglio che potei le ho riportate nel mio Album. Ma guai allorché si comincia! E nota l’usanza dei cantori di Orazio, ed in quanto al difetto di non voler finirla posso esser messo anch’io nel loro novero. Mi pare, che siccome generalmente costumasi nelle Biografie, non avrebbe dovuto scordarsi il signor Sevelingès di accennare, non già tutte le opere del Palestrina, che il loro indice avrebbe occupato uno spazio tre volte maggiore che lutto l’articolo, ma almeno le più pregiate; affinchè i giovani, che per loro vantaggio e pei progressi del1 arte volessero prevalersene ne proprj studj, e se qualche amatore bramasse arricchirne il suo archivio, fossero in grado di poterne fare immediatamente un’ottima scelta. Chi volesse mandare ad esecuzione questo pensiero si potrebbe giovare dell’accennato libro dell’Abate Baini, il quale, assai diverso di tanti altri scritti, contiene ben più di ciò che ne promette il titolo. E quell’abate un eruditissimo e valente scrittore di musica ecclesiastica, ed un suo Miserere cantasi a Roma nella settimana santa. - Siffatto onore non venne mai ottenuto da niuno, salvo che dal Palestrina, dall Allegri e dal Baini. Egli ha formato il divisamente dì pubblicare una edizione compiuta di tutte le opere del nostro Pier Luigi - e molte sono inedite - le quali si cantano ancora nella Cappella Pontificia. Io unisco i più ardenti miei voti a quelli deifi Europa musicale, affinché non l’avanzata età, nò la salute infievolita possano impedire all’egregio scrittore di effettuare un sì nobile pensiero, per cui si acquisterà nuovi diritti alla nostra stima e gratitudine. Non voglio finalmente passar sotto silenzio una cosa, che è degna sicuramente di essere conosciutissima, trattandosi di gloria tutta italiana, ma la quale però difficilmente poteva giungere a notizia del Sevélinges.Nella.introduzione ad una nuova Teoria di musica del nostro professore Alessandro Barca, di grata memoria, inserita negli atti accademici di Padova, si legge quanto segue: «Non v’è persona nelle «cose musiche anche appena iniziata, la «quale non riconosca l’epoca del nascili inerito di quella scienza nel tempo della «pubblicazione dell1 opera del signor Rati meaù stampata a Parigi nell’anno 17212 n col titolo di T/ attato deWarmonia, opera «in cui si propone per principio immoti diato dell’armonia, e in conseguenza di «tutta la musica teorico-pratica, il così «detto basso fondamentale. Ma se tutti “ oggi, o da gran tempo sanno in quanto ti pregio deliba aversi una siffatta scoperta, «molto meno è lecito ignorarlo fra noi, it mentre qui in Padova, assai prima che «in Francia, si ora nella farraginosa serie «degli accordi trovato il paragone del n suono principale accompagnato sempre «di terza e quinta, ossia del basso fonti damentale; e due valentissimi uomini si «crearono per così dire un nuovo perii lèttissimo sistema di armonia.Francesco «Antonio Calegari condotto maestro delti l’insigne Cappella di S. Antonio l’anno «1705; egli fu che desiderosissimo di pulii avere una sicura scorta nella pratica, «prima incertissima, degli accordi, si «pensò di scrivere in partitura le arruoli nie del celebratissimo Pier Luigi da Pati lestrina, affine di ponderarle con ogni «studio, e vedere ancora se polea mai «scoprire qualche ordine negli accordi i «più composti e nel medesimo tempo i u più armoniosi del secolo XVI. Così in «quella maniera che dalla considerazione ii di numeri rappresentanti la più piena u e la più diretta armonia consonante, riti sulta, che la si risolve sempre in annoti nia di terza e quinta, questo stesso doti dusse il Calegari dalle diverse posizioni «degli accordi nella musica del Palestrina; «con ciò di più, che siccome gli esem«plari del secondo erano pienissima arti nionia consonante insieme e dissonante, «s incontrò felicemente a proporre la «stessa semplicità tanto nell1 una come «nell’altra specie d’armonia, mentre al «contrario non avendo esaminato Rameau