dal 22 dicembre 1795 fino alla sua morte,
con ogni lode disimpegno le funzioni di
maestro di violino. Baillot si associò a
Rode, Kreutzer e Cherubini, per la composizione
del famoso Metodo di violili?) destinato
al Conservatorio di Parigi. Venne
nominato capo dei secondi violini della
musica particolare del Primo Console e
nel 1805, ad esempio di Bolefdieu e di
Rode si decise di visitar la Russia, ma
mentre viaggiava, essendo sopravvenute
le turbolenze della guerra ha dovuto attraversare
l’Europa senza poter dare alcun
concerto come era suo divisamente. Giunto
non senza disagio a Mosca vi trovò ogni
sorta di onori, col violoncellista De-Lamare
si produsse in venti accademie pubbliche
ed in quella città contribuì specialmente
all’incremento della musica concertata da
camera, offrendovi i primi saggi di quanto
più tardi mise in opera a Parigi, ove pel
primo stabili delle regolari sedute pubbliche
dei quintetti e quartetti ad istromenti
di arco per far conoscere la progressione
degli stili, e le diverse trasformazioni imÌiresse
a quel severo genere di musica da un
Soccherini, antecessore di llaydn, da questi,
da Mozart, da Beethowen poi da Onslow,
da Sphor, ecc. La prima seduta di quartetti
e quintetti ebbe luogo 11 12 dicembre 1814",
e da quelf epoca in poi ogni inverno rie
dava un certo numero a cui accorrevano
molti di quelli che dell’arte musicale fanno
loro non futile diletto e non volgare professione.
Baillot, considerato come concertista,
meritava encomj per una certa qual
chiarezza semplice, brillante ed aflettuosa
tutta a lui propria, ma il più grande suo
pregio, oltre quello di eccellente precettore,
era di sapere ammirabilmente uniformare
i suoi modi di esecuzione alle produzioni
a più parti degli or citati autori,
con un tatto il più fino ed un sentimento
il più squisito investendosi del carattere a
ciascun di loro conveniente, di maniera
che in un tale ramo dell’arte esecutiva si
innalzò ad una meta che non sarà sì facilmente
e tanto presto da altri raggiunta.
Baillot disimpegno l’incarico di primo violino
e di violino solo al teatro dell Accademia
reale di musica, poi quello di primo
violino della cappella di Carlo X e perfino
fece parte della limitata musica particolare
di S. M. il re Luigi Filippo.
Nell’insegnamento, Baillot produsse degli
allievi che degnamente sostengono la gloria
del suo talento e che lo resero più che
mai benemerito all’arte. Citando il nome
di alcuni è un render omaggio al maestro:
Bériot, Habenek, Gerard, Dancla, Jupin,
Beauman e un gran numero di altri artisti
divenuti esecutori di primo ordine
o abili professori o eoscenziosi violini di
quartetto.
Fin qui lo abbiamo considerato nellequalità
di esecutore e maestro, ora passiamo
ad esaminare le opere di lui. Oltre la principale
collaborazione del già citato Metodo
adottato da quasi tutti i Conservatorj di
musica e che in Italia venne tradotto e pubblicato
sotto gli auspici dell’illustre nostro
Rolla, compose molti pezzi pel violino, fra
cui un’infinità di studj, di esercizj e di arie
variate, alcuni duetti, trio, quartetti, concerti,
e due sinfonie concertanti per due
violini, lavori di uno stile grave e appassionato
ma die non furono abbastanza apprezzati,
in essi non essendo fatta alcuna concessione
a’ capricci del gusto della giornata
Fu il redattore del metodo di violoncello
delfistesso Conservatorio e scrisse le
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tizie sopra Gretry e Viotti e varie dissertazioni
concernenti cose musicali od in difesa
del Conservatorio di Parigi. L’opera
però che mise il colmo alla riputazione di
lui fu X Arte del violino, stupendo lavoro
didascalico in cui trovasi riunito tutto ciò
che concerne il violino. Tutte le parti dell’arte
vi sono trattate assai chiaramente e
giudiziosamente", gli esempj presentano una
gradazione di perfetta logica e le osservazioni
che li susseguono o li precedono vi
sono esposte colla maggior aggiustatezza.
j‘Arte del violino, giusta un biografo francese, è in pari tempo un metodo e una
storia che dovrebbe assolutamente conoscersi
da tutti quelli che vogliono utilmente
esercitarsi in questo stromento, e divenir
compositori, esecutori o professori.
La salma di Baillot senza fasto fu mestamente
accompagnata al cimitero di Montmartre
da’ professori ed allievi del Conservatorio,
da tutti i violinisti che trovavansi
in Parigi, e da una folla di notabilità
fra cui notavasi Sarrette fondatore del
Conservatorio, Auber direttore attuale, Halevv.
Zimmerman, Herz, Janin. Tre commoventi
discorsi furono ’pronunziati sulla
tomba del grande e modesto artista.:!
5 Is. C.......
YARIETA.
Il’EIìEMOSIXA I»’ I V ARTISTA.
Nel 1828 Adolfo Nourrit s’adoperava con
ardore a porre le basi della sua grand e
celebrità. Già ei splendeva tra le prime
illustrazioni della scena lirica francese, e
l’alta sua mente, la magia del suo organo,
l’energico e passionato suo porgere gli avevano
procacciata l’ammirazione del mondo
musicale. I più luminosi presagi sul suo
avvenire gli venivano fatti. Ma non solo
in Francia risuonava famoso il nome di
Adolfo Nourrit, in tutte le parti d’Europa
era esso già celebre ed ovunque godeva del
prestigio della popolarità. In una scorsa che
ebbe a fare in Inghilterra, al principiare del
1828, gli vennero da ogni parte prodigate
dimostrazioni di un fervido entusiasmo. Durante
il corso delle recite ch’ei diede a
Londra, non la sola aristocrazia, il fiore
della società, ma anche le masse popolari
gli fecero una vera ovazione.
Dopo aver lasciata la capitale della Gran
Brettagna, Nourrit percorse successivamente
le principali sue città, si fermò ora a Liverpool,
ora a Birmingham, ora a Manchester.
Al suo giugnere a Manchester il grande
artista trovò gli spiriti violentemente agitati.
Lo spaventevole flagello di cui al presente
la stampa inglese dipinge con tanta
energia i rapidi progressi e gli orrendi guasti,
il pauperismo, la miseria cominciavano a
quel tempo a Inveire sui distretti manufattorieri.
Certamente il male non aveva preso
ancora quel carattere di gravità e di universalità
che al presente è impossibile porre
in dubbio; non erasi esso per anco dilatato
come una schifosa lebbra su tutte le
parti dell’Impero Britannico; la sfera della
sua azione limitavasi ad alcune città industriali,
ma quivi erano orribili i patimenti
delle classi operaie; Manchester in ispecie
offriva uno spettacolo atto a commovere i
cuori meno accessibili alla pietà. Immaginatevi
migliaia di uomini, di donne, di
fanciulli privi di lavoro e di risorse, seminudi, componendo dei crocchii inquieti,
delle tumultuose ràunanze, dei meetings
sediziosi; l’irritazione, lo sdegno, la disperazione
si pingevano su tutti i volti.
Infrattanto l’aristocrazia, al cospetto di
mali cui ella non vedeva possihil rimedio,
continuava la sua vita di feste, di passatempi.
Le riunioni del gran mondo erano
sempre brillanti a un modo medesimo. Le
carrozze blasoniche si affollavano sempre
nella medesima quantità ai raouts, alle
feste da hallo, alle accademie.
Gli spettacoli, l’Opera, e in ispecie gli
artisti francesi, formavano particolarmente
le delizie della classe opulenta.
Il perchè la notizia dell’arrivo di Nourrit
cagionò iuta sensazione vivissima tra le
sommità della fashion: ben pochi tra i dilettanti
dell’alta società di Manchester potevano
vantarsi d’averlo udito. Ciascuno si
predisponeva a godere emozioni d’un nuovo
genere, e faceva pressa al direttore del
teatro onde scritturasse l’illustre cantante
per una serie di rappresentazioni.
La direzione teatrale di Manchester, la
quale trovavasi allora in una posizione
molto spinosa, pensò che il prestigio d’un
gran nome e la magia d’un superiore ingegno
avrebbero ristorate le sue sorti; fu
quindi sollecita a profittare dell’occasione
che le veniva offerta, e fece una proposizione
ad Adolfo Nourrit. Ecco la risposta
del celebre artista.
«Non potendo fermarmi che soli sei
giorni a Manchester sono a vostra disposizione
per sei rappresentazioni; ma non
canterò che alle seguenti condizioni: 1.° sarò
padrone assoluto delle Opere nelle quali
dovrò comparire. 2." riceverò per ogni rappresentazione
la somma di diecimila franchi,
totale sessantamila franchi. Se tutto
ciò può convenirvi informatemene enti’oggi: diversamente parto domani.
Il direttore rimase stupefatto. Ei non
sapeva che risolvere, e veramente il caso
era molto imbarazzante. Rifiutare era uno
stesso che esporsi al biasimo, alle mormorazioni,
ai segni di disapprovazione
d’un pubblico esigente e capriccioso. Accettare
era forse un rischiare una compiuta
rovina, o fors’anco era un farsi incontro
a una probabilità di salvezza. La riuscita
non premia forse spesse volte le più grandi
temerità, le più azzardose intraprese? Quet’ultima
considerazione fu di somma efficacia
sul suo spirito; tacquero le sue incertezze
e le proposte di Nourrit vennero
accettate.
All’indomani il cartello del teatro annunziava
la rappresentazione del Siége de
Co rio thè, uno de’capolavori di Rossini,
nel quale Nourrit rappresentar doveva la
parte principale. E noto che l’Inghilterra
possedeva una folla di àrdenti avvocati i
quali difendevano la causa degli Elleni nei
giornali, nei libri, nel parlamento, nei
cluhs, nei salons. L’istessa aristocrazia britannica
pigliava parte a queste dimostranze
d’interessamento a favore de’greci. Le Siége
de Corinthe era dunque lina scelta piena
della più palpitante attualità. La borghesia,
il mondo elegante accorsero in folla al
teatro, e malgrado i prezzi alti de’posti,
la sala rigurgitava di spettatori.
Pei cinque susseguenti giorni gli affissi
continuarono ad annunziare X Assedio di
Corinto, e sempre vifu in teatro grandissima
folla, poiché accorse gente da tutte le parti
dell’Inghilterra. Nourrit ebbe un immenso
successo. Non mai aveva egli spiegato maggiore
intelligenza, maggior sentimento,
estro e passione; non mai aveva sfoggiata
mm