nel 1835 venne stampata per la seconda volta, poscia in
poco tempo essendo state esaurite le due edizioni, l’autore
l’anno scorso pensò di farne una terza col titolo:
Lezioni (l’armonia, scritte da Domenico Quadri per
facilitare lo studio del Contrappunto, corredate da varie
riforme e precedute da una breve teoria de’ principj
elementari di musica. Questo trattato venne eziandio
tradotto in inglese per opera del professore Book.
Presso molti la tripla ristampa e la traduzione di un
libro didascalico servirebbero da sé sole ad accreditare il
lavoro del Quadri; ma questo instancabile propagatore dei
precetti della bell’arte, nel favorevole suffragio di alcune
notabilità artistiche di Bologna, Roma, Napoli, Firenze,
città in cui le Lezioni di armonia sono da molti adottate,
e nel lusinghiero voto di non pochi giornali ebbe
inoltre un meritato guiderdone dei suo zelo e della sua
valentia. Fra gli attestali a stampa che più onorano l’autore
delle Lezioni di armonia avvi quello del massimo
dei maestri, Rossini, e l’altro del maestro Picchi quale
nel N. 15 - 1842 - della Rivista musicale di Firenze pubblicò
un ponderato articolo in cui l’opera del Quadri viene
in ogni sua parte esaminata ed ove notasi il seguente
squarcio che riportiamo affinchè i nostri lettori colle parole
di un giudice competente vengano informati dei pregi
delle Lezioni d’armonia. «La chiarezza e precisione
«di esse non possono apprezzarsi che da chi le abbia
• esaminate senza pregiudizi. Comparirà allora aperta«mente quanto sia la perizia del nostro autore in fatto» di armonia; giacche ognun sa clic lo scrivere bene un
«libro elementare non è dato che a chi possegga in
• grado eminente la scienza. Abbiasi lode adunque ij
«mentissimo signor Professore che con tanto zelo si
«è dedicato all’istruzione di questo ramo di musicale
«sapere, o per meglio dire ha dato opera a rifondare
«le basi su cui si erige tutto F edifizio musicale. Egli
• ha senza dubbio ripieno un vuoto che nell’arte esisteva
«giacché Finora eravamo mancanti di un libro, che in
«brevi e chiari termini esponesse tutto intero il sistema,
«dell’armonia, spogliandolo del pedantismo della vecchia
«scuola. Egli ha fatto questo libro: egli ha sempliciz«zato, facilitato questo sistema, avendo dimostrato evi•
dentemente che tutta quanta l’armonica scienza si ri•
duce a ti c accordi, cioè accordo perfetto, accordo sen«sibile e accordo dissonante. Raccomando pertanto
- questo metodo a chiunque brami veramente iniziarsi
«in breve tempo e con precisione nello studio dell’ar«molliche teorie».
Tri® concerta Bit ii»ur pianoforte, violo»
et violoncello par Sphob. II»,
Luigi Sphor celebre autore del Fausto, della Jessonda
e di una folla di pezzi concertati per stromenti d’arco,
interamente dedicasi al culto della musica seria, di quel
genere pur troppo a’ nostri giorni oppresso dal |torrente
di futili capricci e d’insulse fantasie che strabocchevolmente
invadono e deturpano il bello musicale, e che, se
presto non portassi riparo, finiranno per rendere la bell’arte
un confuso miscuglio più meccanico che ideale.
Chi dubiterà esservi maggior ingegno nel più semplice
andante di Mozart, di Beethoven, di Rossini, che nello
sterminato ammasso de’moderni pot-pourristromcntali?
- In musica come in qualunque altra cosa vuoisi far distinzione
dalla qualità colla quantità: vai sempre meglio
poco ma bene.
L’illustre maestro alemanno nel 1841 fece pubblicare
alcuni duetti per pianoforte o arpa e violino o violoncello
o flauto i quali aggradirono agli intelligenti per la
magistrale condotta e pel sapiente intreccio nelle parli
armoniche, ciò che serviva a far sorpassare una certa
qual povertà d’invenzione e monotonia di effetti. Nel
Trio da noi oro annunciato ammiransi gli stessi attributi
scientifici delle citate composizioni, congiunti a bei
pensieri espressivi ne’quali non avvi difetto di calore e
di forza, massime nel finale vivace in mi minore, che
potrebbe sostenere il confronto con quello del famoso
quintetto in do minore, op. 53. Nel trio di Sphor tutti
gli stromenti figurano nella medesima guisa e sono l’uno
all’altro sì stupendamente identificati da sembrare un solo.
Regola agli organisti pei* accompagnare
il ca»lQ fermo, ilei padre
Martini,
Questo più erudito maestro del secolo XVIII, e
benemerito capo della Scuola musicale di Bologna,
che continuò florida sotto Mattci, e che ora acquistò
nuovo lustro da Rossini, oltre la grande Storia della
musica, il Saggio pratico di Contrappunto ed innumerevoli
dissertazioni e note riguardanti cose musicali,
compose varj piccoli trattati ad uso de’suoi allievi fra
cui la Regola agli organisti edita in Bologna verso il
1770 e che oggidì era quasi impossibile trovare in commercio;
motivo per cui il nostro Ricordi pensò di farne
un’accurata nuova edizione col nuovo procedimento di
tipografia musicale, riuscito tanto bene da far desiderare
che cogli stessi tipi possansi avere le altre più importanti
opere del Martini. Nelle nove pagine della sua
Regola agli organisti per accompagnare il canto fermo
colla maggior concisione egli indicò le intonazioni dei
salmi ne’ varj toni regolari ed irregolari, i versetti per
l’organo, ed i modi di accompagnare le sequenze, il
Te Deum, le messe e gli inni. Il nome dell’autore ci
dispensa da qualunque elogio all’opera di lui.
Rezzi varj pei* piafliotorte sol®.
Primo ci si presenta l’egregio Dòblcr con una Tarantella
piena di brio c d’incanto, con una breve Canzone senza
parole e con una Ballata, la quale se non ha i pregi
delle magnifiche di Chopin, è però sempre un componimento
assai grazioso e che verrà da tutti apprezzato.
- Quindi il coscienzioso LickJ nel Divertimento sopra
un coro di Scaramelli dimostra la non ordinaria sua
capacità; e Cramer, il rinomato Nestore del pianoforte,
con quattro auree pagine in morte di S. A. il Duca di
Orleans accresce la somma della sua riputazione, obbligando
ogni anima sensibile ad ammirare i ben modulati
suoi lamenti. Dir si dovrebbe del Secondo Capriccio
del Golinclli (superiore al primo), ma di questo eccellente
pianista-compositore riserbiamo far parola allorché
verrà pubblicata la sua nuova Fantasia sulla Lucrezia
Borgia, che ora sta sotto i torchj.
Fantasie pei* Pianoforte sopra varj
motivi «lei ilfifttieco, composte «la
OiovAvvi Battista Cboff.
Gli imponenti e in un semplici concetti con cui Verdi
infiorò il suo Nabucco anche prima che lo spartito venisse
fatto di pubblica ragione, avevano stimolato il
maestro Croff, distinto allievo dell’I. R. Conservatorio,
a combinare due brillanti e non diffìcili fantasie per
pianoforte, di cui una a quattro mani, le quali a non
ingannarci ponno stare al pari di molte che ci vengono
da Vienna ed i cui autori hanno una fama ben superiore
al modesto ed abile nostro compatriotta che ben
anco tien in portafoglio una grande opera melodrammatica.
Ilue Fantasie sullo Stnbat per Pfte
solo «li Ralhbbewmer e Wolff; «lue
Ruettini (IìBgriot e Labarrk sullo
Stnbat per Pfte e Fiolino; eStnbnt
rì«lotto a qua Uro mani «la Czervv.
Se non è da farsi meraviglia che Io Stabat, dalle incantevoli
melodie, abbia servito di soggetto alle fantasie
(!!!) de’ moderni compositori istromentisti, chè il
bello si scerne là dove sta, è però da stupirsi che autori
della celebrità di un Ivalkbrenner, di un Bériot, ecc.,
abbiano trattato l’opera del Cigno di Pesaro tanto leggermente
da farne de’meschini pot-pourri ove all’alterato
carattere de’ temi Rossiniani trovatisi aggiunti dei
passi privi d’ogni elegante espressione e sostenutezza
religiosa. Czerny si accontentò di una pura riduzione,
nel suo genere assai commendevole ed a cui possono
ricorrere i nostri amatori di pianoforte colla certezza di
ritrarne singoiar diletto.
Divertissement poui* Piano seul et à
quatreinaiiBS sui* la Xtiidrrrli €*/«*#utotoit^
pai* CitOTKK, - Utomiino
pour piano sur la WAsstlu pai* Siti iva.
Opere il cui smercio è assicurato dall’interesse che generalmente
si attacca alla novità dello spartito di Donizetti.
Notturni»® a 4 voci sole «li «fionne o
«li immini soli composto sulle parole: che O tasseti Insta «lei
maestro Matv» anici.
Fra il fervore delle pubblicazioni della Linda e del
Nabucco senza la menoma pretensione comparve questo
Notturnino che, con assieme e colorito eseguilo al
chiarore di luna sopra un placido lago, potrebbe rendere
umide le ciglia di non poche appassionale ninfe.
In questi giorni il nome di Mandanici risuona più che
mai riverito sul labbro de’ cultori della bell’arte per la
sua dotta Messa: che vide la luce presso l’editore Lucca,
non che pe’ nuovi suoi Focalizzi edili dal Canti.
Pubblicazioni «li Opere classiche.
Compiremo questa miscellanea bibliografica coll’annunziare
agli apprezzatoli della buona musica che è
quanto dire, di quella di tutti i tempi, la ditta Ferdinando
Lorenzi di Firenze aver intrapreso la periodica pubblicazione
in piena partitura delle più rinomate creazioni
musicali, specialmente del genere sacro, ad un prezzo
abbastanza limitato. Nel novero delle opere già pubblicate
rimarcansi alcune Messe di llaydn, Mozart, Krommer,
quattro Graduali di Michele llaydn, un O/fertorio di
Gatti, ecc., fra quelle in corso di stampa sonvi i Salmi di
Marcello, la Pratica d’accompagnamento e di contrappunto
di Mattei, le Fughe di Leo, Scarlatti, l’Opera V
di Gorelli, e i terzetti e duetti da camera di Durante,
di Haendel, Clari, ecc. Non sarà mai abbastanza lodato
chi contribuisce a promovere l’utile dell’arte, divulgando
i più rari modelli delle musicali composizioni. Is. C.
NB. Le opere qui sopra annunziate, e che non portano
il nome dell’editore, sono tutte pubblicate presso
Ricordi.
IVOT1ZLE VARIE.
— Milano. I. R. Teatro alla Scala (21 settembre)-Riproduzione
del Corrado di Allamura del maestro Federico
Ricci - Applausi parziali a molti pezzi, generali
a quattro o cinque. - Musica, che segna notevoli progressi
nel suo autore, pecca di esagerazione drammatica
e quand’anche qua e là alquanto rumorosa, è non di
rado di un risultato commovente ed energico, specialmente
nell’interessantissimo terzo atto. - La simpatica
Abbadia, l’eroina della festa, è una cantante dotata di
una organizzazione musicale c di un sentimento veramente
invidiabili, il suo zelo per rendersi vieppiù accetta
al pubblico non ha limiti; se in qualche punto la forte
emissione della sua voce alle orecchie degli spettatori
sembra più grido che canto, essa sola non devesi incolpare—
Giovevole riuscirebbe all’Abbadia moderare di
quando in quando la eccessiva foga da cui lasciasi trasportare;
troppo preme che nella pienezza de’ suoi mezzi
possa continuare ad esser la delizia de’ suoi ammiratori.
- Dall’abile tenore Guasco taluno si aspettava di più,
negli adagi però cantò con penetrante spontaneità ed
espressione e fecesi molto onore; egli dovrebbe curarsi
di animare la sua azione e di prender il fiato in modo
che la sua respirazione non si risenta dell’asmatico difetto
pur troppo all’ordine del giorno in molti cantanti
della moderna scuola. Parve la voc.e di Ferlotti aver acquistato
in forza e vibrazione, e quella della Bcndini
aver invece diminuito. - Qualche prova di più avrebbe
reso più soddisfacente l’effetto del complesso.
— Accademia del violinista Saint-Leon. - Due alti del
malmenato Giuramento, due sinfonie, ed uno sfarzoso e
variato ballo come al solito lungo ma più del consueto dilettevole,
servirono d intermezzo a’quattro pezzi eseguiti dal
ballerino-violinista Arturo Sainl-Lcon, che è da riputarsi
un essere privilegiato dalla natura, sapendo
danzare meglio di molti e suonare il violino con singolare
abilita. Noi qui non lo considereremo che nella
qualità di esecutore sul violino, sebbene nelle sue composizioni
istromentali non manchi mai l’effetto. Egli con
un garbo lutto a lui particolare alterna gli scherzi ed i
capricci i più diffìcili co’ più gravi concenti e la varietà
de ’ suoni che ne proviene è tale che a chiuder gli occhi
si potrebbe supporre derivare da più stromenti. Non
avvi alcuno che possa metter in dubbio la sicurezza e
precisione di lui nel maneggiar l’arco. Alla Scala SaintLeon
interpretò la melodia del delizioso duo del Guglielmo
Teli colla soavità la più appassionata e special
mente nelle variazioni del terzo pezzo c nel Carnovale
di Venezia, composizione che si vuole attribuire all’unico
Paganini, sorprese per la bravura e facilità nel superare
i picheitali, gli staccati ed i veloci accordi. Compiuto
incontro ottenne, e gli scarsi uditori l’obbligarono alla
replica del bizzarro Carnovale di Venezia. Per mostrare
la nostra imparzialità consiglieremo Saiht-Leon quando
suona a non dondolare sulla persona; questo è un difetto
a cui presto si può rimediare.
— Cremona. Siam lieti d’annunciare ai lettori della
Gazzetta musicale, che il nobile Ruggero Manna, il quale
da parecchi anni aveva abbandonata la musica melodrammatica
per dedicarsi al comporre ecclesiastico, data or
tregua a siffatti lavori, in cui acquistossi bastevole riputazione
per essere benemerito a’suoi concittadini ed alF
Italia, ha rivòlto l’ingegno alla carriera teatrale ponendo
mano ad armonizzare un nuovo melodramma di Giacomo
Sacchéro intitolalo: Il profeta velato.
Gli studiosi della straniera letteratura conoscono il bel
poema di Tomaso Moore, d’onde venne tratto il soggetto;
e nemmeno può essere ignoto ai leggitori italiani,
dacché già due volte ricomparve tra noi rivestito di
spoglie nostrali: una prima, son già più anni, con un
volgarizzamento in prosa che per vero non ha saputo
meritarsi nè fama, nè popolarità: la seconda, piuttosto
fortunatamente con una traduzione poetica di recente
pubblicazione fatta in Piemonte. L’argomento, ove il
poeta abbia come crediamo usato del suo ingegno, non
ricscirà certamente senza interesse perchè pieno d’avvenimenti
e di passioni. Così il teatro melodrammatico
vedrà fra non molto far bella mostra di sé due Profeti,
uno velato; l’altro senza velo. Chi ci legge non ha dimenticato,
che noi abbiam già annunciata la prossima
produzione di una nuova opera di Meyerbeer che pure
s’intitola: Il Profeta. Ver quanto è a nostra cognizione
per altro trattasi di soggetti assai tra loro differenti che
non potranno confondersi, sebbene per un certo fare robusto
e grandioso lo stile dei compositori abbia appunto
qualche omogeneità. Facciam voti perchè l’opera del
bravo nostro concittadino sia presto compiuta; e ricordandoci
de’molti pregi che fan bello il suo primo teatrale
esperimento, VJacopo di Valenza, si felicemente rappresentato
nel 1832 al teatro di Trieste, ci promettiamo una
nuova composizione che onorerà certamente l’arte musicale
Italiana.
— Genova. II celebre violinista Camiilo Sivori ritornò
dalla sua trionfale gita artistica nelle capitali del nord:
dipesi che nel prossimo inverno si porterà a Parigi ove
la sua fama non mancherà di venir consolidata.
— Lcccv. Ad onta della difficoltà di esecuzione, il Gulielmo
Teli, l’opera delle opere, ottenne distinto successo.
Verrà tempo in cui questo colossale spartito sarà
F àncora di salute di ogni teatro italiano e tedesco, come
ora lo è di quelli di Francia.
— Pesth 4 settembre. La sig. Schobcrlechner cantò
già quattro volte su i nostri teatri. Una volta nell’intera
opera del Giuramento, di Mcrcadanle, e le altre volte soltanto
negli atti o pezzi singoli di opere differenti. Ha de’
suoni tuttora grati, e nella sua esecuzione ed azione palesa
una valentissima cantante drammatica. La sua mezza
voce, il suo portamento, il suo trillo,i suoi adornamenti
mostrano grand’arte, e le fruttano grandissimo applauso.
La sua allieva, madamigella Laroche di Vienna, ha una
voce forte, estesa, buon metodo di canto, c fa sperar molto.
— Londra. Il noto Padre Mathcw, fondatore dell’unione
della temperanza in Irlanda, invitò il famoso prussiano
Mainzer, istruttore de’canti popolari a Londra, a venire
in Irlanda, onde adoperarsi al miglioramento de’costumi
mercè la propagazione del canto popolare.
— Parigi. Sono stati recentemente nominali professori
al Conservatorio di musica: Herz Enrico e Farrens
di pianoforte: Duprcz ed Emanuele Garcia di canto, e
Gallay di corno. Il direttore Auber occupasi colla più
grande attività ed intelligenza delle riforme ora mai divenute
indispensabili in quello stabilimento, che si
sta riparando onde renderlo più commodo e più decente.
— Brusselles. Il Roberto Devreux tradotto in Francese
da Monnier acquistò nuovi proseliti al maestro Donizetti.
L’ideo de’ teatri di quella città diede un lungo
articolo assai onorevole pel fecondo compositore lombardo,
che ora sarà giunto a Parigi. Vi si loda specialmente
la sinfonia di una fattura nuova e sublime. In
Italia finora non si ebbe l’avvedutezza di eseguire questo
pezzo istromentale, che vuoisi uno de’più belli dell’odierno
repertorio musico-drammatico.
— Thalberg che nello scorso mese trovavasi a Brusselles
ha composto un nuovo duetto per pianoforte e
violino insieme a Bcriot. Parlasi con molto favore di
una grande sonata a quattro mani di stile alemanno,
che dall’islesso pianista devesi presto pubblicare.
GIOVANNI RICORRI
EDITORE-PROPRIETARIO.
Hall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato
«li Calcografia, Copisteria e Tipografia musicale «li GIOVANNI RICORRI
Contrada degli Omenoni N 1720.