ter ali. La differenza che v’ha fra questi e
i quattro mòdi autentici è che in quest ultimi
la melodia è circoscritta alf estensione
di otto note delle quali la nota del tuono è la
più grave come di re a re. di mi a mi. ecc.,
mentre che ne piagali la nota del tuono
è contenuta nelle otto note di ciascun
tuono, incominciando dalla quarta inferiore
come di la a la nel tuono di /e, di si a
si nel tuono di mi. ecc. Per cagione dell’innestamento
de*modi piagali, l’ordine
numerico degli autentici fu cangiato di sorte
che questi divennero il primo, il terzo, il
quinto e il settimo, e piagali furono il
secondo, il quarto, il sesto a l’ottavo.
(Sarà continuato).
SOLENNITÀ MUSICALE*
nel «li luglio 1342 «Bruxelles.
II sig. Fètis concepì, non ha molto, l’idea di solennizzare
il giorno commemorativo dell’inaugurazione di
Leopoldo Re dei Belgi, con una gran festa musicale.
Egli si prese cura di procacciarsi un copioso numero di
esecutori cantanti c suonatori e di solisti di gran fama,
fra i quali si annoverano i signori Liszt, Artót, de Bériot,
Mossart, Geraldy e madama Damorcau. Il coro era composto
del copioso insieme di trecento e venti voci, come
ben si conveniva al vasto locale dato a questa solennità;
il quale è una Chiesa soppressa, che noi abbiamo descritta
già al N. 28 di questa Gazzetta. Le navi inferiori
e le gallerie espressamente costrutte erano stipate di una
folla di oltre a tre mila uditori e il coro conteneva gli
esecutori che erano più di cinquecento persone. Sopra
tutto si è ammirata una straordinaria esattezza di esecuzione,
del che si dee la lode all’abilità di un tanto
direttore. Si è incomincialo colla sinfonia in la di Beethoven,
capolavoro in questo genere di musica; e tale è stata
l’aggiustatezza ed unione dei cento ottanta suonatori che
l’hanno eseguita, che Liszt ebbe a dichiarare non averla
mai meglio sentita nè anche al Conservatorio di Parigi.
In somma ogni minima sfumatura nel piano ed
ogni piccolo accento nel vigoroso e formidabil forte si
sono rilevati con maraviglia e soddisfazione d’ognuno.
Artòt ha suonato un suo nuovo concerto stato assai
ammirato specialmente in un rondò che vi è di uno stile
tutto elegante, ed ha fatto prova di progresso nell’esecuzione.
Madama Damoreau ha quindi egregiamente
cantato l’aria con variazioni della Cenerentola. Il duetto
del Maestro di cappella che essa ha cantalo con Geraldy
ha fanatizzato l’uditorio. È da notarsi che Liszt ne era
accompagnatore al pianoforte, e che il sig. Fótis voltava
le carte della partitura. L’unione di questi quattro artisti
ad ollìcii cosi differenti non ha potuto sfuggire alla
considerazione cagli applausi del pubblico. La bella scena
di Assur nella Semiramide è stata ottimamente cantata
dal sig. Geraldy. La seconda parte si è incominciata con
una fantasia del sig. Haussens, sopra alcuni motivi di
arie fiamminghe messe ad orchestra con grande abilità
di istromentazjonc. Poscia alcuni frammenti del Giudizio
universale di Sehncidcr e della Conversione di
san Paolo di Mendelssohn sono stati cantati a pieno
coro, con esecuzione veramente perfetta. Terminando
con Liszt, riporteremo le parole della Gazzetta Musicale
di Parigi, la quale dice, che non avrebbe la lingua
epiteti di lode per gli altri, se da lui si fosse cominciata
la relazione del gran concerto di Brusselles.
Egli è sempre nuovo, trasformato, superiore a sè stesso.
Egli ha suonalo la sua fantasia sul Don Giovanni, ed
è stato coperto d’acclamazioni e di fiori. Brusselles,
mercè le cure del sig. Fótis, diverrà presto una delle
città più musicali dell’Europa. L’incasso di questo concerto,
netto da spese, è stato versato nella cassa de’poveri.
NOTIZIE VARIE.
— In questo mese (così la France Musicale)
vi lia molta attività fra gli editori
di musica parigini. Si fecero molte pubblicazioni
t ma poche cose buone fra queste.
Però è da menzionare specialmente un
Traité des principes élémentaires de la |nusic/ue
del sig. Blondeau.
Il sig. Sehlessinger pubblica nel formato
cf8.° il Fidelio di Beethoven, le
Deux Journées, Richard Coeur de Dion,
L’Eclair, le Nozze di Figaro, il FrejschïUZy
ecc. Non saranno mai abbastanza incoraggiate
questa specie di pubblicazioni
a buon prezzo tendenti a popolarizzare il
gusto della musica ispirata e meditata
ad un tempo. Vorremmo che l’esempio
del sig. Sehlessinger venisse pure imitato
- do2
da qualche nostro editore, che sarebbe
questo uno dei buoni mezzi da usarsi per
vincere il pregiudizio di molti nostri dilettanti
e professori, i quali si sforzano a persuadere
sè stessi e gli altri non essere al
mondo altra buona musica fuorché 1 italiana.
Noi abbiamo già le cento volte detto
altamente clic i capolavori dei nostri grandi
maestri sono da proporsi, a preferenza
di quelli de’maestri stranieri, quali modelli
a’ nostri compositori per quel che è della
spontanea ispirazione melodica, purezza
d’espressione, chiarezza di frase, ecc. Ma
ad un tempo ci siamo chiariti fermamente
persuasi che l’educazione musicale de’ maestri
italiani del tempo nostro non potrà
compirsi senza che abbiano bene e seriamente
studiato quanto avvi di imaginoso,
di sentito e di pensato nelle Opere principali
del teatro tedesco e francese. Colla
agevolata propagazione di questo studio
per mezzo della stampa delle partiture in
formato economico dei capolavori melodrammatici
oltremontani si otterrebbe di distruggere
a poco a poco quel grossolano errore,
troppo comune tra noi, il quale fa credere
essere, nella musica tedesca in ispecie,
una medesima cosa fastrusa e pedantesca
elaborazione scientifica e la pensata
e vivamente sentita sapienza armonica
stroinentale. La prima non è che il distintivo
della pedanteria e il rifugio degli ingegni
freddi e mediocri; la seconda è il
retaggio del genio coscienzioso che, non pago
dei doni effimeri di una naturale ispirazione
quasi diremmo sbadata, adopera ad avvigorirli
col prestigio di quell’altra specie di
invenzione, che è il frutto della cultura
dell’intelletto, della meditazione e dello studio
sui grandi esempi!.
Ma su questo argomento torneremo a
miglior tempo e con più agio. Queste poche
parole valgano intanto quale indiretta risposta
a quel critico che nel parlare del
Nabucodonosor di Verdi, uscì in tuono
patetico a lamentare un tal quale eclettismo
musicale da lui ultimamente riprovato,
e che in verità noi non sapremmo dire
in che consista e come sia a definirsi o se
mai sia stato definito!
— Lunedi scorso 8 agosto doveansi riprodurre al gran
teatro dell’Opera a Parigi, gli Ugonotti di Meverbeer.
Quest’Opera del gran genere drammatico, fu ormai offerta
all- ammirazione delle principali città della Francia e
della Germania. L’Italia, se ne eccettui Firenze, ove fu
udita con non poche inconcepibili modificazioni e alterazioni,
non potè ancora gustarla. Speriamo che l’accorta
Impresa della Scala saprà quanto prima produrla a Milano
con quella scrupolosa diligenza c zelo che si richiedono
per simili tentativi.
— Mercoledì 3 agosto ebbe luogo a Parigi, nella chiesa
di Aòtrc-Dame, la cerimonia funebre in onore del Ducad’Orleans.
Invece del Requiem di Mozart si cantò solamente la
messa a canto fermo. «11 canto fermo (così scrisse un
giornale parigino semi-officiale ) era infinitamente meglio
appropriato alla gravità di questa trista cerimonia.
Gli amici intelligenti delia vera musica sacra e dell’arte
cristiana in generale, vedranno in questa misura
un tentativo di ristaurazionc dell’antico canto ecclesiastico.
Lo stile pagano è generalmente abbandonalo nella
costruzione delle nuove Chiese. Lo stile cristiano deve
essere del. pari rimesso in uso negli ullìcii e nei canti
religiosi. È giusto che il canto fermo risalga in onore al
tempo stesso che nell’architettura è rimessa di moda
V ogiva, od arco a sesto acuto.»
À queste parole così risponde la Franco Musicale
«Questo breve articolo è troppo importante per la
sua tendenza retrograda perchè un giornale di musica
Io lasci correre senza risposta. Per adesso però noi
non ci limiteremo che a poche parole proponendoci di
tornare sull’argomento medesimo allorachè saranno
estinti i ceri intorno al reale defunto. Volere che l’arte
faccia un passo retrogrado è negare il progresso, e per
l’uomo fermarsi è morire. L’autore semiufficiale del
suddetto articolo ignora d’altra parte che il canto fermo
è contemporaneo dell’Archittetura romana e non dell’ogiva. Alloracchè I’ ogiva si introdusse nell’Architettura
la musica religiosa aveva cangiato di carattere; essa
era ciò clic fu fino a Palestrina, e quasi diremmo fino
a Rossini, se non temessimo di svegliare delle antiche
dispute sopite.»
— Un giornale parigino ebbe ad affermare che se non
si eseguì veruna musica ai funerali del Duca d’Orleans,
ciò fu per risparmio di spese, dacché i cantanti del
Grand-Opéra avevano fatta domanda (l’un pagamento
esorbitante. La Gazzetta Musicale di Parigi smentisce
questa voce ed assicura che se la musica non fu ammessa
nel servigio funebre ciò ebbe cagioni che non
hanno nulla di comune coll’economia, nè con altro.
— Nel Conservatorio di musica di Brusselles hanno
avuto principio i grandi concorsi il 27 luglio. Madama
Damorcau, la celebre cantante, era nel novero de’ giudici
de’ concorsi.
— La Gazzella Musicale di Parigi comparte elogi al
sig. Giuliano Martini per la seconda sua messa solenne
ultimamente composta ed cseguitanella chiesa di SaintGermain
V Auxerrois: «E questa una composizione notevole
sotto tutti i rapporti: pura e scelta ne è la melodia;
severamente religioso Io stile, ricca e piena di maestà
l’armonia. Quest’opera colloca il giovine maestro di cappella
al fianco de’ buoni compositori di musica sacra».
Questa nostra Gazzetta si fa un dovere di non passar
mai sotto silenzio il menomo fatto chea lei sin noto
pel quale appaia essere tenuta in conto sia in Italia sia
fuori la musica sacra sì bisognevole de’ buoni ullìcii dell’arte
e della critica.
— 1124 luglio si riaprì il gran, teatro di Bordeaux colla
Favorite del nostro Donizetti.
— Il signor Adolfo Adam, autore della graziosa Opera
comica francese Le Poslillon de Lonjoumeaux, lavora
seriamente a una nuova Opera in tre atti che si eseguirà
quest’inverno al teatro dell’Opéra Comtque.
II signor VogcI, autore del Jugement dernier, del
Ange dechu, del Satan c di altre bellissime Melodie,
pubblicate dagli editori parigini, si propone di tentare le
sorti del teatro c vuoisi che quanto prima scriverà per
l’Opéra comique. Dicesi quindi che un celebre librettista
sta terminando per Ini un poema in un atto che non
sarà privo d’importanza.
M OIE PEBBLICmOM MUSICALI
DELl’i. n. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVILEG.0
DI UIUVIWI RICORDI.
LINDA DI CHÀMOUNIX
MEL ©imAMMA IN TRE ATTI
Parole «li G. 15ossi
MUSICA DEL M.°
Sono pubblicati i seguenti pezzi ridotti per Canto
con accompagnamento di Pianoforte
Scena c Romanza, Ambo nati in questa valle,
per B Fr. 2 —
Coro e Ballata, Per sua madre, per C...» 2 50
Scena e Duetto, Da quel dì, per S. e T.. * 3 50
Scena e Duetto, Quella pietà sì provvida, per 2 B.» 3 25
Scena e Duetto. Al bel destin, per S. e C..» 2 50
Scena e Duetto, Io vi dico che partiate, pcrS. eB.» 5 50
Gran Scena‘del delirio, A consolarmi, per S. e C.» il 50
Verranno in seguito pubblicati gli altri pezzi.
EOHDI3JO
titan- te Pinno
SL’Il DES THÈMES TAVOBIS DE l’oPÉIU
iti! DOjVIZETTI
QtiraM m
PAR
iiài sui
Op. 7. - Fr. 2. 75
l>eiu’ te Pittino seni
SUB DES MOTIFS PAVOKIS DE l’oPÉBA
DE e. nil.VIXlìTTI
I11M 31 ®3LAI[tì®MX
PAR
FR. ’ILI. CKOTES
Op. 55. - Fr. 2 75.
LE 31 ibi E 3IORCE AUX
ìione te Pinna ti tgwtti-e tnnins
Fr. 4 75.
(flOVAXII RICORRI
EDITORE-PROPRIETARIO.
Rail’I. R. gtaliiliiuento Nazionale Privilegiato
ili Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale ili CIO VANNI RICORRI.
Contrada degli Omenoni iY 1720.