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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 31 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
LA MUSICA SACRA
UT TOSCASA
Lettera «lei maestro pacini (1).
iraggiato dal retto discernil’%
mento che con tanta efficacia
/‘‘guida la vostra penna, pregiatiss.
sig. Estensore, a vantaggio
dell’arte che io debolmente professo,
e spinto da quell amore che alimentar
deve ogni uomo che ami il proprio paese, mi
venne in pensiero di prendere a convince!e1
il dotto sig. Fétis, che le sue asserzioni intorno
all’attuale stato della Musica Ecclesiastica
in Italia sono in qualche parte
fallaci-, dico in qualche parte, poiché non
intendo d’intraprendere una discussione
polemica col prelodato eruditissimo signor
Fétis sull’opinione da lui emessa intorno
all’altual metodo di comporre musica sacra
dei viventi maestri italiani} ma bensì comprovargli
che in Toscana, ove fioriscono
le Arti belle, ed ove io sono più a portata
di rintracciare la verità, occupaudo
a mio onore il posto di direttore della Ducale
Cappella di S. A. li- l’amatissimo mio
Principe Carlo Lodovico, potei raccogliere
materiale ad esuberanza onde assicurare il
chiarissimo Professore brussellese non esser
vero che il deperimento, come esso dice, delle
r isorse della Chiesa ne haJutto scampar ire
non pure il musical rito quotidiano pria quello
altr esì delle domeniche e delle fèste., ma che
per lo contrario la musica sacra viene accarezzata
e coltivata in questa bella parte
della nostra Penisola.
Principiando quindi dalla capitale bagnala
dall’Arno, mi farò a dare un succinto quadro
istorico delle musiche che vengono eseguite
nelle principali Chiese di quella Metropoli,
e dirò poscia a cognizione del signor
Fétis che in quella 1. e R. Cappella,
in tutte le feste d’intero precetto (eccettuato
il caso che sia assente da Firenze
la Famiglia Regnante) si eseguiscono a
piena orchestra e da un sufficiente numero
di voci le più belle Messe dei classici autori
italiani e tedeschi, cioè Cherubini, Paer,
(I) Ci è grato il dar posto nelle nostre colonne alla
seguente lettera dell’egregio M. Pacini nella quale egli
imprende a rispondere in parte alle severe osservazioni
fatte dai sig. Fétis intorno alle attuali condizioni della
musica sacra in Italia (Vedi il j. 18 di questa Gazzetta).
luche modoc lino a qual punto il chiariss. autore
della Saffo sia riuscito a convincere d’erroneità i giudizii
recati dall’erudito critico francese, noi lasceremo
decidere a’ nostri lettori, contenti dal canto nostro di aver
potuto con questa lettera rendere notorj diversi falli la
cui interpretazione dev’essere lasciata libera ad ognuno.
L’Estens.
Morlacclii, Righi ni. Gatti, Giuseppe e Michele
Haydn, Mozart, Beethoven, W inter.
Alla Basilica della SS. Annunziata avvi
egualmente tutte le feste d’intero precetto
Messa e Vespro a Cappella, ove le magnifiche
produzioni dei gratuli classici che ebbero
vita nel nostro invidiato suolo vengono
riprodotte a sostegno della nostra gloria}
che gloria in vero per noi sono i
nomi di un Palestrina, Jomelli, Durante,
Mattei, Santucci, Cimarosa, Burroni, Guglielmi,
Fioravanti, Zingarelli, Clari, ecc.
Alla Metropolitana vi sono circa venti
servizii all’anno, nei quali pure si eseguisce
Musica a Cappella dei moderni maestri. Ferdinando
Ceccherini con le sue castigale
composizioni ne disimpegna il maggior numero}
e quelle del Faglia, Nicolai, Buoniui
e Buceioni vi fanno corona.
Il Collegio dei professori produce ogni
anno in occas’one della festa della loro Patrona
Santa Cecilia che si solennizza nella
Chiesa di S. Gaetano nel mese di aprile,
una gran Messa da vivi, ed altra di Requiem
prò defunctis della Confraternita.
La composizione è per lo più di uno dei
maestri a turno facente parte del Collegio
medesimo, ma qualche volta vengono eseguite
produzioni di autori classici, e gli
esecutori sono in numero di trecento.
Nel corso dell’anno nel gran Salone delto
dei Cinquecento viene parimente eseguilo
un grande Oratorio, e per ben quattro anni
di seguito La Creazione del Mondo dell’immortale
Haydn fu prescelta a fare gli
onori, e solo cedette i suoi diritti al nuovo
capolavoro di colui «Mila cui fama angusto
è il mondo» (m intendo parlare del
celebratissimo Stahal Mater del Pesarese).
Aggiungerò in oltre che ove esiste un Liceo
musicale che vantar puote a’ suoi istitutori
un Reucini, un Palaluti per la composizione,
un Ceccherini ed altri nomi chiarissimi
a guida della gioventù che si dedica
a quest’Arte bella, difficile si rende
die il germe della musica classica si disperda.
Ciò sia detto in quanto alla capitale dell’Etruria.
- Siena gentile e colla città possiede
le belle e dotte produzioni di altri
celebrati maestri italiani. Cini. Redi, Piochi,
Mazzuali, Valulini, Lapini, e Lenci formano
il Repertorio della sua Metropolitana
e della Collegiata. Queste belle produzioni
vengono eseguite in tutti i giorni di dimidiato
e d’intero precetto. Nel corso dell’anno
vi sono ancora altre funzioni, ove
a sostegno del nostro sacro culto le Opere
del compianto Ettore Romagnoli vengono
riprodotte ed inspirano nel cuore dei fedeli
il [[sentimento della [religione dipingendo
alla verità con le sue semplici melodie e
dotte armonie ogni sacro testo da lui intrapreso
a trattare, ponendovi in tal guisa
il suggello d’uomo di genio} che (mi sia
permessa una piccola digressione) non soltanto
nell artificio nascondasi il vero carattere
della Musica Sacra, come taluni vogliono,
e come scrive il chiariss. sig. maestro
Raimondi accusando gli italiani di non
essere più in grado di comporre una musica
a otto e a sedici reali (’)} di non sapere
ciò che è canone doppio; in (piante
maniere si possono fugar e le imitazioni,
10 scrivere a due, a tre, a quattro casi
reali} fare i rivolti della fuga, alla decima,
alla duodecima, come praticava Sala nel
suo contrappunto pr atico, dimostrando il
canone alla seconda, terza, quarta, quinta,
sesta, settima e ottava (-).
Sul quale proposito onde avvalorare viemaggiormente
la mia opinione ripeterò il
sentimento del celebrato Tariini, il quale
parlando del modo di comporre dei suoi
tempi, cioè dell’abuso del genere artificiale,
faceva un’osservazione degna di essere rilevata.
Così esso si esprime: «La musica
«non è in oggi che l’arte insignificante di
u combinare i suoni, altro non restandole
«che la sua parte materiale abbandonata
«dallo spirito che l’animava altra volta».
Erano di egual parere il Corsi, il Galileo
ed il Caccini.
Ma tornando sulla via da cui mi era allontanato
dirò che a gloria ancora della
gentil Siena vive tuttora fra i maestri il nonagenario
Goggi che dedito esclusivamente
allo insegnamento dei giovani consacrò la
sua vita all incremento della scienza e del
gusto} quindi anco in questa città vegeta
11 seme della sapienza musicale, e fede rie
fanno le molte produzioni che si eseguiscono
in altre Chiese, opere tutte di giovani
maestri fra i quali merita onorevole
menzione il sig. Santini.
Arezzo ha pure tre Chiese nelle quali si
celebrano in ogni giorno i divini uìficii, e
sono S. Pier Maggiore, ossia la Cattedrale}
santa Maria della Pieve delta anche la Cattedrale,
e la SS. Annunziata.
Le prime due hanno stipendiati oltre ad
un maestro di cappella, sei cantanti e
varii suonatori che uniti ad alcuni dilettanti
preslano l’opera loro per rendere più
(1) Vedasi La Ruoia, Anno 3.° N. 7.°
(2) Ho pensiero ili rispondere all’accuse che il dolio
sig. maestro Raimondi diresse ni maestri italiani viventi,
clic se pure avvi tra questi clii indegnamente ne usurpa
il nome, vi c perii ancora, la Dio mercè, oltre a quelli
da esso citali, chi c in caso di conoscere tulli i precelti
detraile.