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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 27 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
CLASSICA MUSICALI*.
STORIA MUSICALE.
DELLA MUSICA DE’GRFCI.
AnriCOLO I. M
storia de’primitivi tempi della
cJvW Grecia è ravviluppata fra tenee}rfj
Marbré assai malagevoli ad essere rim
x/Tèschiarate. onde possiam dire clic
tutti fatti addivenuti prima
della invenzione della scrittura solamente ci
è dato avere un’idea vaga e indefinita, nè
opera di poco momento è quella di sceverare
la verità per mezzo ai menzogneri e favolosi
racconti che ci sono stati dai primi istorici
trasmessi. Ciò di che possiamo avere alcuna
certezza è che Cadmo, pervenuto nella
Grecia condottiero d’una truppa di Fenicii,
instituì il reame di Tebe, incirca un
dugento anni prima che fosse scritto l’Esodo
(anni del mondo 2511, prima dell’era
volgare 1493). Si crede che questo
principe fosse il primo che desse ai Greci
contezza della musica e della scrittura.
Quanto alla musica i Fenicii medesimi
r avevano appresa dagli Egiziani G), ma
la discoperta dei caratteri è loro attribuita
senza dubbio.
Ma non solo dai Fenicii attinsero i Greci
le loro cognizióni musicali: se può darsi
fede ai marmi d’Oxford. Jagnide, nativo
di Celerà, capitale della Frigia, che fioriva
intorno all’anno 150G prima della venuta
di G. C., fu inventore del flauto e del
modo frigio, ed ancora dei nomi, arie che
si cantavano in onore di Cibele, di Bacco,
di Pane, e di altre divinità gentilesche. Ciò
proverebbe che la musica de’ Greci traeva
in parte la sua origine dalla Frigia, e che
i modi eolio, ionio e dorico avevano per
avventura ricevuto il loro nome da quelle
parti dell’Asia dove erano stati inventati.
Non abbiamo alcun valido documento
intorno alla invenzione degli stranienti musicali
in Grecia. Il flauto semplice fu, secondo
alcuni storici, portalo in questo
paese da Arminia, moglie di Cadmo, e se
ciò è il vero, l’invenzione di questo slromento
dovrebbe eziandio venire dalla Frigia.
Altri autori danno a Minerva l’onore
di questa invenzione, ma è da credersi che
ella solamente ne facesse uso o forse lo
perfezionasse aggiugnendoci i buchi e le
(a) Dalla Storia compendiata della Musica del signor
Stafford. Le note sono del sig. Félis. Vedi in proposito
il primo articolo dato nel foglio N. 26 di questa Gazzetta.;
(l) Non tutti gli storici sono d’accordo su questo fatto;;
ve n’ha di quelli che affermano essere stata la musica i
inventata da Sido, donna egiziana.
DI MILANO
La musique, par des inflexions vives, accentuées, et,» pour ainsi dire, parlantes3 exprime toutes les pas»
sions, peint tous les tableaux. rend tous les objets,» soumet la nature entière à ses savantes imitations.» et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen»
timents propres à l’émouvoir.»
J. J. Rousseau.
chiavi W, quando già l’istromenlo era stato
da altri discoperto,; poiché coloro che attribuiscono
alla dea l’invenzione del flauto,
soggiungono che ella sostituì questo stramento
alla siringa o zampogna di Pane, la
quale per certo non era anteriore al semplice
flauto. La siringa consisteva, siccome
è noto, in tante cannucce d’inegual lunghezza
insieme in ischiera congiunte. La
si suonava soffiando entro’queste cannucce
quando sull’una quando sull altra, e passando
dalle une alle altre avanti e indietro,
introducendo cosi l’aria in tutti i tubi.
Secondo la mitologia, la ninfa Siringa, nel
sottrarsi che faceva alle persecuzioni di
Pane, fu cangiata in canna nel punto che
Pane si credeva averla afferrata e clic più
non gli potesse fuggire. Il dio delle foreste,
avendo allora sperimentato come il vento
spinto entro la canna produceva un suono,
inventò quello stromento che porta il suo
nome o quello della ninfa. La siringa, dopo
essere stata gran tempo uno stromento pololare
fra i pastori che avevano Pane per
oro tutelar divinità, fu dappoi perfezionata
coll’aggiugnervi dei foramina, cioè dei
buchi e delle chiavi (*).
Quei Greci che abitavano lungo il lido
del mare o poco addentro fra terra, probabilmente
si servirono di conchiglie per
farne strumenti di musica; la qual cosa diè
luogo alla favola dei Tritoni che soffiano
nelle loro conche presso al carro di IN et—
tulio. Eglino avevano ancora flauti fatti di
Ìiaglia d’avena, chiamati latinamente: avena.
Ai tibia, stromento del medesimo genere,
era fatto con un osso della gamba di un
animale. In processo di tempo gli antichi
trovarono modo di perfezionare i flauti,
e ne fecero di bosso, di lauro, di rame,
d’argento e d’oro. Alcuna volta il flauto
aveva un corno connesso alla sua parte inferiore, e questo dava al flauto la somiglianza
di un clarone; tale era il carattere
distintivo del flauto frigio.
L’invenzione della lira è attribuita a
Mercurio, famoso, non solo come protettore
de’ ladri e de’ mercanti, ma come fornito
di tutte le ingegnose qualità de’suoi
irotetti. Si racconta che, dopo avere invoati
alcuni bovi ad Apollo, egli seco li
condusse sino a piè d’una montagna d Arcadia,
e che avendo colà trovata una te(1
) II sig. SlalTord cade qui in grave errore: i flauti
degli antichi non hanno mai avuto chiavi, e pochi erano
i buchi clic aveva questo stromento. Quinci deve riconoscersi
il bisogno che s’aveva di avere tanti flauti quanti
erano i modi o tuoni.
(2) Qui vi ha un grosso abbaglio; non solo non vi
furono mai nella siringa nè buchi ne chiavi, ma sarebbe
al tutto impossibile che ve ne potessero essere nella costruzione
di questo stromento.
Il prezzo dell’associazione annua alla Castella e alVAntologia
classica musicale è di Ausi, lire 21 anticipate.
Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione
postale della sola Gazzella per l’interno della
Monarchia e per l’estero lino a contini è stabilita ad annue
lire A. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta
mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti
dello Studio Jfféorili, nel modo indicato nel Manifesto.
— Le associazioni si ricevono in Milano presso 1 mìcio
della Gazzetta in casa Aicnrili, contrada degli Omenoni
N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti
di musica e presso gli Uflìci postali. — I.e lettere. i gruppi,
oc. vorranno essere mandati trancili di porlo.
sfuggine, quella uccise e mangiò, poscia,
scherzando colla conciglia, pose mente al
suono che mandava quel concavo corpo,
dal che ebbe l’idea di raccomandarvi piccole
strisele di cuojo, e così gli venne inventato
un novello genere di stromento da
musica.
Questa storiella mollo assomiglia alla
popolar tradizione degli Egiziani, relativamente
all’invenzione della lira fatta da Ermete;
il perchè merita poca fede. L una e
l’altra di queste tradizioni non sono già
materialmente impossibili; ma più ci pare
verosimile che l’osservazione de’ suoni, prodotti
dalla tensione de’ nervi, conducesse
all’invenzione di questo strumento. Noi crediamo
altresì che fosse portato dall’Egitto
in Grecia, comechè i poeti e gli storici greci
e romani (siccome osserva il dott. lJurney)
parlino del loro Mercurio siccome dell’inventore
non pur della lira, ma della musica
medesima. Apollodoro è quasi il solo
scrittore che attribuisca quest’onore aH’Ermete
degli Egiziani. Ma i Greci ebbero ricorso
all’Egitto non solo per dargli un nome,
ma ancora si ammaestrarono nelle azioni
e negli attributi del dio orientale per decorarne
la loro divinità. Bisogna nondimeno
convenire che la forma della lira, (piale si
può vedere nelle antichissime figure, presta
qualche fondamento di credibilità alla
tradizione del guscio della testuggine. In
sull’antico globo celeste essa era rappresentala
come fatta d una intera conchiglia,
e nel gruppo di Dirceo clic si vede a lioma
nel palazzo Farnese, il quale è della più
remota antichità, si trova una lira d’Anfione
che ha questa medesima forma.
Se Mercurio inventò la lira, si dice
clic Apollo fu il primo che conobbe l’arte
di suonarla (2). Apollo era celebre in Grecia
come il dio della musica e ne’ giuochi pitii,
instituiti in onore della vittoria che
egli riportò sul serpente Pitone, la musica
e la poesia erano i principali argomenti
che attraevano il popolo. Infra i primi monumenti
della greca poesia si trovano certi
inni che erano cantati in onore di questo
dio.
Marsia, avuto per inventore del doppio
flauto, era contemporaneo di Apollo. Egli
teneva insegnamento de’ principii della musica
e fra suoi discepoli si annovera Olimpio
il Frigio, il quale, secondo Plutarco,
portò in Grecia 1 arte di suonare la lira
col plettro, mentre in prima si toccavano Q
le corde solamente colle dita. Egli inventò
eziandio l’antico genere enarmonico che
(1) Altri attribuiscono ad Apollo l’invenzione della
lira e del flauto insieme.