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VARIETÀ. ISA RISPOSTA DI ROSSI AI. Egli è indubitato che un errore sfuggito dal labbro o dalla penna di persona celebre nellarti o nelle scienze deve essere di ben maggiore danno che non il più majuscolo sproposito di uno di que’scrittori od artisti la cui gracilina fama non esce mai di casa per non prender la tosse. Questa considerazione mi passeggiava pel capo quando ebbi letto nel N.° 17 di questa Gazzetta musicale di Milano che Rossini rispondesse a chi appuntava di non abbastanza giande talento drammatico la Miss Clara Novello: Ciò è vero, ma spero ben anco ch’essa non V avrà giammai:... col loro furore drammatico i cantanti del giorno d’oggi ci danno piacere sei mesi e poi ci straziano le orecchie pel rimanente della loro vita — Io vorrei che questa ( un cotal poco enigmatica ) risposta del gran maestro fosse letta e meditata da molti maestri, e non la si leggesse da nessuno degli artisti cantanti. — Io, unità dell’immenso numero di quelli che ammirano il genio di un Rossini, di colui che sa fare musica che vive sempre gradita, sempre esilarante in mezzo a tante seccanti, annojatrici. rapsodiche musiche, sempre giovine, in mezzo al precoce invecchiare ui neonate armonie, sempre viva frammezzo alle tante che muojono in ancor fresca età, sempre di buon gusto in mezzo al frequente variare de’ gusti del Pubblico; io dirò con rispettosa franchezza a questo onore delr arti italiane che quella sua risposta può arrecare cattive conseguenze all arte da lui tanto illustrala, e che non auguro alla signora Novello il verificarsi la speranza di lui, sì pel bene della brava artista clic pel bene dell1 arte. Pur troppo riboccano le scene di cantanti che io chiamerei volentieri 1Macchine vocalizzanti, e dico macchine perchè i loro movimenti, atteggiamenti, gestire non rivelan certo un1 anima., e l ente che agisce senz’anima è un ente macchina: e dissi vocalizzanti perchè i più de1 canori non s1 impiccian (li consonanti, che vai quanto dire non s’impiccian di farsi intendere. E difficile il pronunziare chiaro in cantando perchè è difficile il pronunziar come si deve le consonanti senza menomare la dolcezza melodica; è difficile la mimica, e come già mi sembra aver dimostrato in questa Gazzetta Musicale (N. 18), è più difficile pel cantante drammatico che non pel comico, ma i più de1 cantanti vincono la difficoltà col più disinvolto spediente, la saltano a pie’ pari, e se fin qui non potevan far altro che guatare di sbieco con faccia arcigna la critica che li chiamava suonatori di gola, canitanti, e via discorrendo, ora rideranno in viso ai giornalisti ed al buon-senso, e canteranno per tutta risposta: Li ha detto Rossini!...Ipse dioriti... ma poveretti!È verissimo che Rossini dovrebbe pensare che gli uomini celebri nel1 arti o nelle scienze devono misurare le loro proposizioni a peso d’avoir poids, perchè i loro errori sono raccolti con avidità da quelli che non sanno vivere che d’errori, loro vitale elemento; ma sappiate o cantanti che l’Orfeo di Pesaro ha spirito superiore,, e caldissimo e sincero amore per quell’arte che in lui dev’essere immedesimata coll’anima se tant’anima traluce nei più de’suoi armonici parti, e Rossini non solo non isdegnerà, ma deve amare che i coll’analizzare la sua risposta, che già a j quest’ora avrete imparata a memoria, io: vi provi che non dovete farne capitale per i difendere le vostre drammatiche pochezze. E troppo vero che Rossini scrisse la mas| sima parte delle sue Opere (direi meglio tutte) su drammi che non si posson leggere senza un senso di sonnolenza, e lo spiegare come abbia potuto inspirarsi a sì belli, sì poetici concetti melo-armonici con que’ drammi, infelici come abbia potuto ingemmarli è quistioue estetica più ardua che non si creda da taluni, e in ultima analisi opinerei esser uno di quegli enimma che non sa sciogliere che il genio: ma, e con lutto questo si vorrà credere che Rossini non risconosca nell’Opera un complesso musico - drammatico? che non sappia che la sua musica teatrale cantata colla sola valenzia di ben educate gole non gli avrebbe fruttato il decimo di quella fama per cui giunse per fino (ed è tutto dire!)a vincere l’invidiade’colleghid’arte? Oh! sarebbe 10 stesso che un bravo avvocato possa ignorare che la migliore delle leggi senza il potere esecutivo è una predica al deserto.-Rossini ispirato dal dramma veramente poetico avrebbe forse rinnovato i decantati portenti musicali delfantichità; Rossinicoll’elettosuo spirito ba dato spirito ai più insipidi versi, ha comunicato una cara, incantevol poesia di suoni ai concetti di poeti affatto brulli di poesia; sì. ma provatevi un po’ a cantare ^Otello, il Guglielmo Teli, la Gazza ladra, 11 Barbiere, il Mosè con tutte le vèneri melo-armoniche, ma senza azione, senza Jorza drammatica, e bellamente vedrete que" capolavori sparger di dolce sonno le teatrali arene: e questo fisico-psicologico esperimento quante volte l’abbiam visto ripetuto ne’ teatri, per virtù di coloro nel cui petto arde tutt’altro fuoco che non il drammatico? — E come dunque dovremo interpretare la risposta del grande artista?... Io crederei dover raccogliere da quella proposizione che Rossini d accordo, col buon senso, disapprovi altamente il! furore drammatico die invade i cinque sesti de’ Librettisti rapsodi che imbrattano la scena, che in mancanza di genio, di vera lena poetica, tentano coprire la poetica loro miseria coi così detti colpi di scena, siano pure colpi fatali allo scopo per cui l’incivilimento moltiplica i teatri e dal teatro spera giovamento; scene d’orrore rubate eli botto da Romanzi del genere satanico, scene degne del terzo girone dello inferno, è pur forza die i Maestri le vestano di una musica schiamazzante, strillante, musica» Dello (limonio cerbero, che ’ntrona «L’anime sì eli’ esser vorrebber sorde! e queste non commoventi, non dilettevoli ma laceranti, affliggenti scene quale arlecchinesca figura farebbero se non venissero declamate, cantate, gridate con furore drammatico!’.... Lo sviluppo di questo tema vorrebbe maggiore spazio che non prestino le colonne del giornale, epperciò conchiuderò col persuadere e la signora Novello e tutti gli altri Artisti che hanno doni di natura e pregi d’arte a non supporre mai che l’autore di Otello sia caduto nel grave errore di condannare la forza, neppure il furore drammatico quando il melo-dramma cui sono dannati a cantare sia melo furente dramma. Piuttosto che cantare colla placidezza di Tirsi amabile le furie di un barone del medio evo econvertirin dormitorj i teatri, rassegnatevi alla triste ma inevitabil conseguenza che Rossini vi pone sott’occhi, perchè n’ha visti troppi esempi, quella di poter dare piacere sei mesi, e dover poi straziare le orecchie fino all’amen di vostra carriera musicale, al quale sfete presto ridotti a forza di cantare col furore voluto dal furore de’Librettisti odierni, cui natura uè arte non diedero in sorte 1* essere Poeti. Nicolò Eustachio Cattaneo. SCHERZI. DIAI.OGO COMICO Tra un Impresario «li Provincia ed un Maestro esordiente. Imp. Mio caro, no» c’è caso: ho preso impcpilo col pubblico, od entro un mese al più tardi voglio pronto 10 spartito. Maes. Ma ciò c impossibile... Un’Opera nuova non si lira giù a doppio: l’ispirazione non si può mica chiama re a suo» di campanello collie i piccoli d’osteria... bisogna aspettarla (piando viene... e un solo mese... per bacco, mi pare!. ■. Imp. Tant e; o accettate o non accettate a questo patto... Mucì. (con amarezza, fra sè) Quattro eterni anni che sto aspettando l’occasione di esordire! (fortej Ebbene, accetto; ma dite amico, il libro almeno sarà già pronto. Imp. Oibò: finora il poeta non ha in ordine che due recitativi del prologo, e il rondò finale della prima donna. Muesl. Ma se non altro l’argomento del dramma sarà già stabilito... Imp. Nient’alTatto. Maes. Ma almeno ch’io sappia se sarà tragico, serio, bullo... Imp. Questo poi io c il poeta lo lasceremo in vostro arbitrio dopo che avrete ricevuto il libretto... Maes. (fra sè, sospirando) A meraviglia! (forte) E dite; come stiamo a cantanti?... Imp. Eccellenti! tutti di primo cartello. A voi, vedete i nomi. (sciorina un a/fisso grande corno un lenzuolo). IIars. (fra sè leggendo) Ah sciagurato me! Imp. La prima donna per verità è un’esordiente, ma di luminose promesse... Il tenore, non ve lo nego, fu fischiato in Ire teatri consecutivi.... Ma i giornali lo hanno portato alle stelle... Il basso, poverino, ba scssantacinque carnevali sulle spalle, non ba mica la voce d’uii toro... e nondimeno nei pezzi concertati... Eppoi, nn sceneggiare, un possesso di palco A Milano, a Torino, a Roma, venti anni fa, gli hanno fatto il ritratto in litografia... dunque vedete... Maes. E come stiamo a cori!... Imp. Uh! buònissimi! fra tenori, bassi c soprani, quattordici gole tanto falle! Vivete sicuro clic grideranno per sessanta. Maes. E l’orchestra! Imp. Una delle prime d’Italia! Dicci violini, due contrabassi... tre grancasse... quattro timballi,sci tromboni... Di questi ultimi sappiate scrvirvenc con garbo nelle melodie e farete grand’effetto. Perchè già, sapete, al tempo presente è di gran voga il colorito slromentale. Dunque vi raccomando robustezza di accompagnamenti, in ispccie alla romanza notturna della prima donna, per la quale, se crcdelc, potrò anche servirvi della banda militare sul palco scenico... Vedete clic non bado a spese io! Sono generoso io c so fare le cose in grande... Non sono mica un impresario idiota io... Ho fatto i miei bravi stridii c me ne intendo di poesia, di filosofia, dì mimica... Oli approposito: il tenore ha un magnifico mi di petto; lo cava con una forza che fa stordire. Dicono clic qualche volta stuona, 11111 le sono sofisticherie de’ pedanti... Eppoi al presente che e di voga Instile declamato farà ottimo eficlto! Quanto alla prima donna badate di attenervi al genere piagnoloso, alle note tremolate; schivate le agilità c i liori del così detto bel canto; la poverina vi servirebbe male, ella è educata al cauto tragico, ed ba degli acutissimi clic toccano proprio 11 cuore; qualche volta, è vero, passano gli orecchi, ma fanno piangere perché imitano a meraviglia i singhiozzi e i gridi di disperazione; c voi sapete che al presente i singhiozzi e i gridi sono la passione del pubblico.... Maes. (sogghignando) Eli capisco che ve ne intendete di estetica musicale. Imp. Ma se ve l’bo detto io! Orsù,alle corte, maestro, sono nelle vostre mani! Maes. Farò il possibile per non essere ammazzato a colpi di panche... Imp. Mi impegno io a farvi far furore... Non dubitate.. fidatevi nella mia esperienza. Conosco io una certa tattica... Maes. Alla buona ora: a rivederci alle prove d’orchestra. Imp. Oh approposito delle prove di orchestra, è ben inteso clic vorrete limitarvi a due sole!... perché i professori bisogna che li paghi ogni sera che suonano, c voi capite bene... Maes.,Capisco benissimo! L’economia... Imp. E la musa di noi altri poveri impresarii.. Maes. Una musa inolio nobile clic fa progredir l’arte alla maniera de’ gamberi.