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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 23 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
I» QUALE covro E AVUTA
Al presente la musica
In Italia.
}c?-/V^?na delle cagioni per le quali
■ife- le arti spettanti al teatro lirico
I&onon progrediscono in Italia
nello splendido modo a cui
dovrebbe darle diritto il vivacissimo
naturale ingegno del suo popolo,
è senza dubbio il poco conto in che la
musica è avuta tra noi al tempo presente.
Parrà questa a primo tratto una bizzarra
e impertinente assertiva, ma noi pensiamo
che non varrà a cpnfularla il rispondere
additando i teatri zeppi di spettatori;
i tanti impresarj orgogliosi delle loro
ricchezze; le anticamere degli agenti teatrali
rigurgitanti di virtuosi che si affollano
per essere inscritti nell1 immenso catalogo
di quell’esercito artistico melodrammatico
che con tanta irrequietudine si agita
tra l’uno e l’altro confine del gran stivale;
i maestri, i professori di musica d1 ogni
genere affaccendati, ecc. Tutti questi fatti
indicano veramente che la musica mena
un gran rumore nella nostra Italia, e che
lo spirito di traffico ha pur trovato il
modo di convertire i diversi rami dell’arte in altrettante professioni lucrose,
intorno alle quali si dimena irrequieta ed
affannosa una turba più presto sospinta
dal bisogno di sostentamento che non dal
vero amore dei più eletti piaceri dell’arte
stessa; ma non provano per nulla che ella
sia avuta nell’alto conto in che dovrebbe
tenersi, ove pur si volesse poterne degnamente
vantare i progressi.
Onde procedere coll1 ottimo mezzo dei
confronti, cominciamo a gettare uno sguardo
ad altri paesi d’Europa, ove non si può pretendere
come da noi ad una incontrastata
superiorità nella musica, e vediamo un po’
se ivi l’arte di Guido d’Arezzo non si onora
molto più, e non con sole vuote ciance e
schiamazzi inutili, ma si con sodi studii ed
importanti istituzioni.
In Inghilterra, ove l’istinto musicale è
pressoché nullo ed ove il genio della melodia
è sì povera cosa paragonato a quello
onde risplende il nome italiano, in Inghilterra
si ha l’arte in molto maggior conto.
- E ci spieghiamo:
Colà i principali giornali scientifici e letterarii
escono spesso con assennate e meditate
dissertazioni sopra argomenti di dottrina
e di estetica musicale; colà i dotti
più stimati non isdegnano tal fiata di leggìi
gere dinanzi ai corpi accademici de1 lunghi
ed elaborali discorsi intorno alla parte storica
e filosofica della musica; colà le più
accreditate Riviste letterarie non si fanno riguardo
di interpolare alle più fine dissertazioni
di politica e di scienze, dei lunghi
articoli musicali, delle diligenti disquisizioni
sul valore delle diverse scuole; e ne ricorda
di avere letto tempo fa sulla Quartrely
Reviecv^ se non isbagliamo, la più estesa ed
ingegnosa disamina del sistema di composizione
del nostro Rossini che mai stasi
finora dettata intorno al grande compositore;
e quello scritto era lavoro di un erudito
statista inglese, il quale non aveva
sdegnato di dedicare le sue meditazioni ad
un tema che sembrerà frivolo solo a coloro
che non sono capaci di pensare di quanta
efficacia la musica può essere sul civile
progresso delle società. Più di un giornale
vanta la Gran Brettagna appositamente consecrato
agli studii teoretici ed estetici della
musica, e l’Hat nio11icori e la Cecilia sono
accreditatissimi presso i dotti musicali.
Nientemeno che in Inghilterra, vale a dire
nel paese che a torto è creduto esclusivamente
tutto ligio alle cose di interesse materiale
ed economico e noncurante dello
splendore che potino riflettere le arti d ornamento,
in Inghilterra, dicevamo, a’ tempi
del celebre Burney, e crediamo anche al
presente, davasi il grado accademico di dottore
a chi nella cultura, non solo scientifica
ma ben anco storica, filosofica e letteraria
della musica, rendevasi benemerito
e distinto.
Andremmo per le lunghe se qui volessimo
annoverare tutte le istituzioni che la
sola città di Londra può vantare destinate
alla cultura della musica e alla conservazione
delle più savie sue tradizioni. Ne basti
accennare la Società dC concerti della
musica antica, ove le prime celebrità musicali
del tempo nostro, e i più dotti conoscitori
e studiosi si raccolgono spesso ad
udire ed ammirare i capolavori delle vecchie
scuole classiche; e la Società filarmonica
destinata a far gli onori della musica
moderna, e meno severa dell’altra nella
redazione de’suoi programmi, ma senza dubbio
più generosa di qualunque simile istituzione
cìel mondo incivilito nel premiare
splendidamente l’ingegno dei più famosi
lions musicali che o tosto o tardi ottengono
il tanto bramato onore di farvi le loro
prove. Passiamo sotto silenzio i molti Istituti
Musicali che la Gran Brettagna può
vantare, più specialmente fondati allo scopo
di favorire lo studio e i progressi della
musica nazionale, tra1 quali è famosa la società
dei Melodisti ed Armonisti, e l’altra
che ogni anno si produce con un’Accademia
di genere singolare chiamata Eisteddvood.
Nè si creda che a codeste società
piglino parte soltanto persone frivole, o filarmonici
oziosi e amanti di passatempi; ma
i primi lord de’ tre regni, i più insigni
personaggi (’) si fanno un pregio di appartenervi,
e ben di rado mancano d intervenire
alle sedute che si destinano alle
deliberazioni riguardanti il buon procedere
e il prosperamento delle Società stesse.
Se dall lngliilterra ci volgiamo ad osservar
la Germania, vediamo, se non più splendidamente,
certo con maggior convinzione
■. " i-i
e gravita e vero amore onorata di altissimo
culto la musica. Ivi il più modesto
suonatore d’orchestra, il più umile organista
di villaggio arrossirebbero di non sapere
mostrarsi versati nella storia della loro musica
nazionale, e stiam per dire saprebbero
additarvi colle partiture alla mano le bellezze
dei capolavori dei loro Bacii, dei loro
Haydn, Beethoven, Mozart; e non diciam
già le sole bellezze materiali dell’armonia e
dei passaggi, ma sì quelle clic veramente alla
parte caratteristica filosofica della musica
si riferiscono. Chi poi ha letti gli articoli
del sig. Wagner dati in questa stessa Gazzetta
avrà potuto farsi miglior ragione del
modo col quale in Germania è apprezzata e
stiam per dire venerata la musica. Dovremmo
stendere una lista troppo lunga solo che volessimo
dare qui il titolo delle tante e tante
opere scentificlie, dissertazioni, memorie accademiche,
ec.,riguardanti la musica, nel solo
corso di questi ultimi anni pubblicate nella
patria degli autori del Don Giovanni, e del
Fidelio. Quanto a’ giornali musicali chi non
sa che la Gazzetta Musicale di Lipsia, la
quale si pubblica da circa ottantanni, gode
una fama europea, ed è un vero magazzino
di stupende cose intorno a tutù i rami
tecnici, estetici e storici della musica, scritte
dalle più dotte penne tedesche?
In Francia poi è comunemente noto che
que1 medesimi fogli, quelle medesime più
gravi periodiche pubblicazioni che con tanto
impegno e sì vivo fuoco attendono a svolgere
gli argomenti politici e sociali più rilevanti,
si fanno un onore, anzi un dovere
di occupare di tempo in tempo i loro lettori
con articoli critici, con discussioni, con
analisi musicali, non giti affidate a soarabocchiatori
inesperti, ma sì alle più dotte, alle
più stimate penne! - Ivi non solo i BerIioz,
gli Adam, i Castil-Blaze. i Blanchard,
i d’Ortigue; ma e gli Sthendal, i Villoteau,
(t) Il Cardinale ili.ìorek è ora il presidente della Società
de’Concerti della Musica antica.