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GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 22 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
perfettamente il giusto e vero carattere ilei
suoni, ove la modulazione esca dai limiti
delle più semplici melodie, riesce difficile
anche ai dotati di squisito sentire se non
soccorra l’armonia alla memoria. Avvegnaché
i suoni ricordati sono facili a cancellarsi
urtati che sieno da una sensazione alquanto
discordante.
Vili. Ma questa armonia non ha ella altro
ufficio, non arreca alla musica altro vantaggio
che questo di rendere più evidenti
i caratteri dei suoni melodici? Rousseaunon
gliene concede altri sul riflesso che la modulazione
armonica si aggira principalmente
sulle cadenze il ili cui numero è assai circoscritto, e la vorrebbe perciò sbandila
come inutile frastuono che non concorre
all’espressione.
Quando però 1 armonia non avesse in
sé altra forza che la suaccennata, contribuirebbe
però sempre a rendere più estesa
la facoltà rappresentativa della melodia fondata
sui due elementi, tono e ritmo, nè
potrebbe chiamarsi inutile frastuono. Che
se poniamo niente ai diversi accordi di cui
è ricca, ed al carattere particolare che li
distingue, saremo persuasi essere in essi
una fonte di espressione di colorito musicale
tutto proprio, che nessun altro elemento
possiede.
Se ciò non fosse, a qual line tanti accordi
che la teoria considera come dissonanti
ed aspri ( e il sono infatti percossi
isolatamente) e che pure si riconoscono di
tanto effetto? Forse che il bisogno di scuotere
il senso colla varietà, e con forti impressioni,
è il solo motivo che ne giustifichi
l’uso? non sappiamo crederlo.
IX. Il principale e più evidente carattere
della dissonanza si è l’urto di due potenze
di carattere opposto dal quale emerge più
determinata l’inclinazione ad un punto in
cui le potenze urtantisi vengono a collidersi,
punto che si prevede sempre con
chiarezza quando siasi ben intesa la natura
dell’urto, e che spiega la modificazione
ricevuta nel conflitto dalle due potenze. E
questa inclinazione non è soltanto dipendente
dall’accoppiamento de’ suoni, a quei
dati intervalli che diconsi dissonanti, ma
ancora dal confronto che se ne fa colla
tonica ricordata e dai suoni concomitanti,
in modo che quegli intervalli che isolali
sono analoghi, non Io sono menomamente
nella modulazione quando è già stabilita
un’idea di tonica.
II vero carattere della dissonanza non in
altro consiste al postutto che nell’inclinazione
a muoversi prodotta dall’urto, come
il vero carattere della consonanza è quello
ESTETICA
del riposo:, così come la maggior asprezza
delle prime non nasce veramente dal rapporto
matematico, ma dalla difficoltà d’intenderne
l’inclinazione non ben determinata.
Onde poi la preparazione che ne facilita
1 intelligenza serve a scemare l’urto
che ne riceviamo.
X. Convien intendere mollo largamente
la spiegazione che i teorici danno della
qualità consonante o dissonante degli in-,
tervalli per mezzo del rapporto matematico,
e persuadersi che il giudizio ne è allatto
metafisico; altrimenti non potremmo concepire
come fosse praticabile un sistema
temperato che altera notabilmente tulli i
rapporti 310.11 lasciando nella sua vera proporzione
che l’ottava. Se la qualità consonante
dipendesse o fosse limitata à cerli
dati rapporti ne verrebbe per conseguenza
elie un sistema di temperamento equabile
don avrebbe più consonanze e l’inequabile
non ne avrebbe che incerti toni. IN è vale
1 opporre che noi non siamo per avventura
dotati di senso cosi superdelicato da risentirsi
di tali minime alterazioni. Ne è prova
contraria il disgusto che arreca qualunque
più lieve stimazione anche nella melodia
isolala. La pretesa varietà dei temperamenti
che dicesi dover trovarsi necessariamente
in una medesima orchestra per la diversa
natura degli stronienti non è prova sufficiente
a dimostrare la poca squisitezza dell’organo
uditorio. L’esperienza dimostra
che quelle orchestre solfatilo si uniscono
in perfetto accordo, le quali si formano di
professori avvezzi ad un medesimo temperamento,
nè mai rinvenirsi in quelle loricate
di soggetti raccolti da varie parti, comechò
abilissimi, perchè avvezzi a temperamento
diverso, non sì tosto possono convenire
in un solo.
Lo ripetiamo, il giudizio dell’armonia
de’ suoni è affatto metafisico come io è
quello dell’armonia dei colori nella pittura;
e siccome questi appariscono belli in proporzione
della maggior evidenza con cui
ci rappresentano gli oggetti, cosi le dissonanze
riescono di buon effetto a proporzione
che rendono più chiaro ed espressivo
il linguaggio de’ suoni.
XI. L’armonia non solo rischiara e fa
più salienti i caratteri che i suoni melodici
acquistano dal confronto colla tonica, ma
li modifica., li varia come modifica i toni
stessi. Un suono medesimo infatti non
acquista egli tanti caratteri quanti sono gli
accordi da cui può essere accompagnato?
La varietà degli accordi ili dominante e ili
sottodominante e l’accordarsi la sottodominante
del tono minore col tono mag