drammatico e bello assegnare a’ violon- |
celli il vero basso, od almeno le note che |
costituiscono l’accordo percuotendo il tempo
forte della battuta, e disegnarvi sopra!
una parte di contrabbassi scoperta e intramezzata
di pause che dian luogo al far- j
monia di posarsi sui violoncelli. Beethoven
nella sua scena maravigliosa del Fidelio,
quando Eleonora e il carceriere scavano
la tomba di Floristano, ha mostrato tutto
il patetico, e la cupa mestizia di questa
maniera d’istromentazione.
A line di esprimere un lugubre silenzio,
in una moderna cantata un autore ha spartiti
i contrabbassi in quattro sezioni, ed
ha fatto loro tenere lunghi accordi pianissimo,
sotto un decrescendo di tutto il resto
dell’orchestra.
Il pizzicato de’contrabbassi, forte o dolce
che sia, porta un’eccellente sonorità, si veramente
che non s’impieghi troppo in acuto^
ma esso cangia allatto di carattere seguendo
le armonie che si trovano collocate
sotto. Cosi il famoso la pizzicato dell’ou.verture
del Freyschiitz, è pieno di minacciosi
accenti infernali solo in ragione dell’accordo di settima diminuita (fa diesis,
la. do, mi bemolle) del quale egli determina,
nel tempo debole, il primo rovescio.
Fate che questo la divenga tonica maggiore
o dominante, percosso a mezzo forte,
come nel caso in discorso, e niente vi troverete
di strano.
La sordina, e i suoni armonici sul contrabbasso
ne paiono di poca utilità: niuno
ne ha tratto buon partito fin ora.
Un artista piemontese, il signor Langlois
che si fece sentire a Parigi, sono già quindici
anni passati, traeva coll’arco suoni acuti,
nuovi, e di gran forza, e ciò comprimendo
col pollice e l’indice della mano sinistra
la corda alta del contrabbasso, invece, di
premerla sulla tastiera, scorrendo cosi sino
presso il ponticello. Se si volesse fare che
l’orchestra esprimesse un alto grido femminile,
nessuno strumento sarebbe da ciò
se non il contrabbasso cosi adoperato. Sarebbe
bene che i nostri artisti si ingegnassero
di esercitarsi nel meccanismo del signor
Langlois, lo che non sarebbe cosa
molto difficile. E. Berlioz.
( Sarà continuato ).
MUSICA SACRA.
SCOTA MESSA
Del maestro placido mandatoci.
Eseguita in Milano la mattina del 19 corrente.
La gente che si affolla nelle nostre chiese ogni volta
clic si deve eseguir qualche nuovo lavoro musicale di
distinto compositore prova che fra noi il gusto per la
musica religiosa non è per anco spento e che a rianimarlo
non abbisognerebbe altro che abili maestri avessero
più spesso ad eccitar il generale interesse colla
composizione di accurate partiture quali convengonsi
alla sublime maestà del tempio.
La messa a due Tenori c Basso con cori del maestro
Mandanici, eseguila nella nostra chiesa di S. Pietro Celestino
il giorno 19 contiene molli pezzi di bella fattura
che produssero non volgare sensazione in tutti gli astanti
e vennero specialmente ammirati da non pochi intelligenti
accorsi per assistere alia esecuzione del nuovo componimento
di uno dei più profondi contrappuntisti d’Italia,
il quale a preferenza possiede i requisiti artistici
per aquistarsi un posto notevole fra i buoni compositori
di musica da chiesa.
II breve Ingresso della messa solenne di Mandanici,
la prima di’ egli scrisse per la liturgia ambrosiana, è
di uno stile corale. — Il primo tempo del Gloria in
excelsis Beo si aggira sopra un brillante andamento,
alto più che mai ad esprimere l’esultanza di una moltitudine
di fedeli verso il Signore. L’adagio del duetto
fra il tenore e il basso, ben eseguito dagli abili dilettanti
signori Spagliardi e Gorè, si merita lodi tanto per le armonie
come per i concetti melodici; altrettanto a nostro
credere, non potrebbe dirsi del successivo allegretto alle
- 96 parole
Gratias agimus Ubi. Quindi un espressivo solo
di tenore conduce al Qui tollis, magnificò largo concertalo
e condotto con tale maestria cd imponenza che
basterebbe da sè solo per qualificare l’allievo di Raimondi,
siccome un maestro che in quanto a scienza c
pratica disposizione cd unione delle voci ha ben pochi
rivali Ma in questo stesso Gloria avvi eziandio una
fuga reale in sol a tempo ordinario In quale, se alla
massa degli uditori non avrà sembrato per effetto vincere
il Qui tollis, per energico e chiaro risultato delle
più astruse complicazioni contrappuntistiche certamente
non avrà potuto a meno di persuadere ognuno che con
maggior arie non si sarebbe potuto disporre il soggetto
e trovarvi le risposte c le entrale relative a ciascuna
parte del difficile componimento musicale, in cui lo studio
può assai più del genio. Il Gloria nel suo totale
cd anche in qualche squarcio, come nel duetto già citato,
in lunghezza sorpassa alquanto la dimensione alla
quale siamo abituati nelle nostre ristrette musiche sacre, prive delle voci bianche ed il cui accompagnamento
riesce monotono, essendo limitato all’organo tutto al
più con qualche violoncello e basso.
Principia il Credo con un tutti a frasi larghe con
molto discernimento tolte dal canto ferino ambrosiano,
al quale succede una cantilena di tenore per preparare
l’Incarnatila, commovente pezzo concertato pieno
di elevazione e per merito non inferiore al sullodato Qui
tollis. Osserveremo di passaggio al Cujvs regni non erit
finis la sospensione del periodo musicale sopra la sesta
minore del tuono coll’accordo di sesta eccedente, e poi
la ripresa del canto ambrosiano, da cui il valente
contrappuntista ne trasse un artifizioso ricercari, il
(piale compie sì bene il Credo.
Del Mottetto, sopra parole italiane, dall’autore del
Buontempone, del Segreto, del Rapimento, ad esempio
di quasi tutti i moderni maestri di cappella, concepito
a guisa teatrale, non diremo altro se non che ci parve
disdicesse alla severità della maggior parte della messa,
sebbene anche pel modo con cui dal bravo tenore Garzoni
fu interpretato potesse piacere a non troppo esigenti
uditori, che forse avranno trovato di che dilettarsi portino
co’motivetti della Fausta c della Iìorgia inavvedutamente
suonati dall’organista, il quale per altro nelfaccompagnarc
la ben elaborata opera sacra di Mandanici mostrò
non ordinario zelo. /. C.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA.
Mugica facile per Pianoforte*
In questa rivista trattasi solo di alcuni piccoli pezzi
di musica leggiera e facile in tutta 1 estensione del significalo,
ne quali gli autori rinunciarono ad ogni lusinga
di gloria per riuscire di aggradimento e sollazzo
alla massa di quelli che sono appena incamminati nel
labirinto esecutivo del pianoforte. Le composizioncelle
delle quali qui sotto faremo breve cenno si raccomandano
per la loro semplicità c per la speciale cura che
si ebbe di addattarc al pianoforte alcuni lusinghevoli
motivi di opere teatrali o di arie nazionali in modo che
gli allievi potessero agevolmente interpretarli, ritraine
diletto c così vieppiù infervorarsi nel proseguire nello
studio dell’istromento dalla moda preferito. Fra i pianisti
ch’ebbero a pubblicare opere appartenenti al genere facile
ed ameno si distinsero Bei tini, Huntcn, Hcrz,
Czerny; Schunkc, Corticelli e vaij altri il cui nome ora
non ci torna alla memoria, i quali si acquistarono un
gran numero di partigiani nella illimitata coorte de’giovanetti
che agognano divenire dilettanti o professori di
pianoforte,
1° Album pour le piano par Ddhler. Op. 40 chcz
Ricordi.
In questa modesta raccolta, in cui si misero a contribuzione
le più elette melodie di Rossini, Mcyerbeer,
Bellini, Aubcr, Donizetti, ecc., ad evidenza si scorge
che lo straordinario suonatore ha dovuto durar fatica
neH’assoggettarsi a scrivere pezzi si limitati e semplici,
giacché sonvi qua e là alcuni passi di un’esecuzione non
corrispondente al complesso del facile Album, negli otto
numeri del quale nulla trovasi che possa meritarsi particolare
rimarco: perciò basti il dire che fra essi da taluno
si vorrebbe dar la preferenza per l’omogenea scorrevolezza
al Caprice brillant sur le Iianz des Facches
et un False Suisse, non che alla Bagatelle sur un aìr
favori de A’ice e per effetto piuttosto brillante alla Feti
te Fantasie sur deux motifs de la Norma. A non
dubitarne, l’esimio Dohler non attacca alcuna importanza
a questo suo Album, il quale se non può figurare
fra le più lodevoli sue opere (nel cui novero va posta la
magnifica Fantasia sul Guido e Ginevra, recentemente
dall’editore Lucca pubblicata), è però tale da non scomparire
al confronto di qualunque altra produzione del1
istcssa categoria.
2.° Bue divertimenti sul Riccardo cuor di Lione,
e due fantasie sopra temi del Freyschutz. Presso Ricordi.
Questi pezzi che costituiscono le opere 6t c 55 di
WoIfT hanno il vantaggio di farci conoscere alcuni motivi
di spartiti che ponilo chiamai si affatto nuovi pel
pubblico italiano. - 1 Bivertimentì sono di un’esecuzione
assai facile c ponuo servire di passatempo a’ giovani
studiosi che hanno superato i conosciutissimi 25 studii
op. dOO di Bertini. Le due Fantasie sul capolavoro
di Weber nelle nostre società avranno migliore incontro
per una certa qual eleganza che le rende più di effetto
de’ divertimenti or citati. La prima è basata sopra una
riduzione di alcune cantilene del duetto del secondo alto,
dell’andante di Tony e del finale del terzo atto. Il carattere
piuttosto severo de’ motivi della seconda fantasia
rende indispensabile che la si eseguisca con non superficiale
penetrazione del sentimento richiesto dall’autore.
3.° Belices des Operas de Bonizetti. ehez Ricordi.
W. Plachy nella sua miscellanea di dodici pezzetti sopra
i più favoriti concetti delle opere del sommo maestro
lombardo, se non c’inganniamo}, si propose di far
per i principianti, quanto già da qualche tempo intraprese
l’infaticabile e troppo arrendevole Czerny per uniformarsi
alle viziate esigenze de’ pianisti di sGco’nda forza.
Da ciascuna delle più applaudite partiture di Donizetti
scelse tre o quattro graziosi od espressivi periodi e spogliateli
da ogni accompagnamento od andamento di qualche
intreccio, nudamente li trascrisse per pianoforte e
senza alcun scrupolo li intitolò Ficcole fantasie facili
a cui volle anche aggiungere l’altro epiteto di brillanti
che a loro non conviene nè punto né poco, come pure
il qualificato (li fantasia, a’ giorni nostri sì spesso erroneamente
adoperato per ogni sorta di pot-pourri o pasticci
strumentali. In ogni modo le Belizie delle Opere
di Bonizetti sono sì brevi, e le cantilene di esse sì
chiare clic ponuo riuscire di piacere tanto all’esecutore,
quanto a chi le ascolta.
4.° Les fleurs d’Italie pour Burgmuller: cliez Canti
a Milan.
E ancora Donizetti che vien posto a saccheggio dai
riduttori. Burgmiiller dal Torquato, dal Gianni di Calai»,
dall’O/rco e Pasquale, dal Furioso e dall’ImeIda,
colla fortunata facilità che in Francia gli procacciò molti
fautori, trasse varie pagine di musica per pianoforte in
cui gli apprendenti troveranno ognora una corretta’digitazione
non iscompagnata da spontaneità. Ciò può dirsi
anche del Souvenir de Bellini dell’istesso Burgmuller
che fa seguito al Fiori d’Italia.
5.u Jardin musicale, douxe melodies varìeés par
L. Zenoni: chez Canti.
Nella raccolta del Zenoni trovansi le più care melodie
delle opere fra noi in voga seguite da variazioneclline
calcolate per le mani che agevolmente non ponno abbracciare
la ottava ed in cui non di rado sono diligentemente
numcrizzate le dita da adoperarsi. Chi ad ossa
ricorrerà non avrà certo a pentirsene, così ei diceva un
maestro appassionato per i pezzi che solleticano le orecchie.
6.° Les Belassemens de l’Elude. Choix de 25 morceuux
pour le piano par Ilunten Op. i-2’2. Mendrisio
chez Pozzi.
Come un abile pianista possa mostrar talento anche
nelle più piccole composizioni, evidentemente lo si prova
da Hunlen, l’autore che può dirsi una vera àncora di
salute per la folla de’ poveri professori, i quali ad ogni
costo per appagare i loro inesperti allievi sono costretti
quotidianamente a provvedere pezzi piacevoli, brillanti,
di effetto sicuro, e non pertanto di esecuzione facile.
J erminiamo questi cenni pregando i cortesi nostri lettori
a non farci 1111 carico se li abbiamo trattenuti colI
esame di opere di ben poca importanza cd in cui l’immaginazione
fu lasciata in non cale. Coloro che pensano
a ricreare chi muove i primi passi in un arte qualunque,
non vanno sempre trascurati. /. C.
NOTIZIE VARIE.
Lo.vdh v. — Scrivono da questa capitale: «Gli artisti e
gli amatori di musica di questa città hanno testé avuto
la soddisfazione di ammirare il più bel talento sul clarinetto
che qui si abbia mai sentito. Il famoso Ernesto
Cavallini ha ottenuto un successo d’insolito entusiasmo.
La (li lui esecuzione è ciò che si può concepire di più
perfetto e di più sorprendente in quanto a meccanismo.
Egli possiede una agilità di cui è impossibile formarsi
una giusta idea, e supera le più grandi difficoltà con
una sicurezza c velocità veramente incantevoli. La fantasia
sull Elixir d’amore lo fecero abbastanza apprezzare
anche come compositore. A render più variato il concerto
di Cavallini contribuirono l’espertissima Persiani
e Giorgio Ronconi, il (piale di giorno in giorno si rende
sempre più accetto a questo pubblico, che già Io applaudì
nella Lucia, nella Beatrice, ucYElixir e nel Torquato».
V iKNNA. — Nella Gazzetta Musicale del 8 corrente
leggesi quanto segue: - Dohler, il celebre pianista a
Vienna ha già dato sette concerti, sei a suo benefizio
ed uno per i poveri. Il successo é. stato immenso. Nel11
ultima sua accademia, clFebbe luogo nella sterminata
Saia dei Ridotto, la quale contiene più di sei mila persone
(!!), aveva attirato tanta gente che molti non hanno
potuto trovarvi posto. E probabile ch’egli darà molti aialtri
concerti. Parlasi assai di 4S nuovi Studj pel pianoforte
da Dohler ora composti, e che vuoisi siano l’opera
più notevole di questo brillante compositore».
— Nel terzo concerto dato la notte del 4 al 5 corrente
dal violinista Antonio Bazzini la Sala della Società Musicale
era discretamente piena, e vi furono moltissimi
applausi e 11011 poche chiamate. Ecco coinè in proposito
si esprime il LFanderer: • 11 concertista anche questa
volta suonò da degno rappresentante della Scuola di Paganini
cd eccitò entusiasmo colla sua grande agilità sul
violino, istromento più d’ogni altro atto a risvegliare il
sentimento. I pezzi eseguiti furono: Souvenir di Beatrice
di Tenda; l’Allegro del 17.° concerto di Kreutzer;
Quartetto dei Puritani trascritto a violino solo, pezzo
che dopo Ole-Bull mai non si udì suonare con tanta
bravura: quindi il piccante Scherzo variato suH’//m7o
al ballo di Weber; finalmente le Fariazioni brillanti
sulla Sonnambula, eli’erano già annunziate nel programma
dietro richiesta di molti». Ne’ pezzi vocali emerse
la Melanconia, nuova romanza composta dal concertista
e cantata dal Castellari con un’anima che rapirono il
pubblico in una vera estasi, di maniera che in mezzo
a’ più tumultuosi applausi dovette esser ripetuta».
Gami. — Ermcl pianista verso la (ine del secolo scorso
assai festeggiato, quivi morì nell’età di più di ottanta
anni. E il padre di Luigi Ermel, autoredi alcune opere
drammatiche e di uno Stabat eseguito recentemente con
successo.
GIOYAUM BICORDI
EDITORE-PROPRIETARIO.
©all’I. Si. SfaMIimesat© JSasioi&ale IPri-vIIogiat©
di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GSOVAKA’S &5C©M©I.
Contrada degli Omenoni N. Ì720.