di ragionamento die come prò forma di
tanto ni tanto si allaccia nel citato articolo,
avete bastantemente risposto nelle vostre
i note, ne altro so aggiungervi per ora clic
le seguenti osserva,noni.
4.’ Che le parole da me usate osservando
che r al la del tenore dello Stabat
rammenta un poco l Assedio di Cornilo e
il Guglielmo Teli, parole in vero un po’
compendiose, potranno da chi lo brami
completarsi cosi «rammenta un poco colla
prima frase del canto il motivo principale
della stretta dell introduzione dea Assedio
di Corinto, e una Ifase complementare del
primo coro del liliale secondo del Guglielmo
Teli colla frase intercalare strumentale alla
line del ritornello e dopo il primo riposo
del canto». E siccome pare si voglia
sottilizzare sulle parole, ripeto rammenta
per escludere che quella sia una ripetizione
o copia di quei concetti musicali, e per indicare
soltanto la molta analogia che passa
tra gli uni e gli altri, ad onta della diversità
delle ligure con cui sono espressi
e del differente movimento clie loro conviene.
2.u Che a proposito di quello si dice nel
riferito articolo, non esservi cioè motivo
in dupla o in tripla del quale alterando il
movimento, 11011 possa farsi una quadriglia o
un valzer, e che 1 acquistare una cantilena
un carattere piuttosto che un altro uipende
dalla qualità della voce o dell istruuiento
che l’eseguisce, o dalla istromentazione che
l’accompagna, 11011 vi è chi, per quanto
poco esperto di estetica musicale possa essere,
non senta quali strafalcioni essi sieno.
-.Relativamente al primo punto, anche senza
scendere all’esagerazione di Goethe die
nello stabilire i principii estetici della musica
sostiene non vi essere altra musica che abbia
carattere proprio tranne la musica sacra
e quella da ballo, e che quella musica che
non è spiccatamente né 1 uno né 1 altro,
o dell’uno e dell altro partecipa è musica
empia (*), si può ben dire che una cantilena
che si presti bene alla danza manca
per sé stessa del carattere di musica sacra,
sia qualunque il movimento che dar
le si possa; come viceversa una cantilena
di espressione grave o religiosa non può,
senza esserne guasta, ridursi atta alla danza.
E comechè si tratti di asserzione di fatto
che solo dall" esperienza dei latti può essere
contraddettaci prenda a modo di esempio
il motivo del bel terzetto «Celeste
provvidenza» nel terzo atto deli Assedio
di Corinto, o quello della successiva commovente
preghiera in fa diesis o.“ minore,
e si veda se riuscirà di farne veramente
un valzer, quantunque e l’uno e 1 altro
sia in tripla; o viceversa se del bel valzer
svizzero del Guglielmo Teli si potrà mai
far convenientemente altro che un valzer;
come pure se del Magnificat, o del Benedictus
della messa dei morti di Mozart,
concepiti e l’uno e l’altro veramente in
dupla, quantunque scritti in tempo ordinario,
riuscirà fare una buona quadriglia!
Relativamente poi alla seconda asserzione,
nulla di meglio per addimostrarne la
fallacia può farsi, che ricorrere a quelfargomentazione
che dicesi ab absurdo. Pongasi
per vero che ogni cantilena debba la
sua espressione caratteristica soltanto ail’istromerltazione
o al modo di esecuzione,, ecco la conseguenza che ne verrà: che,
jfÀTf (b Avvertasi bene, e ciò dico per quelli che se sanno
ffigm °, voglion leggere non sempre sanno 0 vòglion capire,
1cne non ammetto per veri gli esclusivi priiicipii libi lilosofo
estetico tedesco.
cioè, ogni compositore non privo affatto
di qualche talento, ina senza genio del
lutto, purché abbia una sufficiente cognizione
pratica dell’effetto degli stromenti e
delle voci, con i più insulsi motivi che giù
gli cadran dalla penna potrà comporre musica
tale da rivaleggiare con quella dettata
dal genio il più ispirato, il più privilegiato
dalla natura. - fina cantilena che abbia un
carattere, benché non troppo spiccato,
quella tanto più che lo abbiti ben marcato,
acquisteranno ai certo forza maggiore e
faranno meglio sentire questo carattere se
slromeutate a dovere; ma se una cantilena
ne sarà priva o ne avrà uno falso, si può
slidare arditamente chiunque a darglielo
nel primo caso, a mòdilicarlo c correggerlo
nel secondo per mezzo della più studiata
istromcntazione. In una parola, la stromenlazione
è nella musica quello che il colorilo
è nella pittura: ne ajuta la espressione,
ma soia e ili per sé non la costituisce. Si
riduca ed alteri quanto si può volere la
istromentazione del primo tempo dell’introduzione
del Guglielmo Teli, e, o si distruggerà
affatto, o 11011 si potrà farsi a
meno che non sia di genere pastorale, come
non potrà farsi a meno die non sia eli genere
marziale l’allegro dell overture elei—
l’Opera stessa, anche se suonisi sul pieno
semplice dell’organo, stromento, per le idee
che vi si congiungono, lutto fuori che
marziale. Ognun sa che Mozait sorpreso
dalla morte non potè terminare il suo Requiem
e che la istromentazione vi fu aggiunta
in molte parti da altro maestro; il
quale, quantunque abilissimo, pure non
può credersi in tutto abbia raggiunto, se
pur non ha offeso le idee dell autore: ma
quella composizione era tanto piena di appropriata
espressione e di sentimento religioso,
che non si è potuto fare a meno
ili ritenerla ciò nonostante come un modello
in tal genere.
3.° Che il dire che segue e seguirà dello
Stabut ciò che seguì a proposito delle prime
Opere di Rossini ed in ispecie del Barbiere,
è falsare la situazione delle cose,
giacché allora si trattava di mettere in corso
una riforma nella musica drammatica, ed
era naturale che suscitasse la opposizione
di tutti quelli che o per abitudine o per
interesse eran ligj all antica maniera. Ma
ora non siamo per nessun modo nel caso
di una riforma dello stile musicale sacro,
ma trattasi unicamente di sapere se Rossini
avendo adottato in molti dei pezzi
dello Slabat lo stesso stile della Semiramide.,
dall’Assedio di Corinto, ecc., abbia
ben fatto a sanzionare con la preponderanza
del suo gran nome, e del suo possente
esempio, un sistema a cui pur troppo la
maggior parte dei maestri ita chiesa si è
data da lungo tempo tra noi, scrivendola
musica sacra nello stesso stile che si usa
in teatro; con questa differenza soltanto,
che Rossini, ciò facendo, ha portato in
Chiesa musica che considerata indipendentemente
dallo scopo a cui è dedicata è
bellissima, gli altri ne portali della migliore
o della peggiore secondo che la loro
capacità lo permette.
4.” Che il dire essere inutile oggimai
discutere il merito relativo della musica
dello Stabat, perchè è stato costantemente
applaudito per tutto dove fu prodotto, è
lo stesso che dar ragione a chi sostiene
che, in generale e salvi sempre alcuni
pezzi, è composizione di stile più conveniente
al teatro e alla sala che alla Chiesa,
perchè appunto sui teatri e nelle sale,
e non nelle chiese, è stato eseguito e ap-;
piaudito. j
5.° Che quando si sostiene non esservi <
differenza tra la forma estrinseca e l’in- t
trinseca, ossia, come direbbe la scuola,
tra l’accidente e l’essenza, si avanza massima
sommamente erronea, a qualsivoglia
genere di lilosofia la si voglia riferire, perchè
in metafìsica guiderebbe addirittura al
materialismo, in morale, a nulla meno che
a ritenere non esservi differenza tra l i]iocrisi
a e la virtù. Che se poi la si voglia
ristringere (come pare) alla sola lilosolìa
estetico-artistica, senza accingersi a lunghi
ragionamenti per mostrarne a priori la
fallacia, basta osservare appunto, a proposito
ih arti imitative, come avvenga, per
esempio, che si dipinga una figura vestita
a lutto, con volto pallido, con grosse lagrime
cadenti dagli occhi la quale poi
esprima sì poco il dolore da lasciar chi
la guarda freddo ed indifferente del tutto.
Eppure in quella figura son riprodotti i
segni lutti, ossia le forme esterne dei dolore:
ma pur nonostante, siccome il pittore
non lo lui sentito, egli non ne ha saputo
trasfondere la sensazione nello spettatore.
E se questo esemplo non basta, si può
osservare ciò che tutto giorno accade in
scultura; come cioè formato sul vero il
ritratto di alcuno, fattane, come suol dirsi,
la maschera, quantunque 11011 [tossa dubitarsi
che l’opera plastica risultante non
riproduca esattamente le forme materiali
del modello, pure è tanto lontana dal renderne
la somiglianza, da restare sconosciuta
agli stessi familiari di lui. E perchè? Perchè
in quella produzione manca il sentimento
intrinseco, lo spirito della fisonomia,
a costituir la quale le sole forme materiali
11011 servono.
Se il tuono che va prendendo questa
contesa non spingesse a temere che se ne
voglia bandire del tutto la buona fede, non
sarebbe fuor di luogo il rammentare che,
in sostanza, non Ito mai contestato il pregio
della musica dello Stabat considerata
in sè stessa e astrazion fatta dallo scopo religioso
a cui è dedicala: ho scritto e stampato
infatti in grosse lettere che è bulla
anzi che è BELLISSIMA musica; e solo
lio avanzato che lo stile in cui è scritta,
nel suo insieme ed eccettuati alcuni lezzi
non è conveniente alla chiesa. •— E egli
ciò vero? Ecco la questione come dee
porsi, nè da questa si dee deviare. Chi
vuol fare altrimenti, mostra o di mancare
di buona fede o di non avere inteso e forse
non letto quello che scrissi. E in qualunque
di questi casi non sarò io che perderò
il tempo ad occuparmi, o che abuserò della
pazienza dei lettori di questo foglio a dimostrare
le incongruità di quanto potesse
dii-si.
Del resto credo, mio gentilissimo signor
Estensore, che un modesto letteratuccio
giornalista come sono io, abbia ben donile
per consolarsi trovandosi fatto segno dei
motteggi di costoro, se ridetta che un
grand uomo come Rossini è pur condannato
a soffrire le loro ’odi.
Crediatemi sempre il vostro deditissimo
L. F. -Casamorata.
NOTIZIE VARIE.
Milano. — Il Barbiere di Siviglia di Rossini all’1.
R. Teatro della Scala.
— Noi non siamo di coloro (e non si contano in piccol
numero ) i quali hanno uso di lagnarsi della troppo frequente
riproduzione di questa meravigliosa Opera rossi